MEDITAZIONE
Altri
Apostoli della Divina Misericordia: Madre Speranza di Gesù.
A
Santomera, nel sud della Spagna, nacque il 30 settembre 1893 Madre Speranza, cui al battesimo fu imposto il nome di Maria
Josefa. Nel 1915, all'età di 22 anni, decise di farsi suora. Entrò nella Congregazione delle Figlie del Calvario a
Villena, ove rimase fino al 1920/21, quando dal Vescovo di Murcia e Cartagena fu incaricata insieme a padre Oteo e due suore di trattare la fusione del suo Istituto, in via di estinzione, con quello che oggi è chiamato delle Missionarie
Clarettiane. Manifestatisi in lei segni straordinari del soprannaturale, si ritenne opportuno
trasferirla a Madrid, per una più facile verifica della loro autenticità da parte dei padri
Clarettiani, e più tardi tenerla segregata dalla sua Congregazione e sotto l'osservazione dell'allora Sant'Uffizio. La notte di natale 1930 - era già uscita dal suo Istituto -, diede inizio alla fondazione della Congregazione delle Suore Ancelle dell'Amore Misericordioso. A Roma, dove era venuta verso il 1936, fondò, il 15 agosto 1951, anche la Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso. Là conobbe, tra gli altri, mons. Alfonso De
Sanctis, vescovo di Todi, che l'invitò a recarsi nella sua diocesi. Giunta a
Collevalenza, vi si stabilì e pose mano alla costruzione della casa per le Ancelle, a quella per i figli dell'Amore Misericordioso, del seminario e del Santuario dell' Amore Misericordioso, visitato da Giovanni Paolo
II, il quale l'ha insignito del titolo di Basilica Minore e che "costituisce un segno e quindi un invito a meditare e ad accogliere l'eterno messaggio della salvezza cristiana, quale scaturisce dal disegno misericordioso di Dio Padre". A
Collevalenza, l'8 febbraio 1983, Madre Speranza si addormentò nel Signore all'età di 90 anni.
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Nel diario, scritto per obbedienza al padre spirituale, Madre Speranza il 5 novembre 1927 annota queste parole del Signore: "...mi ha detto che devo arrivare a far sì che gli uomini conoscano il buon Gesù non come padre sdegnato per le ingratitudini dei figli, ma come padre pietoso che cerca con ogni mezzo di confortare, aiutare e far felici i propri figli; che li segue da vicino, li cerca incessantemente con amore, come se non potesse essere felice senza di loro". Questa l'idea forza, diremmo quasi fissa, del messaggio di misericordia che Madre Speranza ha proclamato per tutta la vita. A ragione padre Domenico Mondrone osserva: "E' ammirabile l'insistenza con cui ritorna, a costo di ripetersi o con altre parole, su questo medesimo concetto, tanto le premeva che tutti condividessero la sua persuasione circa le disposizioni dell'Amore misericordioso verso tutte le anime. Essa mirava, inoltre, mediante un totale svuotamento di sé, a saturarsi a tal punto della divina presenza, da farla sentire a chiunque l'avesse avvicinata. Mirava a far sentire Dio agli altri come lei lo sentiva: un Dio che ama tutti con la stessa magnanimità". A scanso di equivoci e di eccezioni, ella ribadisce con parole chiare e incisive: "Devo far sì che tutti quelli che trattano con me sappiano che il buon Gesù ama tutte le anime con la stessa intensità; che se c'è una differenza è proprio questa: ama di più quelle anime che, pur piene di difetti, si sforzano e lottano per essere come Lui le vuole". E quasi questa dichiarazione non bastasse, ella aggiunge: "...anche l'uomo più perverso, più abbandonato e più miserabile è amato da Lui con immensa tenerezza". Tornando sul concetto della povertà e miseria degli esseri umani, Madre Speranza afferma: "Quanto più un essere è povero e miserabile, tanto più Gesù sente tenerezza per Lui; la sua misericordia, cioè, è più grande; la sua bontà, straordinaria; si riduce ad essere Lui ad attendere o bussare alla porta di un'anima colpevole o tiepida". Ella, pertanto, si chiede: "Da dove scaturisce tanta misericordia divina? Da dove ha origine questa tenera compassione, umanamente inspiegabile, verso i peccatori? Quale ne è la causa?". Risponde senza la minima esitazione: "La causa è che Gesù moltiplica il suo amore in proporzione alla miseria dell'uomo". Ella prosegue e puntualizza: "A me sembra che tutti gli attributi del nostro buon Gesù siano a servizio dell'amore". Passando ad analizzarli, spiega: "Egli si serve della sua sapienza per riparare i nostri errori, della sua giustizia per raddrizzare le nostre vie storte, della sua bontà e misericordia per consolarci e colmarci di benefici, della sua onnipotenza per