MESE DI OTTOBRE - INTENZIONI E FRUTTI DEL ROSARIO

Meditazioni e preghiere

 

 

GIORNO 03

 

TERZO MISTERO LA NASCITA DI GESU' BAMBINO

 

Affinchè sia stimata e protetta l'innocenza dei bambini 

 

CONSIDERAZIONE. Compiuta la sua missione di squisita e delicata carità verso S. Elisabetta, la Madonna ritorna, dopo tre mesi, nel raccoglimento di Nazaret. Nella grande attesa di donare al mondo Redentore, oh! quali e quante intime comunicazioni di soavità e di grazia al suo immacolato Cuore, che batteva all'unisono con quello del Verbo Incarnato. Secondo la profezia di Michea, il Salvatore sarebbe nato in Betlem di Giuda. Ma come poteva ciò avvenire, se « il vaticinato ostello» distava circa centocinquanta chilometri da Nazaret? La Divina Provvidenza, che con soavità ogni cosa dispone, si servì anche questa volta, come suole ordinariamente, delle cause seconde: il censimento, indetto dall'imperatore Cesare Augusto, ne fu il mezzo. Maria e Giuseppe, perchè discendenti dalla stirpe di Davide, dovettero recarsi nella regale cittadina di Betlem, per dare il loro nome. Dopo un lungo faticosissimo viaggio, i santi Sposi giunsero, verso sera, nella città della loro origine. Si presentarono subito all'Ufficio del Censimento, e poi, siccome già scendeva rapida la notte, andarono in cerca d'un alloggio; ma non lo trovarono nè negli alberghi, nè nelle case private, e neppure presso i parenti. Quale pena, quale sacrificio fu l'ingrato rifiuto, se pensiamo che quello era il tempo in cui i Santi Sposi avevano più bisogno di pace e di riposo! se consideriamo lo stato in cui si trovava la Madonna, prossima a dare alla luce il suo Figliuol Divino! Usciti allora dall'inospitale città, i poveretti si diressero, fidenti nella Provvidenza, verso l'aperta campagna. Videro una grotta tetra, sudicia, che serviva da ricovero ai pastori durante la notte e i temporali, e vi entrarono. In fondo ad essa, legati ad una mangiatoia, stavano un bue ed un asinello: saranno — oh, somma ironia della sorte! — i primi paggi all'apparire del Re Divino! Maria e Giuseppe vi si adagiarono alla meglio. Ma ecco giungere finalmente la pienezza dei tempi: a mezzanotte, in mezzo a quello squallore, la Vergine Immacolata, in un'estasi di purissimo ed ardentissimo amore, diede alla luce il Redentore dell'umanità. Subito una schiera d'Angeli festanti, libratisi in volo su quella fortunata grotta, ad una voce cantarono: « Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà». 

 

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Fu quello il più grande, il supremo avvenimento del mondo! Il tempo ricevette, nel Messia venuto, il lievito dell'eternità. Fu un momento veramente sublime quello, in cui lo sguardo celestiale di Maria si posò, per la prima volta, sulle adorabili sembianze del Figlio suo Divino, e le sue immacolate mani Lo portarono al Cuore e al primo bacio delle sue materne labbra! Così il « Fiore Divino», germogliato in Nazaret dalla « Radice di lesse», sbocciò in Betlem, per spandere, dovunque e sempre, il profumo della sua innocenza. Prostràti con lo spirito davanti al Presepio, adoriamo l'Amico dei piccoli, Colui elle un giorno dirà: « Lasciate che i bambini vengano a me, e non glielo impedite, perchè di questi è il regno dei cieli». Adoriamo il Protettore dell'innocenza, che, durante la vita pubblica, pronunzierà, contro gli scandalosi dei fanciulli, questa tremenda sentenza: « Chi avrà scandalizzato uno di questi piccini, che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina e fosse sommerso nel fondo del mare»; ed aggiungerà: « Guardatevi dal disprezzare uno di questi fanciulli: v'assicuro che i loro Angeli nei cieli vedono sempre il volto del Padre mio». Grande dignità delle anime, se ciascuna ha per custode uno Spirito celeste! Ma gl'innocenti sono, in particolar modo, custoditi e protetti dagli Angeli e da Dio stesso. 

 

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Molti genitori sono teneri fino all'eccesso nella cura del corpicciolo dei loro bambini; sono anche discretamente solleciti di educarne lo spirito al sapere e alle conoscenze della vita pratica; ma poi, per quanto riguarda la religione, la virtù, l'innocenza del cuore, poco o nulla dànno ai loro piccoli che ne alimenti la fede, la speranza, l'amore cristiano, la coscienza retta. Talvolta, forse per incuria, i bambini sono costretti ad assorbirsi i germi del male dal contatto di persone e d'ambienti cattivi, mentre il loro piccolo corpo, man mano che si sviluppa, costituisce per ereditarietà, un pericolo al costume della morale cristiana». La formazione graduale e costante dei piccoli innocenti alla vita cristiana, per mezzo dell'opportuna educazione, della pratica delle virtù, della pietà religiosa, purtroppo, o non si conosce affatto, o si ritiene troppo difficile, o si tralascia per indolenza. Si aggiunga poi che la piazza, gli amici, la moda, la stampa, il cinematografo, la radio... sovente finiscono col traviare questi poveretti e far loro perdere, più o meno coscientemente, il tesoro della loro innocenza e la vera libertà di figli di Dio. 

