NOVENE DI 54 GIORNI ALLA MADONNA DI POMPEI
Storia delle 6 Novene (3+3)
Per conoscere l'origine delle sei novene recitate, per 54 giorni, alla Madonna di Pompei, riportiamo questo scritto del beato Bartolomeo Longo, l'avvocato dedito al culto mariano e all’istruzione cristiana dei contadini e dei fanciulli, che fondò, con l’aiuto della pia moglie, il santuario del Rosario a Pompei e la Congregazione delle Suore che porta lo stesso titolo.
«Da sette anni, oscuro ed ignoto, lavoravo in questa Valle di Pompei, intendendo salvar me stesso con il propagare il Rosario tra i poveri contadini, quando il Signore mi ridusse per una fiera infermità presso la tomba. Era il mese di Luglio del 1879: molti associati desideravano un modo di pregare uniforme per impetrar grazie dalla Regina del Rosario di Pompei, che tacitamente le prodigava a famiglie dei suoi ascritti. Vistomi sul morire, mi avvisai scrivere come ultimo lavoro una Novena alla prodigiosa Vergine del Rosario di Pompei per impetrare le grazie nei casi più disperati. E vi spesi un mese, cioè fino al giorno dell'Assunta. E rammento che quasi ogni giorno dopo le ore meridiane me ne andavo nella Cappella dove era esposta la venerata Immagine, e in quel luogo solitario, in quell'ora di silenzio, ad alta voce rileggevo una delle cinque parti che avevo compiuto. E dinanzi al quadro facevo le mie correzioni. E quando, nel rileggere, mi sentivo mosso il cuore ed aprirsi una vena di lagrime che giungevano a bagnare lo scritto, allora io credevo che la cosa potesse andare. Venne il giorno dell'Assunzione, 15 Agosto del 1879. Fu posta la prima volta una Corona d'oro sul capo della Venerata Effigie, come si legge nel volumetto della Storia di questo Santuario: ma in quel giorno io era a letto con peggiore ricaduta dei male. Tutti gli amici attorno, e tra gli altri il compianto P. M. Radente, pregavano la Madonna per la mia vita. Non vi era raggio di speranza. Allora io pensai non esservi altro espediente per far cessare la febbre tifoidea che un solo: prendere un quadro della Vergine dalla Cappella e porlo nella mia stanza da letto. Fu fatto. I circostanti ripetevano: Allora noi crederemo ai miracoli di questa Vergine quando costui risani. Ed io mi rivolsi con confidenza a Santa Caterina da Siena, e le dissi: — Mia cara Sorella, io ho scritto di Te nei Quindici Sabati, che Tu dal Cielo ti lamenti come siano pochi i tuoi devoti nel mondo che ricorrono a Te per grazie, non altrimenti che fosse diminuito in cielo quel potere che Tu avesti da Gesù in terra. Ora come i miei lettori presteranno fede alle tue parole, se io per primo che le ho scritte, non ho per te la grazia? E come crederanno ai miracoli della Vergine del Rosario di Pompei, se la Madonna lascia che muoia lo stesso suo Cassiere che gli ha pubblicati? Bontà ineffabile di questa Madre! A mezza notte aprii gli occhi: il dolore della nuca e della spina dorsale era scomparso insieme con la febbre, così che il primo raggio del giorno mi ferì gradevolmente gli occhi la prima volta dopo tanto tempo che per il dolore non reggevano la luce. E l'umile scrittore della Vergine di Pompei, il devoto di Santa Caterina, contro ogni umana aspettazione visse e vive ancora, e scrive fino a sostenere il peso enorme di un giornale. Non è questo un gran prodigio? Ma la Madonna che vuole in questo Santuario di Pompei fare ampia mostra del suo potere presso il divin suo Figlio, e della misericordia verso i peccatori, per allettare i quali ha posto il suo trono sul trono degli idoli e dei demoni, si piacque di gradire le intenzioni e le fatiche di un povero peccatore e di concedere grazie a chiunque la pregasse con la Novena scritta dal moribondo suo devoto. Ed oh, Cuore amoroso di Maria! Si degnava Ella di apparire alla figliuola del Commend. Agrelli di Napoli e ripeterle quelle dolcissime parole: "Ogni volta che vuoi grazie da me, fammi tre Novene con la recitazione delle quindici poste del Rosario ed altre tre Novene per ringraziamento". E la giovane Fortunatina Agrelli tutto per ordine eseguì, risanò prodigiosamente, e vive tuttora sana e lieta in seno alla sua ragguardevole famiglia. Ed a suo esempio, fatte le Novene, prodigiosamente risanavano Annina Gamera nel monastero di S. Giuseppe e Teresa in Napoli, e la signorina Giuseppina Andolfi anch'essa di Napoli; ed in Roma il 31 di Agosto di quello stesso anno la giovane Maria Galizzi, che immobile era nel letto per dolori e paralisi, risanava immantinente. Il quale prodigio veniva autenticato con processo dell'art. Cardinal Vicario. Celesti fatti, con documenti di Medici e di Sacerdoti e di valevoli testimoni, si leggono nel Periodico II Rosario e la Nuova Pompei, nei quaderni di Luglio, Agosto, Ottobre, Novembre e Dicembre del 1884. E cento altri fatti somiglianti di grazie singolarissime, ottenute per la recitazione di questa Novena, si leggono nei posteriori quaderni del 1885 e 1886.» Ora quella Novena, che fu scritta da un peccatore moribondo, conquistato da Maria, anelante delle grazie di Maria, quella Novena, che la Regina del Rosario si è degnata di gradire e di benedire con effusione di innumerabili grazie, è la seguente:
La Novena che segue si recita per tre volte di seguito (27 giorni) - si può recitare in ogni tempo ma se si vuole terminare per la festa dell'08 Maggio occorre iniziare il 15 Marzo:
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Qui di seguito la Novena di Ringraziamento, che si inizia dopo aver pregato tre volte la precedente Novena. Si recita per tre volte di seguito (27 giorni). Se segue la precedente novena recitata per la festa dell'08 Maggio, inizia l'11 Aprile.
Novena di ringraziamento alla Madonna di Pompei
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Avviso: Invece delle 6 Novene (3+3), si può recitare, in onore della Madonna di Pompei, anche una sola volta la prima Novena tra le due indicate sopra, iniziandola il 29 Aprile
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Supplica alla Madonna di Pompei
Si recita l'8 Maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno
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