Uno
dei frutti più belii della vita interiore e della pietà eucaristica e
mariana di S. Giovanni Bosco è la sua imperturbabile calma e pazienza,
che lo rendeva padrone di sé, degli uomini e degli avvenimenti,
abilitandolo mirabilmente alla sua sublime missione di educatore.
Per
conquistare una virtù così necessaria in ordine alla santità e
all’apostolato, mediterò sui punti seguenti:
I
- la calma di Don Bosco nelle grandi occasioni;
II
- la calma di Don Bosco nelle piccole occasioni;
III
- le fonti della calma di Don Bosco.
O
Signore, Dio della pace, da’ luce alla mia mente e forza alla mia
volontà, onde rendermi portatore ed operatore di pace, per meritare di
essere chiamato figlio di Dio.
Punto
Primo
La
calma di Don Bosco nelle grandi occasioni
Il
Papa Pio XI non finiva di ricordare nei suoi discorsi la calma di Don
Bosco che definiva ≪una delle sue caratteristiche più
impressionanti ≫.
Il
padre Felice Giordano, che lo avvicinò molte volte, affermò di lui che
il ≪ niente ti turbi ≫ di S. Teresa pareva passato in
seconda natura, tanto gli era abituale.
Mons.
Taroni, Rettore del Seminario di Faenza, dopo il suo primo incontro con
Don Bosco, diceva: ≪ Ora capisco perché Don Bosco ha fatto tante
cose! Non vedete con quanta calma, con quanta tranquillità parla e
cammina? Come si vede che è un santo!≫. (XIII, 414).
Una
calma sovrana adunque quella di Don Bosco, imperturbabile e costante.
Eppure ragioni per perderla non gliene mancavano. La sua vita fu
continuamente insidiata dai nemici della calma.
Se
si pensa che la cameretta di Don Bosco era abitualmente assediata da
visitatori di ogni genere, che lo premevano con udienze interminabili,
mentre gli affari e le carte facevano ressa sul tavolo, mentre la posta
in arrivo si ammucchiava, ci si può fare un’idea del grado eroico a
cui giungeva la calma del Santo.
Altri
nemici della calma sono i contrattempi di vario genere. Com’è
difficile, per esempio, conservare la calma quando ci accade qualche
disgrazia! A Don Bosco ne accaddero delle grosse, eppure si conservo
sempre calmo e paziente.
Al
crollo improvviso di un edifizio in costruzione, che era costato enormi
sacrifici, Don Bosco impallidì, ma restò calmo e tosto riprese il suo
buon umore dicendo: ≪ Abbiamo giocato al gioco dei mattoni
≫; poi con aria da Santo aggiunse: ≪ Sicut Domino placuit;
sit Nomen Domini Benedictum... Il Signore è il Padrone, deve
piacere anche a me ≫.
Non
è che non soffrisse; ma sapeva soffrire conservando la calma.
In
una notte, in cui il fulmine penetrò nella sua camera e mise a
soqquadro la casa seminando il terrore nei giovani, ecco di nuovo la
calma di Don Bosco tranquillizzare gli animi agitati e disporli alla
preghiera di ringraziamento alla Madonna, perché non v’erano state
vittime.
Durante
un soggiorno a Roma egli fu derubato di un’ingente somma di denaro,
che gli era stata affidata per offrirla al Papa. Ne udì il doloroso
racconto senza battere palpebra, immobile, senza mutare di aspetto, con
una tranquillità che aveva del meraviglioso: non una parola di biasimo
o di lamento o di impazienza uscì dal suo labbro. (XIV, 457).
Dopo
un furioso incendio, sviluppatosi nell’Oratorio durante il pranzo, con
notevolissimi danni,. Don Bosco che era rimasto calmo al suo posto, in
preghiera, esprimeva il suo stato d’animo con le parole: ≪ Sia
fatta la volontà di Dio≫. (XVII, 297). Cosi soleva dire sempre
tanto nelle cose prospere quanto nelle avverse.
Ecco
le lezioni di calma soprannaturale, che mi vengono dal mio Fondatore e
Padre. Non mi posso limitare all’ammirazione, ma, devo pregarlo perché
mi aiuti a praticare soprattutto nelle circostanze difficili, il suo
paterno monito: Niente ti turbi. ≪ Se anche cascasse il
mondo, aggiunge S. Francesco di Sales, non devo perdere la calma, che
vale più del mondo ≫.
Punto
Secondo
La
calma di Don Bosco nelle piccole occasioni
Com’è
difficile conservarsi calmi e non avere nessuno scatto nervoso anche nei
piccoli contrattempi! Don Bosco mi offre meravigliose lezioni anche in
questi casi.
Una
mattina dice ad un confratello di accompagnarlo alla stazione. Ma appena
uscito di camera, ecco un chierico che ha bisogno di dirgli una parola.
Don Bosco si ferma e lo ascolta. Per la scala un altro, e Don Boscosi
intrattiene con tutta tranquillità. In cortile un terzo. Più in là lo
circondano preti e chierici, e Don Bosco dà soddisfazione a tutti.
