UN
ANNO CON IL SACRO CUORE
10° Marzo
GESU' VA AL GETSEMANI
Quindi uscì per andare, secondo il solito, al Monte degli Ulivi, ed i suoi Apostoli lo seguirono. Giunto sul luogo disse loro: Pregate, per non cadere in tentazione (S. Luca, XXII, 39).
1° Preludio. Nostro Signore si reca là, ove sa che il traditore deve venire a cercarlo: va e prega mentre lo attende.
2° Preludio. Datemi, Signore, l'abbandono alla divina volontà, anche quando essa esige sacrifici.
1°
PUNTO: Abitudine della preghiera. — Quando Gesù ebbe terminata la sua ultima conversazione con i discepoli, abbandonò il cenacolo, discese nella vallata del
Cedron, attraversò il torrente con i discepoli, e si diresse, come era solito, verso il Monte degli Ulivi. Il Cedron era il torrente nero, che riceveva il sangue di tutte le vittime del Tempio. Qui Elia era stato martirizzato sotto il re Manasse: qui ogni anno s'immolava la mucca rossa per l'espiazione dei peccati del popolo. E' pure di là che si lanciava il capro espiatorio che andava a morire nel deserto. Vi era una fattoria o una villa il cui padrone era, molto probabilmente, in relazione col Salvatore. Il giardino si chiamava
Getsemani, o torchio dell'olio; in esso crescevano bellissimi, opulenti ulivi, sotto i quali il Salvatore andava ogni sera a pregare nella calma e nel silenzio. Quel giorno lasciò gli apostoli all'ingresso dicendo: Sedetevi qui, mentre io vado un po' più lontano a pregare; e prese con sè solo Pietro, Giacomo e Giovanni, e li invitò a pregare poco lontano da lui. Consideriamo che Gesù non domandò a tutti gli apostoli la stessa quantità e fedeltà di preghiera, ma tenne invece conto della formazione delle anime, dello zelo, della vocazione speciale. Era sua abitudine ogni sera, dopo aver istruito il popolo e guariti i malati, di ritirarsi nella solitudine per pregare. Ed io mi riservo il tempo necessario ai miei esercizi di pietà? Vi sono fedele ogni sera anche dopo una giornata di fatica? Non sono divenuti, forse per abitudine, una seconda natura?
2° PUNTO : Conformità alla volontà divina. — Nostro Signore sapeva che Giuda lo avrebbe cercato là, tuttavia non cambiò le sue abitudini. Andò come tutte le sere a pregare al solito posto. La disposizione abituale del suo cuore era di compiere tutta la volontà del Padre suo:
«Perchè il mondo conosca, dice, che io amo il Padre mio e che faccio tutto ciò che mi ha ordinato» (San Giov.
XIV, 31). Qui conviene richiamare alcune figure. E' di là, che David uscì da Gerusalemme, seguito dai suoi nemici, Assalonne ed i suoi complici e, con qualche servitore, passò a piedi il Cedron piangendo ad alta voce (2
lib. dei Re, XV, 16). Seguiamo anche noi in questo modo il nostro Salvatore piangendo lacrime di vera compassione.
Gesù, solo, in disparte, prega lungamente; il grande sacrificio incomincia. Nostro Signore non poteva omettere la preghiera del sacerdote che si prepara ad offrire il sacrificio. E come deve essere stata intensa questa preghiera, poiché il sacerdote stava per offrire il sacrificio della propria vita. Nostro Signore prende solamente con sè tre discepoli i quali sono come i ministri ausiliari del sacrificio. Il prendere parte alle sofferenze di Gesù Cristo è un favore riservato alle anime privilegiate; il ricevere lo spirito di sacrificio e l'immolazione in unione a Gesù è una grazia insigne e singolare. Nostro Signore volle mostrarci che gli amici fedeli nell'afflizione sono rari, e ci dà qui una doppia lezione. La prima è che noi dobbiamo saperci rendere vicendevolmente gli eventuali soccorsi materiali che ci vengono manifestati dalla volontà di Dio: la seconda è che dobbiamo amare moltissimo
Gesù, se vogliamo che egli ci consideri amici privilegiati del suo Cuore, e ci ammetta come Pietro, Giacomo e Giovanni a prendere parte alle sue sofferenze, mediante la nostra pietà verso di lui, e le nostre prove sopportate generosamente.
3° PUNTO: Il giardino del
Getsemani. — San Giovanni fa notare che vi era un giardino. Tutto è mistero nel Vangelo. Nel primo giardino dell'Eden l'uomo decadde; nel giardino degli ulivi sta per cominciare il grande sacrificio riparatore. L'Eden era ricco di fiori luminosi e fulgidi, il Getsemani non ha che scuri ulivi in un burrone sinistro: è il giardino del torchio. Quanto ci ha amato Gesù nel divenire il secondo Adamo, allo scopo di renderci ciò che il primo aveva perduto, ed ancora di più! Il primo giardino era il paradiso giocondo; il secondo è il giardino delle lacrime e dell'agonia. Ma nel Getsemani vi sono grossi ulivi, e l'ulivo è il simbolo della pace e della riconciliazione. Il ramo d'ulivo portato a Noè dalla colomba venne ad annunciargli che il diluvio era finito. Il mondo pagano meritava sì un secondo diluvio, ma Dio si accontenta del diluvio del sangue, del sudore e delle lacrime che inonderanno le membra di Gesù ai piedi degli ulivi; e l'albero simbolico sarà nuovamente il testimonio della riconciliazione. E' qui che fra qualche giorno nostro Signore saluterà i discepoli, lasciando loro la pace, mentre egli andrà a conciliarci con il divin Padre, e gli presenterà il suo sangue, le sue stigmate e tutti i meriti della sua passione. Rispondiamo con il nostro amore all'amore del Cuor di Gesù che si offre in sacrificio per noi (Gal.
II, 2).
Risoluzione. — Andrò in spirito al Getsemani per pregare anch'io: ho tanto bisogno di pregare per ottenere perdono, per prepararmi ai sacrifici giornalieri di questa vita e per la salute dei miei fratelli. Signore, datemi lo spirito di preghiera, unitemi alla preghiera ed alla riparazione del vostro Sacro Cuore.
FIORETTO: — Recita tre Pater al Crocifisso per quelli che hai offesi.