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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

31° Luglio

I DODICI PRIVILEGI CONCESSI A S. GIUSEPPE.

 

Siccome la Vergine destinata ad essere Madre di Dio ha avuto dei segnalati privilegi, corrispondenti all'alta sua dignità, cosi Dio ha profuso grandissimi favori a S. Giuseppe, che egli destinò a sposo di Maria e a padre e custode di Gesù. Quindi come Maria è coronata di dodici stelle che simboleggiano i principali doni ricevuti dal cielo, così lo è pure S. Giuseppe. Contemplateli in quest'ultimo giorno per accendervi sempre più alla devozione di un così grande Santo. 

 

1. Maria fu concepita senza peccato originale e santificata nel seno materno. Giuseppe contrasse la colpa d'origine, ma fu santificato prima di nascere, secondo il parere dei Dottori.
2. Ella non provò mai le passioni ribelli contro la ragione, nè il fomite del peccato, nè alcuno ne commise mai o mortale o veniale. In lui la ribellione fu sopita o estinta, non mai si fece reo di colpa grave, ma tutta la sua vita fu una continua orazione ed unione con Dio.
3. Maria fu sempre vergine e ne fece il voto: e tale fece pure Giuseppe.
4. Ella conobbe per prima, per la rivelazione dell' Arcangelo Gabriele, il mistero della incarnazione. A lui tre mesi dopo fu palesato dal medesimo.
5. Ella fu vera madre di Gesù, su cui ebbe verissima autorità. Egli ne fu padre putativo: e per il matrimonio con lei, il frutto che ne germinò a lui pure appartenne, come
un fiore germinato per miracolo in un giardino è del padrone.
6. Maria nutrì Gesù Cristo del suo purissimo latte fin dalla culla: egli finchè visse lo sostentò delle fatiche delle sue braccia.
7. Essa conversò per trent'anni con il Figliuolo di Dio, e per l'intima unione con lui crebbe ogni istante in grazia e santità. Egli conversò pure con la Vergine e visse con Gesù in Egitto e a Nazaret finchè gli durò la vita.
8. Essa fu ripiena di grazia e di lumi sovranaturali sovra tutti gli Angeli e i santi; ed egli pure tutti li sopravanza, per essere stato il più vicino alle due fonti di grazia, Gesù e Maria.
9. Essa mori per fiamma di carità verso Dio: egli fra le braccia di Gesù e di Maria si consumò d'amore per il suo Dio.
10. Essa dopo tre giorni risuscitò dopo morta e fu assunta in cielo in anima e corpo: e così pure è da credere del suo Sposo, quando tanti corpi di Santi risuscitarono con Gesù e con lui salirono in paradiso.
11. Maria è la creatura più elevata in cielo vicino al caro suo figlio; e Giuseppe le sta dappresso.
12. Essa è la mediatrice degli uomini al trono di Gesù: egli n'è il mediatore al trono della Sposa e del Figlio.
Gioite di tanta gloria del vostro Santo e cercate d'imitarlo nell'acquisto d'ogni virtù; e prostrandovi dinanzi alla sua immagine completate questo mese consacrandovi interamente al suo culto.

 

ATTO DI CONSACRAZIONE A S. GIUSEPPE

per la conclusione del mese

 

Glorioso S. Giuseppe, degno tra tutti i santi di essere venerato, amato ed invocato per l'eccellenza delle vostre virtù, per l'eminenza della vostra gloria ed il potere della vostra intercessione: alla presenza dell'adorabile Trinità, di Gesù vostro figliuolo adottivo, di Maria vostra casta sposa e mia tenera madre, io vi prendo oggi per mio avvocato presso l'una e l'altro: per mio protettore e mio padre; propongo fermamente di non dimenticarvi mai, di onorarvi tutti i giorni della mia vita e di fare tutto ciò che sarà in mio potere per ispirare la devozione verso di voi a tutte le persone che potrò. Degnatevi, vi supplico, amato mio padre, di concedermi la vostra speciale protezione e ricevermi nel numero dei vostri più devoti servi. Assistetemi in tutte le mie azioni, siatemi propizio presso Gesù e Maria e non mi abbandonate nell' ora della mia morte. Così sia.

 

FIORETTO. Stabilite oggi quello che volete fare tutto l'anno in onore di S. Giuseppe.

 

I sette dolori e le sette allegrezze di S. Giuseppe.
Due padri francescani navigando presso le spiagge della Fiandra, si trovarono assaliti da tempesta così forte, che restò sommerso il bastimento sul quale tragittavano con i trecento passeggeri che conteneva. Permise però la divina provvidenza che questi due buoni religiosi potessero attaccarsi ad una tavola dello sfracellato naviglio, mediante la quale si sostennero per tre giorni sempre incerti fra la vita e la morte. Fedeli servi di S. Giuseppe nutrivano la confidenza nella potente sua protezione raccomandandosi a lui onde fosse ad essi vera arca di salute e sicura stella che li conducesse salvi dal naufragio, al porto. Terminata la loro preghiera furono esauditi. Si dissipò la procella, l'aria divenne serena, il mare tornò tranquillo e rinacque la speranza nei loro cuori. Ma quello che compì il loro giubilo fu la vista d’un giovane pieno di maestà e grazia che dopo averli affettuosamente salutati si offerse loro per guida. Navigarono felicemente, perchè il vento ed il mare prestavano obbedienza a colui al quale il Dio del mare aveva altre volte obbedito. Giunti a terra i due religiosi si gettarono ginocchioni davanti al loro liberatore da essi non ancora conosciuto e supposto un angelo. Dopo averlo con vivo affetto ringraziato di tanta bontà, lo pregarono a voler manifestare il suo nome. «Sono Giuseppe, loro rispose; e se volete farmi cosa grata, non lasciate passar giorno senza recitar devotamente per sette volte l'orazione domenicale (il Padre Nostro) e la salutazione angelica (l'Ave Maria) in memoria dei sette dolori, dai quali fu tanto afflitta l'anima mia, ed in rimembranza delle sette allegrezze da cui il mio cuore fu infinitamente consolato durante il tempo che vissi in compagnia di Gesù e di Maria.» Terminate queste parole disparve lasciandoli ricolmi della gioia più viva e penetrati dal sincero desiderio di venerarlo e servirlo in tutti i giorni della loro vita.

 

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