ORA SANTA
PER LA VIGILIA DEL PRIMO VENERDÌ DI GIUGNO
Noi Ti adoriamo, o Dio-Eucaristia! Ti benediciamo, Redentore del mondo, Ti amiamo,
Gesù, nello splendore del tuo Cuore agonizzante... Tu solo sei grande, Tu solo Santo, o Dio annientato nell'Ostia divina... Tu solo altissimo, o Dio nascosto nel mistero di questo sacrificio incruento... Gloria a Te, Re del cielo che vuoi pur vivere nel Getsemani del tabernacolo! Gloria a Te,
Gesù-Eucaristia, nelle altezze dei cieli, dove abitano gli angeli!... Che i cuori degli uomini Ti benedicano per sempre!
In nome di tutti e specialmente in nome di quelli che soffrono con fede e amore, noi adoriamo la tua solitudine, le tue angosce, le tue amarezze, tutte le tue agonie!... Noi crediamo che Tu sei il Cristo, il nostro Dio e l'Uomo dei dolori!
Offriamo quest'Ora Santa al Cuore agonizzante di Gesù, come omaggio di rassegnazione e d'amore, in nome nostro e di tutti quelli che soffrono.
(Pausa)
(Consigliamo una lettura lenta intervallata da pause per interiorizzare il contenuto del testo)
LE ANIME — Siamo stati attratti, o Gesù, verso l'abisso del tuo Cuore per la potenza del tuo amore e delle tue lacrime... Le tue tristezze sono in cielo... una sorgente infinita di forza e di consolazione...
Che impenetrabile mistero, che soave conforto per noi, sapere che Tu hai pianto!...
Com'è eloquente, quel fiat della tua agonia: parola di pace, che prima di uscire dalle tue labbra tremanti di commozione, è scaturita dalle profondità della tua anima mortalmente triste!...
Noi siamo qui, Signore, a deporre ai tuoi piedi le nostre pene tanto numerose e le afflizioni di tante anime provate che Ti adorano... Tu conosci profondamente, o
Gesù, quest'oceano di dolori i cui flutti amari hanno sommerso la tua santissima anima!...
Vogliamo presentarti prima di tutto, o Signore, coloro che soffrono la povertà e le malattie.
Anche qui fra noi che siamo venuti per tenerti compagnia e consolarti durante quest'Ora Santa e fra quelli che ci sono cari, ci sono dei malati, dei languenti, dei poveri... Con quale grande compassione hai sempre guardato gli ammalati!
Con che tenerezza i tuoi occhi cercavano i lebbrosi, i paralitici, i ciechi per guarirli con un sorriso e una benedizione d'amore! Se non potevano arrivare fino a Te, Ti facevi largo tra la folla e passavi per la via al lato della quale essi giacevano... Tu li guardavi, tendevi loro la mano... ed eccoli in piedi, guariti, con la coscienza purificata!...
Più numerosi ancora degli ammalati, sono oggi i poveri... quelli che lavorano rudemente e nelle privazioni... Senza pane, senza rimedi, senza aiuti, senza rifugio, senza consolazioni. Ma che potremo poi dire delle sofferenze dei poveri che Tu non conosca già? Tu, il Povero divino, l'operaio di Nazareth, così attraente nella tua povertà?...
Tu avesti fame... avesti freddo... ma soprattutto sopportasti lo sdegno, il disprezzo con il quale il mondo tratta coloro che non hanno né casa, né terra, né denaro!... «Che scienza può mai avere?» dicevano di Te i tuoi accusatori. «Che diritti può rivendicare costui in Israele?». Che poteva pretendere a Nazareth colui che si riteneva il figlio di un umile falegname?
