14
SETTEMBRE
ESALTAZIONE
DELLA SANTA CROCE
PREGHIERA
“Ti
benediciamo, Signore, Padre santo,
perché nella ricchezza del tuo amore,
dall'albero che aveva portato all'uomo morte e rovina,
hai fatto scaturire la medicina di salvezza e di vita.
Il Signore Gesù, sacerdote, maestro e re,
venuta l'ora della sua Pasqua,
salì volontariamente su quel legno
e ne fece l'altare del sacrificio,
la cattedra di verità,
il trono della sua gloria.
Innalzato da terra trionfò sull'antico avversario
e avvolto nella porpora del suo sangue
con amore misericordioso attirò tutti a sé;
aperte le braccia sulla croce offrì a te, o Padre,
il sacrificio della vita
e infuse la sua forza redentrice
nei sacramenti della nuova alleanza;
morendo rivelò ai discepoli
il senso misterioso di quella sua parola:
il chicco di grano che muore nei solchi della terra
produce una messe abbondante.
Ora ti preghiamo, Dio onnipotente,
fa' che i tuoi figli adorando la Croce del Redentore,
attingano i frutti della salvezza
che egli ha meritato con la sua passione;
su questo legno glorioso
inchiodino i propri peccati,
infrangano la loro superbia,
guariscano l'infermità della condizione umana;
traggano conforto nella prova,
sicurezza nel pericolo,
e forti della sua protezione
percorrano incolumi le strade del mondo,
fino a quando tu, o Padre,
li accoglierai nella tua casa.
Per Cristo nostro Signore. Amen”.
PROMESSE
di nostro Signore a coloro
che
onorano e venerano il Santo Crocifisso
Il Signore
nel 1960 avrebbe fatto queste promesse ad una sua umile serva:
1) Quelli che espongono il Crocifisso nelle loro case o posti di lavoro e lo decorano con fiori, raccoglieranno molte benedizioni e ricco frutto nel loro lavoro e nelle loro iniziative, insieme ad un immediato aiuto e conforto nei loro problemi e sofferenze.
2) Coloro i quali guardano al Crocifisso anche soltanto pochi minuti, quando saranno tentati o sono nella battaglia e nello sforzo, soprattutto quando saranno tentati dalla collera,
padroneggeranno subito se stessi, la tentazione e il peccato.
3) Quelli che mediteranno ogni giorno, per 15 minuti, sulla Mia Agonia sulla Croce, sosteranno di sicuro le loro sofferenze e i loro fastidi, prima con pazienza più tardi con gioia.
4) Quelli che molto spesso meditano sulle Mie ferite sulla Croce, con profondo dolore per i loro peccati e le loro colpe, acquisteranno presto un profondo odio al peccato.
5) Coloro i quali spesso e almeno due volte al giorno offriranno al Padre celeste le mie
tre ore di Agonia sulla Croce per tutte le negligenze, le indifferenze e le mancanze nel seguire le buone ispirazioni ne abbrevieranno la punizione o ne saranno completamente risparmiati.
6) Quelli che volentieri recitano giornalmente il Rosario delle Sante Piaghe, con devozione e grande fiducia mentre meditano sulla Mia Agonia sulla Croce, otterranno la grazia di adempiere bene i loro doveri e con il loro esempio indurranno gli altri a fare altrettanto.
7) Coloro i quali ispireranno ad altri ad onorare il Crocifisso, il Mio preziosissimo Sangue e le Mie Piaghe e che inoltre faranno conoscere il Mio Rosario delle S. Piaghe otterranno presto risposta a tutte le loro preghiere.
8) Coloro i quali fanno la Via Crucis giornalmente per un certo periodo di tempo e la offrono per la conversione dei peccatori possono salvare un’intera Parrocchia.
9) Coloro i quali per 3 volte consecutive (non nello stesso giorno) visitano un immagine di Me Crocifisso, la onorano e offrono al Padre Celeste la Mia Agonia e Morte, il Mio preziosissimo Sangue e le Mie Piaghe per i loro peccati avranno una bella morte e moriranno senza agonia e paura.
