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UN ANNO CON DON ALBERIONE

5° Novembre

LA SANTA MESSA - IV 

 

Canta inni, o figlia di Sion giubila, o Israele, rallegrati ed esulta di tutto cuore, o figlia di Gerusalemme: il Signore ha ritirato il decreto contro di te; ha allontanato i tuoi nemici; il re d'Israele, il Signore, sta in mezzo a te, e tu non avrai a temere più del male (Sof. 3, 14-15). 

 

1. Frutto generalissimo. La S. Messa viene offerta dal Sacerdote a nome della Chiesa. Essa giova a tutti: a Dio, cui cresce la gloria; agli angeli e santi del cielo, ai quali porta letizia; alle anime purganti, per le quali è una rugiada celeste e refrigerante; a tutti gli infedeli, scismatici, eretici, peccatori, almeno indirettamente affinché divengano membri vivi della Chiesa. Il Sacerdote, alter Christus, ha il cuore di Gesù: questo comprende tutti. Il Padre celeste volle tutto restaurare in Cristo, sia ciò che è in cielo, sia ciò che è sulla terra. A tutti i bisogni provvedeva Gesù Cristo sulla Croce; ugualmente sugli altari; ed il Sacerdote offre la Divina Vittima con lo stesso Cuore di Gesù. L'Imitazione di Cristo dice: «Quando il Sacerdote celebra, onora Dio, dà letizia agli angeli, edifica la Chiesa, aiuta i vivi, suffraga i defunti, acquista per sè tesori celesti». Dipende dalla Chiesa e da Gesù Cristo, principale offerente. 

 

2. Frutto generale. Ne godono quanti concorrono alla S. Messa: chi ha contribuito alla costruzione della chiesa, all'educazione e formazione del Sacerdote, all'acquisto delle paramenta e di tutte le suppellettili della Messa. Ne godono i cantori, gli inservienti, quanti assistono. Così pure chi ha offerto l'ostia, il vino od ha contribuito per la funzione. Tutti hanno soccorso d'impetrazione e soddisfazione. Questo frutto non dipende dalle intenzioni del Sacerdote celebrante, ma dalla devozione dei fedeli partecipanti. Essi sono in qualche modo offerenti del Sacrificio, hanno un regale sacerdozio, perché lo presentano per mezzo del Sacerdote a Dio. Frutto speciale. Ne gode chi dà l'elemosina per la celebrazione della Messa: colui, cioè per cui la Messa è applicata. Questo frutto dipende dall'intenzione del Sacerdote: può essere applicato per i vivi o per i defunti. E' di immenso vantaggio far celebrare Messe: e sempre chi dà elemosine di Messe ha per se stesso grandi vantaggi spirituali; sovente anche vantaggi temporali. La Messa è il sole delle devozioni, il centro del culto, il maggior onore che si dà a Dio, giova fare celebrare Messe in vita: si ha frutto più sicuro e più abbondante. 

 

3. Frutto specialissimo è quello che viene al Sacerdote celebrante: E' suo proprio. Questa è la grande dignità e la sorgente massima di meriti per il prete. L'altare è per il Sacerdote l'ineffabile consolazione; il riposo in mezzo alle fatiche, il sostegno in tutte le prove, tentazioni delusioni, provenienti dagli uomini: al buon Sacerdote l'altare basta. 

 

ESAME. — Sento la Messa interamente: da principio alla fine? Potendo ne faccio celebrare? M'istruisco su di essa? 

 

PREGHIERA. — Nella S. Messa esercito la maggior carità verso Dio e verso gli uomini. Siano le mie Messe di grande gloria per Voi, Signore; siano di grande vantaggio per le anime. Non mi è possibile sempre la carità materiale: ma posso dare beni spirituali. O Dio, quale tesoro mi avete dato in mano! La Messa è il tesoro che io posso dispensare con larghezza inesauribile, secondo S. Alfonso. La Messa dà lode e gloria alla SS.ma Trinità, reca letizia agli angeli, ottiene perdono ai peccatori, ai giusti conferisce aiuto e grazia, reca refrigerio alle anime purganti, per tutta la Chiesa militante è di spirituale beneficio, a chi celebra, a chi assiste porta rimedio e medicina contro i quotidiani peccati ed infermità. Concedetemi, o Signore, una grande devozione alla Messa. 

 

FIORETTO: — Ascolta la santa Messa, o recita tre De profundis.

 

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