UN ANNO CON SAN GIUSEPPE
16° Settembre
LA
PURIFICAZIONE DI MARIA.
Atto della presenza di Dio ecc. come il primo giorno.
Rappresentati il Tempio.
Virtù: Prontezza ai sacrifici.
Dopo che i tre re magi furono partiti, la Beata Vergine diede i ricchi doni, ch'essi le avevano portati, a San Giuseppe, affinchè li spartisse fra i poveri. Una parte forse l'avranno conservata per il tempio, secondo il loro costume; parte ne diedero al sacerdote che aveva circonciso
Gesù, per la sinagoga di Betlemme, e solo un poco lo conservarono per
sè. La voce di questi ricchi doni, l'impressione che fece la carovana dei tre re, ed i discorsi dei pastori che andavano annunciando la nascita del Messia, incominciarono a far parlare la gente. Allora Giuseppe consigliò Maria di nascondersi in un'altra grotta poco distante con il Bambino. Quella era assai più oscura, più stretta e lunga, come una cantina, in cui da fuori non si poteva distinguer nessuno dentro. Ivi si trascinarono, dice il P.
Cochem, la povera Madre con il suo Figliuolo e San Giuseppe di notte, affinchè nessuno sapesse dove erano andati, e rimasero lì molti giorni, mentre (come dice la tradizione) i soldati di Erode facevano indagini in Betlemme, per scoprire se nessuno sapeva che il Messia fosse nato. Questa grotta conosciuta ora solto il nome di grotta del latte, e ingrandita
considerabilmente, viene visitata continuamente dai pellegrini. Finalmente arrivò il tempo in cui Maria doveva recarsi a Gerusalemme con il suo sposo, per offrire al Padre Eterno l'Agnellino di Dio. Allora Maria lo adornò al meglio che
potè, Giuseppe mise il loro povero bagaglio sull'asinello. Essi baciarono ancora con lacrime di tenerezza il sito dove era nato il Redentore del mondo, quindi incominciarono con gran devozione il loro pellegrinaggio a Gerusalemme, portando a vicenda il santo Bambinello. Giunti a Gerusalemme, Giuseppe comprò due colombe
(perchè non volevano darsi l'aria di persone agiate, che solevano offrire un
agnelletto), e così salirono al tempio. Dopo che Maria (come dice la
Emmerich) ebbe compiuta la cerimonia della Purificazione, ed offerto a Dio Padre con lacrime il suo diletto
Gesù, si ritirò presso una balaustra, dove v'erano molte altre madri con i loro figli primogeniti. Giuseppe stava più indietro con gli uomini. Allora i sacerdoti incominciarono a incensare l'altare: con due turiboli, recitando delle apposite orazioni. Quando la funzione fu terminata, si accostò il vecchio Simeone. Questi (che Maria di Agreda e la Emmerich dicono fosse sacerdote, ma di un ramo inferiore, cosa che pare anche indicata dalle parole del Vangelo, che dice, che benedì il padre e la madre del Bambino) aveva avuto una rivelazione, che non morirebbe prima di aver visto il Messia. Fuori di sè dalla consolazione, prese dalle braccia di Maria
Gesù, benedisse Iddio ed esclamò: Adesso lascerai, o Signore, che se ne vada in pace il tuo servo secondo la tua parola, perchè gli occhi miei hanno veduto il Salvatore, il quale disponesti al cospetto di tutti i popoli, luce ad illuminare le nazioni, ed a gloria del popolo tuo d'Israele». — Giuseppe, che dopo la presentazione si era avanzato vicino alla balaustra dove stava