10) Quelli che ogni venerdì, alle tre del pomeriggio, meditano sulla Mia Passione e Morte per 15 minuti, offrendole insieme al Mio Preziosissimo Sangue e alle Mie S. Piaghe per se stessi e per i morenti della settimana, otterranno un alto livello di amore e di perfezione e possono star sicuri che il diavolo non potrà causare loro ulteriori danni spirituali e fisici.
INDULGENZE
legate all'uso del Crocifisso
In articulo mortis ( al momento della morte)
Al fedele in pericolo di morte, che non possa essere assistito da un sacerdote che gli amministri i sacramenti e gli impartisca la benedizione apostolica con l'annessa indulgenza plenaria, la santa Madre Chiesa concede ugualmente l'indulgenza plenaria in punto di morte, purché sia debitamente disposto e abbia recitato abitualmente durante a vita qualche preghiera. Per l'acquisto di tale indulgenza è raccomandabile l'uso del crocifisso o della croce.
La condizione "purché abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera" supplisce in questo caso le tre solite condizioni richieste per l'acquisto dell'indulgenza plenaria.
Questa indulgenza plenaria in punto di morte può essere lucrata dal fedele che, nello stesso giorno abbia già acquistato un'altra indulgenza plenaria.
Obiectorum pietatis usus (Uso degli oggetti di pietà)
Il fedele che devotamente usa un oggetto di pietà (crocifisso o croce, corona, scapolare, medaglia), benedette da un sacerdote qualsiasi, può lucrare una indulgenza parziale.
Se poi tale oggetto religioso è benedetto dal Sommo Pontefice o da un Vescovo, il fedele, che devotamente lo usa, può acquistare anche l'indulgenza plenaria nella festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo, aggiungendo però la professione di fede con qualsiasi legittima formula.
CONSACRAZIONE
della famiglia al Crocifisso
Gesù Crocifisso, da Te riconosciamo il grande dono della Redenzione e, per essa, il diritto al Paradiso. Come atto di riconoscenza per tanti benefici, Ti intronizziamo solennemente nella nostra famiglia, perché Tu ne sia il dolce Sovrano e Maestro Divino.
La tua parola sia luce nella nostra vita: la tua morale, regola sicura di tutte le nostre azioni. Conserva e rinvigorisci lo spirito cristiano perché ci mantenga fedeli alle promesse del Battesimo e ci preservi dal materialismo, rovina spirituale di tante famiglie.
Concedi ai genitori fede viva nella Divina Provvidenza e virtù eroica per essere esempio di vita cristiana ai figli; alla gioventù di essere forte e generosa nell'osservare i tuoi comandamenti; ai piccoli di crescere nella innocenza e bontà, secondo il tuo Cuore divino. Questo omaggio alla tua Croce sia anche atto di riparazione per l'ingratitudine di quelle famiglie cristiane che Ti hanno rinnegato. Ascolta, o Gesù, la nostra preghiera per l'amore che ci porta la tua SS. Madre; e per i dolori da Lei sofferti ai piedi della Croce, benedici la nostra famiglia perché, vivendo nel tuo amore oggi, possa goderti nell'eternità. Così sia!
INNO
Ecco il vessillo di un Re crocifisso,
mistero di morte e di gloria:
il Signore del mondo
si spegne su un patibolo.
Straziato nelle carni,
atrocemente inchiodato,
si immola il Figlio di Dio,
vittima pura del nostro riscatto.
Colpo di lancia crudele
squarcia il tuo cuore; fluisce
sangue ed acqua: è la fonte
che ogni peccato lava.
Sangue regale imporpora
lo squallore del legno:
risplende la croce e Cristo
regna da questo trono.
Salve, croce adorabile!
Su questo altare muore
la Vita e morendo ridona
agli uomini la vita.
Salve, croce adorabile,
sola nostra speranza!
Concedi perdono ai colpevoli,
accresci nei giusti la grazia.
O Trinità beata unico Dio,
a te si elevi la lode;
custodisci nei secoli
chi dalla croce è rinato. Amen.
