UN
ANNO CON SAN GIUSEPPE
15° Marzo
Giuseppe fiducioso nella divina Provvidenza.
I. — Fiducia incrollabile. — La confidenza illimitata in Dio è sigillo della santità. Essa è frutto d'una fede viva, ed è alimentata dalla carità. L'anima, che vede tutto in Dio e Dio in tutte le cose, non dubita dell'intervento di Lui, in ogni sua necessità. Quando il cielo si oscura, e vengono meno tutte le umane speranze, allora suona l'ora di Dio per l'anima, che si abbandona in Lui. Niente piace tanto a Dio; niente tocca maggiormente il suo cuore quanto la confidenza, come niente chiude le vie della Provvidenza quanto lo scoraggiamento e la sfiducia. La figura di s. Giuseppe emerge nella schiera dei santi come un tipo di fiducia incrollabile; doveva quindi apparire attraverso le prove più ardue, il giusto confidente per eccellenza. Nella casa di
Nazaret, a Betlem, sulla via dell'Egitto, alla volta del tempio di Gerusalemme, l'attendevano le prove più difficili. Che cosa è che gl'infonde tanta fiducia, anzi tanta sicurezza, tra prove così ardue? La fede viva e l'amore ardente. Si potrebbe opporre che, avendo Gesù con lui, non aveva di che temere. Ma Gesù aveva parvenze comuni, e le circostanze reali erano preoccupanti. Solo allo sguardo della fede traspariva il raggio della divinità; soltanto un cuore vibrante di tenerezza poteva ripercuotere i battiti del Cuore di Cristo, e abbandonarsi in Lui, con fiducia incrollabile. È questo, o anima, il modello da aver presente in tutte le contingenze della vita, specialmente quando ti senti presa da sgomento per gli assalti violenti del male, o per qualche sciagura che ti colpisce. Abbandonati allora alla condotta della divina Provvidenza sempre paterna, e attendi con sicurezza il soccorso divino, ripetendo spesso: Cuor di
Gesù, confido in voi!
II. — Fiducia giustificata. — Si legge di Abramo che, mentre si accingeva a immolare il figliolo Isacco, secondo il comando di Dio, e
a rischio delle promesse di Lui, sperò contro ogni speranza. Ma la fiducia eroica del più giusto fra i giusti superò certamente quella di Abramo, e venne magnificamente giustificata dal divino intervento. Nessuno mai ha confidato nel Signore, ed è rimasto confuso; molto meno poteva rimaner confuso Giuseppe. Così in ogni istante della sua vita la Provvidenza ne guida i passi. Le ore grigie e le dure prove si susseguono quasi ininterrotte, ma, dopo ogni tempesta, il cielo si rasserena; a ogni sofferenza succede la pace e la gioia. Giuseppe abbraccia con riconoscenza il dono di Dio, e prende maggior lena ad abbandonarsi per l'avvenire, con fiducia incrollabile, nelle mani del Padre celeste. È questo il ritmo della vita dei giusti, che tra le pene dell'esilio, non si perdono d'animo, ma ripongono tutta la loro confidenza nella bontà di Dio. "Spero in te, Signore, non sarò confuso in eterno".
Fioretto: Fare una mortificazione di gola, ripetendo a se stesso: «Anima di poca fede, perché hai dubitato?».
Giaculatoria: O Giuseppe, modello di fiducia in Dio, prega per noi.