UN ANNO CON MARIA
22° Giugno
NATO PER NOI DA MARIA VERGINE
Nella festa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, il nostro « grazie » sale riconoscente al Padre, che ci ha donato il Verbo divino, Pane vivo disceso dal cielo, e si eleva con gioia alla Vergine, che ha offerto al Signore la Carne innocente e il Sangue prezioso che riceviamo all'Altare. "Ave, verum Corpus": Corpo vero, veramente concepito per opera di Spirito Santo, portato in grembo con ineffabile amore, nato per noi da Maria Vergine: "natum de Maria Virgine". Quel Corpo e quel Sangue divino, che dopo la Consacrazione è presente sull'Altare, e viene offerto al Padre, e diventa comunione d'amore per tutti, rinsaldandoci nell'unità dello Spirito per fondare la Chiesa, conserva la sua originaria matrice da Maria. Li ha preparati lei quella Carne e quel Sangue, prima di offrirli al Verbo come dono di tutta la famiglia umana, perché Egli se ne rivestisse diventando nostro Redentore, sommo Sacerdote e Vittima.
Giovanni
Paolo II
MARIA
CON NOI
Verso la fine del 1300, un certo Bonora Ondidei di Levola di Montefiore Conca (RN) si ritirò sul Monte Auro per dedicarsi alla preghiera. Qui abitò nella località di Villa S. Martino in una casetta di tre stanze, una delle quali adibita a cappella, adornata di affreschi raffiguranti Gesù, la Madonna e i santi. E' proprio l'immagine della Madonna che è diventata oggetto di devozione dei fedeli. La Vergine, venerata con il titolo di Madre della Divina Grazia, è raffigurata con il bambino seduto sulle ginocchia che prende il latte. Indossa una veste di colore rosso con il manto azzurro e sul petto ha una stella raggiante. Nel 1833 ci fu un fatto clamoroso che aumentò la fama di questo luogo mariano già tanto amato: il primo miracolo. Annunziata Rossi, contadina di 31 anni che viveva nel Borgo di Montefiore, era gravemente ammalata da una forma di quella che oggi noi chiameremmo avitaminosi. Un consulto medico di luminari della zona aveva emesso una diagnosi mortale. La donna decise allora di recarsi a pregare di fronte all'immagine della Madonna della Cella di Bonora. Trascinandosi a fatica, da sola, pregò intensamente chiedendo di guarire e ritornò a casa completamente guarita. La Curia di Rimini svolse un regolare processo canonico. Questo fu il primo miracolo storicamente accertato. Nel 1834 il parroco di Montefiore, don Domenico Rovelli, per conservare al meglio l'immagine della Madonna, visto lo stato di progressivo abbandono e rovina dei luoghi della Cella di Bonora, decise di far tagliare la parete dove era stata dipinta per trasportarla poi in paese presso la chiesa parrocchiale di San Paolo. Ma qualcosa fece interrompere questo progetto. Infatti, tutte le volte che il muratore tentava di staccare con i suoi attrezzi questo dipinto dal muro veniva come accecato e non riusciva a continuare il lavoro. Così il parroco fu costretto a cambiare idea e nel 1835 incaricò un ingegnere di Gemmano di realizzare un progetto di sistemazione e ampliamento della Cella di Bonora.
MONTEFIORE CONCA - Madonna di Bonora
FIORETTO: — Consacra oggi i palpiti del cuore a Gesù e procura che tutti siano santi e degni di Lui.