UN
ANNO CON IL SACRO CUORE
20° Aprile
IL TESTAMENTO DEL SACRO CUORE - I DISCEPOLI E GLI APOSTOLI SONO GLI AMICI DI NOSTRO SIGNORE
Voi siete miei amici se farete quello che vi comando. Non vi chiamerò servi, poichè il servo non sa quel che faccia il suo padrone. Ma vi ho chiamato amici. Non siete voi che avete eletto me, ma io ho eletto voi, e vi ho destinato che andiate e facciate frutto e il frutto vostro sia duraturo (San Giovanni, XV, 14).
1° Preludio. Ripetete questa parola, o mio Signore: «Voi siete miei amici», è questa una parola che alletta il mio cuore.
2° Preludio. Fate di me, Signore, l'amico del vostro Cuore, come avete fatto con S. Giovanni.
1° PUNTO: «Amatevi gli uni, gli altri» — Gesù ci raccomanda di nuovo il comandamento preferito. Vuole che la carità vicendevole caratterizzi i discepoli. «Il mio comandamento, dice, è che voi vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi». Queste poche parole dicono assai, e nostro Signore le esplica aggiungendo: «Niente è più caro quanto dar la vita per i propri amici» Ed è quella che egli avrebbe fatto fra qualche ora. Ma già fin dalla incarnazione, egli non aveva fatto, altro che offrirsi per noi. San Paolo così ne ha riassunto la vita. «Egli mi ha amato, e si è dato tutto per me» . Mi ha amato fino a prendere la natura umana per farsi mio fratello, mia cauzione, mio Redentore. Mi ha amato fino a farsi mio precettore con l'esempio, con i discorsi, con le parabole. Mi ha amato fino a farsi mio pegno e la vittima della mia salute nella passione e nella morte. Ed io, io devo a mia volta amare il prossimo e consacrarmi ai suoi interessi spirituali: devo manifestare questa carità mediante le virtù della dolcezza e della pazienza e mediante la pratica di tutte le opere di misericordia. Che farò oggi a questo riguardo?
2° PUNTO : «Voi siete miei amici, se fate quello che vi comando». — «Voi mi chiamate vostro Maestro, ma io non voglio più questo titolo; l'amore vi eleva in certa maniera, fino a me: Io non vi chiamerò più servi, perchè il servo non sa ciò che fa il padrone, non è chiamato nel consiglio del padrone, obbedisce senza avere alcuna intimità col padrone. Non è così di voi; io vi chiamo amici, e vi tratto come tali. Tutto ciò che ho imparato dal Padre, io ve l'ho insegnato: vi ho svelato i misteri del regno di Dio, vi ho fatto conoscere i disegni del Padre per la redenzione del mondo, alla quale voi dovete cooperare». Fra noi e nostro Signore vi è dunque un regime d'amicizia, di cooperazione e di comunità di beni, analoga all'unione di nostro Signore col Padre. Tutto è comune fra noi e
lui. (S. Giov. XVII, 10). Regime d'amore, di santa libertà e di famigliarità: «Voi domanderete tutto ciò che vorrete, e tutto vi «sarà accordato» (San Giov.
XV, 16). Egli mi ha amato fino a darsi, a consacrarsi, a farsi vittima. Nella sua condotta provvidenziale tutto è destinato a me: «Tutto per gli eletti, tutto concorre al bene di quelli che amano Dio». Egli è buono anche quando mi punisce; tutto è per il mio bene sempre. Gesù mi rivela quest'amicizia per colmarmi di gioia: «Vi ho detto queste cose affinchè la mia gioia sia in voi e la vostra sia completa». Che ho fatto finora per rispondere ad una così sorprendente amicizia? Ho avuto per il Salvatore la confidenza e l'abbandono di un amico? Che farò per rispondere alla sua amicizia?
3° PUNTO: «Io vi ho scelti ed inviati come i discepoli e gli apostoli del mio Cuore» — «Non siete voi che mi avete scelto, dice nostro Signore, sono io che ho scelto voi, e stabiliti, affinchè voi andiate e riportiate frutti, e che i vostri frutti rimangano» Sì, è nostro Signore che ci chiama alla vita ed alla salvezza. Egli mi ha fatto nascere alla mia ora con condizioni favorevoli per la santificazione. Quante grazie ho ricevuto! Quanti aiuti ho ricevuti! Li passerò in rivista per eccitare la mia riconoscenza. Voi solo, Signore, avete fatto tutto. Voi avete tutto disposto, perchè mi elevi di grado in grado fino alla vita d'unione e d'amore con voi. Voi mi avete condotto al vostro Cuore; volete che io vi penetri, e vi faccia dimora; volete che io m'ispiri con gli stessi sentimenti, che viva della sua vita, che m'infiammi del suo zelo per portarne ovunque la conoscenza e l'amore. Come avete stabilito gli apostoli per diffondere la legge, così affidate a me parte della missione di propagare l'amore del Sacro Cuore. Eccomi. Signore, non permettete che io venga meno in questa ammirabile missione. Indicatemi con le vostre ispirazioni ciò che devo fare fin da quest'oggi per amare sempre più, e far amare il vostro divin Cuore.
Risoluzioni. — Signore, volete proprio essere il mio amico, ma l'amicizia è uno scambio di tenerezza e di benevolenza. Io voglio rivaleggiare con voi in questa amicizia, quantunque io sia incapace di fare per voi tanto quanto voi fate per me. Sarò assiduo vicino a voi. Mi terrò unito a voi con le mie pratiche quotidiane; mi darò tutto per voi nel lavoro e nello zelo.
FIORETTO: — Eleggi San Giuseppe a tuo patrono: pratica ogni mercoledì una divozione in suo onore: recita sette Pater al Santo.