VANGELO DI LUCA
I. Vita.
Tutto quanto ci è dato sapere riguardo al terzo evangelista, S. Luca (= Lucano o Luciano, come hanno alcuni codici), ci proviene dal libro degli Atti degli Apostoli, scritto dal medesimo evangelista, e dalle lettere di S. Paolo; altre notizie ci sono fornite da una tradizione costante e assai sicura, che risale al II sec. d. Cr. Egli non era giudeo, bensì pagano, come ci fa comprendere Paolo, che, in Col. 4,10-11.14, lo distingue esplicitamente dai provenienti « dalla circoncisione ». Quando egli si sia convertito al Cristianesimo non lo sappiamo; probabilmente per opera dei primi predicatori del Vangelo in Antiochia, sua patria, secondo la tradizione attestata da Eusebio. Non fu del numero dei 72 discepoli del Signore, come erroneamente è stato talvolta affermato, e neppure fu convertito da S. Paolo, il quale mai afferma di averlo generato a Cristo. Le varie sezioni degli Atti in cui Luca riferisce la narrazione in prima persona plurale « noi », ci presentano l'Evangelista compagno e collaboratore di. Paolo nelle varie missioni (Atti 16,10-17; 20,5-15; 21,1-18; 27,1-29 ecc.). Fin dal secondo viaggio missionario attraverso la Troade, Luca è con Paolo (Atti 16,10); lo accompagna in Macedonia (Atti 16,12) e dopo la partenza di Paolo e Sila, Luca rimane a Filippi (Atti 16,1940). Insieme a Paolo si reca poi a Gerusalemme (Atti 21,1 e ss); è presente quando Paolo è arrestato e condotto a Cesarea (Atti 21,18-26,32), ma non sappiamo se vi sia rimasto durante i due anni della prigionia. Intraprende con Paolo il periglioso viaggio che da Cesarea lo condurrà a Pozzuoli e quindi a Roma (Atti 27,2-28,29) e rimane con Paolo durante la sua prigionia romana (Col. 4,14; Filem. 24). Lo troviamo pure a Roma con Paolo durante la seconda prigionia (2 Tim. 4,11). Che Luca esercitasse la professione di medico la tradizione lo ha dedotto da Col. 4,14, in cui Paolo lo chiama « il nostro caro medico », e anche da altri passi sia del Vangelo (4,38; 8,43), che degli Atti (13,11) in cui usa termini medici precisi.
II. Autenticità.
Tutta quanta l'antica tradizione, che risale all'epoca apostolica, è esplicitamente unanime, costante e universale nell'attribuire a Luca il terzo Vangelo. Le affermazioni dei Padri trovano una conferma nell'esame interno del terzo Vangelo in cui i documenti raccolti dall'autore con paziente ed accorta indagine storica, lo ricollegano alle fonti genuine di « coloro che fin da principio sono stati testimoni oculari degli avvenimenti e son divenuti ministri della parola » (1,2). In particolare l'Evangelista tradisce il pensiero e l'insegnamento di Paolo, mutuando dall'Apostolo delle Genti i concetti fondamentali della universalità della redenzione e del perdono e pietà del Redentore verso i peccatori. Ignoriamo il luogo di composizione del terzo Vangelo; secondo molti critici moderni sarebbe Roma. Riguardo al tempo di composizione, è opinione comune che il Vangelo di Luca sia il terzo, dopo quello di Matteo e di Marco, scritto prima degli Atti degli Apostoli, verso il 61-63 d. Cr.