UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

27° Gennaio

S. Giuseppe smarrisce e ritrova Gesù. 

S. Giuseppe, che era assiduo agli uffici nel sacro tempio, come era diligente nei doveri del suo lavoro, osservava rigorosamente la legge di Mosè e la religione dei suoi antenati. Tre volte all'anno correva l'obbligo di recarsi al tempio di Gerusalemme. Una tra queste era la solennità di Pasqua ; e allora per devozione vi si recavano pure le donne. Quando Gesù ebbe raggiunto l'età di dodici anni, Giuseppe e Maria lo giudicarono abbastanza forte per sopportare il viaggio, e lo condussero con loro. Colà rimasero circa sette giorni e terminate le feste pasquali ripresero la strada di Nazaret insieme agli altri congiunti ed amici in assai numerosa carovana. Giuseppe tra gli uomini, Maria tra le donne. Non si avvedono essi che Gesù manca, perché Giuseppe lo crede con Maria, e Maria lo crede insieme con Giuseppe. Camminarono un'intera giornata, che Dio sa come sembrò lunga a ciascuno, perché non si godevano da vicino Gesù. Nella fermata della sera, tutti e due i santi Sposi, ansiosi per il loro Santo Figliuolo, si corrono incontro l'un l'altro, e tosto premurosi si domandano : Gesù dov'è? ma nè l'uno nè l'altro l'aveva veduto dopo l'uscita dal tempio. Ah ! chi può intendere il dolore di Giuseppe e di Maria a vedersi scomparso Gesù? No ! la notte della precipitosa fuga nell'Egitto non recò loro tanto dolore!! Domandano ai congiunti, agli amici, a tutti della comitiva, lo chiamano ad alta voce, ma Gesù non si trova. Allora che fanno essi ? Frettolosi, pallidi, costernati ritornano indietro. Sono stanchi, è notte, non importa, non sentono nulla fuorché la perdita di Gesù. Echeggiano i dintorni delle loro grida di cordoglio. Come sembrò lungo quel viaggio, quanto crudele quella notte! S. Giuseppe nella sua umiltà reputava a sè la causa dello smarrimento di Gesù e ne provava un martirio nel cuore. Sul far dell'alba arrivarono a Gerusalemme. Qui per tre giorni interi si affannano desolati in cerca di Gesù, dell'amatissimo Figlio, e finalmente lo trovano nel tempio ove disputava coi dottori. Impossibile immaginare la immensa consolazione che provarono Giuseppe e Maria in quell'istante; il Vangelo si accontenta di dirci, che al vederlo ne rimasero meravigliati. O S. Giuseppe, tu hai perduto Gesù, oh! ma come sollecito lo hai cercato e presto ritrovato ! Noi anche 1' abbiamo più d'una volta perduto e per nostra colpa, e miseri e disgraziati non ci siamo dati premura alcuna di ritrovarlo, né fatto alcuna diligenza per non perderlo più. Ma te ne starai con il tuo Gesù contento e lascerai il pianto per noi ? Oh no ! tu ce lo farai trovare Gesù, e lo terrai sempre con noi ; in Te pienamente confidiamo. 

PROPOSITO. 

Prima che finisca questo mese consacrato a S. Giuseppe, andrò in cerca di Gesù, con una santa confessione ; con una santa Comunione lo chiuderò nel mio cuore affinché non esca più. 

ESEMPIO. 
Una preziosissima visita in punto morte. S. Vincenzo Ferreri racconta che un uomo molto pio di Valenza, per la grande devozione che aveva a S. Giuseppe, non solo celebrava ogni anno la festa di Lui confessandosi e comunicandosi, ma di più, nel giorno di Natale, costumava di invitare alla propria mensa una donna che portava seco un bambino, ed un uomo avanzato in età : li serviva egli stesso con molta cordialità, immaginandosi di servire Gesù, Maria e Giuseppe. Giunto quest'uomo al punto della morte, gli comparirono Gesù, Maria e Giuseppe, e gli dissero : Giacché tu ci hai invitati tante volte alla mensa con te, noi ora t'invitiamo alla nostra mensa : vieni dunque con noi alla mensa celeste. — A quell'invito quel buon servo di Dio spirò placidamente la sua anima. Alla devozione a S. Giuseppe aggiungiamo la devozione a Maria ed a Gesù e con questi tre nomi in cuore, e con questi tre Protettori in Cielo, potremo andar sicuri di fare una santa vita ed una santa morte. 

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