DIECI PASSI PER NON FALLIRE IN AMORE

 di Stefano Grandi

 (Verifica del cammino di coppia per non scoppiare)

 

Nono passo: La crisi

 

Nell’immaginario collettivo si pensa che i matrimoni falliscano per “gravi problemi”: Non è sempre così, anzi, non è quasi mai così. Si pensa immediatamente al tradimento e all’incompatibilità. L’esperienza dice che molti matrimoni falliscono per dettagli; sono talmente dettagli da sembrare ridicoli. Quando vai a leggere i motivi delle difficoltà spesso non sono esplicitati nemmeno dai coniugi. “Non provo più nulla per te” è la risposta che ti danno: se si scava in profondità, si scopre
il senso delle frustrazioni delle attese. Quali attese? Sono talmente circostanziali da non apparire degne di attenzione: troppo attaccamento ai genitori; al lavoro; agli amici non comuni; un senso eccessivo del risparmio o delle spese; la dimora non condivisa; la mancanza di attenzione; i progetti inesistenti. 
Come poter garantire che il matrimonio “funzionerà” anche per il futuro e per tutta la vita?
Non c’è nessuna garanzia di percorrenza come per un auto nuova.
La garanzia è di tipo morale: quella di prendersi cura dell’altro/a e di permettere all’altro/a di fidarsi di noi. Si potrà evitare il fallimento solo se la coppia saprà affrontare bene i momenti di difficoltà che incontrerà. 
Non bisogna dimenticare che il termine “crisi” ha la sua etimologia nella parola greca “Krinein” che vuole dire “giudicare, cioè mettersi in discussione, rivedere, ripensarsi” e da qui voglio partire per provare a riflettere, insieme a voi, su questi “momenti ” perchè si possa vivere un sogno d’amore.

 

Nessun rapporto di coppia è perfetto

 

La vita matrimoniale è ricca di microcrisi.
Tutti i matrimoni, anche quelli meglio riusciti, hanno bisogno di trovare un’intesa strada faccendo, imparando l’uno quello che non potrà mai ottenere dall’altro, e adattandosi di conseguenza.
Il matrimonio è proprio un contratto a vita, da perfezionare vita natural durante. 

Non si è arrivati ad un’intesa spontanea? si provi allora a mettere in lista le cose che ognuno reputa irrinunciabili, quelle che si possono modificare, quelle da rimandare...e si stipuli un patto di civile convivenza. Giova. Più di quanto si creda.
Qualcuno idealizza troppo il matrimonio a tal punto da essere poi impossibile riuscire a praticarlo. A questi ricordo che la realtà di solito è più bella del sogno e che l’amore si costruisce insieme giorno dopo giorno.

 

I segnali della crisi

 

Tutti noi sappiamo in modo diretto o indiretto quando le cose con il nostro partner non vanno bene. A volte ci allarmiamo per niente, a volte lasciamo perdere per non pensarci, a volte siamo capaci di affrontare la questione, insieme, dialogando apertamente.
Comunque le “cose” non ci accadono subito, ma hanno bisogno di un tempo di incubazione sul quale noi dobbiamo vigilare per intervenire prontamente prima che le cose prendano una piega inaspettata.
Una donna mi raccontava di queste avvisaglie. Suo marito, quando tornava dal lavoro, era stanco ed accendeva la televisione, rivolgendogli poche parole. Tornava sempre più tardi e con molte scuse plausibili. Un giorno non tornò più a casa, ma andò a vivere con un’altra.
Lei rimase senza parole e con una domanda assillante: “Perchè non ho affrontato la situazione quando è iniziata, ma ho lasciato perdere?”.

 

Cosa fare quando si è in crisi

 

Da quando mi occupo di coppie in crisi, ho cominciato a farmi un’idea ben chiara su cosa fare in quei momenti.