Maria, ascoltava con rispettosa ammirazione le parole ispirate di Simeone. Allora questi li benedisse, e poi in tono più mesto prosegui: - «Ecco che questi è posto per rovina e per risurrezione di molti in Israele, e per segno cui sarà contraddetto» – e volgendosi alla Madre esclamò: — «E l'anima tua stessa sarà trapassata da un coltello, affinché restino svelati i pensieri di molti cuori». — Quando il discorso di Simeone fu finito, si accostò anche la profetessa Anna, e questa si sentì anch'essa investita dallo spirito di Dio, lodò il Signore, e parlò sopra il Bambino e la Madre ed alla gente che aspettava la redenzione d'Israele. Fin qui San Luca. La Emmerich dice: Tutti i circostanti erano commossi nel loro cuore, e mostravano venerazione al Santo Bambino. Maria intanto, arrossita com'era dal dolore, splendeva come una rosa mistica di Paradiso. In quanto all'apparenza, la Sacra Famiglia aveva data l'offerta più meschina, ma frattanto Giuseppe mise nascostamente in mano di Simeone ed Anna molte monete d'oro triangolari, che avevano ricevute dai Re Magi, pregandoli a disporne, soprattutto in favore di povere ragazze, per farle allevare nel tempio. Quindi sortirono, ed intrapresero ben presto il loro viaggio di ritorno a Nazaret (fin qui
Emmerich). Agreda scrive poi che prima di partire Giuseppe fu avvisato da un angelo, che avrebbe dovuto andare in Egitto, cosa che già sapevano dalle profezie, ma che lo abbia avvisato perchè si tenessero pronti. Sembra però che gli dicesse di tornare per il momento a
Nazaret. Questo viaggio era loro necessario, affinchè Giuseppe potesse prendere i suoi ordigni di falegname, e Maria gli strumenti da lavoro, per continuare il suo mestiere di tessitrice anche in Egitto. Essi passarono dunque questo tempo in aspettativa d'un altro ordine, e quando l'Angelo a Nazaret ordinò a Giuseppe in sogno di partire, lo poterono subito effettuare la notte stessa, perchè sarebbe stato umanamente più difficile, se non ne avessero avuto prima qualche indizio. Ripensa un poco, anima che leggi, a
tutta la storia che oggi hai considerato, e osserva quanto questi due santi Sposi ebbero in ogni incontro da soffrire, e con quale prontezza si rassegnarono sempre a fare ogni sacrificio che Dio richiedeva da essi. Amali quindi di più, e cerca d'imitarli nelle molte traversie da cui è sempre circondata la vita umana. Se farai così, verrà un giorno in cui Maria e Giuseppe, ravvisando in te un loro vero figlio, verranno a prenderti, e ti presenteranno essi stessi a
Gesù, pregandolo ad accoglierti nella gloria eterna, dove riconoscerai l'immenso valore dei patimenti sofferti per Iddio.
MASSIMA. - Caro S. Giuseppe, aiuta il mio cuore a slegarsi da tutto quello che non è Dio, per fare in ogni cosa la sua santissima volontà.
GIACULATORIA. – O caro S. Giuseppe, io ho ancora molti attacchi e temo molti sacrifici; distaccate il mio cuore da tutto, e tenetelo pronto a tutto ciò che Dio domanderà da me.
ORAZIONE. - O sensibilissimo cuore di S. Giuseppe, che tutto sentivate all'unisono con quello della Madonna; ditemi che cosa provaste, udendo la terribile profezia di Simeone? Ma con quale generosità, silenzio e inalterabile rassegnazione accettaste anche questa spada dalle mani di Dio per il nostro bene! Oh! con quali termini potrò io ringraziarvene? Dal canto mio, voglio imitare la vostra generosità, e a qualunque annunzio più doloroso che mi pervenga, dire con Voi
- si faccia la volontà di Dio -. Da questo punto vi prego di offrire al Signore tutto quello che mi resterà ancora da soffrire in questa vita, dicendogli che accetto ogni dolore, purchè possa con ciò appagare il suo Cuore divino, e quello della sua Madre santissima.
FIORETTO. – Se tu riconosci che Dio vuole da te un sacrificio, compilo, o proponi di farlo,
anche se ti dovesse costare abbondantissime lacrime.