UN
ANNO CON IL SACRO CUORE
19° Marzo
SAN GIUSEPPE
Avendo S. Giuseppe riflettuto, l'angelo del Signore gli dice nel sogno: Giuseppe, figlio di Dio, non aver timore di ricevere Maria tua sposa; perchè Ella ha concepito di Spirito Santo: Ella partorirà un figlio, e gli darai nome Gesù (S. Matt., I, 20).
1° Preludio. Giuseppe pregando cerca la volontà di Dio e l'angelo viene e lo rassicura.
2° Preludio. Datemi, Signore, la grazia d'imitare un po' S. Giuseppe nella sua santità o nella sua unione con Voi e con
Maria.
1°
PUNTO: Il giusto. — Era giusto, cioè santo, attesta il Vangelo. « E' un santo speciale, dice Monsignor Gay, un santo particolare, il più nascosto di tutti i santi; tutto di Dio, tutto in Dio. E' un santo, in cui rifulgono tutte le virtù in grado eminente; il più puro, il più santo, il più umile, il più dolce: è sottomesso a Dio con una calma ed una tranquillità serena che non conoscono l'uguale, con una fedeltà che ignora gli indugi, i pretesti, le impossibilità. E' perfettamente abbandonato alla volontà di Dio; gli dicono d'andare in Egitto, ci va; di restarvi attendendo un nuovo ordine di Dio, ci resta; di ritornare in Galilea, vi ritorna. Tutta la sua vita è una vita di giustizia, e di santità, ma una vita nascosta ed umile. Egli si annienta; egli tace, tanto che l'Evangelo non riporta di lui parola alcuna. Anche innalzato alla più sublime dignità egli conserva sempre la più grande semplicità ». Quanta santità era necessaria per toccare, portare, allevare il Figlio di Dio! Quanto occorreva essere giusto per comandare al Dio delle giustizie, per servire di garanzia all'ineffabile vita di Gesù e di
Maria! Come esprimere queste bellezze, queste grandezze! Esse non cedono che davanti a quelle di Gesù e di
Maria. Le anime veramente grandi, perché semplici ed umili, si gloriano d'aver per patrono in cielo quello che fù il patrono del nostro Dio sulla terra. Quando ha finita la sua missione, quando il tempo del silenzio e dell'ombra è trascorso, Giuseppe, senza nulla vedere delle meraviglie della vita pubblica del Salvatore, sparisce silenziosamente nell'eternità. Il mondo non parla nè della sua vita, nè della sua morte. «Il gusto che fa? » dice Davide
(Salm. X, 4). « Ma noi sappiamo che non ha fatto niente per gli occhi degli uomini, perché ha fatto tutto per gli occhi di Dio. Così è vissuto il giusto Giuseppe: vedere Gesù Cristo e tacere; gustarlo senza parlare... compiendo così la sua vera vocazione, perché, come gli apostoli sono i ministri di Gesù Cristo manifesto, Giuseppe era il ministro ed il compagno della vita nascosta »
(Bossuet).
2° PUNTO: Lo sposo. — Giuseppe il giusto, il santo, si sottomette con semplicità ai disegni del cielo su di lui, e diventa sposo di Maria per mezzo di uno sposalizio verginale; sposo d'una vergine, di una Regina, sposo della Madre di Dio e della Sposa dello Spirito Santo! Il suo cuore è degno di lei. Nell'anima sua si riuniscono la fede viva dei patriarchi, le nobili aspirazioni dei profeti, le speranze delle generazioni passate. Il suo cuore è il più puro, il più amante, il più celeste di tutti, dopo il Sacro Cuore di Gesù ed il Cuore immacolato di
Maria. Giuseppe è lo sposo della Vergine Madre, e di qual rispetto la circonda! quale delicatezza, quale discrezione nei suoi rapporti con lei! Come ha preso a cuore la sua sublime missione di castità e di amore! E quando venne avvertito dall'angelo dei grandi disegni di Dio sul Figlio di
Maria, si è associato di cuore alla missione di vittima del figlio adottivo, ed ha accettato, senza riserva, tutte le sofferenze che ne risulterebbero per lui. Sposo di
Maria! Quale insieme di grazie questo titolo suppone! Giuseppe è stato unito più di nessun altro al mondo con la Madre di Dio. Essi hanno avuto le stesse vedute, hanno innalzato a Dio le stesse preghiere, hanno offerto le stesse sofferenze. I meriti di san Giuseppe si avvicinano tanto ai meriti di
Maria. Che grandezza e che dignità!
3° PUNTO: Il padre. — Giuseppe è il
padre legale, e putativo di Gesù. Egli ha tutto quanto può appartenere alla paternità senza offendere la verginità. Ha tutti i diritti e tutta l'autorità di un padre. E' il capo della sacra famiglia. Maria e Gesù riconoscono quest'autorità, e si sottomettono a lui. A Nazareth è il padrone della casa. «Non teme di comandare, dice
Bossuet, e il Re della gloria lo ubbidisce». Egli ha tutti i doveri di un padre: dirigere la casa, guadagnare il pane per la famiglia con il suo lavoro e le sue fatiche, fornire a Gesù gli alimenti che si trasformeranno nel sangue redentore. Deve quindi vegliare sulla madre e sul figlio; deve amarli sempre e consolarli nelle pene. Il suo cuore prova tutte le angosce della paternità, quindi tutti i diritti di un padre gli sono dovuti, come gli spettano le cure di Maria e le carezze di
Gesù. Quante cose vogliono dire queste parole: le cure di Maria, le carezze di
Gesù! Giuseppe gode in tal modo il paradiso sulla terra. Che dolce spettacolo ci presenta la casetta di Nazareth! Essa è un angolo del cielo, ed il migliore. Come si amano questi tre esseri così eccellenti e così perfetti! Che conversazioni celesti! Che unione di cuore! La preghiera di Giuseppe, le sue lacrime, i suoi lavori, le sue privazioni si perdono nelle preghiere, negli atti e nelle sofferenze di Maria e di
Gesù.
Risoluzione. — O san Giuseppe, io ammiro e lodo la vostra perfezione e la vostra santità; ammiro i vostri esempi, riconosco i vostri meriti. La vostra intercessione in cielo, è sempre ascoltata; il Cuore di Gesù non può rimaner insensibile alle vostre suppliche. Chiedete oggi la mia conversione, la mia santificazione: chiedete il perdono di tutte le mie colpe, e la grazia di corrispondere a ciò che nostro Signore attende da me. Fiati Fiat!
FIORETTO: - Le sette allegrezze
e i sette dolori di S. Giuseppe; fa una visita al suo altare.