Ricordati, in quest'Ora Santa, le tue umiliazioni e getta uno sguardo sui molti poveri che gemono, su tanti malati che soffrono!... Per tutti loro, Ti chiediamo il dono della tua pace e il favore della tua onnipotente e prodigiosa benedizione. Concedi loro la ricompensa della rassegnazione... Per la gloria del tuo Cuore, accorda il sollievo e la consolazione ai malati... ai poveri, ai bisognosi!... Tu, il cui amore mai fu inattivo, che vegli con sollecitudine sulla spiga di grano e sugli uccelli del campo... benedici, in questo momento, con una tenerezza particolare, dall'Ostia dove Tu sei presente, tutti gli afflitti, per i quali Ti chiediamo le acque vive e i tesori del tuo adorabile Cuore!...
(Breve pausa)
(Consigliamo una lettura lenta intervallata da pause per interiorizzare il contenuto del testo)
Ricordati anche, Maestro adorato, di quelli che soffrono scoraggiamenti, contraddizioni, o umilianti rovesci... Per il consenso della tua saggia ed amorosa Provvidenza, molto spesso i nostri progetti svaniscono come il fumo... o, ciò che è anche più doloroso, non raccogliamo, dopo aver moltiplicato i nostri sforzi e le nostre fatiche, se non pungenti e crudeli spine...
Quante disillusioni, Signore, in ogni speranza umana! Tu solo conosci il perché di sorprendenti e continue contrarietà che abbattono certe famiglie! Tu non fermi, perché è questo il nostro vero interesse, Tu non fermi il torrente che trascina le mura di un focolare. Facendo violenza al tuo Cuore tanto buono, Ti nascondi, o
Gesù, nell'Ostia santa, rimani in silenzio, quando siamo minacciati da certe sventure che debbono, d'altronde, portare la salvezza di coloro che amiamo... Tu ci vedi piangere... E in quei momenti Tu partecipi a tutte le nostre disillusioni... Tu ci sei vicino in quelle ore di desolazione
che'noi tutti viviamo... ricordando le crudeli angosce della tua stessa agonia. Tu vieni a noi, ci stringi tra le tue braccia divine, quantunque non sempre ci sia dato di sentire la tua divina presenza!
O Gesù, noi conosciamo bene la delicatezza del tuo Cuore e perciò siamo certi che batte d'amore per noi, anche nelle più dolorose contraddizioni della vita...
Accogli, Signore, le nostre sofferenze in riparazione di quello che hai sofferto nell'Orto degli Ulivi e sorreggi sul tuo Cuore tutti coloro che soffrono.
Ad ogni invocazione ripetiamo:
Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
Sono tanti, o amabile Maestro, quelli che adagiati su un letto di dolore, aspettano la visita del Medico divino... Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
Ci sono dei fanciulli malati e orfani... degli anziani senza focolare che moriranno senza altro rifugio che quello della tua grande misericordia... Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
Sono tanti quelli che soffrono durante lunghi anni... Poveri, infelici, essi non hanno né rimedi umani, né speranze! Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
Entra, Maestro, nelle capanne dove regna la miseria... sotto i tetti, dove povere madri agonizzano senz'altri testimoni che le loro creature, poveri piccoli esseri che hanno fame!... Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
Con la dolce luce che irradia dal tuo costato aperto, rischiara i focolari che conobbero l'abbondanza e che adesso sopportano in silenzio la miseria... Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
Tu sarai misericordioso, Gesù, particolarmente con coloro che sono stati perseguitati dagli uomini... per tutti quelli, e sono tanti, che vedono in un giorno svanire tutti i loro progetti di prosperità e di ricchezza... Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
Tu non ignori, o Signore, che sono innumerevoli le anime, le famiglie, che vivono in continue e crudeli incertezze... Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
Nel conflitto perpetuo d'interessi opposti, nelle inevitabili noie che provocano gli affanni e le aspirazioni naturali dell'uomo... Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
Tu soffristi, o Gesù, la mancanza di ogni sollievo umano: compatisci dunque i tanti poveri, gli ammalati, i cuori feriti, che chiedono almeno un istante di tregua e di riposo. Stringi al tuo Cuore quelli che soffrono!