 

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Gesù Cristo — come asserisce San Leone Magno — « ama la fanciullezza, che Egli sin dall'inizio ha assunto nell'animo e nel corpo. Cristo ama l'infanzia, maestra di umiltà, norma d'innocenza, modello di mansuetudine. Cristo ama l'infanzia, sulla quale vuole modellati i costumi dei grandi ed alla quale vuole condotta l'età senile; e piega a seguire l'umile suo esempio coloro che poi innalza al regno eterno». Ai Discepoli che, immaginando il regno messianico come un regno terreno, ne ambivano i primi posti, il Divino Maestro insegnò che in esso sarà più grande, chi sarà più innocente e più umile. Chiamato infatti un pargoletto, lo pose in mezzo a loro, e disse: «Se non mutate e non divenite come pargoli, non entrerete nel regno dei cieli. Chiunque pertanto diventerà umile come questo fanciullo, quello è il più grande nel regno dei cieli». La Chiesa, Madre benigna e premurosa, mentre con generosità provvede cibo, tetto e vesti al corpo di tanta infanzia e puerizia, non ignora, nè trascura le loro piccole anime, che, create dal soffio di Dio, sembrano riflettere un raggio delle bellezze celesti. Anzi, il suo primo pensiero, la sua principale premura è di proteggerne l'innocenza ed assicurarne l'eterna salute. Sono infatti sorte innumerevoli istituzioni, che hanno lo scopo di educare rettamente la fanciullezza, di farla crescere in integra bellezza morale e di elevarla ad una condizione di vita, corrispondente alle accresciute necessità spirituali e materiali. Fare del bene ai bambini, è come farlo a Gesù stesso. Egli invero ha detto: « Chiunque accoglierà in nome mio un pargolo, accoglie me». 

 

FIORETTO. Domandiamo sinceramente a Dio perdono se abbiamo scandalizzato dei bambini; promettiamo d'esser loro sempre di buon esempio e di proteggerne l'innocenza. 

 

GIACULATORIA. Nos cum prole pia, benedicat Virgo Maria. 

 

ESEMPIO 
LA MADONNA DELLA GROTTA. Grotta di Massabielle! Grotta fortunata, che ci ricordi le tante apparizioni della Vergine SS.! Tu sempre ci sei cara, perchà ci narri l'epopea dei prodigi operati da Dio nelle tue acque salutari, e ci canti il carme dell'amore materno, che la Vergine Immacolata fa risonare, in mille forme diverse, nel cuore di chi confida in Lei. Quanti fatti la storia ha registrato, a partire da quell'11 febbraio 1858! Così, per dirne uno, quello riguardante un bimbo di Lourdes: Giustino, figlio di Giovanni e di Crosina Bouhohorts. Quando apparve la sorgente miracolosa, egli aveva due anni; ma non camminava ancora, tanto era deforme e debole di complessione. Una febbriciattola, ribelle ad ogni cura medica, lo consumava lentamente. Un giorno sembrava non desse più segni di vita. — E' morto — sospirò il padre angosciato. La madre piangeva inconsolabilmente. A un tratto si levò: — No, non è morto — disse: — la Madonna della Grotta me lo guarirà. Avvolse il piccolo agonizzante nel grembiule e, sorda ad ogni richiamo della ragione, corse verso la Grotta, pregando ad alta voce. — Se deve morire, poco importa che muoia qui o alla Grotta — disse a chi aveva tentato di intrattenerla. Ma in cuor suo pensava come a una cosa certa: « La Madonna lo guarirà!» Erano le cinque pomeridiane. Presso le rocce di Massabielle pregavano un centinaio di persone. Notarono il passare frettoloso di quella donna, che sembrava inebetita. Ma quando la videro immergere nell'acqua gelida della sorgente una creaturina, che dava pochi segni di vita, protestarono animatamente e severamente. — Lasciatemi fare! supplicò lei in preda al dolore. — Io faccio quello che so; Iddio e la Madonna faranno il resto. Nonostante la disapprovazione ed i rimproveri degli astanti, conservò per un quarto d'ora il bimbo in quell'acqua, sorta prodigiosamente qualche giorno prima. La ragione le diceva che l'acqua gelida avrebbe accelerato la morte del piccino; ma la fede nell'intervento celeste la rassicurava. Gesù, che lodò la fede del Centurione, poteva non lodare e premiare la fede di questa madre? Durante l'immersione il bimbo conservò la rigidezza del cadavere. — È morto! — disse il padre quando se lo vide ricondurre a casa, freddo come il ghiaccio. — No — sostenne la madre — la Madonna me lo guarirà. Lo ripose nella culla e stette ad aspettare. Che cosa? Non lo sapevi neppur lei. Erano passati pochi minuti quando ella, chinandosi sul figlio, esclamò: — Respira! Respirava veramente. Con gli occhietti chiusi, dormiva un sonno tranquillo. La mamma attese ansiosa il risveglio di lui. Fu all'alba che egli si destò con nel volto il colorito naturale e negli occhietti il raggio della vita. La madre ora stentava a credere a quel che vedeva: il figlio era fuor di pericolo! Ma che cosa non provò il giorno dopo quando, rincasando col marito, si vide venirle incontro il figlio paralitico, che aveva lasciato nella culla addormento?!! La Madonna della Grotta lo aveva guarito in modo superiore ad ogni aspettativa! 

 

(Tratto dal libretto "Le intenzioni e i frutti del Santo rosario - Sac. A. Monticone - 1952)

 

 

FIORETTO DEL GIORNO

 

(scrivi il tuo nome se oggi hai fatto un fioretto)

Puoi fare il fioretto proposto oppure puoi deciderlo tu.

 

 

 (INDICE Ottobre - Rosario)