I
SANTI e il CROCIFISSO
Fu rivelato a S. Margherita
Alacoque, apostola del S. Cuore” Nostro Signore sarà propizio in punto di morte a tutti coloro che di venerdì lo adoreranno 33 volte sulla croce, trono della sua Misericordia. ( scritti n. 45)
A suor Antonietta Prevedello il divino Maestro disse: “ ogni volta che un’anima bacia le ferite del crocifisso merita che Io le baci le piaghe della sua miseria e dei suoi peccati… io ricompenso con 7 doni mistici, quelli dello Spirito Santo, atti a distruggere i 7 peccati capitali, quelli che baciano per adorazione le piaghe sanguinanti del mio Corpo.”
A suor Marta Chambon, suora della visitazione di Chambery, fu rivelato da Gesù:”Le anime che pregano con umiltà e meditano la mia dolorosa Passione, avranno un giorno una partecipazione alla gloria delle mie Piaghe, contemplami sulla croce.. stringiti al mio cuore, vi scoprirai tutta la bontà di cui è colmo.. vieni figlia mia e gettati qui dentro. Se volete entrare nella luce del Signore bisogna nascondersi nel mio Costato. Se volete conoscere l’intimità delle viscere della Misericordia di Colui che vi ama tanto, dovete avvicinare le labbra con rispetto ed umiltà all’apertura del mio Sacro Cuore. L’anima che spirerà nelle mie piaghe non si dannerà.”
Gesù ha rivelato a S.
Geltrude:“Ti confido che mi torna assai gradito vedere lo strumento del mio supplizio circondato d’amore e di rispetto”.
CUORI
ARDENTI D'AMORE PER ACCOGLIERE IL CROCIFISSO
I Salesiani Cooperatori ed il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” di Milano desiderano contribuire allo sviluppo di una consapevolezza sempre più profonda nella potenza del Crocifisso risorto, proponendo alla riflessione due episodi, riguardanti il Crocifisso, tratti dal Diario della grande mistica portoghese, la Beata Alexandrina Maria da Costa, salesiana cooperatrice, che ebbe come secondo direttore spirituale don Umberto M. Pasquale, salesiano, il cui corpo riposa nel cimitero di Vignole Borbera suo paese natale. (1)
Alexandrina possedeva due crocifissi, uno piccolo che portava sempre puntato con una spilla ed uno più grande che era appeso accanto al suo letto e che di notte prendeva con sé stringendolo tra le sue braccia. Ci sono due episodi molto significativi che hanno per centro i due crocifissi. Il primo episodio ci rivela l’odio di Satana verso il Crocifisso, segno della sua definitiva sconfitta da parte di Gesù.
“Domenica
-scrive Alexandrina nel suo diario- udii una voce dolce: “Figlia mia, vengo a dirti di non scrivere più nulla di quanto vedi, è un inganno della tua vita! Non senti quanto sei debole? Mi dai dispiacere…è il tuo Gesù che ti parla, non è Satana”.
Sospettosa incominciai a baciare il Crocifisso e allora la voce si fece furiosa: “Se scriverai ancora qualcosa ti rovino il corpo! Pensi che non lo possa fare?”.
Il demonio -continua Alexandrina- vuole che mi tolga gli oggetti sacri che ho su di me e il Crocifisso che ho in mano. Mi dice che ha segreti da confidarmi, ma vuole che tolga prima quegli oggetti che lui odia”. (14.2.1935)
Quando Alexandrina bacia e stringe a sé il Crocifisso, il demonio le dice in tono minaccioso:
“Se non fosse per quell’impostore che hai in mano, ti metterei un piede sul collo, ridurrei il tuo corpo in una poltiglia. Ringrazia quell’oggetto di superstizione…non già che io lo tema, lo ODIO!”.
Un giorno il demonio riuscì a strappargli il piccolo Crocifisso puntato sulla camicia da notte. Il Crocifisso fu trovato due anni dopo sepolto nel giardino. A Balasar, paese natale di Alexandrina, si conserva ancora la camicia da notte con lo strappo rammendato.