(Breve pausa)
VOCE DI GESÙ — Avete detto il vero: lo sono tanto, tanto vicino a voi, quando il dolore vi stacca dalla terra... la croce resta per sempre il ponte sanguinante e salutare che unisce il vostro cuore afflitto e disilluso al mio Cuore agonizzante!
Miei diletti, ho ascoltato la vostra preghiera in favore degli ammalati, dei poveri, di coloro che sono vittime delle contraddizioni umane... Quante grazie si sono riversate su di loro, in quello stesso momento, dal mio trono di misericordia, da dove veglio sulle vostre vite penose ed affaticate!
Continuate a parlarmi delle vostre pene e dei vostri dolori... Il mio Cuore desidera queste confidenze... Le vostre sofferenze mi commuovono... Accostatevi, figli miei, e nella stretta di una stessa angoscia, soffriamo insieme!... Accostatevi... dilatate la vostra anima nel mio Cuore divino...
(Pausa o canto)
VOCE DELLE ANIME — II tuo isolamento, il silenzio glaciale che circonda il tuo tabernacolo, la tua solitudine nei santuari abbandonati, accusano il mondo del peccato che offende maggiormente il tuo Cuore: il peccato dell'ingratitudine...
(Lettura ad intervalli)
Amare, o Gesù, e non essere amato! Benedire, ed essere maledetto... elargire i propri benefici e in cambio ricevere delle ingiurie. Che compenso ingiusto e crudele... che odiosa ingratitudine!... Ecco appunto il pane amarissimo del tuo esilio volontario in mezzo a noi, o dolce Salvatore... ecco il prezzo della tua sublime schiavitù nel tabernacolo... Così si prolunga attraverso i secoli la tua mortale agonia del
Getsemani...
O Gesù, Tu hai detto: «II discepolo non è di più del maestro, né il servitore più del suo padrone»; ecco perché anche noi ci troviamo, talora, ad immergere le nostre labbra nel calice delle ingratitudini... Noi accettiamo, Signore, per tuo amore, solamente per tuo amore, questa bevanda più amara della morte... Tu, o buon Maestro troppo spesso tradito dai tuoi figli, concedici la forza di sopportare, senza mormorare, in spirito di espiazione, la nostra parte di agonia per la salvezza di coloro che amiamo e per i quali i nostri cuori sono torturati!
Abbi compassione di quelli che soccombono in questo momento sotto il peso di una simile tribolazione.
Abbi pietà dei focolari desolati, i cui figli, che furono una volta la speranza e la gioia della famiglia, non ne sono oggi che la disperazione.
Abbi pietà delle spose infelici, stanche di gemere su delle colpe che le feriscono in pieno cuore.
Abbi pietà di tanti uomini leali, pieni di abnegazione e dedizione, traditi nelle loro amicizie, feriti ed insidiati nelle loro stesse case, ingiuriati da quelli appunto che avevano sollecitato la loro carità ed i loro benefici... Il mondo paga i benefici prima con parole e sorrisi, poi con la slealtà e la perfidia!...
Ma poiché noi Ti amiamo, o Signore eucaristico, solo perché Ti amiamo, Ti ringraziarne di quelle pene crudeli e Ti chiediamo perdono per coloro che aprono nel nostro cuore quella stessa sensibile ferita tanto larga e profonda, che con la nostra ingratitudine aprimmo tante volte noi stessi nel tuo Cuore amatissimo.
(Lentamente con pause)
O buon Gesù, abbi pietà di quelli che soffrono la solitudine e l'abbandono...
Quante volte, Maestro amatissimo, dopo aver predicato le meraviglie del tuo amore, dopo aver moltiplicato i tuoi miracoli in presenza delle folle estasiate, hai visto queste moltitudini allontanarsi da Te con diffidenza, lasciarti con l'indifferenza nell'anima
e... Tu restavi solo, come qui, nel tabernacolo santo, nella solitudine e nell'abbandono in cui i tuoi figli Ti lasciano... Solo il Padre tuo ha potuto misurare l'intensità del dolore di questi abbandoni...
