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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

6° Marzo

Giuseppe il giusto 

 

I. — Il valore della giustizia. — Questo appellativo di giusto l'ha consacrato lo Spirito Santo, nel vangelo. Giuseppe è il giusto per antonomasia. È questo tutto l'elogio di Lui. L'uomo ha bisogno di molte parole, per esprimere qualche altro concetto. A Dio è bastata una parola sola comprensiva, per esprimere quanto si accoglie di più perfetto in Giuseppe. Gli altri santi sono encomiati per qualche virtù caratteristica, Giuseppe per tutte insieme. È questa la prerogativa del nostro caro santo. Egli doveva essere un modello di giustizia, perché era chiamato a custodire Gesù, il giusto dei giusti, a custodire Maria specchio di giustizia. Fu giusto prima del suo nascere, come vuole la tradizione, perché il Signore gli permise di venir santificato nel seno materno; fu giusto in tutto il corso della sua vita, perché risplendette in ogni virtù, con un progresso ascendente verso le cime della perfezione. Quale differenza tra la nostra pretesa giustizia e quella di Giuseppe! Quante alternative di voli e di ricadute, quante deficienze nella pratica del bene, quante mire secondarie e interessate, nelle stesse opere sante, quanta grettezza nel dare al Signore, quanta ricerca e vana compiacenza di noi stessi! Proponiamo di vivere e di operare con rettitudine d'intenzioni e di affezioni, unicamente per Dio. 

 

II. — La perfetta giustizia di Giuseppe. — Scrive s. Pier Crisologo che Giuseppe, in quanto giusto, era un uomo perfetto, il quale possedeva tutte le virtù in grado eminente. Egli era giusto, soggiunge s. Giovanni Crisostomo, perché possedeva perfettamente tutte le virtù. L'appellativo di giusto era in lui sinonimo di santo. Si comportò difatti in maniera irreprensibile in tutte le contingenze della vita. Rispetto a Dio egli si dedicò con tutto l'animo a procurare la sua maggior gloria, e ad adempiere perfettamente la sua volontà. Rispetto a sé stesso, non cercò se non quello che riguardava la sua maggior perfezione. Egli fioriva come la palma, ed a somiglianza del cedro moltiplicava le opere buone, progredendo di virtù in virtù, e irradiando la luce feconda dei suoi buoni esempi. La santità che raggiunse fu pari all'altezza della sua dignità. S. Giuseppe non pose limiti nel corrispondere alla grazia. Noi invece siamo soliti misurare, temendo che essa debba esigere troppo da noi. Tendiamo sempre a lesinare sulla dedizione di noi stessi al Signore. Non facciamo mai tutto quanto è da noi, per compiere esattamente ogni nostro dovere e ogni iniziativa di bene, di guisa che la dedizione non è mai né intera né costante. Preghiamo con fervore s. Giuseppe che dilati il nostro cuore alla generosità verso il Signore. 

 

Fioretto: Esaminiamoci a fondo, per cercare quale sia la rinuncia, che il Signore forse da tempo ci domanda, e risolviamoci generosamente a farla. 

 

Giaculatoria: Giuseppe giustissimo, prega per noi. 

 

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