UN ANNO
CON DON BOSCO
7° Febbraio
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56) Quali puri spiriti creati ci fa conoscere la Fede?
La Fede ci fa conoscere i puri spiriti buoni, ossia gli
Angeli, e i cattivi, ossia i demòni.
152. - Creazione degli Angeli.
Iddio aveva anche creato una moltitudine di Angeli, cioè di Spiriti
senza corpo, arricchiti di eccellenti doni, e li aveva costituiti come
principi presso di sè. La maggior parte di essi conservarono la santità che
avevano ricevuta da Dio nella loro creazione. Ma una parte assai considerevole prevaricò commettendo un gravissimo peccato di superbia,
volendo rendersi uguali a Dio. Capo dei ribelli fu Lucifero, l'angelo più
bello del Paradiso. San Michele, seguito da altri angeli rimasti a Dio
fedeli, si oppose a costoro gridando — Chi è come Dio? — A queste
parole Lucifero e tutti i suoi seguaci furono dalla Divina Potenza in
un momento cacciati dal Paradiso e condannati alle "pene eterne
dell'inferno.
Gli Angeli fedeli a Dio si dicono Angeli buoni, o semplicemente
Angeli: tra essi sono scelti da Dio i nostri Angeli Custodi. Quelli poi
che, per loro superbia, vennero cacciati dal Cielo, si dicono Angeli
cattivi, diavoli o demòni. Stimolati questi dall'invidia, tentano l'uomo con
ogni arte ed inganno per farlo cadere nel peccato ed averlo poi a compagno nella loro dannazione. Uno di essi sotto la forma di serpente andò
a tentare i nostri primi genitori e loro fece commettere una gravissima
disubbidienza. (Bosco, Storia Sacra, 7).
153. - Una predilezione di Don Bosco.
Don Bosco sapeva infondere nei suoi giovani una grande riverenza
e un grande amore al loro Angelo Custode. Diceva: — Ravvivate la
fede nella presenza del vostro Angelo, che è con voi dovunque siate.
Santa Francesca Romana se lo vedeva sempre davanti colle mani incrociate sul petto e cogli occhi rivolti al cielo ; ma, per ogni suo anche più
leggero mancamento, l'angelo si copriva come per vergogna il volto, e
talora le volgeva le spalle.
E perchè avessero fiducia in lui, narrava sovente la storia di Tobia
e dell'Arcangelo Raffaele, il gran miracolo dei tre fanciulli ebrei rimasti
illesi nel fuoco della fornace di Babilonia, e altri simili fatti, dei quali è
piena la Santa Scrittura e la Storia Ecclesiastica. Non si stancava di
ricordare nelle prediche questo tenerissimo celeste amico. — Fatevi buoni
— diceva — per dare allegrezza al vostro Angelo Custode. In ogni
afflizione e disgrazia, anche spirituale, ricorrete all'Angelo con piena fiducia,
ed esso vi aiuterà. Quanti, essendo in peccato mortale, furono dal loro
Angelo salvati dalla morte perchè avessero tempo di confessarsi
bene!
Guai agli scandalosi! Gli angeli degli innocenti traditi grideranno vendetta al cospetto di Dio. (M. B.
II, 263-264).
154. - Cani da guardia.
Il 2 novembre 1893, due suore, Figlie di Maria Ausiliatrice,
devono fare a piedi la strada da Assisi al collegio di Cannara. La notte e
la nebbia rende pauroso il loro cammino. Una di esse dice alla compagna: — Oh se Don Bosco ci mandasse il suo
Grigio!... — Dopo alcuni
minuti ecco comparire un grosso cane che le accompagna fino a casa.
Arrivate al collegio si pensa di dargli da mangiare, ma il cane rapido
infila il portone e scappa.
(...)
155. -
Infestazione diabolica.
Fin dal primo anno in cui Don Bosco si era trasportato in casa
Pinardi, tutte le notti veniva tormentato da rumori assordanti, provenienti dal solaio, che non lo lasciavano riposare. Si tesero trappole, si
vuotò il solaio, e, per consiglio di Don Cafasso, si benedisse il luogo.
