Atto eroico di Carità
Quando si compie un’opera buona, anche minima, si acquista un grado di gloria eterna, che potrà perdersi solo con il peccato mortale; tale merito non può cedersi ad altri. La stessa opera buona compiuta mette l’anima in condizione di ricevere grazie da Dio. Oltre a ciò, questa opera buona fa scontare parte della pena temporanea dovuta ai peccati. Quest’ultimo merito, chiamato « soddisfattorio », si può cedere o in parte o totalmente. Chi cede il merito soddisfattorio di ogni opera buona fatta in vita e cede inoltre i suffragi che potrà ricevere dopo la morte, compie un’opera eccellentissima, detta comunemente Atto Eroico di carità. Chi fa quest’Atto dovrebbe poi scontare in Purgatorio tutta la pena dovuta alle proprie colpe. In questo però c’è da guadagnare. Ad una persona ignorante sembra inutile, anzi dannoso, consegnare il proprio denaro alla banca; eppure questo è un bel mezzo non soltanto per conservare il capitale, ma anche per accrescerlo. Lo stesso avviene nell’ordine spirituale. I propri meriti si mettono nelle mani di Dio e della Madonna a vantaggio delle anime purganti e vanno aumentando i meriti di gloria eterna, perché avvalorati dalla carità. Comunemente si crede che coloro i quali fanno l’Atto Eroico, abbiano a stare in Purgatorio poco tempo, nella speranza che il Signore usi verso di costoro la misericordia che essi hanno avuto verso le anime purganti. Non è necessaria una formula speciale per emettere questo Atto; può farsi anche mentalmente. Tuttavia potrebbe servire la seguente formula:
FORMULA:
«Mio Dio, metto nelle vostre mani e in quelle della Madonna tutte le mie opere soddisfattorie che farò in vita e quelle che gli altri faranno per me dopo la mia morte, affinché servano di suffragio alle anime del Purgatorio. Io mi rimetto alla vostra Misericordia ».
L’Atto Eroico si può annullare, o ritirare, senza essere rei di peccato.
E’ bene notare che anche dopo questa offerta, si può pregare per qualunque bisogno proprio.
Che il Signore ispiri a molti di compiere l’Atto Eroico di carità!
PER APPROFONDIRE:
Quest'atto di carità tanto gradito a Dio, tanto utile all'anime benedette del Purgatorio, ed a noi stessi tanto profittevole, consiste in un voto di intera donazione fatta a quelle Sante Anime di tutte le nostre opere soddisfattorie. Nè deve sgomentare nessuno il nome di voto, poichè esso non viene fatto sotto obbligo di peccato, anzi deve tutti allettare per i singolari privilegi, dei quali Benedetto XIII Pontefice Massimo arricchì quelli che lo farebbero. Tali privilegi sono 1. Per i Sacerdoti, che avranno emesso tale voto, ovunque celebrino il divin Sacrificio, qualunque altare è privilegiato, de Anima. Ne tale voto è di donazione universale per cui non altro cedono alle anime Sante del Purgatorio, che il frutto loro speciale, e personale, ne impedisce che applichino la S. Messa all'intenzione di quelli, che loro diedero l'elemosina, essendo ciò dichiarato nella concessione del sullodato Sommo Pontefice . 2. Tutti i fedeli in ogni giorno che ricevono la S. Comunione, ed in tutti i Lunedì dell'Anno ascoltando la messa ove che sia, guadagnano Indulgenza Plenaria, con la quale possono in ciascuna Messa liberare un anima dal Purgatorio. 3. Per chiunque avrà fatto questo voto, tutte le indulgenze che possono guadagnarsi, sono applicabili ai defunti, benchè ciò non sia espresso nella formula di concessione.
ALTRA FORMULA DEL PIO E CARITATEVOLE VOTO per cooperare al riscatto delle Anime Sante del Purgatorio dalle acerbissime loro pene.
