LA
TIEPIDEZZA
27° GIORNO
Pater noster.
Invocazione. - Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!
Intenzione. - Pregare affinchè i Missionari convertano gl'infedeli.
LA TIEPIDEZZA
Nel libro dell'Apocalisse (III - 15) si legge il rimprovero che Gesù fece al Vescovo di Laodicea, il quale si era rallentato nel divino servizio: - Mi sono note le tue opere e so che non sei né freddo; né caldo. O fossi tu freddo o caldo! Ma poichè sei tiepido, né freddo, né caldo, comincerò a vomitarti dalla mia bocca... Fa' penitenza. Ecco, io sto alla porta e batto; se uno ascolterà la mia voce e mi aprirà la porta, io entrerò da lui.
Come Gesù rimproverò la tiepidezza di quel Vescovo, così la rimprovera in coloro che si mettono al suo servizio con poco amore. La tiepidezza, o accidia spirituale, fa nausea a Dio, sino a provocarlo al vomito, parlando in linguaggio umano. Spesso è da preferirsi un cuore freddo ad uno tiepido, perchè il freddo potrebbe infervorarsi, mentre il tiepido suole restare sempre tale.
Tra le promesse del Sacro Cuore abbiamo questa: I tiepidi diventeranno fervorosi.
Poichè Gesù ha voluto fare una promessa esplicita, vuol dire che desidera che i devoti del suo Divin Cuore siano tutti fervorosi, pieni di slancio nell'operare il bene,
interessati della vita spirituale, premurosi e delicati con Lui.
Consideriamo cosa sia la tiepidezza e quali siano i rimedi per risorgerne.
La tiepidezza è una certa noia nel fare il bene e nel fuggire il male; per conseguenza i tiepidi trascurano i doveri della vita cristiana con molta facilità, oppure li compiono malamente, con negligenza. Esempi di tiepidezza sono: tralasciare la preghiera per pigrizia; pregare sbadatamente, senza sforzo per stare raccolti; rimandare da un giorno all'altro un buon proponimento, senza poi attuarlo; non mettere in pratica le buone ispirazioni, che con insistenza amorosa Gesù fa sentire; trascurare tanti atti di virtù per non imporsi dei sacrifici; darsi poco pensiero del progresso spirituale; più che tutto, commettere tante piccole colpe veniali, volontariamente, senza rimorso e senza voglia di correggersi.
La tiepidezza, che di per sé non è colpa grave, può portare al peccato mortale, perchè rende la volontà debole, incapace di resistere ad una forte tentazione. Non facendo caso dei peccati leggeri, o veniali, l'anima tiepida si mette sopra un pendio pericoloso e potrebbe precipitare nella colpa grave. Lo dice il Signore: Chi disprezza le piccole cose, a poco a poco cadrà nelle grandi (Eccl., XIX, 1).
La tiepidezza non si confonda con l'aridità di spirito, che è uno stato particolare in cui possono trovarsi anche le anime più sante.
L'anima arida non prova le gioie spirituali, anzi spesso ha noia e ripugnanza a fare il bene; tuttavia non lo tralascia. Cerca di piacere in tutto a Gesù, evitando le piccole mancanze volontarie. Lo stato di aridità, non essendo volontario e neppure colpevole, non dispiace a Gesù, anzi gli dà gloria e porta l'anima ad un alto grado di perfezione, distaccandola dai gusti sensibili.
Ciò che deve combattersi è la tiepidezza; la devozione al Sacro Cuore ne è il rimedio
più efficace, avendo Gesù fatta la promessa formale « I tiepidi diventeranno fervorosi ».
Non si è dunque veri devoti del Cuore di Gesù, se non si vive fervorosamente. Per riuscirvi:
1. - Fare attenzione a non commettere con facilità le piccole mancanze, volontariamente, ad occhi aperti. Quando si ha la debolezza di farne qualcuna, si rimedi subito col chiedere perdono a Gesù e col compiere una o due opere buone in riparazione.
2. - Pregare, pregare spesso, pregare attentamente e non tralasciare per noia alcun esercizio devoto. Chi fa bene la meditazione ogni giorno, anche per breve durata, certamente supererà la tiepidezza.
3. - Non lasciar passare giorno, senza avere offerto a Gesù alcune piccole mortificazioni, o sacrifici. L'esercizio dei fioretti spirituali rimette il fervore.
ESEMPIO
Lezioni di fervore
Un indiano per nome Ciprà, convertitosi dal paganesimo alla fede cattolica, era divenuto fervente devoto del Sacro Cuore.
In un infortunio del lavoro riportò una ferita alla mano. Lasciò le Montagne Rocciose, ov'era la Missione Cattolica, ed andò lontano in cerca del medico. Questi, vista la gravità della ferita, disse all'indiano di fermarsi con lui per qualche tempo, per curare bene la ferita.
- Io non posso fermarmi qui, rispose Ciprà; domani sarà il Primo Venerdì del Mese ed io dovrò trovarmi alla Missione per ricevere la Santa Comunione. Dopo ritornerò. - Ma dopo, soggiunse il medico, potrebbe svilupparsi l'infezione e forse dovrò tagliarvi la mano! - Pazienza, mi taglierete la mano, ma non avverrà mai che Ciprà lasci nel giorno del Sacro Cuore la Comunione! -
Ritornò alla Missione, con gli altri fedeli rese onore al Cuore di Gesù e poi rifece il lungo viaggio per presentarsi al medico.
Osservata la ferita, il medico indispettito esclamò: Ve l'avevo detto! È
cominciata la cancrena; ora devo tagliarvi tre dita!
- Le tagli pure!... Vada tutto per amore del Sacro Cuore! - Con animo forte subì l'amputazione, contento di avere ben comprata quella Comunione del Primo Venerdì.
Quale lezione di fervore dà un convertito a tanti fedeli tiepidi!
Fioretto. Fare alcune mortificazioni di gola, per amore del Sacro Cuore.
Giaculatoria. Cuore Eucaristico di Gesù, ti adoro per quelli che non ti adorano!
(Tratto
dal libretto "Il Sacro Cuore - Mese al Sacro Cuore di Gesù-"
del Salesiano Don Giuseppe Tomaselli)