TORINO - VALDOCCO:

 

BASILICA DI MARIA AUSILIATRICE

 

La Basilica di Maria Ausiliatrice

 

È il cuore di Valdocco e della Famiglia Salesiana; è la chiesa madre da cui sono partiti, nel 1875, i primi missionari salesiani e ancora, ogni anno, partono per tutto il mondo. Don Bosco la volle come centro irradiante della devozione alla Madonna.

 

 

il quadro in cui la Madonna chiede a don Bosco di costruirle in quel posto preciso la basilica,

 

In un sogno mandatogli dal Signore nel 1844, don Bosco vide questo Santuario. Racconta: «Una pastorella mi invitò a guardare. Vidi un campo seminato a meliga e patate. "Guarda un'altra volta", mi disse. Guardai e vidi una stupenda e alta chiesa. Nell'interno c'era una grande fascia bianca, su cui era scritto: «Qui è la mia casa, di qui uscirà la mia gloria». Don Bosco tenne d'occhio il campo seminato a granturco e patate. Lo aveva riconosciuto proprio al di là del muro che circondava il suo Oratorio. Lo ribattezzò «il campo dei sogni». Corrispondeva al terreno che ora è occupato dalla Basilica che sta davanti ai nostri occhi. Nel 1862, don Bosco disse al suo giovane prete Giovanni Cagliero: «La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo "Maria Aiuto dei Cristiani". I tempi corrono tristi, e abbiamo proprio bisogno che la Vergine Santa ci aiuti a difendere la fede cristiana. Costruiremo quindi una chiesa grandiosa e degna della Vergine». 

 

 

La statua della Madonna che don Bosco pose sulla cupola del santuario di Maria Ausiliatrice. 

 

L'incarico di preparare il disegno, don Bosco lo affidò all'ingegnere Antonio Spezia. Egli disegnò la facciata che richiama quella della chiesa di San Giorgio Maggiore, a Venezia. Disegnò una cupola con al vertice una grande statua della Madonna. Disegnò pure due campanili, e distribuì otto statue sulla facciata e due sui campanili. Al centro la statua di Gesù tra i fanciulli. Ai lati in basso: san Giuseppe e san Luigi. Accanto agli orologi san Massimo e san Francesco di Sales. Sul triangolo della facciata i tre santi martiri torinesi Solutore, Avventore e Ottavio. Sui campanili le statue di due angeli. L'ufficio degli edili del municipio approvò i disegni, ma giudicò il titolo «Maria Aiuto dei Cristiani» inopportuno, bigotto. Don Bosco lasciò dire e lo lasciò tale e quale. La costruzione della chiesa fu affidata al capomastro Carlo Buzzetti, uno dei primi ragazzi muratori che don Bosco aveva incontrato a Torino, e che era diventato uno stimato costruttore. 

 

 

il meraviglioso interno della Basilica

 

Il giovane economo salesiano don Angelo Savio non voleva cominciare gli scavi, perché in cassa non c'erano soldi. Ma don Bosco gli disse: «Quando mai abbiamo cominciato un'opera con i denari già pronti? Bisogna ben lasciar far qualcosa alla Provvidenza!». E quando Buzzetti gli chiese il primo acconto, gli rovesciò tra le mani il borsellino. Conteneva Otto soldi, nemmeno mezza lira (un operaio guadagnava a quel tempo due lire al giorno). Vedendo Buzzetti mortificato, don Bosco disse: «Stai tranquillo. La Madonna penserà lei a far arrivare il denaro necessario». Fu veramente così. Quando nel 1868 la grande chiesa fu terminata e inaugurata con solennità, don Bosco disse: «Ogni pietra di questa chiesa è una grazia della Madonna». E un giornale torinese scrisse: «La chiesa è stata fabbricata dai poveri e per i poveri». 

 

 

IL GRANDE QUADRO

 

 

All'interno della Basilica lo sguardo è subito attirato dal grande quadro centrale. Fu ideato da don Bosco ed eseguito dal pittore Tommaso Lorenzoni, che vi lavorò attorno per tre anni. Don Bosco lo descrisse così: «La Vergine campeggia in un mare di luce e di maestà. È circondata da una schiera di Angeli, quali le porgono ossequio come a loro Regina. Con la destra tiene lo scettro che è simbolo della sua potenza, con la sinistra tiene il Bambino che ha le braccia aperte, offrendo così le sue grazie e la sua misericordia a chi fa ricorso all'augusta sua Madre. Attorno e in basso sono i santi Apostoli e gli Evangelisti, che guardano la santa Vergine. In fondo al dipinto c'è la città di Torino, con il santuario di Valdocco in primo piano e con lo sfondo di Superga». Il dipinto è un'efficace raffigurazione di quanto don Bosco andava ripetendo: «Un'esperienza di 18 secoli ci fa vedere in modo luminosissimo che Maria ha sempre continuato dal cielo e col più grande successo, la missione di Madre della Chiesa e Ausiliatrice dei cristiani che aveva incominciato sulla terra».