Non ignoti, Gesù, che sono tanti, ma tanti, gli uomini privi di ogni delicatezza d'amore... orfani nella vita, senza affetti... erranti nel deserto del mondo... lontani dal calore del focolare domestico!... Il Getsemani e il Calvario Ti ricordano, o dolcissimo
Gesù, le angosce della solitudine... Oh, com'è doloroso chiamare... e pensare che la nostra voce si perde nel silenzio!... Com'è doloroso piangere... soffrire... desiderare... amare e restare solo, sempre solo! Nessuno, quanto Te, ha conosciuto questa tremenda desolazione!...
C'è, nel fondo dell'anima di chi soffre così, qualche cosa delle terribili angosce che provasti Tu stesso, Salvatore amatissimo, nella tua agonia del Giovedì santo: la noia, la ripugnanza, la stanchezza della vita!... Ahimè, il povero cuore umano si sente venir meno.
Queste anime provate hanno bisogno di Te, o Signore, in questi momenti di supremo sconforto... hanno bisogno di Te, Cuore agonizzante di
Gesù!...
Se Tu non venissi in aiuto, le loro anime smarrite chiederebbero la morte!
Ma Tu verrai, come anche noi siamo venuti a partecipare alla tua ora di agonia
solitària!...
Ad ogni invocazione ripetiamo:
Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- Se dobbiamo soffrire un giorno, per la solitudine e per l'abbandono dei nostri fratelli... Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- Se talora ci provi, permettendo che i nostri cari ci dimentichino... Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- Quando l'età e le infermità ci isoleranno, rompendo dei leganti che credevamo imperituri... Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- Può darsi che un giorno la povertà visiti la nostra casa e che allora i nostri amici si allontanino da noi: in Te solo mettiamo la nostra fiducia, Tu non ci abbandonerai... Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- La sventura segue i nostri passi: se ci abbatte, i nostri fratelli ci abbandonano... Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- L'ingiustizia umana è grande! Se un giorno ci raggiunge, non Ti allontanare da noi, Signore! Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- Se quelli che abbiamo tanto amato ci abbandonano... In quest'ora di crudele ingratitudine, Ti preghiamo
Gesù: vieni, noi speriamo in Te! Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- E se quelli che chiesero il nostro affetto e l'aiuto del nostro sacrificio, giungono ad odiarci, come Tu stesso, o Gesù buono, fosti odiato, perdona loro, e in quel momento avvicinati a noi... Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- La calunnia dei tuoi nemici ha coperto d'infamia il tuo volto divino: quando essa ci segnerà sulla fronte e ci umilierà, vieni e non ci abbandonare, o Maestro, Tu che fosti calunniato... Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
- Nelle ore di silenzio mortale, quando ci sentiamo soli, assolutamente soli, sprofondati completamente nell'abisso di un oblio e di una indifferenza crudele... Dacci un rifugio nel tuo amabile Cuore!
(Breve pausa)
VOCE DEL MAESTRO — Mai, nelle vostre ore di solitudine e di tormenti, mai sarete lontani dal mio Cuore che vi ama. Esso vi ama infinitamente, perché voi stessi l'amate... e anche perché soffrite...
Se quando ero solo e dimenticato, m'avete fatto compagnia... se quando ero rattristato da tanti dei miei, m'avete consolato... se tante volte avete spezzato il ghiaccio dell'indifferenza che circonda la mia prigione
solitària... come potrei preferire adesso i cantici d'esultanza degli angeli alle invocazioni della vostra anima dolorante, quando ha bisogno di riposare sul mio Cuore, per essere lei stessa consolata?
Eccolo, questo Cuore pieno di tenerezza infinita per alleviare le vostre ferite... Prendetelo! È vostro!... Solo lo so sollevare con una dolcezza infinita... non temete! lo so cicatrizzare le ferite più profonde! Non esitate! Venite, venite!... lo solo posso comprendere a qual punto la solitudine e l'ingratitudine dei fratelli uccidano l'anima; venite, venite a piangere con me e ne sarete certamente consolati!...
