LA
CASTITÀ DI DON BOSCO
Pio XI parlando della
purezza instillata da S. Giovanni Bosco nel suo più fedele discepolo S.
Domenico Savio, la definì ≪una purezza veramente liliale,
angelica, ispirata alla SS. Vergine, Madre ispiratrice di ogni purezza
≫. Mediterò oggi su questa virtù caratteristica del mio
Fondatore e Padre, considerandone:
I - l’esempio;
II - i principi;
III - i mezzi da lui
suggeriti per praticarla.
Unirò a queste
considerazioni l’ardente preghiera alla Vergine Immacolata perché
voglia rendermi umile, forte e robusto per la pratica della castità.
Punto Primo
Gli
esempi di S. Giovanni Bosco
Quanti hanno avvicinato
Don Bosco sono concordi nell’asserire che ≪lo splendore della
virtù della purità traspariva da ogni suo gesto, da ogni sua parola.
Era un angelo in carne. (XII, 371).
Il suo biografo fa in
proposito questa significativa dichiarazione: ≪Noi siamo
intimamente persuasi che qui soprattutto consista il segreto della sua
grandezza, vale a dire che Dio lo abbia colmato di doni straordinari e
che di lui si sia servito in opere meravigliose, perché si mantenne
sempre puro come un angelo ≫. (V, 157).
1. Don Bosco fu un
angelo nel portamento e nel tratto. Ogni
sua azione spirava un tale candore verginale da rapire ed
edificare qualunque persona si avvicinasse a lui, fosse pure un
traviato. ≪Io gli sono stato vicino, scrive il suo segretario,
l’ho assistito per oltre vent’anni e posso affermare che la virtù
della modestia negli sguardi, nelle parole, nei tratti fu da lui portata
al più sublime grado di perfezione. Da lui si diffondeva una influenza
edificante. Io stesso posso dire che, stando vicino a lui, la sua
presenza allontanava da me ogni pensiero molesto≫. (VII, 81).
2. Angelo nel parlare.
La lingua parla dell’abbondanza del cuore. Don Bosco l’ aveva
nel cuore la bella virtù, perciò quando ne parlava diventava eloquente
di una eloquenza irresistibile. Era davvero angelo sceso dal cielo, per
portare il celeste messaggio della purezza in questo mondo corrotto.
Ecco perché i suoi figli sono unanimi nel dire che il Santo, quando
parlava della virtù angelica, si trasfigurava e pareva non più un
uomo, ma un angelo, che avesse il potere di elettrizzarli per questa
virtù.
3. Angelo
nell’amare. Questo apostolo della gioventù ebbe da Dio una
potenza smisurata di amare: forse fu il Santo che più amò la gioventù;
certo nessun santo vide meglio di lui, chiara e definita, la sua
missione tra i giovani fin dall’alba della sua vita e consacrò la sua
straordinaria energia, morale e fisica, ai prediletti del suo cuore,
ossia ai giovani poveri e abbandonati.
Orbene, se si pensa che
Don Bosco passò cinquanta anni tra i giovani, amandoli qual padre
amantissimo ed essendone riamato con amore filiale, ardente,
tenerissimo; e che in questa diuturna, intima e familiare convivenza coi
giovani vide sempre solo delle anime e non si permise mai la benchè
minima manifestazione sensibile del suo esuberante amore verso quelli
che egli chiama i suoi ≪cari figliuoli≫, si comprende come
egli fu davvero mandato da Dio per mostrare come si deve amare la
gioventù. Nè si tratta del burbero benefico che non conosce finezze,
ma di un uomo che è l’amabilità in persona. L’amorevolezza è uno
dei capisaldi del sistema preventivo di Don Bosco. Questa è appunto
l’esigenza fondamentale della pedagogia salesiana: amare i giovani di
un amore forte e generoso, di modo che essi si accorgano che sono amati;
ma nello stesso tempo essere angeli per il tratto, fatto di riserbo e di
candore.
Vergine Immacolata,
illuminami e aiutami a ricopiare lo caratteristiche della castità di
Don Bosco.
Punto
Secondo
I
principi
Alla scuola di S.
Giovanni Bosco si possono fissare questi principi fondamentali che
rendono sempre più convinta ed efficace la pratica della castità.
1. La castità e una virtù,
quindi importa essenzialmente la libertà. Tutto ciò che non è
volontario non intacca la virtù; le tentazioni, le lotte, le difficoltà'
non devono quindi turbare, purché non siano volute. Invece, tutto ciò
che è volontario e si può
evitare, va evitato.
2. La castità e una virtù
morale, che impegna soprattutto la volontà. Non si risolve
questo problema leggendo molto intorno ad argomenti delicati, ma volendo
energicamente, mortificandosi, fuggendo le occasioni.
La castità e la virtù
dei forti e non dei curiosi e degli imprudenti. Don Bosco esige riserbo,
delicatezza, e predica continuamente la mortificazione, energica e la
fuga delle occasioni.
3. La castità e una virtù
intransigente. Non la si può praticare a metà, distinguendo tra
ciò che e grave e ciò che è lieve. Senza l’intransigenza assoluta
di fronte ad ogni concessione pericolosa, la passione divampa e
trascorre nei più gravi eccessi.
