LE CRISI DEL MATRIMONIO
di S.E. Carlo Caffarra Arcivescovo Metropolita di Bologna - (dicembre 1994)
Non possiamo non parlare della possibilità, della drammatica possibilità che il sacramento si trasformi in tragedia, che il matrimonio "fallisca", come si suole dire. Dobbiamo ora riflettere su questo tema, perché sappiamo vivere queste situazioni nel Signore e/o aiutare chi le vive a non distruggere il senso della loro vita.
1. LE RADICI ULTIME DI OGNI CRISI.
Cominciamo subito col richiamare la nostra attenzione su una
certezza della nostra fede, che forse stiamo troppo
dimenticando: esiste nel cuore di ciascuno di noi e nel mondo in
cui viviamo una lotta, uno scontro fra il bene e il male.
E, dunque, anche nel cuore di ogni sposo e di ogni sposa esiste
uno scontro fra il bene che è il loro matrimonio, l'amore
coniugale vero che lo Spirito Santo ha loro donato ed il male
che è il loro egoismo, il loro orgoglio, la loro sensualità
disintegrata dal vero amore. È una guerra molto dura, come
cercheremo di spiegare più avanti. E chi sono i personaggi,
diciamo così, che prendono parte a questo scontro, i
contendenti?
Anche per rispondere a questa domanda dobbiamo metterci in
ascolto profondo della Parola di Dio, come ci è stata predicata
dalla Chiesa.
Essa ci dice che il primo partecipante a questo scontro è il
demonio, il satana: egli esiste, è sempre attivo e cerca di
indurre ogni sposo ed ogni sposa a trasgredire la santità, a
deturpare la bellezza dell'amore coniugale. È omicida e padre
di ogni menzogna (cfr. Gv. 8, 44) e quindi si sa mascherare da
angelo di luce (cfr. 2 Cor. 11, 14) per poterci meglio
ingannare.
Ma esiste anche ed è sempre attiva un'altra persona: è lo
Spirito Santo che abita nel cuore di ogni credente e lo spinge
soavemente e fortemente verso tutto ciò che nel matrimonio è
vero, è buono, è bello, è santo.
E poi, in questo scontro, ci siamo noi: ciascuno di noi,
ciascuna sposa e ciascuno sposo nel suo matrimonio. In forza del
sacramento del matrimonio, gli sposi sono resi partecipi dello
stesso amore di Cristo, come abbiamo spiegato in una catechesi
precedente; sono resi capaci di amare collo stesso amore di
Cristo. Ma questo avviene in un cuore nel quale continua a
permanere la suggestione e l'attrattiva del male.
Ecco, abbiamo individuato il luogo più profondo dove hanno
origine anche le crisi del matrimonio, poiché in questo luogo
ha semplicemente origine la storia di ciascuno di noi. Esso è
costituito da questo incrocio di tre libertà: la libertà dello
Spirito, la libertà della persona umana, la libertà di Satana.
Come vedete, siamo sempre coinvolti in un contrasto drammatico,
e a nessuno è concesso di essere spettatore neutrale o
disinteressato.
Tuttavia, proprio a questo punto devo richiamare un'altra verità
della nostra fede: la potenza vittoriosa del Signore Risorto. Se
leggiamo attentamente la S. Scrittura, vediamo che spessissimo
quando Dio si rivolge a qualcuno, inizia sempre il suo dialogo
con un "Non temere...". E se leggiamo attentamente le
lettere di S. Paolo, vediamo che spessissimo Egli ricorda ai
suoi fedeli la forza invincibile del Signore, la
"straordinaria grandezza della sua forza" (Ef. 1, 19),
la "efficacia della sua forza" e inviterà i suoi
fedeli con queste parole: "attingete forza nel Signore e
nel vigore della sua potenza" (Ef. 6, 10). Ecco perché in
qualunque situazione possiamo trovarci nel nostro matrimonio, il
Signore è sempre più grande e più forte del male in cui,
responsabilmente o non, possiamo cadere.
2. LE CRISI DEL MATRIMONIO
Alla luce di queste verità della nostra fede possiamo ora vedere quali crisi possono investire un matrimonio e come il discepolo di Cristo deve comportarsi in esse.
2. 1. Cominciamo da quelle quotidiane, così possiamo chiamarle, crisi che possono accompagnare la vita matrimoniale. Esse possono nascere da mancanza di dialogo fra i due sposi, di confidenza reciproca profonda, a volte anche dai piccoli muri di incomprensione e di risentimenti che possono gradualmente sorgere. Se teniamo presente che il padre della menzogna continua a suggestionarci, come dicevamo, e se teniamo conto del fatto che spesso la nostra libertà cede a queste suggestioni, non ci meraviglieremo più di quel tanto constatando come spesso tutto questo accade in ogni matrimonio. È assai importante che gli sposi siano vigilanti nella custodia del loro cuore da tutte queste attitudini che spesso nascono dall'orgoglio. Ne abbiamo già parlato in una catechesi precedente. Per costruire una profonda comunione coniugale, attraverso l'usura del quotidiano, è necessaria una grande umiltà che sola permette di sciogliere ogni principio di ruggine, di incomprensione e di risentimento.
