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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

26° Novembre

SULLA CONFIDENZA

 

Quando poi queste cose inizieranno ad avvenire, mirate in su, e alzate le vostre teste, perchè la redenzione vostra è vicina. Osservate il fico e tutte le piante: quando queste hanno già buttato, sapete che l'estate è vicina. Così pure voi quando vedrete tali cose succedere, sappiate che il regno di Dio è vicino (S. Luca, XXI, 28). 

 

1° Preludio. Vedremo come nostro Signore, dopo averci guidati a un timore salutare nel nostro interesse e per nostro amore, vuole sollevare il nostro coraggio e consolarci portandoci alla confidenza. 

 

2° Preludio. Signore, io so che la misericordia supera ogni vostra opera. 

 

1° PUNTO: Gesù vuole ispirarci la confidenza, come egli l'ha praticata nella sua vita mortale. — Come la sapienza infinita di nostro Signore gli aveva suggerito di intimidirci con il timore del giudizio, così il suo Cuore gli ispirò di rialzarci con la confidenza nella misericordia. Egli ha voluto piangere descrivendo agli apostoli la distruzione di Gerusalemme, figura del giudizio finale, per impressionarli maggiormente ed imprimere loro, più profondo, il timore salutare (S. Luca XIX.). Ma ha voluto anche rendere la pace e la confidenza ai loro cuori, mostrando loro che questa meditazione spaventosa del giudizio finale non era per loro che una precauzione salutare. «In quanto a voi, diceva loro, quando queste cose cominceranno a succedere, guardate in alto, alzate la testa, poichè la redenzione s'avvicina.» Ed aggiungeva, per confermarli in questa confidenza, una comparazione suggerita dal grazioso spettacolo che aveva sotto gli occhi: «Siccome vedete che questo fico e quegli altri alberi s'approssimano a dare i frutti, voi dite che l'estate s'avvicina; nello stesso modo, quando vedrete i preludi del giudizio, pensate che il regno di Dio è prossimo...» cioè pensate che è per voi prossima la mietitura. Questa confidenza che nostro Signore voleva lasciare agli apostoli, vuol oggi ispirarla anche a noi. Non ci ha egli lasciato l'esempio con la più illimitata confidenza nel Padre, manifestata nelle circostanze più difficili, nel Getsemani e sul Calvario? Anche quando l'anima era immersa nel timore, nella tristezza e nella noia, Gesù seppe sorgere con confidenza. Abbandonato sensibilmente dal Padre gli affidò tuttavia l'anima con confidenza: In manus tuas commendo spiritum meum. Non è questa confidenza che colpiva l'apostolo san Paolo quando scriveva: «Ha preso la croce con gioia»? (Agli Eb.XII). Egli ispirava questa confidenza ai santi, e san Paolo dopo aver detto: «io temo la dannazione» aggiungeva: «tuttavia spero d'ottenere la corona dopo aver combattuto il buon combattimento». 

 

2° PUNTO: La nostra confidenza deve riposare sulla bontà del Cuore di Gesù e sui suoi meriti. — Quali potranno essere i principii o le basi della nostra confidenza? Non sono forse la potenza, la bontà, la fedeltà, le grazie, i meriti, le sofferenze, il sangue e la morte di nostro Signore? E noi, soprattutto noi, che abbiamo ricevuto tante grazie, potremo dubitare della sua bontà? Egli ci ha amati da tutta l'eternità, ci ha creati, conservati, dotati di doni naturali; poi ci ha riscattati con il sangue, ci ha fatto nascere in famiglie cristiane, ci ha rigenerati con il battesimo. Poi ci ha conservati nella fede, ci ha preservati da mille pericoli dell'anima e del corpo durante l'infanzia e l'adolescenza. Avrebbe potuto abbandonarci dopo una colpa mortale, ci ha ispirato il pentimento, e ci ha perdonato. Ci ha nutriti mille volte con il suo corpo e con il suo sangue; ci ha ispirato una santa vocazione; ha fatto di noi amici, figli e suoi eredi. Nessuno dubita dei propri amici: e se nessuno è amico più generoso di nostro Signore, potremmo dunque noi dubitare di lui? Se dopo queste considerazioni noi non abbiamo in lui tutta la confidenza, pensiamo che egli rimane contristato, ferito, offeso. Diamogli la confidenza filiale, essa onora la sua bontà, consola e rallegra il suo Cuore divino. 

 

3° PUNTO: La confidenza per essere sicura deve poggiare anche sulle buone opere. —Tuttavia nostro Signore non vuole da noi una confidenza presuntuosa. Contare sulla bontà nel giorno del giudizio senza cessare d'offenderlo, senza far penitenza, senza praticare la virtù, non vuole dire aver confidenza, ma presunzione. Vi è quindi un secondo principio per la confidenza, e questo sta nelle buone opere. È precisamente quello che voleva esprimere san Paolo quando diceva: «Ho combattuto la buona causa, per questo spero la corona di gloria». Affinchè la confidenza sia legittima, bisogna non perdere di vista la diffidenza che dobbiamo avere della debolezza, nè il timor filiale di un Dio infinitamente giusto, nè la cura di sostenere la confidenza mediante le buone opere, le quali avranno qualche valore, se noi le facciamo in unione al Cuore di Gesù. La misericordia di nostro Signore ne vince la giustizia (Salmo CXLIV); la confidenza deve superare il timore, ma non lo deve però escludere. Ma in questi giorni soprattutto la confidenza è facile. Natale sta per venire. Colui che si è fatto piccolo per noi, ci ispirerà ancora timore? Poteva forse immaginare un mezzo più potente per ispirarci confidenza? «Signore, io avrò confidenza all'ombra delle vostre ali» (Salmo LXVI). «Ho sperato in voi, non sarò confuso» (Salmo XXX). «La misericordia di Dio è bella come una nube di pioggia per un campo arido» (Eccl. XXXV). «Dio spande le misericordie a mille a mille» (Deut. V).

 

Risoluzioni. — Confidenza filiale, mista a timore salutare e a zelo per le buone opere. — Appoggiamo la confidenza sulla bontà del Cuore di Gesù. 

 

FIORETTO: — Apprezza la Comunione e ricevila più sovente che puoi.

 

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