UN
ANNO CON IL SACRO CUORE
5° Gennaio
VIGILIA DELL'EPIFANIA LA VENUTA DEI MAGI
Essendo dunque nato Gesù in Betlemme di Giuda, regnante il re Erode, ecco che i magi arrivarono dall'Oriente a Gerusalemme dicendo: Dov'è il nato re dei Giudei? Perchè abbiam veduta la sua stella in Oriente e siam venuti per adorarlo (S. Matteo,
II, 1).
1° Preludio. I Magi, veduta la stella del Messia, quella stella che era stata predetta dai profeti, sono venuti. Quando la stella miracolosa scomparve dal loro sguardo, essi seguirono la via ordinaria, consultarono i sacerdoti ed i dottori.
2° Preludio. Signore Gesù, datemi la docilità dei Magi e quella perfetta conformità alla volontà divina che formò tutta l'aspirazione del vostro Cuore.
1°
PUNTO. La docilità dei Magi alla chiamata divina. I Magi ci danno una grande lezione di docilità e di conformità alla volontà divina. La loro docilità indica prima di tutto che essi erano abitualmente raccolti, calmi, contemplativi, attenti alle grazie ed alle luci divine. La stella meravigliosa fu vista da molte persone, eppure solo i tre Magi, e meritano veramente il nome di saggi, seguirono la sua direzione. Essi si ricordarono della predizione di Balaam: Orietur stella ex Jacob (Num. XXIV, 17). Le anime agitate, distratte, non comprendono i consigli divini. In un'acqua pura e chiara il sole può riflettersi in tutta la sua grandezza, in tutta la sua bellezza, in tutto il suo splendore; e può farvi penetrare i suoi raggi benefici, anche vi aliti un leggero soffio di vento. Non così delle acque turbate, agitate dall'uragano, sollevate in fiotti di schiuma. E queste acque rappresentano le anime agitate dal peccato, dalle passioni e dalle abitudini cattive. I Magi seguono le tracce d'una stella, senza sapere ove li conduca; ma rischiarati da una luce interna, seguono docilmente il nuovo astro. Imitiamo la loro fedeltà nel seguire le ispirazioni della grazia. I Magi credono ciò che Dio rivela loro, anche se al loro sguardo sembra tanto oscuro e misterioso. E per andare ad adorare il bambino Salvatore intraprendono un lungo e faticoso viaggio, si sottomettono a grandi sacrifici, ed a ben grandi fatiche. Dio non ha bisogno delle nostre offerte, ma ama i cuori generosi e devoti, per cui ricompensò i Magi facendo loro trovare il Bambino Gesù e sua Madre.
2° PUNTO: Loro fedeltà nella prova. I Magi ignorano il termine del loro viaggio: Ubi est Rex Judaeorum, ov'è il Re dei Giudei? Anche la loro fede e la loro confidenza vengono provate per mezzo della scomparsa della stella, che è la guida che li dirige. Ma essi che sono semplici ed umili, interrogano coloro che li possono rischiarare: Ubi est? Si radunano allora i principi dei sacerdoti poichè la domanda è importantissima. Quando i Magi sono quasi al termine dei loro desideri, al termine del loro viaggio, la stella ritorna ancora, ma non serve che per rinfrancarli nella fede e rendere la loro condotta più meritoria. I Magi compiono il viaggio da soli, senza inquietarsi se il popolo di Gerusalemme li segue, dando prova di fermezza nella fede e di generosità nella fedeltà alla grazia. Dopo aver offerti i loro doni vengono avvertiti in sogno da un Angelo di non ripassare da Erode, quindi se ne tornano per un'altra via. Siccome cercarono sempre e in tutto la volontà di Dio e pregarono per conoscerla, la grazia non venne loro negata ma ricevettero sicura risposta alla loro preghiera. I Magi non discussero, non chiesero se Erode li attendeva, se venivano meno alle regole della civiltà; si preoccuparono solo di cercare Dio e di fuggire il mondo nemico di Dio.
3° PUNTO: La docilità dei Magi è per noi un grande esempio di conformità alla volontà divina e di corrispondenza alla grazia. Noi abbiamo più comodità dei Magi di trovare nostro Signore e conoscere la sua divina volontà. Egli è sempre vicino a noi nella Santa Eucaristia; non abbiamo molta strada da fare, lo troviamo quando vogliamo. Abbiamo anche numerosi mezzi per conoscere la volontà del suo divin Padre e la sua. La grazia non ci nega questi mezzi se noi li chiediamo: non ci nega superiori e direttori che ci guidino in nome suo e ci traccino la nostra via. Imitiamo la docilità dei Magi e come loro noi troveremo «Gesù e la Madre sua». Lo troveremo, e questo sarà la nostra e la sua gioia; e mediante l'obbedienza adempiremo la sua volontà e corrisponderemo ai suoi desideri. Questo non ci deve bastare? Se il Cuore del nostro Signore è soddisfatto, che importa se il mondo, i nemici di Dio non lo sono? Le gioie del Maestro devono essere anche quelle del discepolo. L'adempimento docile della divina volontà forma i santi. Nei singoli santi la maniera di vivere, le opere, i lavori, le sofferenze, le lotte, i trionfi sono stati differenti; tuttavia furono altro che il compimento della divina volontà, la corrispondenza alle grazie ricevute. Essi sono divenuti tanto più grandi in santità ed in perfezione quanto più è stata grande la corrispondenza e la fedeltà alle divine ispirazioni. Ciascuno comprese per la luce della grazia e per la voce dei propri superiori, ciò che Dio domandava da lui. Se la vocazione, la missione loro, erano straordinarie, le grazie ed i mezzi per compierle lo erano pure: «A colui al quale è stato molto dato, sarà molto domandato». I loro atti di virtù, le loro opere eroiche, l'ispirazione non vengono dalla loro propria natura, né dal mondo, ma dallo spirito di Dio. A quest'impulso, a questa ispirazione i santi hanno prestato l'orecchio del loro cuore; essi hanno seguito la loro vocazione e si sono santificati conformandosi fedelmente e docilmente alla volontà di Dio. Nostro Signore stesso non ebbe altra regola di vita; la legge del suo Cuore fu di fare la volontà del Padre suo. Ecco il nostro modello e l'unica via da seguire. Ripetiamo l'Ecce veni del divin Cuore di Gesù.
Risoluzioni. Sì, Maestro amatissimo, eccomi per fare la vostra divina volontà: essa mi è chiaramente rivelata per mezzo delle vostre ispirazioni, della mia regola, dei miei superiori. Quid me vis
facere? Che volete che faccia in questo momento? Che devo fare per accontentare il vostro divin Cuore? La vostra volontà sarà ogni giorno e sempre la mia regola di condotta.
FIORETTO: - Non scoraggiarti mai : con una volontà energica non solo ti salverai, ma ti farai santo. - Recita un
atto di speranza.