2. 2. Tuttavia può essere l'inizio o il segno di una crisi
ben più profonda che può investire il matrimonio. È la crisi
che potremmo chiamare di "stanchezza", di
"abitudine", di "noia": si è stanchi del
proprio matrimonio, perché ci si è abituati in un modo che
spesso se ne è perfino annoiati. È una situazione che è molto
grave, e purtroppo oggi più frequente di quanto si pensi. Molto
grave perché può portare fino alla rottura vera e propria.
Significativamente veniva chiamata la "crisi del decimo
anno". Veniva chiamata. Infatti anche una recentissima
inchiesta svolta in una regione del Nord Italia ci ha detto che
spesso questo accade nei primi quattro anni di matrimonio.
Dobbiamo riflettere molto profondamente su questo tipo di crisi,
per prevenirla e per guarirne. Proviamo a chiederci: quando ci
annoiamo di qualcosa? Se facciamo attenzione, vediamo che la
noia è la conseguenza della ripetizione. Ci si annoia quando si
ripetono sempre le stesse cose. Ci si annoia quando non esiste
più l'imprevisto; quando si esclude che possa esistere o
accadere qualcosa di nuovo nella nostra vita: sempre lo stesso,
sempre uguale. Ecco il terreno di cui si nutre la noia.
Ma se è così, allora noi comprendiamo subito che esiste un
solo, vero antidoto alla noia: l'amore. Chi ha il cuore pieno di
amore possiede un tale anticorpo che appena il germe patogeno
della noia si introduce nel nostro organismo spirituale, esso
viene subito espulso. Perché l'amore non si annoia mai? perché,
come dice un antico proverbio, anche se esso dice e fa sempre le
stesse cose non si ripete mai. S. Francesco passò intere notti
e giorni dicendo sempre: "Dio mio e mio tutto!": come
ha potuto farlo senza annoiarsi mai? l'amore non ripete mai,
anche se continua a dire le stesse parole. L'amore è la novità
continua; è sempre imprevedibile. Abbiamo così raggiunto una
convinzione assai importante: ci si annoia del proprio
matrimonio quando fra gli sposi non vi è vero amore coniugale.
E ora dobbiamo fermarci con molta attenzione su questo punto. E
lo voglio fare nella maniera più semplice possibile.
In generale, di fronte ad un bicchiere di acqua non ci poniamo
il problema se è acqua vera o falsa, poiché ciò che si
presenta come acqua di solito è acqua. La cosa cambia col vino:
ci si deve spesso preoccupare di sapere se ciò che ci si
presenta, che appare come vino è vino. Dunque: esistono delle
apparenze che ingannano, nel senso che ci fanno credere di
essere ciò che non sono. In questo caso si parla di vero/falso:
vino vero - vino falso. E dell'amore coniugale si può parlare
di vero amore coniugale e di falso amore coniugale. Cioè:
esiste un'apparenza di amore coniugale cui non corrisponde la
realtà dell'amore coniugale. Ora l'apparenza può ingannarci
per qualche tempo, più o meno lungo. Ma arriva il momento della
verità e ci si rende conto della menzogna con cui i due sposi
si erano ingannati ed allora dicono: ma noi non ci amiamo! Ed è
la crisi di cui stiamo precisamente parlando.
Ma allora quando si confonde l'apparenza colla realtà
dell'amore coniugale? molto brutalmente: quando si crede di
amarsi perché semplicemente si sente una forte attrazione
sessuale e subito si compiono, già prima del matrimonio, atti
sessuali. La confusione è di pensare che l'amore coniugale sia
questo. Perché questo, dopo un po' di tempo, stanca e genera la
noia? Ancora una volta vorrei aiutarvi con alcuni esempi. Avete
mai notato una strana differenza? L'occhio è fatto per la luce,
tuttavia quando la luce è troppo intensa, esso ne soffre; non
solo, ma non può stare sempre nella luce: ha bisogno di
riposarsi nel sonno. L'orecchio è fatto per il suono, tuttavia
il rumore continuo lo distrugge: ha bisogno di momenti di
silenzio. La nostra intelligenza è fatta per la verità,
tuttavia essa non si stanca mai di conoscerla: vorrebbe
conoscere sempre più ed essere sempre meno ignorante. La nostra
volontà è fatta per il bene e non si stanca mai di amare ciò
che è bene, ciò che è bello, ciò che è giusto. Vedete: i
sensi si stancano, si annoiano; lo spirito non si stanca mai
perché è sempre nuovo. Se riduco l'amore coniugale ai sensi o
poco più, prima o poi ci si stanca, ci si annoia perché si
ripete.