conservarci e proteggerci". Con immagine, poi, davvero felice e significativa dice: "Paragono il cuore di Gesù al cuore umano. Questo invia il sangue fino alle estremità del corpo, distribuendo la vita anche alle membra più umili. Allo stesso modo i battiti dell'Amore Misericordioso. Il Cuore di Gesù pulsa con immenso amore per tutti gli uomini". Madre Speranza non si dispensa dal ricorrere al dettaglio e precisa che questo adorabile Cuore "pulsa per le anime tiepide, per i peccatori, per le anime sante, per quelle fervorose, per quelle infedeli e lontane; pulsa per i moribondi e per le anime del Purgatorio; pulsa per le anime dei beati che Egli glorifica in cielo". Ella, inoltre, asserisce che "per elargire a noi i suoi doni, Dio non guarda se gli siamo riconoscenti o no". Quindi, soggiunge ed esclama: "Poveri noi se al crearci [Dio] avesse considerato ciò che vedeva in noi! Pur avendo bene presente tutte le volte che lo avremmo offeso e le nostre molte ingratitudini, pensò a noi solo per colmarci di grazie e per amarci con amore infinito". Ella rileva, peraltro, che nonostante le nostre dimenticanze, incostanze, il nostro amore verso Gesù dimostrato solo a tratti, Egli "non ha cessato neppure per un attimo di pensare a noi e il suo amore veglierà ininterrottamente su di noi per tutto il tempo della nostra vita. Egli non viene meno, non si stanca, perdona; non conta. In Lui non v'è mutamento". E, cosa davvero inaudita, "anche nel momento che lo stiamo offendendo, volge, sì, il suo sguardo da un'altra parte, ma non si allontana da noi e non ci abbandona. Ci tende ancora la mano per aiutarci ad uscire da quella febbre che ci consuma, ci perdona e ci invita a seguirlo di nuovo con amore più forte". E' mai possibile resistere a questo amore che ama e perdona sempre? Ecco, allora, che questa straordinaria Apostola dell'Amore misericordioso torna e ritorna sulla confidenza nella misericordia del Signore: confidenza non disgiunta da vivo dolore per i peccati, ma senza lasciarsi invadere dalla tristezza e dalla sfiducia, perché se cediamo ad esse, "facciamo dispiacere al Signore e diamo al demonio la possibilità di toglierci la pace interiore, con il rischio di esporci a un turbamento violento nell'intimo dell'anima". Madre Speranza, pertanto, esorta: "Se qualcuno ha avuto la disgrazia di offendere il Signore, non esiti neanche un attimo ad andare da Lui, per chiedergli di essere perdonato e di essere accolto come da padre buono: Dio lo sta aspettando con vera ansia e affetto. E allora capirà come l'Amore Misericordioso ci attira con l'infinita dolcezza del suo amore e resterà sorpreso nel constatare il suo amore e la sua bontà quando pensava di vederlo disgustato e con la spada in mano per punire". Non soddisfatta di quanto detto, ella aggiunge: "Se anche avessimo commesso i più grandi peccati, non abbiamo da temere: il Cuore misericordioso del Signore perdona e ama con amore infinito". Ribadisce con ardore e forza: "Anche se avessimo offeso molto nostro Signore, non dobbiamo aver timore perché è tanto l'amore e l'affetto con il quale il Signore riceve le anime pentite che si sarebbe tentati di dire: Se non fosse perché Ti offendo, vorrei peccare perché Tu mi trattassi come quel peccatore pentito! Quando un peccatore è pentito, fosse anche il più grande peccatore, per il Signore non c'è più peccato né grande né piccolo: l'unica cosa grande che resta di quell'uomo è il suo dolore e il suo amore; il Signore non guarda altro e non tiene conto di altro". Come, dunque, non aprire il cuore alla fiducia, memori che "quello che più dispiace a Gesù è la mancanza di confidenza e di fiducia in Lui"?. Potremmo dire molte altre cose e mai finiremmo, ma per concludere, rivolgiamo a colui che ancora fosse titubante, timoroso e sfiduciato, l'invito, con le incoraggianti e stimolanti parole di Madre Speranza: "Ancora stanno aperte per te le braccia
e il Cuore del buon Gesù; sono pronti per te il suo amore e la sua misericordia per perdonarti e per continuare ad amarti come prima".
PREGHIERA:
Gesù, Crocifisso e Risorto, trasforma e rinnova la nostra mente e il nostro cuore col tuo Santo Spirito. Non sia vana in noi la grazia della tua Misericordia. Il tuo amore ci aiuti a vincere il male con il bene, ci accompagni sempre, e renda la nostra vita un'offerta gradita a Dio nostro Padre. Amen.
FIORETTO - Ripetere durante il giorno la giaculatoria:
"O Padre, per l'intercessione di Madre Speranza di Gesù, rinnova il mio
cuore con il tuo Santo Spirito, a gloria e lode della tua
Misericordia."