Per vostra maggior gloria, o mio Dio, uno nell' Essenza, e trino nelle Persone, per imitare il dolcissimo Redentore mio Gesù Cristo, e per mostrare la sincera servitù mia verso la Madre di misericordia Maria Santissima, che è Madre pure delle povere anime del Purgatorio, io mi propongo di cooperare alla redenzione, e libertà di quelle anime prigioniere, debitrici ancora alla divina Giustizia delle pene dovute dai loro peccati; e nel modo che posso lecitamente, senza obbligarmi però sotto peccato alcuno, vi prometto di buon cuore, e vi offro il mio spontaneo voto di voler liberare dal Purgatorio tutte le anime che Maria SSma vuol liberate; nelle mani di questa madre piissima pongo tutte le mie opere soddisfattorie, e quelle da altri a me applicate sia in vita che in morte, e dopo il mio passaggio all'eternità. Vi prego, o mio Dio, a volere accettare, e confermare questa mia offerta, siccome io ve la rinnovo, e la confermo ad onor vostro, ed a salute dell'anima mia. Che se per avventura le mie opere soddisfattorie non bastassero a pagare tutti i debiti di quelle anime cui la Vergine SSma vuol liberare, ed i miei propri per le mie colpe, che io odio e detesto di vero cuore, mi offro, o Signore, a pagarvi, se a voi cosi piacerà, nelle pene del Purgatorio quel che manca, abbandonandomi del resto fra le braccia della vostra misericordia, e tra quelle della dolcissima Madre mia Maria. Di questa mia offerta, e protesta, voglio testimoni tutti i beati del Cielo, e la Chiesa tutta, militante nella terra, e penante nel Purgatorio. Così sia.
NOTA. Per far questo voto non è necessario pronunciarne le parole, ma basta volerlo, ed emetterlo con il cuore; ne è prescritto di ripeterlo più volte, benchè ciò sia utile per fomentare il fervore della carità, che renderà industriosi ad accumulare beni spirituali in aiuto delle benedette anime del Purgatorio. 2. Questo voto non si oppone all'ordine della carità, che ci obbliga prima a pregare per i parenti defunti, per i fratelli delle congregazioni di cui siamo membri, ecc. Poichè altro è il pregare, cui risponde il frutto impetratorio, del quale in questo voto niente si tratta; ed altro è il suffragare, cui risponde il frutto soddisfattorio: e sebbene in quest'ufficio anche di offrire suffragi la carità ci obblighi primieramente verso i nostri congiunti, pure Maria SSma conosce meglio di noi, quali siano i nostri doveri, e però ella stessa farà si, che le nostre buone opere siano utili da prima ai nostri parenti, e confratelli, e poi agli altri, secondo che avanti a Dio lo meriteranno. Cosi pure possiamo, anzi dobbiamo praticare tutte le altre solite devozioni dirette ad ottenere da Dio, dalla Vergine SSma o dai Santi qualche grazia; che ciò non si oppone al voto, per il quale s'applica all’Anime Sante il solo frutto soddisfattorio delle nostre opere; restando a noi sempre il meritorio, il propiziatorio, l'impetratorio; frutti, che sono personali nè possono ad altri comunicarsi.
CONSIDERAZIONI Che debbono stimolare ogni cuore caritatevole a quest'atto.
