UN
ANNO CON SAN GIUSEPPE
23° Maggio
LA PERDITA DI GESÙ
Lo smarrimento di Gesù nel tempio, fu uno dei più gravi e forse il maggior dolore ch'ebbe a soffrire S. Giuseppe nella sua vita. Fu infatti così grande allora la sua angoscia, così amaro il suo pianto, che lo Spirito Santo ce lo volle descrivere per la bocca stessa di Maria, così misurata e prudente nelle sue parole, quando disse a Gesù: Ecco che tuo padre ed io addolorati andavamo in cerca di te (Luc. 2, 48). Per comprendere questo dolore, bisognerebbe comprendere l'amore che Giuseppe portava a Gesù: amore naturale di padre, il più tenero che si possa concepire in un uomo; amore elevato a grado soprannaturale dalla grazia di Dio, la maggiore che mai sía stata largita ad uomo; amore divinamente corrisposto dal Cuore dolcissimo di Gesù: fu l'oggetto di questo amore che San Giuseppe perdette nella perdita di Gesù. Conosceva egli chi fosse Gesù, e che cosa perdesse in Lui: il suo unico bene, il suo tutto, mille e milioni di volte più di se stesso. Non soffrono tanto le anime del Purgatorio per la dilazione della vista di Dio, che cominciarono ad apprezzare meno imperfettamente all'ingresso nell'eternità; avesse almeno potuto persuadersi anch'egli che quella era una semplice dilazione: ma chi l'assicurava che avrebbe ancora ritrovato il suo Gesù?
Per intendere qualche cosa della pena di S. Giuseppe, bisogna ricorrere con il pensiero alla pena sofferta da Gesù stesso sulla croce, per l'abbandono del suo Eterno Padre, allorché esclamò: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Marc. 15, 34). La privazione della presenza di Gesù non fu allora la sola pena di S. Giuseppe: egli si dolse per il pericolo del fanciullo divino, e temette fosse giunto il momento del suo martirio; si dolse ancora per il dolore che provava la sua vergine Sposa; si dolse infine per il dolore stesso che doveva straziare il cuore di Gesù in quel distacco, certo non casuale, dalla sua Madre e dal suo amatissimo Custode. Ambascia più crudele ancora per S. Giuseppe fu il credersi in colpa per l'avvenuto smarrimento: sapeva bensì di non aver omesso diligenza nel compiere la sua delicata missione, e su questo punto, giusto com'era, la coscienza minutamente esaminata non facevagli rimprovero; ma tutta la colpa la trovava nella sua indegnità, perché conosceva la sproporzione immensa tra lui ed il Figliuol di Dio. Pensava che già troppo era stato con lui indulgente l'Eterno Padre nell'affidargli per dodici anni la custodia di Gesù, e che ormai glielo volesse privare per affidarlo a mani più pure e ad un cuore più amante. Questa colpa solo trovava in sé, e vieppiù lo martoriava il pensiero, che per causa sua anche Maria, la piena di grazia, fosse defraudata di tanto tesoro. Non si può immaginare un complesso più terribile di pene che si scaricarono in un punto solo, come torrenti impetuosi, sul cuore di S. Giuseppe, e che gli fecero parere una eternità i tre giorni passati lontani da Gesù.
PREGHIERA PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO
San Giuseppe, eletto da Dio per essere lo sposo purissimo di Maria e il padre putativo di Gesù, intercedi per noi che ci rivolgiamo a te. Tu che fosti il fedele custode della sacra famiglia, benedici e proteggi la nostra famiglia e tutte le famiglie cristiane. Tu che hai sperimentato nella vita la prova, la fatica e la stanchezza, aiuta tutti i lavoratori e tutti i sofferenti. Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria, assisti e conforta tutti i moribondi. Tu che sei il patrono della santa Chiesa, intercedi per il Papa, i Vescovi e tutti i fedeli sparsi nel mondo, specialmente per coloro che sono oppressi e che soffrono persecuzione per il nome di Cristo.
FIORETTO: - Diciamo lungo il giorno : San Giuseppe, spianami la via, e sarò salvo.