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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

22° Marzo

GESU' DAVANTI A PILATO 

 

Condussero dunque Gesù dalla casa di Caifa nel Pretorio. Ed era di mattina, ed essi non entrarono nel pretorio per non contaminarsi al fine di mangiare la Pasqua. Uscì dunque fuori Pilato, e disse ad essi: Che accusa presentate voi contro questo uomo? (S. Giovanni, XVIII, 28). 

 

1° Preludio. Gesù è ammirabile per la dignità e per il silenzio. Quale contrasto fra l'odio dei Giudei e la fiacchezza di Pilato! 

 

2° Preludio. O Gesù, fate che il mio fervore porti qualche consolazione al vostro Cuore! 

 

1° PUNTO: La viltà dei Giudei giunge a scandalizzare i pagani. — Tutti i capi della nazione sono presenti: Anna, Caifa e tutto il Sinedrio. L'odio violento da cui sono dominati ne ha abbreviato il sonno: hanno già tenuto le loro riunioni, hanno già condannato l'innocente ed eccoli in casa di Pilato svegliati innanzi tempo. Temono d'entrare nel pretorio in giorno di festa, e non temono di condannare un giusto: che ipocrisia! Nel loro consiglio hanno accusato Gesù di bestemmia: e qui lo presentano come un sedizioso, un perturbatore della pubblica pace! Che mala fede! L'accusano falsamente d'aver sconsigliato il pagamento delle imposte: lo sanno bene che Gesù ha detto tutto il contrario! E vi sono anche i capi del popolo! I sacerdoti, i dottori, gli anziani! Essi abbandonano ai pagani colui che è il loro Messia, il loro re, il loro Salvatore. Che avvilimento! che debolezza! Non hanno meritata la riprovazione che sta per cadere su di loro? Ed io non ho forse tradito qualche volta il mio Salvatore? Sono conosciuto come consacrato alla pietà, e tuttavia più volte, per debolezza, per rispetto umano, per languore, scandalizzo il mondo. I Giudei incontrano lo sprezzo di Pilato; forse che non merito anch'io qualche volta lo sprezzo delle persone che dovrei edificare? Quante occasioni ho io di umiliarmi e di pentirmi per aver ferito così profondamente il Cuore di Gesù che avrei dovuto consolare!

 

2° PUNTO: Pilato è incredulo, indifferente e debole. — Pilato non è scusabile. Egli sa che i Giudei sono spinti dall'invidia e dall'odio: «Che cosa avete da rimproverare a quest'uomo?» chiede loro. Gli rincresce condannare un innocente, ma intanto manca di coraggio, cede davanti ai Giudei con una debolezza vergognosa, incivile. D'altra parte la santità e la maestà di Gesù s'impongono: «Sei tu veramente il re dei Giudei?» gli domanda; «Sì, risponde Gesù, lo sono, ma il mio regno non è di questo mondo; è il regno della verità. Sono sceso sulla terra per rendere testimonianza alla verità, per farla regnare e trionfare. Chi ama la verità, ascolta la mia voce». Pilato può benissimo comprendere. E' stato informato tante volte della santità di Gesù e dei suoi miracoli, perciò se ha cura della verità, deve inchinarsi davanti all'autorità morale di questo Gesù. Ma è scettico, e non desidera che di vivere secondo i suoi comodi fra gli onori, le gioie ed i piaceri del mondo. Risponde quindi con leggerezza: «Che cos'è la verità?». E non attende neanche che Gesù glielo spieghi: non vuol essere convinto: la sua anima è caratterizzata da null'altro che da vanità, leggerezza, incoscienza, e debolezza. Ahimè, ma non sono manco io esente da questi difetti. Infatti ho preso sempre sul serio la verità insegnata da Gesù? Ho avuto il coraggio di seguirlo, di rendergli omaggio con una vita conforme ai suoi insegnamenti? Non ho troppo condiviso la trascuratezza del mondo? Sì, la leggerezza e l'incostanza furono, il più delle volte, la caratteristica della mia condotta. Io condannai Gesù e la sua legge, se non a parole certo in pratica, per debolezza e per viltà. Dopo tante grazie e tanti lumi ricevuti, quante volte offesi gravemente il Cuor di Gesù con la mia indifferenza a suo riguardo! 

 

3° PUNTO: Attitudine di Gesù: sua regalità, suo silenzio. — Gesù è sempre nelle mani del divin Padre: si lascia condurre senza resistenza davanti il giudice pagano. Pilato l'interroga: «Sei tu il re dei Giudei?». «Sì, io lo sono, risponde Gesù, ma non sono un re perturbatore, poichè voi non potete rimproverarmi di nulla, e non mi avreste perseguitato, se i Giudei non fossero venuti ad accusarmi. Il mio regno è spirituale, è il regno della verità». Dopo quest'affermazione solenne che lo mette al di sopra di ogni accusa e di ogni discussione, Gesù non parla più. Rientra nel suo silenzio, nell'unione con il Padre, nella preghiera. Può ben Pilato fargli altre domande, Gesù non risponde più. Ecco due grandi lezioni per me. Gesù è mio re spirituale, il re della verità. Ne ho tenuto conto? Ho lasciato regnare largamente la verità, cioè il Vangelo ed i suoi precetti, su tutta la vita e su tutta la mia condotta? Non ho ascoltato la verità con la stessa leggerezza di Pilato? Ah, quanto finora la mia fede è stata debole e fiacca! Gesù è dolce, silenzioso, rassegnato. Egli è felice di subire la condanna per riparare la gloria del Padre suo e per salvare le anime nostre. Ed io, con quale animo accetto le croci della Provvidenza? Sono disposto al silenzio, alla pazienza, alla rassegnazione in faccia alle croci che mi capitano? 

 

Risoluzione. — Signore, finora non sono stato il discepolo esatto della verità, nè l'imitatore del vostro silenzio e della vostra rassegnazione. Perdonatemi, e cambiatemi. Bisogna che viva di più con voi ed in voi, conformandomi ai sentimenti del vostro Sacro Cuore. Bisogna che ad ogni ora del giorno mi rimetta in queste sante disposizioni. 

 

 

FIORETTO: - Sta in silenzio nelle offese, a meno che motivi superiori non ti obblighino a difenderti.

 

 

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