La pazienza è una virtù importante perchè
fa attingere fiducia per un più sereno e stabile equilibrio nel ritmo
quotidiano di tutta la vita.
La pazienza è qualcosa che sta tra la fede e l'equilibrio, la speranza e il buon senso: comincia nell'umiltà e finisce nella gioia.
La pazienza è la virtù dei forti, cioè della gente che non limita la vita nel cerchio ristretto delle piccole preoccupazioni
quotidiane, che non si perde nelle incertezze e non si stanca nelle « attese » di cui la vita è seminata, ma guarda con fede alla meta.
La vita è un po' come una sala d'aspetto: si parte per prendere un treno e si discende per entrare in un'altra sala d'aspetto, poichè la nostra meta non è di questo mondo. E il nostro cuore lo sa: lo manifesta nella sua continua inquietudine quando s'è raggiunto una cosa pur tanto desiderata.
I forti hanno anch'essi le loro sale d'aspetto, ma il cuore è ben radicato alla meta terminale del viaggio ed il loro cammino è paziente.
L'impaziente crede sempre d'essere arrivato e si stupisce ed accanisce contro se stesso quando s'accorge che gli rimane ancora un lungo cammino da percorrere.
È facile che ciò avvenga soprattutto nella vita spirituale. Per un certo tempo si cammina bene: si prega, si medita con frutto, si riesce nell'apostolato e il lavoro fila. Ad un certo momento c'è un intoppo sulle rotaie ed il nostro treno in corsa traballa, devia. A questo punto s'incontra spesso chi perde la fiducia ed accusa un'invincibile stanchezza ed affiora dalle labbra il « tanto non ci riesco », che è una mancanza contro la speranza ed un comodo sistema per rinunciare alla lotta: è proprio degli impazienti essere gente che perde
tempo, infiacchisce l'anima e fa pesare sugli altri la pena della propria insoddisfazione.
Il paziente, invece, risolleva ad uno ad uno i caduti, forse con fatica, ma tuttavia senza indugio; accomoda la leva guasta e dà un giro ai freni che s'erano rallentati; poi riprende la sua corsa. A volte i primi giri di ruota sono duri, cigolano con fatica, finchè lentamente il calore benefico della motrice li investe e scivolano veloci sui binari, cantando.
La « pazienza che canta » è la vera pazienza, quella dei Santi; è la pazienza che sa pregare con umiltà, chiedere con insistenza al Signore, ma con un'insistenza gioiosa piena di speranza, che dà la forza per continuare il cammino.
La pazienza è virtù di fede: fede in Dio e negli uomini e nella bontà della vita; certezza della grazia che lavora in tutte le anime; è sicurezza di un'eternità che verrà e sulla quale soltanto possiamo misurare il ritmo della nostra vita.
Unico Maestro di tutti è Gesù, che insegna la verità e dà la vita.
Noi infatti vogliamo la vita, vogliamo quegli insegnamenti che sono validi per la vita, che alimentano l'anima e fanno di noi persone vigorose, amanti, immortali.
RIFLESSIONE
L'anima che riflette e che fa oggetto della sua riflessione Dio e la sua grandezza, se stessa e la sua bassezza, le anime e l'amore con cui Dio le ha amate e le ama, si approfondisce sempre più nella conoscenza e nell'amore dello stesso Dio, nella dimenticanza e nel disprezzo di sè, nell'amore e nello zelo per la salvezza e nella santificazione delle anime.