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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

13° Settembre

GIUSEPPE ADORA IL BAMBINO.

 

Atto della presenza di Dio ecc. come il primo giorno.

 

Rappresentati la stalla di Betlemme.

 

Virtù: Unione con Gesù.

 

Dopo che il Bambino fu nato, e che Maria ebbe sfogato il primo impeto del suo inesplicabile amore, disse con voce soavissima: «Giuseppe, è nato il Salvatore, vieni a vederlo». Oh che beata notizia! Il Santo Patriarca (dice il P. Cochem) compreso di riverenza, si levò i sandali, giunse le mani, abbasso gli occhi, e s'avvicinò a Maria con un raccoglimento tale, che pareva un serafino che si presentasse al trono di Dio. La sua santa anima era penetrata da un tale rispetto, gioia e dolcezza, che stentava a sopportare tanti affetti nel suo cuore, e se Dio non glielo avesse fortificato miracolosamente, si sarebbe spezzato di giubilo. Non solo si gettò in ginocchio, ma si prostrò con il volto a terra, e così stette qualche tempo adorando il Bambino in una estasi d'amore. Finalmente Maria gli disse: «Mio caro Giuseppe, alzati, e guarda il tuo Dio sotto le umane sembianze». — Quando Giuseppe udì la voce di Maria, si scosse dalla sua ebbrezza, come da un profondo sonno, ma per inesprimibile riverenza non osava alzare gli occhi. Maria però gli parlò di nuovo e gli disse: «Non temere, mio caro Giuseppe, il nostro Dio non è terribile, ma tutto dolce ed affettuoso. Alza gli occhi, e guarda l'ammirabile bellezza del mio caro Bambino». — Allora S. Giuseppe si rizzò, e quando vide il Bambinello, questo lo guardò pure con una occhiatina così cara, che gli penetrò ed inondò il cuore di siffatta dolcezza, che cadde nuovamente a terra. Ivi rimase versando lagrime così abbondanti, che la Vergine dovette piangere d'amore con lui. Finalmente alle istanze di Maria, Giuseppe si rialzo', incrociò le mani sul petto, e mirò il Bambino, effondendosi in amore. Chi può intenderlo? chi descriverlo?! Il suo cuore giubilava e traboccava come se scoppiasse. Dopo averlo lasciato deliziarsi per un poco, la Vergine gli disse: «Prendi il nostro caro Bambino, e dagli un bacio affettuoso». A queste parole San Giuseppe si fece animo, e ricevette con il maggiore rispetto dalle mani di Maria il Creatore dell'universo, e gli diede un dolcissimo bacio, che fece struggere il suo cuore di serafico affetto. Tutto questo racconta in modo così commovente il santo cappuccino Padre Cochem. S. Bonaventura dice che quando Maria e Giuseppe incominciarono a guardare in giro per la grotta, per vedere dove deporre il loro carissimo tesoro, affinchè fosse preservato al meglio dall'aria, il bue e l'asinello caddero ginocchioni, come offrendogli a loro modo il presepio. A questa vista, la Beata Vergine si sentì commossa, e disse: «O caro mio Figliolino, poichè queste bestie irragionevoli ti offrono il loro presepio, accettalo, in luogo della culla d'oro che ti vorrei dare se pur l'avessi». — Allora S. Giuseppe ne levò fuori il fieno vecchio, e preparò al Bambinello il miglior lettuccio che gli fosse possibile in tanta penuria. La Madonna ve lo adagiò sopra con le lacrime agli occhi; quindi si gettarono ambedue in ginocchio, e lo adorarono. Appena il santo Bambino fu posto nel presepio, il bue e l'asinello incominciarono a fiutarlo, quasi che intendessero ch'egli aveva bisogno del loro calore. Oh Dio onnipotente chi non si muoverebbe a compassione, alla vista di questo povero Bambinello?! esclama il devoto P. Cochem, compreso d'ammirazione dell'immenso amore di Dio per noi. Allora incominciarono gli angeli con inesplicabili voci d'allegrezza ad intonare il loro «Gloria in Excelsis Deo, et in terra pax hominibus bonae voluntatis» - e cercarono come primi cortigiani alla corte del Figlio di Dio in terra tre semplici ma piissimi pastorelli, che, aspettando ansiosamente il compimento delle profezie, pregavano con gran fervore per la venuta del Messia. Allorchè giunsero pieni di fede, speranza e carità alla grotta, ch'era fuori delle mura di Betlemme, e udirono gli angeli cantare con voci ancor più dolci e melodiose i gaudiosi loro inni, i pastorelli entrarono nella stalla, e riconobbero per lume interno la Maestà Divina, che si racchiudeva nel corpicciolo di quel Bambino. Quindi lo adorarono come il promesso Messia. Come avrà palpitato il cuor di S. Giuseppe in quel momento! Tuttavia dice la venerabile Margherita, tutto si passò in silenzio, e appunto questo santo raccoglimento della B. V. e di S. Giuseppe innanzi al Figlio di Dio contribuì non poco a rassodare la fede di queste grandi anime, prescelte come primizie del cristianesimo a riconoscere ed adorare il mistero nascosto nella stalla di Betlemme. Quando si pensa che questo stesso Bambinello Gesù, nella pienezza della sua maestà e gloria (sebbene nascosta agli occhi nostri di carne) scende incessantemente dal cielo in milioni e milioni di Messe, a nascondersi sotto le apparenze di pane e vino, per abitare fra noi, consolarci, difenderci, ed essere nel Tabernacolo il confidente, maestro, consigliere ed amico delle anime nostre; nella santa comunione il nostro sposo amantissimo, e in morte il nostro compagno e viatico per l'eternità: oh! come dobbiamo vergognarci e dolerci d'aver ascoltate tante e tante Messe con poca devozione! Per delle occupazioni di così poco conto, come sono la più parte delle terrene, aver negletto questo tesoro nascosto, dove potevamo attingere grazie inapprezzabili d'ogni genere! Che viltà, lasciarci subito intimorire da ogni piccolo disagio o sacrificio (come sono un po' di strada, oppure freddo, caldo, alzarsi dal letto un poco più a buon'ora, o anche vincere solo un po' d' aridità di spirito) e ritrarci perciò dal far la nostra corte all'Altissimo, che dimora così vicino a noi per salvarci! Guarda con che sentimenti di rispetto e d'amore Maria, Giuseppe e i pastori adorarono il Verbo, e cerca d'imitarli, nell'ascoltare ogni giorno devotamente la santa Messa, e visitar Gesù nei suoi tabernacoli.

 

MASSIMA. - Se crediamo alla presenza reale di Gesù nel Sacramento, perchè non visitarlo più che si può?

 

GIACULATORIA. - O Maria, Giuseppe, santi Angeli e pastori, aiutatemi a star raccolta alla santa Messa, e scacciate da me le distrazioni.

 

ORAZIONE. - Fortunato San Giuseppe, io mi congratulo con Voi, per la bella grazia che vi concedette Iddio di vagheggiare fra le vostre braccia, baciare, e mai più abbandonare il Bambino Salvatore. E per l'intima relazione che si strinse fra il vostro cuore e quello divino di Gesù, accordate a me pure qualcosa di questa unione inalterabile, con la quale conciliare sempre ogni mio pensiero con la sua adorata volontà, e non mi ricordi più del mondo, che per implorarne da Dio la conversione.

 

FIORETTO. - Fare una Comunione, almeno spirituale, pregando San Giuseppe di metterti a parte degli affetti, che aveva, quando strinse per la prima volta al cuore Gesù Bambino.

 

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