(Cfr. Mt 11,28).
(Pausa)
VOCE DELLE ANIME — O Gesù, Tu porti sugli altari un nome che manifesta il tuo amore immenso, attira la nostra riconoscenza e c'incoraggia in tutte le amarezze: Tu sei vittima!
(Consigliamo una lettura lenta intervallata da pause per interiorizzare il contenuto del testo)
E tuttavia, qui nell'Ostia santa, Tu sei il grande sconosciuto, il grande dimenticato, perfino dai tuoi! Ecco che da venti secoli Tu abiti in mezzo a noi, desideroso di penetrare la nostra vita... eppure non vogliamo ancora comprenderti!... Tu sei sempre un ospite che si tiene a rispettosa distanza, sei quasi un estraneo in mezzo ai tuoi figli... Tu lo dicesti alla tua serva Margherita
Maria: la più grande delle tue sofferenze è la dimenticanza dai tuoi, di quelli della tua stessa casa.1
(Breve pausa)
Grazie, Maestro amatissimo, quando ci fai gustare l'amarezza del tuo calice, grazie! Com'è doloroso,
Gesù, constatare quanto anche i buoni, anche gli esseri più cari ci feriscono!... Talora ci condannano in nome tuo... per motivi cosiddetti di zelo e di coscienza... Farsi un'opinione errata degli altri è tanto umano! Tu che sai tutto, lo permetti per invitarci a porre la nostra fiducia solamente in Te... Lo permetti anche perché possiamo sopportare questo intenso dolore in spirito di riparazione per tutte le mancanze di delicatezza con le quali abbiamo rattristato il tuo Cuore, noi che tuttavia siamo consacrati alla tua gloria... Grazie, dunque, grazie per le ferite tanto dolorose che una mano amica e delicata ha prodotto nella nostra anima!
Grazie ancora per quell'altra prova inevitabile che strazia senza pietà tutti i mortali... grazie per la morte fredda e inesorabile che ci strappa quelli che Tu avevi concesso al nostro amore... Ricordati,
Gesù, la tua tristezza, quando Ti avvicinavi a quella casa di Betania, dove non Ti aspettava più il tuo amico Lazzaro... Non è ancora asciutta la sorgente delle lacrime che versasti per la morte di questo amico del tuo Cuore. Sì, i tuoi occhi tanto belli ci sembrano ancora umidi delle lacrime dell'Uomo-Dio
(Cfr. Gv 11,35), che ha voluto amare con la commozione e la tenerezza del nostro cuore di carne...
Questo Gesù sei Tu, Tu stesso, presente nell'Ostia che adoriamo... Guardaci dunque dall'alto del tabernacolo; guarda tutti quelli che ci hanno preceduto lungo la via... guarda tutti quelli che ci furono cari... che erano per noi come altrettante fibre del nostro cuore... Se ne sono andati... ci hanno lasciato... Che separazione crudele, quella della morte!... Tu piangesti sulla tomba di Lazzaro e tuttavia sapevi che stavi per risuscitarlo... Così, nonostante la fede vivissima con la quale accettiamo i lutti che ci mandi, Tu ci permetti di sentire lo strazio dell'anima, quando perdiamo un membro del nostro focolare... Questa ferita può essere addolcita, Tu lo sai, ma non si richiude...
Gesù, vieni a riempire nel nostro cuore e nella nostra famiglia i vuoti che la morte spietata ha scavato con il tuo consenso... Vieni dunque a dare a coloro che sopravvivono la calma e la rassegnazione per pregare sopra le tombe... Vieni, Maestro, esaudisci la preghiera per i nostri cari defunti... Te ne supplichiamo, fa' splendere per sempre davanti ai loro occhi la tua luce e il tuo eterno sorriso... Che riposino in pace, nella dolcezza del tuo Cuore!...