 

Non bisogna andare subito dall’avvocato quando ci sono dei momenti di difficoltà

 

Bisogna chiedere subito aiuto per evitare che si arrivi ad evidenziare i problemi quando ormai la rottura è quasi definitiva.
Spesso chiedo alle coppie in difficoltà, o se mi capita a quelle già separate, a chi avete chiesto aiuto in quei momenti? Mi rispondono, rimanendo in silenzio. Com’è possibile tutto ciò? Perchè buttano via anni d’amore come si butta via un sacchetto di spazzatura? Perchè non avete cercato di salvare il vostro matrimonio? 
Usiamo tutte le energie per mantenere un posto di lavoro, magari insoddisfaccente, e non siamo disposti a fare di tutto per salvare il nostro matrimonio! Ma è sciocco spezzare in due la propria vita solo per non essersi presi l’impegno di riflettere sul serio e di inventare le soluzioni risanatrici.
A volte sento dire: “Darei anche la vita per riconquistare lui/lei”. Frase edificante, che però bisogna guardare in controluce, per sapere cosa contiene nel suo vero fondo. A volte, essa significa solo: “Farei pazzie perchè tutto si accomodi in maniera da permettemi di continuare a farmi i miei legittimi interessi con l’aiuto del coniuge, incaricato di reggere l’immancabile candela.
Vorrei che anche lui/lei la pensasse come me e rinunciasse al suo interesse. Pagherei un capitale, per questo!”. 
É chiaro che, sotto questa apparente disponibilità, non ci sarebbe che la conferma ostinata delle nostre ambizioni private. Se davvero si è intenzionati a pagare il giusto prezzo per salvare il proprio matrimonio, lo si dimostri sapendo mettere un pò da parte anche quell’autorealizzazione individuale che la cultura dominante considera sempre come fuori discussione, praticamente intangibile.
Mi viene naturale rispondere alle coppie, dopo aver sentito le loro storie, così: “Se aveste affrontato i vostri problemi con responsabilità, probabilmente sareste ancora insieme, invece siete andati da chi non difende la coppia ma il singolo, e adesso non siete contenti nessuno dei due”.
Bisogna non prendere delle decisioni e saper aspettare perchè molto spesso le crisi sono passeggere.

 

Non bisogna dare la colpa della situazione di crisi soltanto al proprio coniuge

 

Siamo sicuri che la colpa sia esclusivamente dell’altro?
In tutte le coppie in crisi, scatta un meccanismo psicologico particolare: ciascuno considera il partner responsabile della situazione di tensione che si è venuta a creare. Ciascun coniuge s’arrocca sulle sue posizioni e cerca invece di fare pressioni perchè il partner cambi.
Per migliorare il rapporto di coppia, occorre rendersi conto delle nostre responsabilità nel aver contribuito ad instaurare una situazione insoddisfacente.
Ricordo una donna che venne a trovarmi per avere la conferma della sua scelta di separarsi dal marito che era scappato con un’altra donna. Guardando il suo aspetto, molto trasandato, di una femminilità trascurata, ebbi il modo di esprimere il mio pensiero:“Perchè ha permesso a suo marito di andarsene con un’altra donna? Certamente suo marito ha fatto una scelta comoda, invece di affrontare il vostro rapporto di coppia che andava alla deriva, ha preferito sparire. Ma prima di arrivare a quel punto un pò di tempo è passato, lei cosa ha fatto nel frattempo per ravvivare il rapporto?”
Volevo che la donna capisse che non era solo colpa del marito la sua situazione, ma anche sua.
Sono convinto che il principio per superare le crisi e per migliorare la relazione di coppia dipende dal rendersi conto delle nostre responsabilità nell’aver contribuito ad instaurare una situazione insoddisfaccente. Solo così si può aiutare la coppia a ritornare ad esprimere le emozioni e a mettersi ciascuno “nei panni dell’altro” in modo tale da guardarsi con occhi nuovi riscoprendo le motivazioni e i momenti belli che ci sono stati.

 

Non bisogna dimenticare le nostre differenze

 

