IL
SANTO ROSARIO CI SALVA
Salva i peccatori
- una conversione sul treno
Che cosa dire della salvezza che il S. Rosario opera ottenendo la conversione dei peccatori?
Basti dire che la Madonna a Lourdes e a Fatima ha chiesto soprattutto la conversione dei peccatori, raccomandando ripetutamente la preghiera del Rosario.
Tutti i Santi hanno sperimentato la potenza del Rosario in questo campo e ce la garantiscono senza riserve.
Nel Diario intimo di S. Massimiliano Maria Kolbe, apostolo mariano a noi contemporaneo, troviamo scritta questa breve frase a mo' di sentenza: «Quante corone, tante anime salve». Un Rosario, quindi, può valere la salvezza di un'anima! Non dovremmo tutti approfittarne per aiutare i fratelli traviati? per salvare gli infedeli e i lontani da Dio?
S. Luigi Grignion de Montfort ci assicura che mai un peccatore gli resistette quando si servì del Rosario. Per questo poté scrivere un prezioso libretto dal titolo: «Il segreto ammirabile del Santo Rosario per convertirsi e salvarsi».
S. Clemente Hofbauer fu un apostolo in certo senso specialista nell'ottenere conversioni per mezzo del Rosario. Aveva sempre fra le mani una piccola corona donatagli dal Papa Pio VII; perdutala casualmente, ne fu oltremodo afflitto. Gliela ritrovò una suora, ed egli con giubilo le disse: «Voi in tal modo mi avete aiutato nella conversione dei peccatori, giacché ogni qualvolta ho recitato il Rosario per un peccatore, ne ho ottenuto la conversione». Per questo non si stancava mai di raccomandare ai suoi penitenti di aiutarlo a convertire i peccatori e i traviati con la recita di molti Rosari. Assicurava che con i Rosari otteneva sempre le conversioni desiderate, anche se si trattava di peccatori lontani dai Sacramenti da trenta o quarant'anni. E diveniva raggiante il suo volto diafano quando poteva esclamare: «Il Signore mi ha donato un'altra anima, per mezzo del Rosario».
S. Ludovico Bertrando era chiamato l'«Apostolo delle Indie», e con il Santo Rosario operò molti miracoli guarendo infermi e risuscitando anche alcuni morti, ma soprattutto ottenne più di 10.000 conversioni.
Un altro straordinario apostolo, il S. Curato d'Ars, si serviva del S. Rosario per attirare anime e far piovere su di esse grazie senza numero di conversioni anche prodigiose.
Una volta fu invitato a predicare gli Esercizi Spirituali al popolo in una località nei pressi di Ars. Per prima cosa, egli chiese al Parroco se tra i fedeli ci fosse qualcuno disposto a pregare intensamente. Il Parroco gli indicò una povera mendicante, buona solo a dire Rosari. Il Santo Curato avvicinò subito la poveretta e la pregò di voler recitare continuamente Rosari per tutto il tempo delle prediche. La mendicante ubbidì. La Missione andò benissimo. Le conversioni si moltiplicavano, e il S. Curato attestava con gran giubilo: «Non è opera mia, ma della Madonna invocata dalla mendicante con i Rosari».
Ai nostri tempi, si sa che P. Pio da Pietrelcina non pregava che recitando Rosari di giorno e di notte. Ed era con quei Rosari che attirava a S. Giovanni Rotondo folle di anime bisognose di grazia e di lumi, che diventavano folle di convertiti.
Nella vita della Serva di Dio Armida Barelli, leggiamo l'episodio di una conversione ottenuta con il Rosario durante un viaggio in treno.
«Sul direttissimo Milano-Roma... con un libretto in mano legge e medita. Ad un certo punto tira fuori dalla borsetta la corona e sta per cominciare il Rosario, quando si accorge che dirimpetto siede una giovane donna pallidissima e triste. Prova subito una grande pietà e pensa di offrirle ciò che a lei dà sempre un grande sollievo.
- Signora, vuole dire il Rosario con me? - La sconosciuta, molto sorpresa, accetta. Alla fine della dolce preghiera ha il viso tutto sconvolto.
- Ho recitato questa corona per lei - dice la signorina Armida.
- Ne avevo bisogno - mormora la sconosciuta, e scoppia in pianto. - Sono fuggita dalla mia casa, da mio marito, vado a raggiungere a Roma un uomo. Se la mamma lo sapesse!
La mamma! La signorina afferra quel nome come un'ancora per attraccare la navicella in naufragio. Mentre il treno corre tra i colli toscani, la giovane donna confessa il suo dramma e il turbamento che l'ha assalita durante la silenziosa preghiera della sua compagna di viaggio, turbamento che si è accresciuto fino a scatenare una vera tempesta durante il lento sgranarsi delle Ave Maria. La signorina riesce a dire parole così persuasive da indurla a ritornare da sua madre. Anzi, interrompe il suo viaggio, scende a Firenze con la donna infedele, l'affida a una pensione di suore, poi scrive alla madre perché vada incontro alla pecorella smarrita».
(Tratto
dal libretto "Il Santo Rosario e i Santi")