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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

20° Luglio

GLORIA DI S. GIUSEPPE IN CIELO.

 

Nella casa del Padre celeste vi sono molte sedi e ciascuno di quei fortunati abitatori porta una corona proporzionata ai propri titoli e meriti; ma nessuno saprebbe pareggiare la gloria serbata a colui che fu padre adottivo dell'unico Figliuolo di Dio, il casto sposo di Maria, fra tutti i santi dell'antico e del nuovo Testamento, scelto ad essere protettore e guida della Regina degli angeli. Se Maria, come madre di Dio è superiore a tutte le creature, quale non deve essere la gloria di san Giuseppe, al quale la santa Scrittura, per bocca dell' augusta Regina del cielo, impone il titolo di padre del nostro Signore Gesù Cristo? Quanto il Figliuolo di Dio fatto uomo non si è compiaciuto di ravvicinare al trono della sua Madre colui che egli chiamava con il dolce nome di padre e che con verità pari all'ammirazione poteva appellarlo figliuolo? Giuseppe soffrì la prima persecuzione mossa contro la chiesa nascente, e con pericolo della sua vita ne scampò il capo; egli superò la purezza dei vergini e ne salvò lo sposo; egli i deserti della Tebaide aprì agli anacoreti, trasportando colà il loro modello; confermato in grazia prima degli apostoli, egli ne allevò il maestro; più avventurato di Giovanni Battista, egli lungo tempo guidò colui che il Precursore solamente indicò. Legame sacro dell'una e dell'altra alleanza, l' ultimo dei profeti, il primo dei discepoli di Gesù Cristo, è per le sue mani che l'antico e il nuovo mondo prestarono al loro creatore i servigi di cui Ègli abbisognava. Ambasciatore delle due chiese egli portava nelle sue mani il Vangelo e la legge e presentava al Re di tutti i secoli gli omaggi di tutti i tempi. Senz'essere della tribù di Aronne, egli faceva l'ufficio di sommo pontefice, egli solo aveva la chiave del Santuario, ed il diritto di entrarvi; egli solo nel santo dei santi recava dinanzi all' arca i voti di tutte le generazioni. Superiore agli angeli, teneva sulla terra il luogo dello Spirito Santo come sposo di Maria, quello del Padre celeste come padre nutrizio di Gesù. Si rimane sbalorditi a tanta gloria, e ben si capisce che lingua umana od angelica non può levarsi ad altezze tanto inaccessibili a quanto v'ha di creato al mondo. Giuseppe nello splendore dei santi è rispetto a Dio quello che era il figliuolo di Giacobbe rispetto al Re di Egitto. Se l'Onnipotente ha affidati nelle mani di Maria i suoi tesori, quest' augusta sovrana ama farli passare per le mani del casto suo sposo. È dall'alto di questa gloria eminente la quale ogni nostra considerazione eccede, che il glorioso Padre dei figli di Maria ascolta le loro preghiere e di tutta la sua autorità le avvalora presso il suo divin Figliuolo di cui essi sono membri. La sua autorità, sempre la stessa, gli rende possibile tutto; la sua bontà che non ha confine, ci fa sperar tutto. A lui con fiducia ricorriamo, preghiamolo di volerci proteggere come suoi figliuoli e di ottenerci in vita ed in morte alcuna di quelle benedizioni di cui egli fu colmato.

 

Io mi prostro dinanzi al trono di vostra gloria, o mio gran Santo, specchio d'ogni più eletta virtù, che partiste da questo mondo raccomandando il vostro spirito a Colui che voi nutriste come Figlio qui in terra, e insieme con lui regnate ora glorioso nel cielo: io vi prego d'essere sempre il mio avvocato in vita e in morte, affinchè io parta da questo mondo munito de SS. Sacramenti e con atti vivissimi di fede, di speranza e di carità e con ferma contrizione dei miei peccati, e così io possa meritare grazia e misericordia dal mio Signore che dovrà pur essere il mio giudice.

 

FIORETTO. Recitate i sette dolori e le sette allegrezze di S. Giuseppe.

 

Un padre consolato da un Angelo.
Un cavaliere molto devoto di san Giuseppe era solito celebrare ogni anno nel miglior modo possibile la festa di lui, il diciannove di Marzo. Egli aveva tre figliuoli già grandi, il primo dei quali gli morì nel giorno medesimo della festa, e nel seguente anno, nel giorno stesso, gli morì il secondo. Questa doppia perdita afflisse talmente il povero padre che fu al punto di proporre di non celebrar più festa del Santo per timore di perdere ancora l'unico figlio superstite. Quindi, per obbedire alla sua paura, e per dissipare i suoi timori e le sue inquietudini, intraprese un viaggio. Mentre viaggiava tutto pensieroso, levando gli occhi vide due giovani appiccati ad un albero. Nel tempo stesso un angelo gli si mostrò e gli disse: «Vedi tu questi due giovani? or sappi che i tuoi figliuoli avrebbero finito così, se fossero vissuti; ma perchè tu sei stato devoto di S. Giuseppe, egli ti ha ottenuto da Dio ch'essi morissero nella loro adolescenza al fine di risparmiare alla tua famiglia il disonore che le avrebbero fatto, e soprattutto per assicurare a loro stessi con questa morte immatura la vita eterna. Va a celebrare la festa del Santo, e non temere per il figliuolo che ti resta; egli sarà fatto vescovo e vivrà lungamente.» Le cose si avverarono come l'angelo aveva predetto.

 

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