UN
ANNO CON IL SACRO CUORE
19° Febbraio
VITA D'OBBEDIENZA
E la madre sua gli disse: Figlio perchè ci hai tu fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, andavamo in cerca di te... e se ne andò con loro a Nazareth ed era ad essi soggetto (S. Luca, II, 48).
1° Preludio. Gesù ubbidiva a Maria ed a Giuseppe, umilmente, costantemente, affettuosamente.
2° Preludio. O Gesù, fate che io sia obbediente ai miei superiori, alla regola, al direttore.
1°
PUNTO: Gesù obbediva. — Due sole parole valgono a riassumere tutti i venticinque anni della vita di Nazareth: Erat
subditus: Gesù era suddito ed obbediente; il suo divin Cuore ha scelto l'obbedienza per riparare l'orgoglio del nostro. Gesù obbediva innanzitutto al suo divin Padre. Quest'era la vita sua: Ecce
venio, ut faciam voluntatem tuam. Il salmista l'aveva caratterizzata in questo modo, e lui stesso nel corso della vita ripete sovente quest'affermazione: « Faccio sempre ciò che piace al Padre mio, obbedisco sempre al mio Padre »; ed obbedì ai disegni del Padre suo fino alla morte di Croce. Ma non è solamente al suo divin Padre che Gesù obbediva: era sottomesso a Maria ed a Giuseppe. « Fino all'età di trent'anni, dice
Bossuet, non fece altro che obbedir loro ». Ed il grande Vescovo continua: « Quest'espressione mi meraviglia moltissimo. Ma è tutto questo l'ufficio di Gesù Cristo, del Figlio di Dio? Tutto l'officio, tutto il lavoro consiste nell'obbedire a due sue creature? Ed in che cosa obbedisce loro ? Nei più bassi lavori, nella pratica d'un'arte meccanica! Che diranno in proposito tutti coloro che si lamentano, e che mormorano, quando devono adattarsi ad occupazioni che non rispondono alle loro abilità, o meglio, al loro orgoglio? Ma vengano un po' nella casa di Maria e di Giuseppe, e vi vedano lavorare Gesù Cristo. Non leggiamo mai che questi sposi abbiano avuto domestici, ma furono come poveri artigiani, i cui figliuoli sono
i loro servitorelli... O Dio, io mi commuovo sempre più! Orgoglio, vieni a morire davanti a questo spettacolo! » (8a elevazione della 20a settimana). Gesù obbediva alla legge di
Mosè. Non solo da fanciullo andò al Tempio nelle feste prescritte, ma anche durante la vita pubblica. « Il Figlio dell'uomo, non è venuto ad abrogare la legge, ma a perfezionarla » . Obbedì alle leggi civili per mostrare che ogni autorità viene da Dio: « Date a Cesare quel che è di Cesare » Obbedì a
Pilato, al Sinedrio, ai suoi carnefici! ... Ed ora continua nell'Eucaristia la sua vita di perfetta obbedienza...
2° PUNTO: Eccellenza di quest'obbedienza. — Mediante l'obbedienza Gesù rese al suo eterno Padre l'omaggio che gli è dovuto; mediante l'obbedienza Egli ci salvò. Dio è il padrone supremo, ma gli omaggi delle creature sono incapaci di rendergli il culto d'amore e di sottomissione ch'Egli si merita. Solo Gesù è «un dominio confacente a questa divina sovranità, un campo immenso ed aperto ai suoi voleri ed alle sue operazioni. Per
Gesù, solamente per Gesù, Dio può fare in una creatura ciò che gli pare, e non solo senza ostacoli, senza indugi, ma senza riserva e senza limiti» (S. Gay, Vita e virtù cristiane. Volume 2°, pag. 344). Finalmente, solo Gesù ha offerto al Padre suo un'obbedienza che ne adeguava l'autorità. Ma Dio non è solo il padrone supremo, è anche il Padrone offeso, per cui «non bastò che l'obbedienza di Gesù raggiungesse la pratica: bisognò che raggiungesse il sacrificio. L'obbedienza non fece più di lui un soggetto, ne fece una vittima. Ecco perchè san Paolo avendo detto che il Cristo è stato obbediente aggiunge subito: fino alla morte, ed alla morte di croce» (S. Gay pag. 346). Grazie all'obbedienza Gesù ci ha salvati; è san Paolo che ce lo dice. «Come per la disobbedienza d'un solo uomo, Adamo, molti sono costituiti peccatori, anche per l'obbedienza d'uno solo,
Gesù, molti saranno costituiti giusti» (Ai Rom. V, 19). Con la nostra obbedienza noi concorriamo con Gesù ad onorare Dio ed a salvare la nostra anima e quella dei nostri fratelli.
3° PUNTO: Qualità, di quest'obbedienza. — E' stata subito perfettamente soprannaturale. Era sempre ed unicamente la volontà del suo divin Padre che Gesù cercava; quando obbediva a
Maria, a Giuseppe, alle leggi umane, ai carnefici era al Padre suo che obbediva. E così avviene di noi, quando obbediamo alle nostre regole per amor di Dio. L'obbedienza di Dio era esatta e coscienziosa. «Ha fatto bene ogni cosa», ha curato il lavoro di falegname, come avrebbe curata un'opera di grande valore. Dio attende da noi cura ed esattezza in ogni nostra opera. L'obbedienza di Gesù era cordiale, pronta e generosa: Era sempre pronto. Facciamo anche noi lo stesso in tutte le manifestazioni della volontà divina. Era intera e senza riserve. Gesù obbedì in tutto dal presepio al Calvario, senza esaminare se l'ordine dato era di suo gusto, ma bastandogli la sola espressione di un desiderio. Obbedì di spirito e di cuore, con lo sguardo sempre fisso al suo eterno Padre onde conoscere la sua divina volontà e conformarvisi pienamente. La sua obbedienza è perseverante, senza intervalli, senza rilassatezza, senza stanchezza. Egli ha obbedito fino alla morte di croce; obbedisce ancora nell'Eucaristia ed obbedirà fino alla fine dei secoli. Quale esempio! Posso abbracciare con esitazione una virtù che il Cuore di Gesù ama tanto?
Risoluzione. — Comprendo ora, Signore, che l'obbedienza è ciò che ha di più gradito agli occhi del vostro divin Padre per onorarlo e per cancellare gli oltraggi che riceve dalla disobbedienza dei peccatori. Voglio obbedire, meglio che per il passato, ai superiori ed alla mia regola; datemi voi un cuore obbediente come il vostro.
FIORETTO: — Studia il perché della tua tiepidezza; e oggi prega con fervore.