MEDITAZIONE
FORTEZZA
1. Il dono della scienza richiama il dono della fortezza. Vedere quel che giova all'anima in vista del Cielo, è già una bella sorte; ma talora - per le così strane debolezze degli uomini - vedere non è volere. Perchè? Perchè volere vuol dire sacrificarsi, e gli uomini hanno orrore del sacrificio. Vogliono possedere senza affaticarsi: vogliono conquistare senza combattere: vogliono santificarsi senza rinunziarsi. Assurda pretesa. Per giungere al fine dobbiamo volerne i mezzi. E si pensa con ammirata devozione alle grandi cose compiute in un attimo dallo Spirito di Dio nel cuore dei pavidi apostoli, inquieti e sospettosi nel Cenacolo. Paura di chi? Quando si ha Dio nel cuore, chi potrà sopraffarci? Chi è con Dio ha la forza di Dio. E il cristiano - non lo deve mai dimenticare - è per così dire divinizzato dalla Grazia.
2. Il dono della fortezza ha il suo nemico nelle passioni. Le passioni per sè, filosoficamente parlando, non sono nè buone nè cattive: diventano buone o cattive, a seconda del modo con cui noi le indirizziamo in rapporto all'amore di Dio, cioè alla volontà di Lui. Le passioni sono potenze, sono possibilità, alle quali noi con il nostro libero arbitrio dobbiamo dare una determinazione. Lo Spirito Santo è dono di luce, di forza, di coraggio. Come dice bene la Chiesa: «Se il tuo poter non l'assiste, nulla nell'uomo alberga, nulla che non sia il male». Davvero noi, da noi, di nostro non abbiamo che peccato. Ma se il vento dello Spirito soffia, ma se il suo fuoco fiammeggia, le nostre forze sono centuplicate, i nostri cuori divinamente accesi. Ed è la vittoria. «Chi persevererà sino alla fine, sarà salvo».
3. Il dono della fortezza è garanzia di salvezza. Dice l'Apostolo: «Non sarà coronato se non chi avrà legittimamente combattuto»; e il divino Maestro ci garantisce: «Chi combatterà sino alla fine, sarà salvo». Chi combatte con ferma perseveranza può dunque, per la misericordia di Dio, confidare nel premio beato. Ma chi ci sostiene nella lotta, chi ci rinnova le forze, chi ce le accresce, chi ci mette in condizione di vittoria, se non il
Paraclito, che, mentre è la forza, è insieme la difesa e la consolazione? Non c'è pericolo che non possa esser vinto, non c'è ostacolo che non possa esser superato, per virtù di Spirito Santo. Da Lui la grande speranza.
* O Spirito
fortificatore, tu vedi come combatto fiaccamente la mia pur bella battaglia. Ne esco vincitore? Ma quanti rischi! E poi quante volte non sono stato sopraffatto e perdente? Voglio dimenticarlo, per non sentirmene troppo umiliato. Eppure Tu vuoi invece che io ricordi. Il Signore dimentica paternamente: getta i nostri peccati dietro le spalle o li butta nel profondo del mare. Ma io devo ricordare, per detestare, per piangere, per riprendermi, per lottare senza quartiere e senza debolezze. Con te, o Spirito di fortezza!
ELEVAZIONE Sempre don Guéranger medita: «Nella vita del cristiano s'incontrano due necessità: è necessario che egli sappia resistere e che sappia sopportare. Che cosa potrebbe opporre alla tentazione di Satana, se la forza del divino Spirito non venisse a coprirlo di un'armatura celeste e ad agguerrire il suo braccio? E il mondo non è anch'esso un nemico terribile, se si considera il numero delle vittime che fa ogni giorno con la tirannia delle sue massime e delle sue pretese? Quale dunque non deve essere l'assistenza del divino Spirito, quando si tratta di rendere il cristiano invulnerabile a dardi mortiferi, che fanno tanta strage intorno a lui? Le passioni poi del cuore non costituiscono un minor ostacolo alla sua salute e alla sua santificazione: ostacolo tanto più terribile quanto più è intimo. Bisogna che lo Spirito Santo trasformi il cuore, che lo induca alla rinuncia quando la luce celeste indica una via diversa da quella per cui ci spinge l'amore e la ricerca di noi stessi. Quale forza divina non ci è necessaria per odiare anche la propria vita, quando Gesù Cristo lo esige, quando si tratta di fare la scelta tra due padroni a cui non si può simultaneamente servire? Lo Spirito Santo opera tutti i giorni questi prodigi per virtù del dono che ha diffuso in noi, a patto che noi non disprezziamo questo dono, non lo soffochiamo nella nostra neghittosità e nella nostra imprudenza. Egli insegna al cristiano a dominare le sue passioni, a non lasciarsi condurre da queste guide cieche, a non credere ai loro istinti a meno che non siano conformi all'ordine da Dio stabilito».
FIORETTO Voglio conoscere i punti deboli del mio spirito, per fortificarlo alla luce e con la forza dello Spirito.
GIACULATORIA Spiritum fortitudinis dona
mihi, Domine. Dammi, o Signore, lo Spirito della tua fortezza.