Finalmente s’incammina verso la porta, ma un giovane gli corre dietro
chiamandolo, ed egli si ferma ancora con una pazienza di Giobbe. Giunto
alla stazione il treno era partito, ed egli con tutta calma andò a
celebrare la Messa alla Chiesa di S. Carlo e prese l’altro
treno.
Ci
sono poi dei casi in cui conservar la calma riesce ancor più difficile.
E quando ci si incontra con certe persone suscettibili e adirate, per
cui gl’incontri facilmente si mutano in scontri. Si e un poco come i
fiammiferi: se se ne accende uno, presto si accendono anche gli altri.
Quando si tratta con una persona eccitata dall’ira, è ben difficile
conservarsi calmi, come si può constatare in casi simili occorsi in
tram o in treno.
Quanti
incontri, che avrebbero potuto diventare scontri, ebbe Don Bosco! Quante
volte nella sua stessa casa fu assalito violentemente con ingiurie e
rimproveri da persone esterne, che non avevano capito il suo operato e
posteggiavano acerbamente, perché sventava le loro mene antireligiose e
massoniche! In tali casi Don Bosco seppe sempre conservare la calma e
riuscì con la sua dolcezza a conquistare e ad amicarsi questi suoi
avversari.(Cfr. VI, 560 ss.; XIV, 406 ss.).
Mons.
Manacorda, a Roma, trovandosi a mensa con Don Bosco e con molti altri
invitati presso un benefattore, tentò di farlo andare in collera
importunandolo, rimproverandolo, contraddicendolo, senza risparmiargli
titoli poco riverenti e parole ironiche. Ma Don Bosco sempre sorridendo,
scherzando, tacendo, seppe schermirsi così delicatamente che quasi a
perdere la calma fu il bravo Monsignore che non riusciva nel suo
intento. (X,1239).
Ecco
dunque Don Bosco sempre calmo nelle grandi come nelle piccole occasioni,
anche negli scherzi poco graditi e intempestivi, davanti ai colpi duri e
violenti, come di fronte alle punture di spillo. Egli mi predica col suo
amabile esempio: ≪Mente ti turbi. Non offendere e non offenderti
mai. Tutto serve per praticare la virtù, che si rivela appunto nelle
suddette occasioni ≫.
Aiutami,
buon Padre, a imitarti almeno nelle piccole occasioni, da che non riesco
ad imitarti nelle grandi.
Punto
Terzo
Le
fonti della calma di Don Bosco
Davanti
a questi mirabili esempi di calma e di pazienza viene spontanea la
domanda: Questa imperturbabilità di Don Bosco era solo questione di
carattere? Era spontanea e naturale? Si può rispondere senz’altro di
no. Don Bosco sapeva conservarsi calmo, perché attingeva
abbondantemente a due fonti di calma: una naturale e una soprannaturale.
1.
Fonte naturale: era il dominio di sè, portato ad un grado
eccelso, mediante il continuo esercizio. Nelle sue memorie
autobiografiche egli ripetutamente accenna alla sua inclinazione alla
collera; anche in .una conferenza ai Salesiani lo dichiarò apertamente.
(XII, 456).
2.
Fonte soprannaturale: Don Bosco riusciva in questo dominio di sè,
perché attingeva prima alla fonte soprannaturale della calma: la sua
fede viva. Egli aveva sempre presente che non cade foglia senza che Dio
lo voglia; che l’uomo si agita, ma Dio lo conduce. Perciò si era
abituato a prendere tutto dalle mani del Signore che è buon Padre e non
permette le cose disgustose se non per il nostro bene. ≪ Era
imperturbabile, disse il Card. Alimonda nel discorso funebre, perché si
era gettato tutto in braccio a Dio ≫. (XIX, 15).
E
perché questa fede non gli venisse meno, egli l’alimentava
continuamente con la preghiera.
Il
Conte Du Bourg, avendo osservato Don Bosco in preghiera dopo la S.
Messa, ha scritto un’espressione meravigliosa: ≪Don Bosco aveva
la calma del cielo nell’anima! ≫. (XVI/ 340).
Egli
aveva la calma del cielo, nell’anima e non la perdeva mai, perché
aveva Dio nel cuore e viveva continuamente unito a Dio. Perciò in lui
si avverava la parola dei libri santi: Non in commotione Dominus: Dov’e
il Signore, ivi non c’è agitazione.
Aiutami,
o caro Santo, a imitarti nella calma imperturbabile: per piacere a Dio,
conformandomi alle disposizioni della Divina Provvidenza; per essere
gradito agli uomini, che si sentono, sempre attratti dalle persone calme
e mansuete, perché, trattando con loro, provano una distensione e un
conforto che li rende più buoni e li avvicina a Dio.
Se
voglio ricopiare in me la fisionomia morale di Don Bosco, non posso
trascurare questa calma paziente e amabile, che fu una caratteristica
evidentissima del Santo dei giovani.
Voglio
perciò esercitarmi come lui nel dominio di me stesso nonostante le
inclinazioni contrarie della natura; e a questo scopo attingerò la
forza alla fonte soprannaturale: la fede viva che Dio tutto dispone per
mio bene.