 

 

L'ALTARE DI DON BOSCO

 

L'altare dedicato a don Bosco

 

Il primo altare sulla destra fu dedicato a san Pietro. Don Bosco vi diceva Messa tutte le mattine. Dopo la sua beatificazione, i Salesiani trasformarono l'altare in suo onore, e vi collocarono in una preziosa urna di cristallo i suoi resti mortali.

 

La preziosa urna che raccoglie i resti mortali di don Bosco

 

Le vesti che coprono il corpo del Santo sono state donate da papa Benedetto XV. La faccia e le mani sono state modellate in cera dallo scultore Cellini (lo stesso che ha eseguito il monumento di bronzo sulla piazza). Dietro l'altare c'è un continuo flusso di persone che sostano in silenzio e raccoglimento a pregare accanto all'urna del Santo. 

 

 

ALTARE DI SAN GIUSEPPE

 

Altare di San Giuseppe - quadro

 

Nel transetto a sinistra si trova l'altare a san Giuseppe. È l'unico altare rimasto come l'ha voluto don Bosco. Il quadro centrale fu eseguito dal Lorenzoni, su indicazioni di don Bosco. Gesù Bambino porge a san Giuseppe delle rose e il Santo le fa piovere sulla chiesa di Maria Ausiliatrice e sull'oratorio di Valdocco, che appare com'era nel 1869.

 

 

I SANTI SALESIANI 

 

l'altare con l'urna di santa Maria Domenica Mazzarello

 

Nel Santuario, a destra, sono custoditi i resti mortali di santa Maria Mazzarello, confondatrice e prima superiora delle FMA. Le ultime parole che disse alle sue Figlie furono: «Vogliatevi bene. Tenetevi sempre unite. Arrivederci in cielo». Morì a 44 anni il 14 maggio 1881. Fu proclamata santa nel 1951.

 

l'altare di san Domenico Savio

 

In un altare a sinistra, dentro una piccola urna di legno, sono conservati i resti mortali di san Domenico Savio, il quindicenne allievo di don Bosco, proclamato santo nel 1954. Tra le cose più preziose che ci rimangono di lui sono gli impegni che prese alla prima Comunione: «La morte ma non peccati - I miei amici saranno Gesù e Maria». 

 

La Basilica dopo l'ampiamento degli anni Trenta

 

Il santuario venne ampliato negli anni 1935-1938, su disegno degli architetti Mario Ceradini e Giulio Valotti, salesiano. Le principali novità furono: il nuovo altare a don Bosco, l'ampliamento del presbiterio, la seconda cupola di m. 12 di diametro, le due grandi cappelle laterali con relative tribune superiori, la galleria con sei altari fra cui quelli al Crocifisso, al Cottolengo, al Cafasso. 

 

 

CRIPTA

 

la tomba di don Rua, primo successore di don Bosco

 

Per chi entra dall'ingresso principale, una scala sul lato destro conduce alla Cripta o «Cappella delle Reliquie». Qui è la tomba del beato Michele Rua, il ragazzo «che fece a metà con don Bosco» e suo primo successore. Attorno si conservano numerosissime altre reliquie di martiri e di santi: tra esse quelle dei beati Luigi Versiglia e Callisto Caravario, missionari salesiani, uccisi in Cina nel 1930. 

 

 

la reliquia preziosissima della santa Croce

 

La reliquia più insigne è collocata nell'altare di fondo: un frammento della santa Croce su cui Gesù morì per noi.

 

la croce di bronzo indica il luogo dove la Madonna aveva posto il piede

 

In un angolo illuminato da una lampada c'è una mattonella dorata che merita un attimo di attenzione. Don Bosco ricordava che proprio lì, nel sogno del 1844, la Madonna aveva posto il piede, dicendogli: «In questo luogo tu mi costruirai una grande chiesa».

 

 

SACRESTIA DELLA BASILICA E MOSTRA MARIANA

 

Uno dei molti quadri che raffigurano la vita di don Bosco

 

Il pittore Crida ha illustrato in una serie di grandi quadri alcuni momenti salienti della vicenda di don Bosco: la difesa del cane Grigio, l'episodio di Bartolomeo Garelli, don Bosco tra i ragazzi dell'Oratorio, la venuta di mamma Margherita a Valdocco, Giovannino Bosco che insegna il catechismo ai compagni, don Bosco che confessa i suoi ragazzi.

 

Alla Mostra mariana si accede dal porticato, accanto al portone principale d'ingresso. Vi si raccoglie ed espone una interessante documentazione sulla devozione popolare alla Madonna.

 

 

TOUR VIRTUALE 

BASILICA DI MARIA AUSILIATRICE

 

 

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