FESTE MOBILI:
MERCOLEDI' DELLA SECONDA SETTIMANA DI QUARESIMA
Quando sarò veramente piccolo allora sarò grande come Dio.
E' molto conosciuta la scena dei discepoli che litigavano per contendersi i primi posti. E' quanto avviene spesso tra gli uomini, ancora oggi. Gesù, prendendo fra le braccia un bambino, disse: "Se non diventerete come questo bambino, non entrerete nel regno dei cieli". L'insegnamento è molto chiaro. La vita nuova esige che si sia come "bambini" ossia che si pratichi la via della "infanzia spirituale". Gesù aveva anche detto che è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli. Il messaggio sulla "piccolezza" è difficile ma indispensabile se si vuole mirare alla "conformità" a Cristo. È un messaggio di grande coerenza: colui che è disceso dal cielo, facendosi piccolo, potrà accogliere nel suo regno soltanto coloro che si sono fatti piccoli. In cielo, nel regno della grande sapienza e felicità, non contano né le ricchezze, né i titoli, né le benemerenze. Vogliamo interrogarci sulla "piccolezza" o sulla "infanzia spirituale". Piccolezza non è assolutamente infantilismo né svenevolezza. Piccolezza è una grande conquista dello spirito umano. Quando si è consapevoli di quello che si è, si comprende che per raggiungere la "statura del Cristo" occorre farsi piccoli, occorre "svuotarsi". Dio si è fatto piccolo per potere offrire a tutti la possibilità di stare con lui. Non è facile farsi piccoli. Anche il bambino sogna il momento della sua crescita. Ma nella scienza evangelica è pur sempre vero che "è necessario che egli cresca ma che io diminuisca" (Gv 3, 10).
Aiutami, o Signore, a sbarazzarmi di tutte le mie pretese di grandezza e di importanza.
Insegnami la sublimità della via dell'infanzia per raggiungere te che sei l'immenso.
(brano tratto dal libretto Quaresima - Il cammino di conformità a Cristo Gesù - di N.Giordano)
PREGHIERA PER LA QUARESIMA
Il mio cuore, è davanti a te, o Signore, si sforza ma da solo non può farcela: ti prego fà tu ciò che egli non può. Introducimi nella cella del tuo amore: te lo chiedo, te ne supplico, busso alla porta del tuo cuore. E tu che mi fai chiedere, concedimi di ricevere. Tu che mi fai cercare, fà che ti trovi. Tu che mi esorti a bussare, apri a chi bussa. A chi darai se non dai a chi ti chiede? Chi troverà se chi cerca, cerca inutilmente? A chi darai se non ascolti chi ti prega? O Signore, da te mi viene il desiderio, da te mi venga anche l’appagamento. Anima mia, sta unita a Dio, anche importunatamente, e tu Signore non la rigettare, essa si consuma d’amore per te. Ristorala, confortala, saziala con il tuo amore e il tuo affetto. Il tuo amore mi possieda totalmente, perché con il Padre e con lo Spirito Santo, tu sei il solo Dio benedetto nei secoli dei secoli.
(Sant’Anselmo d’Aosta) |
FIORETTO DEL GIORNO:
Non evitare lo sguardo di una persona antipatica.