Invano! Quel pauroso fenomeno si rinnovava ogni notte. Don Bosco si
risolse di cambiar camera: ma neppure questo mezzo giovò.
Allora fece aprire da un muratore un'apertura sul soffitto, a cui
appoggiò una scala per salirvi, la notte, non appena avesse udite le solite
diavolerie. All'ora solita al primo rumore, Don Bosco balzò col lume
alla ribalta del solaio. Osservò a lungo, e, nulla vedendo, comprese chi
fosse l'autore di un tal fatto. Preso un quadretto della Madonna, lo
appese al muro del solaio- Felice idea! Da quell'istante non si udì mai
più nulla. (M. B. III, 28-30).
156. - Il diavolo me l'ha fatta.
1852.
1° dicembre. In quella notte crollò il nuovo fabbricato dell'Oratorio, causa la continua pioggia e l'infima qualità del materiale.
E Don Bosco al mattino sorridendo esclamava: — Il diavolo me l'ha
fatta; egli non vuole che allarghi l'istituto e raccolga nuovi giovani; ma
noi lo faremo a suo dispetto. Il demonio ha voluto darci un calcio; ma
state tranquilli il Signore è più forte di lui, e il demonio non riuscirà
a impedire l'opera sua! (M. B. IV, 514).
157. - Elefante traditore (sogno).
Don Bosco, come
soleva fare ogni anno, anche quella sera salì sulla
piccola tribuna per comunicare ai suoi figli la nuova strenna, ricavata da
un sogno che egli raccontò in questi termini: — Mi pareva di essere
in camera mia a discorrere col cav. Vallauri, quando tutto ad un tratto
mi si presenta mia madre che mi invita ad andare a vedere che cosa
succedeva in cortile. Esco col Cavaliere, ed ecco presentarsi ai miei occhi
una strana scena. In mezzo al cortile v'era un grosso elefante che, tutto
mansuetudine, serviva di trastullo a gran parte dei giovani. Giunto il
tempo delle sacre funzioni tutti si recano in chiesa. Vi si porta pure il
portentoso elefante, il quale però al momento della benedizione cambia
posizione voltando il muso dalla parte opposta all'altar maggiore. Finite
le sante funzioni, tutti i giovani si portano con l'elefante nel secondo
cortile, dove accade una scena raccapricciante. L'elefante, prima così mite
e docile, diventa tutto a un tratto furioso e minaccioso, menando strage
colla proboscide e colle zampe. Molti giovani spaventati fuggono a ripararsi sotto il manto della statuetta della Madonna, che miracolosamente
si era ingrandito. Ciò che più mi impressionò fu il vedere che alcuni
prendevano le parti dell'elefante, mentre la Madonna, tutta rossa in viso, non
cessava dal chiamare a sè i giovani. Ma ecco che improvvisamente l'elefante rizzandosi sulle zampe posteriori prende l'aspetto di uno
spaventoso mostro colle corna, con un mantello nero avvolge i suoi complici e
sprofonda nelle viscere della terra. {M. B. VII, 356-360).
FRASE BIBLICA. -
Sia esaltato il Dio della mia salvezza.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. -
Stamane don Bosco mi ha detto che non avrebbe difficoltà a levarsi il cappello al diavolo, purché lo lasciasse passare per andare a salvare un’anima.
PREGHIERA DEL MESE. -
Venite, o Spirito di sapienza, ed istruite il mio cuore finchè io tenga sempre fisso innanzi agli occhi il mio ultimo fine, ed in tutte quante le mie opere io sia guidato da una buona intenzione. Fate che io ami e cerchi i beni della terra solamente in quanto sono utili all'anima mia, e necessari nei bisogni della vita presente. Concedete che io conosca sempre più e stimi i beni celesti.
Insegnatemi anche la via di conseguirli con maggior sicurezza e di possederli eternamente. Così sia. Pater
noster... (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)
FIORETTO: — Ripeti lungo il giorno: Signore, liberami dalla morte imprevista.