4. La castità e virtù totalitaria,
che impegna quindi tutti i settori della vita spirituale. E’ un
frutto buono che matura se tutto l’albero è buono. E’ la felice
risultante della perfetta regolarità ed osservanza religiosa nella
povertà, nell’obbedienza, nella pietà, nello studio, nel lavoro, nel
cibo, nel divertimento. Perciò Don Bosco scrive che ≪fedele
custode della castità è l’esatta osservanza delle nostre sante
Regole, specialmente dei voti e delle pratiche di pietà≫. (Costituz.
Intr., p. 34).
5. La castità e una virtù
soprannaturale. Non bastano i poveri mezzi umani; ci vuole la
forza che viene da Dio perché la castità è un dono di Dio. Nessun
mezzo è più necessario e più sicuro per vincere le tentazioni contro
la bella virtù che un ricorso immediato a Dio. Il Sacramento della
penitenza comunica una speciale vigoria, attinta dal sangue di Gesù che
ci preserva dal cadere. Il Pane Eucaristico è il miglior rimedio contro
la concupiscenza; dall’Eucaristia si attinge forza contro ogni
seduzione impura e un’attrazione sempre più forte verso l’Agnello
Immacolato: ≪Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue, rimane
in me ed io in lui≫. (Giov., 6, 57).
S. Giovanni Bosco mi
ricorda altresì che la castità è la virtù indispensabile per il
Salesiano, senza della quale tutto va in rovina. ≪Sono
d’aggravio alla Congregazione — egli afferma — coloro che non
osservano fino allo scrupolo la virtù della castità, senza la quale
uno solo può essere cagione di rovina alla Congregazione intera
≫. (XI, 299).
Convincimi, o buon Padre,
di queste sapienti norme e rendimi coerente ad esse, sempre e ovunque,
per essere esempio luminoso nella pratica di questa virtù e saperla
formare nei giovani.
Punto Terzo
I
mezzi
Il buon Padre nella sua
accortezza non si limita a darmi dei principi generali, ma scende al
concreto e mi offre preziosi suggerimenti e mezzi particolari, di
indiscussa efficacia nella pratica della castità.
1. Evitare la familiarità
con persone di altro sesso, nè mai contrarre amicizie particolari coi
giovani. Carità e buone maniere con tutti, ma non mai attaccamento
sensibile con alcuno.
2. Osservanza del
silenzio sacro, dopo le orazioni della sera fino al mattino dopo la S.
Messa.
3. Mortificazione
dei sensi e speciale temperanza nel mangiare e nel bere, unita al
distacco effettivo ed affettivo dalle persone, dai luoghi e dalle cose
mondane. ≪Tenetevene lontani — egli scrive — non solo col
corpo, ma fin con la mente e col cuore≫. (Costituz. Intr., p.
34).
4. Massima sollecitudine
di non mai trascurare la Meditazione, la Lettura Spirituale, la Visita
al SS. Sacramento, la Confessione settimanale, la S. Messa e la
Comunione quotidiana, il Santo Rosario e l’Esercizio della Buona
Morte. Sono questi gli alimenti indispensabili della purezza.
≪Senza di me non potrete far nulla ≫ ammonisce Gesù. Perciò
Don Bosco vuole che si vada a Gesù, che si viva di Gesù per mezzo
delle pratiche di pieta, onde vivere nella purezza vittoriosa e
irradiante.
5. ≪Per custodire
illibata e perfezionare la castità esiste un mezzo la cui meravigliosa
efficacia è confermata dalla ripetuta esperienza dei secoli, e cioè
una devozione solida e ardentissima verso la Vergine Madre di Dio. In un
certo modo tutti gli altri mezzi si riassumono in tale
devozione: chiunque vive la devozione mariana sinceramente e
profondamente, si sente spinto certamente a vegliare, a pregare, ad
accostarsi al tribunale della Penitenza e all’Eucaristia≫. Così
insegna sapientemente e autorevolmente Pio XII nell’Enciclica sulla
verginità. S. Giovanni Bosco si associa al Supremo Pastore nel
ricordarci che Maria ≪ è chiamata Aiuto dei Cristiani, sia
contro i nemici esterni che contro i nemici interni≫. (XIII, 409).
Senza la purezza non c’è
vita salesiana. ≪ Come la povertà contraddistingue i Figli di S.
Francesco d’Assisi, e l’obbedienza i Figli di S. Ignazio, così ciò
che deve contraddistinguere la nostra Società è la castità ≫.
≪ La modestia nel parlare, nel guardare, nel camminare in casa e
fuori, siano tali nei nostri soci che li distinguano da tutti gli
altri≫.
Devo quindi curare
soprattutto questa virtù e perciò devo attenermi con docilità e
costanza ai mezzi ed ai principi che Don Bosco mi ha suggerito.
Sostienimi,
o buon Padre, nell’arduo cammino. Fa’ che anche per mezzo mio, la
casa in cui abito sia una vera casa salesiana, da cui sia sbandito ogni
incentivo al vizio, affinché i giovani vi trovino quell’ambiente
sereno e soprannaturale, nel quale cresce rigogliosa la virtù angelica.