(Consigliamo una lettura lenta intervallata da pause per interiorizzare il contenuto del testo)
Prima di terminare quest'Ora Santa, Ti chiediamo, o Gesù, di visitarci nel più intimo dell'anima, fino al fondo dell'abisso dei nostri dolori, delle nostre miserie... Non ci sei che Tu che puoi penetrarvi, Tu solo ci conosci...
Che il tuo dolce sguardo penetri nell'anima mia, o Signore, come un raggio luminoso... esso non altererà, né offenderà mai il fragile e doloroso cristallo del mio cuore ferito... Entra, Salvatore
Gesù, entra anche più all'interno in questo cuore, fino alle sue ultime profondità... discendi fino agli abissi dove germogliano i dolori segreti che non si sopportano che per Te solo... Tocca con le tue mani creatrici queste piaghe ignote a tutti, che sanguinano da tempo!...
In mezzo a certe angosce, Salvatore adorato, noi non piangiamo per timore che il mondo veda quelle lacrime, che non comprenderebbe... che biasimerebbe forse! Com'è dolce parlare così a Te, che nella tua vita eucaristica sei continuamente nutrito d'infinite amarezze che nessuno può, né potrà mai sospettare... Tu solo, Maestro, puoi sapere tutto!... Guarda l'anima nostra fin nelle sue profondità...
Al Getsemani, vicino a Te, divino Agonizzante, vogliamo imparare il segreto di soffrire in silenzio, con fede e con amore...
Là, sotto l'oppressione violenta del tuo Cuore, è scaturita la sorgente di quel pianto che non scende dagli occhi, ma che scorre nelle tue vene come un torrente, per divenire sudore di sangue ...
(Pausa)
(Consigliamo una lettura lenta intervallata da pause per interiorizzare il contenuto del testo)
Tacere quando si muore in un'agonia intima e nascosta, tacere in quel momento, è morire due volte... Questo dolore Tu l'hai conosciuto, o divino Agonizzante degli Ulivi!... Quelle torture, quelle emozioni misteriose... Sono le separazioni impreviste delle anime... gli oscuri presentimenti delle madri... i timori, gli allarmi dei padri... le angosce, le disillusioni, le inquietudini dei ministri di Dio... le pene opprimenti, numerose e profonde, di un gran numero d'anime pie... di tutti quelli che riservano per Te solo, o
Gesù-Ostia, il segreto verginale dei loro dolori!...
L'Ora Santa è l'ora delle confidenze... e delle consolazioni... Se Ti abbiamo aperto la nostra anima addolorata, non è tanto per lamentarci, o
Gesù, quanto per offrirti, come il più ricco dei nostri tesori, quello delle nostre pene più segrete, di tutte quelle amarezze che non hanno nome nel linguaggio terreno...
Accettala dunque, Signore, per il trionfo del tuo amore.
Ad ogni invocazione ripetiamo:
Santifica le nostre sofferenze, o Cuore divino!
- Sì, Gesù, santifica le contraddizioni che ci vengono da parte dei buoni... e quelle che ci procurano le ingiustizie degli uomini! Santifica le nostre sofferenze, o Cuore divino!
- Accetta le ferite che ci vengono fatte da quelli che amiamo... e che lasciano, nell'anima nostra, delusioni tanto crudeli... Santifica le nostre sofferenze, o Cuore divino!
- Accetta, o Signore, come un mazzo di mirra il ricordo immortale dei nostri cari morti: essi non ci hanno lasciato che per rispondere al tuo appello divino... Santifica le nostre sofferenze, o Cuore divino!
- Accetta le lacrime rassegnate che versiamo sulle tombe dei defunti; ricordati delle famiglie in lutto e particolar-mente dei piccoli orfani... Santifica le nostre sofferenze, o Cuore divino!
- Vieni, amato Salvatore, a prendere nel nostro focolare il posto di quelli che lo hanno abbandonato; Tu solo puoi colmare il vuoto che la loro assenza ci lascia... Santifica le nostre sofferenze, o Cuore divino!