Una complicazione nella vita della coppia è la cattiva conoscenza della psicologia maschile e femminile e delle loro diverse esigenze.
L’uomo si sposa idealizzando la sua donna. Non c’è verso, nella donna egli continua a pretendere di vedere il nume protettore. É educato, fin da bambino, a fare il bravo fuori casa, a scuola, con gli amici, più tardi sul lavoro perchè in casa è la madre che pensa a tutto. Di qui il comodo atteggiamento maschile: avere la moglie a disposizione, con le stesse funzioni protettrici della madre. Di più. L’uomo crede di potersi permettere ogni sorta di fallo, ma a patto di pentirsi e tornare all’ovile (come il bambino, il quale sa che, per quante ne combini, troverà sempre una mamma disposta a perdonarlo).
In quanto alla donna, essa non può permettersi di scendere dal piedistallo (una madre, agli occhi del
figlio, non ha mai diritto a sbagliare!).
Tenetevelo per detto: il maschio desidera soprattutto sicurezza, stabilità e protezione. Per lui l’amore è soprattutto tranquillità di possesso. Non ha più neanche bisogno di tenerezze (che sono invece l’ossigeno dell’anima femminile!). Vuole una casa prima ancora che una vita di coppia; casa possibilmente ordinata, comoda, tanto da permettergli le sue irrinunciabili abitudini, generalmente pigre. Non cerca nemmeno più le sorprese, finisce perfino con il non guardare ormai la sua donna, tanto è sicuro di averla a disposizione. Non è, per questo, che la ami meno. Probabilmente è esattamente il contrario. La sua donna gli è entrata nel suo sangue, fa parte di se stesso, c’è come l’aria e il sole, non ne può fare a meno. Fuori casa è un campagnone, probabilmente attivo e perfino sportivo; sul lavoro è serio e quasi sempre teso. A casa, viene per riposarsi...
La donna nei primi anni del matrimonio sta al gioco: è felice di prodigarsi, inventando gentilezze e attenzioni che esprimono tutto il genio femminile. Maternamente disposta ad accettare i limiti e i difetti nel suo uomo, lenisce, cura e compensa.
Il dramma sopravviene quando, improvvisamente, “si sente sola”, cioè senza tenerezze, senza quelle profuse compensazioni che ella aveva dispensato, dunque profondamente insoddisfatta nella sua fame di affetto. “Roba da donne”, sentenzierà il marito, tanto per giustificare un suo comportamento esteriore inaridito, di cui, per altro, sente il rimorso. L’uomo comincia con il trascurare  quelle adorabili idiozie che rendono preziosa la convivenza. Dà l’amore come una cosa scontata, da non curare nemmeno più. Vive sulla rendita. Prende senza contraccambiare. Quando ci se ne accorge, di solito è troppo tardi. S’è introdotta, nella carne femminile, una carenza di quelle vitamine portentose che sono la tenerezza, il bisogno di affetto, il rispetto, la stima, la fiducia, la disponibilità, la sicurezza, il perdono.

 

Non bisogna aver paura di chiedere aiuto

 

Quante coppie, oggi, sarebbero ancora insieme se avessero chiesto aiuto a qualcuno che li poteva veramente aiutare?
Credo tante, secondo il mio parere.

Abbiamo paura a chiedere aiuto perchè ci vergogniamo di noi stessi e della nostra situazione che non siamo riusciti a modificare, ma chiedere aiuto non è chiedere l’elemosina, qui è in gioco il nostro amore!
Qualcuno pensa che siccome non è riuscito a cambiare la situazione, nessuno altro ne sarà capace.
Questo non è vero finchè non si prova!
A chi dobbiamo chiedere aiuto?
Non tutti ci possono aiutare.
Ricordo quella donna in crisi che si confidava con una sua amica separata. Piano, piano quella sua amica le ha dato i suoi consigli che erano solo di parte, ma la sua storia non era la sua.
Abbiamo incontrato molte persone sul nostro cammino che ci hanno aiutato a crescere. 
Mi vengono in mente gli animatori dei corsi prematrimoniali che si spendono, pur con i loro limiti, perchè le coppie facciano le cose per bene, ebbene loro sono pronti ad aiutarvi o ad indirizzarvi a qualcuno.
Mi vengono in mente i Consultori cattolici presenti sul territorio che hanno del personale appropriato per aiutare la coppia.
Mi vengono in mente genitori, fratelli, parenti, amici, persone a noi care.
Quindi, se vogliamo c’è chi ci può aiutare a continuare a vivere un sogno d’amore perchè a volte si crede di non farcela per poi scoprire di avere più possibilità di quanto s’immaginava. In noi ci sono risorse che soltanto nel giorno della prova vengono alla luce.

 

Un test a due

 

Provate insieme a rispondere alle seguenti domande e capirete se state vivendo un momento di difficoltà.
-Il partner non si confida più e preferisce confidarsi con gli altri?
-Il dialogo è ridotto alle questioni pratiche?
-Litighiamo tutti i giorni?
-Non ci sono più parole dolci o colpi di telefono o sorprese da parte del partner?
-A letto ci si annoia ed è tutta routine?
-Si esce spesso con gli amici senza il partner?
-C’è un eccessivo attaccamento alla famiglia d’origine? 

 

Provate insieme a rispondere alle seguenti domande e vedrete crescere il vostro amore.
-Cosa facciamo se ci troviamo in crisi?
-Cosa facciamo se incontriamo degli amici che sono in crisi?

 

 (Nel prossimo numero: Decimo passo - Il sacramento)

 

 

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