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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

29° Aprile

LA PREGHIERA DEL SALVATORE - PADRE MIO, IO VOGLIO CHE LÀ OVE IO SONO, SIANO CON ME ANCHE QUELLI CHE VOI Ml AVETE DATO 

 

Padre, io voglio che tutti quelli che desti a me siano anche essi con me dove sono io... E ho fatto e farò noto ad essi il tuo nome: affinchè la carità, con la quale amasti me, sia in loro, e io in essi (S. Giov., XVII, 24). 

 

1° Preludio. Cerchiamo di arrivare a conoscere le ultime parole di nostro Signore, esse sono sempre più amabili: «Padre mio, abbiate per i miei discepoli l'amore che avete per me». 

 

2° Preludio. Signore, venite veramente in me col vostro amore e con l'amore del vostro Padre celeste. 

 

1° PUNTO: Riassunto del discorso e della preghiera di nostro Signore. — Meditiamo l'ammirabile discorso dopo la cena e la preghiera che lo termina. Nostro Signore ha rivelato agli apostoli tutti i segreti dell'avvenire: la passione, la morte, il breve trionfo dei nemici, la caduta di san Pietro, la risurrezione, la discesa dello Spirito Santo, le persecuzioni che attendono gli apostoli, i miracoli che essi opereranno, il martirio che ne coronerà la vita, i progressi della Chiesa, la distruzione dell'impero di Satana. Egli può veramente dire: Voi siete miei amici, perchè io vi ho detto tutto, e vi ho tutto rivelato. Non ai servi si scopre così tutta la propria anima e tutta la propria vita. Vediamo che, nel corso delle sue espansioni, nostro Signore riassume tutta la dottrina soprannaturale: della natura divina e la distinzione delle persone, le relazioni col Padre e con lo Spirito Santo, il mistero della redenzione, il mistero della grazia e l'elevazione dell'uomo alla vita soprannaturale. Nostro Signore può dire agli apostoli: «Io vi ho detto tutto» ed al Padre: «Ho compiuta l'opera che mi avete affidata, ho istruito i discepoli e fondata la Chiesa». 

 

2° PUNTO : «Voglio che là ove io sono, siano anch'essi con me». - E' la promessa del cielo, la promessa della visione intuitiva e del possesso di Dio: «Voglio che essi vedano la mia gloria». E' più che una preghiera, più che un desiderio: nostro Signore esprime in questo modo una volontà, e parla al Padre come ad un suo simile. E domanda che i discepoli siano testimoni della gloria che il Padre gli ha destinata da tutta l'eternità. Indi ricorda sommariamente le condizioni di questa beatitudine per i discepoli: «Il mondo non vi conosce, e per questo non giunge alla salute ed alla gloria del cielo. Io vi ho conosciuto, e voi mi avete glorificato; gli apostoli vi hanno conosciuto in me, hanno compreso che ero il vostro inviato. Io ho fatto loro conoscere il vostro nome; e lo farò loro conoscere sempre più». Conoscere Dio, conoscere praticamente e progressivamente Gesù e la rivelazione, ecco dunque il cammino della beatitudine. Questa conoscenza è cominciata con l'insegnamento comune della Chiesa, e crebbe sempre più per i lumi più abbondanti che nostro Signore comunica a quelli che si applicano a conoscerlo nell'orazione e nel raccoglimento. Essa deve aggiungersi all'amore che cresce in noi nelle stesse proporzioni. Più si conosce Dio, e più lo si ama; più ci si rende degni del suo amore, e più ci si unisce intimamente a lui e a Gesù Cristo. Ecco il mio cammino, ecco il mio procedere: conoscere sempre meglio nostro Signore per meglio amarlo. 

 

3° PUNTO: «Padre, che l'amore di cui voi mi avete amato sia in loro, ed io in loro». — Sono le ultime parole del testamento del Sacro Cuore. Nostro Signore poteva mostrarsi più amante e più tenero verso di noi? Pesiamo bene queste parole: «Padre mio, amateli come avete amato me da tutta l'eternità. Amatemi in essi, amateli come miei fratelli, come altri me stessi». Che diremmo noi sulla terra di un principe reale che dicesse al padre: «Ecco qualcuno dei vostri soggetti, adottateli per figli, amateli come amate me; date loro una parte della mia eredità...»? Sarebbe il colmo dell'amicizia, dell'abnegazione, della dedizione, e questo non si è mai visto; ma nostro Signore ha proprio domandato questo per noi al Padre. Ed ha anche aggiunto: «Ed io pure sarò con loro. Abiterò in loro, vivrò nel loro cuore, non formerò che una cosa sola con loro...». E' quell'unione divina che ci è stata promessa, per la quale noi diventiamo partecipanti della natura divina: divinae consortes naturae, come dice san Pietro. Quest'unione si stabilisce per mezzo dello stato di grazia, e s'accresce ogni giorno mediante la vita interiore: essa è a mia disposizione, ed io la posso rendere sempre più intima. Che follia, se non lo faccio! 

 

Risoluzioni. — O Gesù, realizzate il vostro testamento; venite in me, e datemi anche l'amore del divin Padre. Io devo però fare dal canto mio tutto ciò che è atto a favorire quest'unione; devo vivere accanto a voi, con voi, in voi, in unione al vostro divin Cuore facendo anche, il più costantemente possibile, atti d'amore, di riconoscenza, di riparazione e di preghiera. 

 

FIORETTO: - Rammenta la brevità della vita : muta presto in bene.

 

 

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