- Guarda, Signore, le spine nascoste che straziano l'anima nostra, accogli queste sofferenze che nessuna pietà umana saprebbe consolare... Santifica le nostre sofferenze, o Cuore divino!
- Accetta le inquietudini delle madri, la devozione dei padri, gli sforzi sterili, penosi, di tanti sacerdoti: prendi, o
Gesù, le nostre anime addolorate... Santifica le nostre sofferenze, o Cuore divino!
(Pausa)
VOCE DEL MAESTRO — Figlioli miei, quanto è stata dolce e consolante quest'Ora durante la quale mi avete svelato le piaghe della vostra anima, mentre io vi ho fatto penetrare nella ferita sanguinante del mio sacro costato. E quale rassomiglianza vi vedo!... Come si somigliano i gemiti che ci sono strappati quaggiù, sotto il peso delle afflizioni umane!... Il Getsemani è per voi un santuario di preghiera, d'agonia e d'incessante redenzione...
Amiamoci nella sofferenza, amiamoci, fratelli miei, amici miei, miei piccoli figli; amiamoci nella croce!...
(Consigliamo una lettura lenta intervallata da pause per interio-rizzare il contenuto del testo)
Venite a me, voi che soffrite la povertà e l'infermità, affrettatevi, portate ai miei piedi il fardello delle vostre afflizioni ed lo vi conforterò nella piaga del mio Sacro Cuore.
Venite a me, voi tutti che soffrite contraddizioni da parte delle creature, voi che l'ingiustizia degli uomini ha colpito, voi che subiste i rovesci della fortuna e le prove dolorose di famiglia, ed lo vi consolerò nella piaga del mio Sacro Cuore.
Venite a me, voi che piangete sull'ingratitudine di esseri amati, talora di quelli della vostra famiglia e non tardate. Questa pena abbatte e raffredda le vostre anime: venite a me, ed lo vi riscalderò tra gli ardori del mio Sacro Cuore!...
Venite a me, voi che trascinate un'esistenza vuota: voi che vivete nella noia e nell'isolamento; venite a me, dimenticati, voi che dall'aurora della vita provate la stanchezza dell'esilio, gettatevi tra le mie braccia ed lo vi ricompenserò con la mia tenerezza nel giardino del mio Sacro Cuore!...
Venite a me, voi che siete disprezzati, trascurati, incompresi anche dai buoni; voi, i cui sforzi per procurare la mia gloria sono biasimati, venite a me, amici miei, ed lo vi consolerò, inebriandovi al calice del mio Sacro Cuore!...
Venite a me, voi che siete nel lutto; venite, voi che piangete la perdita di un figlio, di una madre, di uno sposo, di un fratello; venite senza tardare nel mio Sacrario, voi tutti la cui dimora è stata segnata dalla morte con una croce di lacrime; venite, ed lo vi consolerò nella pace ineffabile del mio Sacro Cuore!
Venite, il tempo è un'ombra che passa, ma il cielo è eterno; venite voi che avete sete d'amore e di giustizia; venite, lo sono il vostro Dio, ed ho sofferto il martirio anche per voi; prendete, mangiate il Pane vivo, la mia Eucaristia; alzatevi, e per continuare la lotta, venite che lo vi conforterò nel paradiso del mio Sacro Cuore!...
(Pausa)
VOCE DELLE ANIME — Che cosa possiedo, Signore Gesù, che Tu non m'abbia dato, compreso il tesoro delle mie lacrime? Che cosa so, che Tu non m'abbia insegnato, soprattutto la scienza del soffrire amando? Quanto valgo, se non resto al tuo fianco quando piango e Tu soffri per gli spasimi dell'agonia? Che cosa merito, se non sono unito a Te, sul tuo Calvario, nelle mie pene?