Il secondo episodio, verificatosi nel mese di giugno del 1950, riguarda invece il Crocifisso appeso accanto al letto. Per alcune settimane, Alexandrina rimase senza questo Crocifisso che di notte teneva con sé, tra le sue braccia. Lo aveva fatto appendere in un’altra stanza perché don Umberto M. Pasquale, salesiano suo secondo direttore spirituale, gliene aveva donato un altro.
Dopo alcuni mesi, Alexandrina lo donò ed ella rimase senza Crocifisso. Chiese quindi alla sorella Deolinda di riportare nella sua stanza il vecchio crocifisso che aveva fatto riporre, ma la sua richiesta venne più volte dimenticata.
Fu allora che avvenne un episodio molto toccante: per due volte, il Crocifisso che doveva essere accanto al suo letto, le apparve di notte sul petto tra le sue braccia.
Alexandrina si impressionò molto di quanto le accadde e quando venne sollecitata dal suo medico curante, il dottor
Azavedo, a chiedere a Gesù il significato di quanto successo, durante un’estasi si sentì dare questa risposta: “E’ molto semplice la ragione che mi portò a staccarmi dalla parete e a venire a te: il Crocifisso vuole essere sempre unito alla sua crocifissa. Non posso, figlia mia, privare la mia Immagine delle tue carezze, dei tuoi atti d’amore. La mia Passione viene rinnovata ad ogni momento, ricevendo le tue carezze ed il tuo amore, le mie sofferenze scompaiono, mi dimentico dei crimini e uso compassione verso i peccatori. Venendo a te, così come ti sono apparso, ti ho sollecitata affinchè la mia Immagine che era stata riposta, fosse riportata nella tua camera, presso il tuo cuore e tu ardessi d’amore per me.
E’ una luce in più che io aggiungo a tante altre luci che ho posto nella tua vita e che formerà col passare del tempo, un sole splendente per le anime in tutto il mondo”.
(1)
M.R. Scrimieri Pedriali - Il Monello di Dio don
U.M.Pasquale - Elledici 2006
M.R.Scrimieri – Suor N.Bubola - Il Monello di Dio- DVD- Mimep Docete 2008
CROCIFISSO
MIRACOLOSO
venerato
dell'Eremo del Deserto di Varazze
(Clicca
sulla foto per ingrandirla)
Nel marzo del 1641, i pirati turchi, in una della loro scorribande, fecero prigioniero un cavaliere portoghese, di cui non si conosce il nome, proveniente dall’India, e lo condussero ad Algeri. Costui aveva acquistato a Goa, in India, un artistico crocifisso in avorio, pregevole opera scolpita da un valente artista convertito delle Indie Portoghesi, ed intendeva portarlo in patria. La cattura glielo impedì e l’immagine sacra cadde in mano ai maomettani, e fu esposta nelle piazze di Algeri, dove il Crocifisso subì nel suo simulacro un secondo martirio: fu oggetto di ingiurie, bestemmie e derisioni, e fu colpito con lance e pugnali, di cui sono ancora visibili i segni. Allora avvenne il miracolo, attestato dai documenti autentici dell’epoca, che impressionò profondamente gli animi degli islamici: alla presenza di centinaia di persone, comparvero sul crocifisso delle gocce di sangue che sgorgarono dal volto, dalle mani, dalla ferita del costato e dalle scalfitture prodotte dai pugnali. A tutte queste vicende aveva assistito padre Michelangelo di Gesù (Marchese) missionario carmelitano scalzo ligure, schiavo anch’egli ad Algeri, e religioso di virtù eroiche. Egli, sottoponendosi a durissimo lavoro, riuscì a raccogliere la somma necessaria per acquistare il crocifisso miracoloso.
Quando nel 1643 padre Michelangelo fu liberato portò con sé in Italia il crocifisso che offrì in dono al Preposito Generale dei Carmelitani scalzi, il genovese padre Paolo Simone Rivarola che lo destinò al Deserto di Varazze, dove giunse nel 1646 e dove venne religiosamente conservato.
EREMO
DEL DESERTO di VARAZZE
(Clicca
sulla foto per ingrandirla)
|