MESE CON I DEFUNTI
MEDITAZIONI SULLE ANIME DEL PURGATORIO
GIORNO 28
Le anime purganti vengono sollevate dalla preghiera.
La santa Scrittura ci afferma che «il Signore esaudirà la preghiera dei giusti;» con la preghiera il cristiano esercita dunque come un'onnipotenza su Dio stesso ed ottiene quanto desidera. Siamo poi esauditi in modo speciale allorchè preghiamo per il prossimo, perchè le nostre domande, ispirate dalla carità, sono gradevolissime a Dio. Ma talvolta i nostri desideri hanno per oggetto favori temporali, notevoli alla salute; altre volte intercediamo per uomini, i quali, lungi dal corrispondere alle grazie che loro otteniamo, s'ostinano a respingerle. Tale cosa non è da temere rispetto alle preghiere per i defunti; quello che loro desideriamo costituisce beni spirituali per eccellenza, beni spirituali che Dio stesso è in qualche modo impaziente d'accordar loro. Siamo pur anche certi che le anime per le quali preghiamo non pongono ostacolo all'effetto delle nostre preghiere, essendo confermate in grazia e non potendo più peccare. Tutto ciò che si acquista per loro non corre pericolo d'andare perduto. Ma ecco un'altro motivo che deve eccitarci a pregare per i defunti: l'esser esse nell'assoluta impossibilità di soccorrersi, mentre i vivi lo possono sempre, almeno per quel che concerne i bisogni spirituali. Per la qual cosa parecchi dottori affermano che la preghiera per i morti vale più di quella per i peccatori. Le funi dei peccatori, dicono, sono volontarie, mentre i defunti, con mani e piedi legati, sono trattenuti, loro malgrado, nei più crudeli tormenti. Quali preghiere dobbiamo fare per i morti? Le migliori sono senza dubbio quelle della Chiesa. Nella sua liturgia essa non ha dimenticato i suoi membri del purgatorio; indirizza a Dio per loro preghiere belle e commoventi, ed ha un particolare ufficio per essi. Recitiamolo, se possiamo. Recitiamo almeno il salmo De profundis, l'invocazione "Fidelium animae, per misericordiam Dei requiescant in pace" (Le anime di tutti i fedeli defunti, per la misericordia di Dio, riposino in pace). Alle preghiere liturgiche aggiungiamo quelle che sono arricchite d'indulgenze. Abbiamo già veduto che le indulgenze sono mezzo efficacissimo per sollevare le anime purganti. Ce ne sono alcune così facili ad acquistare, che non saremmo scusabili se le trascurassimo. Tali sono quelle annesse alle orazioni giaculatorie; tali ancora le indulgenze plenarie accordate per la recita di brevi preghiere fatte dopo la santa comunione. Ma vogliamo noi rendere le nostre preghiere per i defunti più efficaci ed assicurarci insieme soccorsi per noi stessi? Sforziamoci d'appartenere a qualche pia confraternita. Quelle approvate dalla chiesa sono arricchite di molte indulgenze, ed assicurano ai singoli membri i più preziosi soccorsi dopo morte. E quando dobbiamo noi pregare per le anime sante? ll più spesso possibile, ad imitazione della Chiesa, che di continuo prega per loro: non termina alcun ufficio senza intercedere in loro favore, ed ogni giorno le ricorda nel santo sacrificio della messa. Vi sono tuttavia circostanze speciali, nelle quali, ad esempio della Chiesa, dobbiamo pregare per i defunti: come quando uno ha reso l'anima a Dio, nelle cerimonie dei funerali, al terzo, settimo, e trigesimo giorno dalla morte, ed all'anniversario. Come pure allorché ci troviamo vicino o dentro il cimitero, nel passare il convoglio funebre e soprattutto allorché lo accompagniamo. La chiesa pone fra le opere di misericordia l'accompagnare i defunti all'ultima dimora. A quest'azione, di cui la santa Scrittura fa elogio, vanno annesse molte indulgenze.
FIORETTO SPIRITUALE. — Dopo il trentesimo giorno dalla mia morte fate ancora Memoria di me; perchè i morti vengono sollevati grandemente dalle preghiere ed oblazioni dei vivi. (S. Efrem).
Esempio. Commosso dall'infelice stato delle anime purganti, il fratello Ireneo delle Scuole Cristiane era infaticabile nel trovare ed ispirare pratiche di pietà per sollevarle; cedeva loro ogni giorno il merito delle buone opere che faceva; ed in morte offrì loro le messe e le preghiere che si farebbero in favor suo. Non passava dinanzi al cimitero senza fermarsi a fare qualche preghiera per i defunti; eccitava i novizi ed i confratelli a pregare e far penitenze per essi. Le sue lettere terminavano sempre con le parole: Ricordatevi delle anime del purgatorio. Alla morte d'un Fratello raddoppiava le preghiere e le buone opere, s'imponeva penitenze straordinarie, e faceva parecchie comunioni per il riposo dell'anima di lui. Ecco un estratto del suo testamento: «Sotto il beneplacito della santa obbedienza, e per la maggior gloria di Dio, ed in onore della sua Madre Immacolata, cedo alle anime purganti tutti i miei digiuni, le penitenze, le comunioni, e tutto ciò che per la grazia e misericordia divina, ho potuto e potrò fare, soffrire e meritare d'accetto a Dio per Gesù Cristo nostro Salvatore, in loro suffragio. Cedo pure alle anime sante le messe che si diranno, le comunioni e le preghiere che si faranno per me dopo la mia morte. Desidererei, se fosse possibile, che non fosse fatta menzione di me, ma che tutto si facesse per le anime del purgatorio in generale, lasciando che Dio applichi il tutto alle medesime secondo il suo beneplacito.»
ACCENDI UNA CANDELA
AI DEFUNTI
Prega per le anime dei defunti, soprattutto per le anime più abbandonate nel Purgatorio, ed accendi una candela per loro:
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