Perdonami, per la tua croce e per le mie croci, perdonami le colpe che ho commesso contro di Te! Tu mi hai creato
senza che lo meritassi...
Tu mi hai redento, anche se ho dimenticato la tua passione, e senza che Te lo chiedessi...
Molto facesti, creandomi... Molto redimendomi...
Non sarà meno grande la tua potenza nel perdonarmi; perché il molto sangue che versasti e la morte crudele e precoce che patisti, non fu per gli angeli che Ti lodano e non soffrono, fu per me e per gli altri peccatori che Ti offendono e gemono, espiando i loro peccati.
Se Ti ho negato, lascia che Ti riconosca in tutta la solenne bellezza delle tue agonie...
Se Ti ho ingiuriato, lascia che Ti lodi nella redenzione cruenta del Calvario...
Se Ti ho offeso, concedimi di servirti e di soffrire per la vittoria e il trionfo del tuo Cuore divino!
Venga a noi il tuo Regno!
Un Pater e un'Ave per gli agonizzanti e i peccatori.
Un Pater e un'Ave per il trionfo universale del Sacro Cuore, specialmente nella Comunione quotidiana, nell'Ora Santa e perché nelle famiglie il Sacro Cuore di Gesù sia amato e onorato.
Un Pater e un'Ave per le intenzioni di ciascuno dei partecipanti a questo incontro di preghiera.
Un Pater e un'Ave per la nostra Patria.
ATTO FINALE DI CONSACRAZIONE
Divino Agonizzante del Getsemani, Gesù eucaristico, degnati di unire il tuo sangue prezioso e le tue sofferenze alle afflizioni di questi figli del tuo Cuore, degnati di accettare, di benedire, di alleggerire le nostre croci!... Trai da esse una gloria, un'immensa gloria per Te ed anche per la redenzione di molte anime pervertite dai piaceri della terra.
Da quest'Ostia cerca ed ama con tenerezza speciale coloro che nessuno ama, lenisci le ferite che procurano con la loro indifferenza i figli ingrati e gli amici sleali!
Vivendo vicino al mare delle nostre lacrime, versa su di esse il misterioso lenimento della tua croce che le addolcisca.
Prigioniero divino dell'altare, visita con un raggio della tua luce tanti sconsolati, tanti afflitti della vita, tanti amareggiati dai loro stessi dispiaceri colpevoli... raccogli tanti disprezzati... da a tutti noi la coscienza del patire con serenità e con fede e concedici il dono benedetto di saper consolare.
Comunica alle nostre pene una forza divina, irresistibile, che ci porti con il cuore ferito fin dentro l'abisso del tuo Cuore squarciato. Lì vogliamo vivere, soffrendo nel tuo nome e per tuo amore. Dal tuo Cuore vogliamo strappare e far nostre le tue spine.
Sii il Re del mondo, Tu, l'Uomo-Dio, l'uomo dei dolori. Dominalo e trionfa, sanando le ferite che il mondo procura con la sua violenza e la sua malizia.
Maestro amatissimo, Bontà ineffabile, Gesù, Dio di tante lacrime e Dio di tutte le consolazioni, vieni quando soffriamo; accorri, perché i dolori ci incalzano, ed è grande, è tanta la fatica di chi piange lontano da Te!...
Non vogliamo rifiutare, adorabile Nazareno, le spine della via dolorosa, né le difficoltà del deserto, ma chiediamo la tua presenza confortatrice, lo sguardo dei tuoi occhi divini, la benedizione della tua destra insanguinata...
Non chiediamo d'inviarci un angelo che ci sostenga nelle nostre ore d'agonia: chiamiamo Te, Signore, solo Te, perché Tu sei l'Amore e sappiamo che anche Tu desideri piangere insieme a noi, nelle nostre sofferenze.
Dacci pace nelle tribolazioni, donaci la forza, e se Tu lo vuoi, concedici un conforto nel calice del tuo Cuore agonizzante!... Per la tua croce, per le nostre croci, venga il tuo Regno.