UN
ANNO CON SAN GIUSEPPE
4° Marzo
La dura prova
I. — L'angoscia. — La prova è compagna inseparabile della vita cristiana, sigillo della vita dei santi; più alta la meta da raggiungere, più angosciosa la prova. Gli anni della giovinezza di Giuseppe e dei primi tempi di quella beata unione erano trascorsi sereni; ma, appena Gesù entrò nel seno di
Maria, suscitò tempeste, segno dell'alta missione e dell'accelerata santificazione di lui. D'un tratto Giuseppe fu sorpreso da inaspettati segni di maternità in
Maria. Maria s'accorge dell'angoscia del santo suo sposo. Una sola parola basterebbe a rassicurarlo; ma si guarda bene da qualsiasi iniziativa umana in un mistero tutto divino, e si chiude in umile e religioso silenzio. Né Giuseppe si permette d'interrogarla. Che fare? La legge intanto gl'impone l'obbligo della denunzia. Ma egli, non osa neppure pensarlo. In tal duro travaglio, avverte in fondo all'anima un vago presentimento, che qualche cosa di misterioso si avveri nella santa creatura, che ha sposato. Dibattuto tra pensieri così contrastanti, prega, riflette con calma, e prende la decisione di allontanarsi segretamente, e frattanto rimane in silenzio nella fiduciosa attesa degli eventi. Oh! se avessimo i medesimi sentimenti, i medesimi riguardi, nel giudicare i nostri superiori, il nostro prossimo, e nel regolare la nostra condotta verso di essi!
II. — La consolazione. — Iddio aveva letto nel cuore di Giuseppe, e si era compiaciuto della prova pazientemente sofferta e saggiamente risolta. Egli che suole consolare gli umili, non volle ritardare la ricompensa. Mentre Giuseppe era avvolto nei suoi ansiosi pensieri, ecco d'improvviso farsi la luce del chiarimento e della consolazione. Gli apparve in sonno un angelo dal cielo, che gli disse: «Non temere di accogliere Maria in tua consorte, poiché ciò che in Essa è stato concepito è in virtù di Spirito Santo». «Ella partorirà un Figlio, a cui tu porrai nome
Gesù. Egli difatti salverà il suo popolo dai peccati». Alla tempesta succede la calma, alle tenebre la luce, al travaglio la consolazione. In un solo istante gli risplende di nuova luce l'innocenza e la verginale purezza di
Maria, e gli si svela la mirabile venuta del redentore, già verificatasi in seno alla sua casa, la sublime missione ch'Egli ha da compiere di padre legittimo e di custode di Lui. Esprimere i sensi di stupore, di confusione, di gioia, di riconoscenza, che vibrarono nel cuore di Giuseppe, non è di labbro umano. Quando si fu riavuto dalla prima emozione, sentì di dover consacrare a Maria un amore più devoto e più santo. Alla loro unione è concessa una fecondità divina; la sua sposa è divenuta il tabernacolo dell'Altissimo! Egli dovrà godere tutti i diritti della paternità sul verbo di Dio incarnato, imporgli il nome di
Gesù, custodirlo e prepararlo alla sublime opera della Redenzione del mondo! Allora con uno slancio di amore purissimo fa una consacrazione di tutto se stesso all'alta missione che il Signore si è degnato confidargli. Se noi, nelle difficili emergenze della vita usassimo quella prudenza animata dalla carità, che evita tante divisioni di animi, e giova a conservare la pace del cuore e la pace scambievole! Se, anziché appoggiarci sui motivi umani, rivolgessimo lo sguardo in alto, e attendessimo con fiducia le disposizioni della divina Provvidenza e le sue dolci consolazioni!
Fioretto: Custodire in questo giorno diligentemente i nostri sensi, e reprimere i primi moti del cuore.
Giaculatoria: Giuseppe prudentissimo, prega per noi.