Le anime benedette del Purgatorio sono spose dilettissime di Gesù Cristo, le quali sospirano ardentemente in quelle pene gli amplessi del celeste loro sposo, a cui, é di fede, giungeranno fra breve, e nel cui seno saranno beate per tutta l'eternità. L'amore stesso che Dio loro porta, l'obbliga a punirle in quelle fiamme, perchè si purifichino soddisfacendo alla sua divina giustizia. Però chi con i suffragi procura di recar loro qualche sollievo, ed abbreviare il tempo del loro atrocissimo patire, fa cosa carissima a Dio stesso. Quando con i nostri suffragi, dice S. Brigida, liberiamo dal Purgatorio qualche anima, facciamo cosa tanto accetta e cara a Gesù Cristo suo sposo, quanto se egli stesso fosse riscattato; e a suo tempo ci restituirà interamente il bene, onde ridondi in nostra utilità. Alle quali parole s'arrese Benedetto XIII morto in concetto di Santo; e come confessa egli stesso fu spinto a fare pubblicamente dal pulpito una totale donazione dei suoi beni spirituali alle Anime Sante del Purgatorio, in uno dei 60 Sermoni su questo assunto, che egli predicò, e fece stampare in Benevento e Firenze un anno dopo le grazie accordate al P. Oliden. Quest'atto nobilissimo di carità di consacrare tutte le nostre opere soddisfattorie alla liberazione delle Sante Anime dei trapassati, fu praticato da innumerevoli persone, tra le quali molte illustri per dignità, per dottrina, per santità. Intere comunità Religiose l'hanno fatto, insigni Teologi l'hanno difeso, e molti sommi Pontefici l'hanno approvato, e di singolari privilegi adornato, anche prima che Benedetto XIII concedesse i tre segnalati favori sopra riferiti. Tra gli Scrittori, che proposero ed esaltarono quest'atto generoso di Carità, si annoverano i due celebri Gesuiti il P. Moncada, ed il P. Ribadeneira, come pure il P. Maestro Fr. Giacomo Baron, nel II Tomo dell'Incendio universale, dove l'illustre Scrittore con gli esempi di S. Geltrude, di S. Liduina, di S. Caterina da Siena, di S. Teresa di Gesù, e di molte altre persone, prova diffusamente, che con quest'atto nulla si perde, e guadagnasi moltissimo. S. Brigida testifica nelle sue rivelazioni, e la cita Benedetto XIII ( nel serm . 4. num . 12. ) che dalle infuocate caverne del Purgatorio udì questa voce «Sia rimunerato e pagato, chiunque ci refrigera in queste pene.» E un altra volta udì pure una voce sonora gridare «O Dio Signore: usando dell'incomprensibile potestà tua, rimunera per ognun cento coloro, che ci soccorrono con i loro suffragi, e ci sollevano alla chiarezza della tua divinità . « La stessa Santa riferisce d'avere ascoltato un Angelo, che diceva « Benedetto sia nel mondo chiunque con orazioni, e buone opere, e con pene corporali soccorre a quelle povere Anime penitenti, « ( P. Moncada in decl . Cath . 3. n . 66. ) S. Ambrogio dice che tutto quello che diamo per carità alle anime dei defunti, si commuta in grazie per noi, dopo la nostra morte ne riceveremo il merito cento volte duplicato. Il P. Baron sopracitato riporta ( nel libro 3. c . 29. ) che avendo S. Geltrude fatta questa donazione dei suoi beni spirituali alle Anime Sante del Purgatorio, le apparve in morte il Demonio, che beffandosi di lei le disse: Quanto superba, e teco medesima crudele sei stata! Quale superbia può darsi maggiore che pagare gl'altrui debiti senza estinguere i propri! ora, ora vedremo nel giorno della tua morte. Tu pagherai ardendo nel fuoco del Purgatorio, ed io mi riderò della tua stoltezza, mentre tu piangerai per la tua superbia. » Allora venne a lei visibile Gesù Cristo suo Sposo divino, il quale così la consolò: Perchè tu intenda quanto mi sia grata la carità che usasti con le Anime del Purgatorio, fin d'ora io ti perdono tutte le pene, che dovresti pagare nel Purgatorio; e perchè io ti promisi di renderti per ognun cento, oltre al perdonarti, io aumenterò liberalmente la tua gloria, premiandoti per la Carità, con la quale facesti universale rinuncia delle tue opere soddisfattorie alle mie dilette del Purgatorio. Così premia Gesù Cristo i fedeli devoti delle Sante Anime, i quali consacrano in loro favore le opere soddisfatorie che essi fanno, per imitare il comune Redentore delle anime nostre. « Sicut Dominus donavit nobis, ita et vos .» Il Demonio, nemico implacabile nostro e delle benedette Anime del Purgatorio, fa ogni sforzo per ritrarre i fedeli da quest'atto di eroica Carità. Confidino dunque quelli, i quali praticheranno quest'atto di carità, che non andranno nel Purgatorio, o vi resteranno per brevissimo tempo; e fondino la fiducia loro nella divina Clemenza, nelle promesse di Gesù Cristo, nel patrocinio di Maria Santissima, e nell'intercessione delle anime da essi liberate dal Purgatorio, che giunte nel Cielo sono incapaci d'ingratitudine.
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