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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

25° Maggio

PORTA LA CROCE IN SILENZIO

 

Nessuno mai conobbe il segreto dei dolori di S. Giuseppe: tal segreto gli era imposto da Dio, che lo aveva fatto depositario dei divini misteri. Come poteva egli dire ciò che sapeva di Gesù e di Maria e come lo stesso suo figlio, l'amabilissimo Fanciullo di Nazareth, era la spada che trafiggeva il suo cuore? Non disse mai parola a tal riguardo, neppur ai congiunti e agli amici più intimi. Quanti lo vedevano ignoravano gli interni suoi patimenti; con una sposa così amabile, con un figlio così bello, docile ed ubbidiente, che di giorno in giorno avanzava in sapienza, in età ed in grazia davanti a Dio e agli uomini (Luc. 2, 52), egli era oggetto della invidia di molti e poteva essere creduto il più felice dei padri di famiglia; e lo era difatti, ma in un senso ben diverso dalla comune opinione. Gesù cominciò solo a manifestare i suoi interni patimenti alla vigilia della sua passione quando cominciò a sentirsi oppresso dallo spavento e dall'abbattimento (Marc. 14, 33), sebbene i suoi patimenti avessero durato tutta la vita; così S. Giuseppe soffriva e non manifestava il suo dolore; anzi fedele ai reconditi misteri a lui affidati, dissimulava il martirio del cuore, e il suo volto, sempre raggiante di una gioia di Paradiso, non tradiva mai l'altissimo segreto. Chi può dire la violenza che doveva farsi e quanto gli costasse fra tanto strazio mantenersi contento, ilare, anche per non accrescere con la tristezza esterna i patimenti di Gesù e di Maria? Quanta acerbità continua di dolore e quanto merito! I patimenti di S. Giuseppe furono inoltre oscuri e senza gloria: siccome nessuno li conosceva, nessuno poteva ammirare la sua forza e la sua costanza. Nessuno fra i Santi forse soffrì più di S. Paolo per amor di Gesù Cristo; ma le catene che pendevano dalle sue mani erano visibili a tutti. I martiri si sottoposero per la fede a prigionie durissime, ad atroci tormenti; ma persino i Gentili celebravano la loro magnanimità. S. Francesco d'Assisi portò nel suo corpo le stimmate dolorose di Gesù Cristo; ma continui prodigi le palesarono al mondo e ne riscossero la venerazione. In S. Giuseppe, nulla di nulla: il suo martirio non ebbe né una parola di lode, né un plauso, ed egli morendo portò con sé gli splendori della sua virtù e tutto il merito delle sue pene sconosciute dagli uomini e note a Dio solo. Per molti secoli ancora dopo la sua morte continuò ad ignorarsi, che, dopo Maria, nessuno al mondo aveva sofferto per Gesù più di San Giuseppe. 

 

PREGHIERA PER TUTTO IL MESE DI MAGGIO

 

San Giuseppe, eletto da Dio per essere lo sposo purissimo di Maria e il padre putativo di Gesù, intercedi per noi che ci rivolgiamo a te. Tu che fosti il fedele custode della sacra famiglia, benedici e proteggi la nostra famiglia e tutte le famiglie cristiane. Tu che hai sperimentato nella vita la prova, la fatica e la stanchezza, aiuta tutti i lavoratori e tutti i sofferenti. Tu che avesti la grazia di morire tra le braccia di Gesù e di Maria, assisti e conforta tutti i moribondi. Tu che sei il patrono della santa Chiesa, intercedi per il Papa, i Vescovi e tutti i fedeli sparsi nel mondo, specialmente per coloro che sono oppressi e che soffrono persecuzione per il nome di Cristo.

 

FIORETTO: - Ad ogni idea di vanità, ripeti a te stesso: Che serve questo per il Paradiso? 

 

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