Al contrario, ho sentito tanti sposi che dopo venti, trenta o
cinquant'anni di matrimonio, mi dicono: "Ci amiamo come e
più del primo giorno". Ecco la perenne giovinezza dello
spirito anche nel corpo che si va disfacendo, perché l'amore
vero non può invecchiare.
2. 3. E qui dobbiamo parlare del passo successivo ancora più
terribile: l'infedeltà coniugale o adulterio.
Certamente è necessario fare una distinzione importante. La
libertà umana è sempre fallibile, anche la libertà dei santi
e questi per primi ne erano profondamente consapevoli. Dunque,
è sempre possibile qualsiasi "capitombolo": è sempre
possibile una "sbandata". Insomma: ci può essere una
infedeltà di un momentaneo ottenebramento della mente e del
cuore.
Ma in questi casi, la persona riavutasi, solitamente si rende
conto della gravità del fatto e deve operare immediatamente la
sua conversione. Alessandro Manzoni scrisse profondamente che il
male è un padrone così fatto che se non vuoi servirlo, devi
ribellarti completamente: col male non si può venire a patti.
Ma ancora più grave è la situazione di chi deturpa e rovina la
santità del matrimonio con relazioni adulterine. La posizione
di fronte a Dio di questa persona è di indescrivibile gravità:
essa introduce il peccato nel santuario dell'amore coniugale e
sconsacra il segno dell'amore stesso di Cristo, violando il
tempio santo in cui Dio celebra il suo amore creatore. A queste
persone non resta che dire: ritornate al Signore, poiché se
rimanete in questa situazione, andate verso la vostra
autodistruzione ora e alla dannazione eterna poi.
Ma qualcuno potrebbe chiedere, e giustamente: ed il coniuge
innocente che cosa deve fare in queste condizioni? Facciamo le
due ipotesi: il coniuge adultero si pente e chiede perdono. Il
coniuge innocente non può non perdonarlo.
So che sto dicendo una cosa difficile. Ma non lo dico io, lo
dice il Signore: Egli non ha fatto eccezioni quando ci chiese di
perdonare sempre. Oppure, altra ipotesi, l'adultero non ha
nessuna intenzione di smettere, anche se richiamato. È una
situazione drammatica in cui il coniuge fedele deve vigilare
nella preghiera. Se non si oppone il bene dei figli, in questa
situazione solitamente è meglio la separazione.
Ma non vorrei terminare questo grave argomento senza ricordare
la parola di Gesù: "Se uno guarda...". C'è un
adulterio nel corpo e c'è un adulterio nel cuore. La purezza
del cuore, l'appartenenza totale, non solo fisica, allo sposo/a
deve essere esclusiva. In questo sta la grandezza e la bellezza
della fedeltà coniugale.
2. 4. Siamo così giunti alla situazione veramente più
grave, il divorzio.
Vorrei prima di tutto richiamare alcuni punti fondamentali della
dottrina cristiana al riguardo.
Ci sono delle situazioni nelle quali il continuare a convivere
significherebbe la distruzione spirituale, umana degli sposi o
di uno di loro, la rinuncia alla propria dignità di persona. In
questi casi si può, si deve ricorrere alla separazione,
cercando di tutelare nel modo migliore possibile il bene degli
innocenti, cioè dei figli.
Ma la separazione non significa rottura del vincolo coniugale
che è infrangibile da parte degli sposi, non significa divorzio
che fra battezzati non esiste, non può esistere.
Tuttavia può accadere che uno dei due chieda, ottenga il
divorzio e si risposi. Resta nel coniuge abbandonato l'amarezza
di una solitudine che può essere pessima consigliera, in tutti
i sensi. Mai come in questa situazione il coniuge deve vigilare
nella preghiera per ottenere la forza di continuare a rimanere
nella fedeltà ad un amore che è stato tradito. In questa
situazione, come non ricordare a questo coniuge una verità
centrale della nostra fede: Dio resta sempre fedele, ci ama
sempre, anche quando lo tradiamo? Il coniuge è chiamato a dare
alla Chiesa questa straordinaria testimonianza: la testimonianza
vissuta della verità dell'amore che ama sempre e comunque.
Ecco abbiamo visto quattro delle principali crisi in cui può
trovarsi un matrimonio. Ora alcune riflessioni conclusive per
rispondere ad una domanda naturale: ma come fare per non entrare
in questi casi e per guarirne quando esistono?
3. CONCLUSIONI
Sono sempre più convinto che la stragrande maggioranza delle
crisi matrimoniali sia causato dalla mancanza di preparazione al
matrimonio. Anche recenti studi hanno confermato questa
convinzione.
Come vi dicevo qui si incrociano tre libertà, quelle di Dio che
vuole la nostra salvezza, quelle di Satana che vuole la nostra
perdizione e la nostra libertà che deve sempre più radicarsi
nella volontà, nell'amore del Signore. Come? attraverso la
preghiera e la pratica frequente del Sacramento della
confessione e la partecipazione profonda all'Eucaristia.