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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

8° Ottobre

S. Giuseppe modello d'unione con Gesù Cristo.

 

S. Giuseppe, arricchito di ineffabili benedizioni, pregate per noi.

 

I. L'unione con Gesù Cristo è l'ultima e la più perfetta espressione della vita di fede, e ne è insieme l'indispensabile principio. La vita spirituale ha la sua sorgente in Gesù Cristo e ne diviene tanto più feconda e più abbondante quanto più siamo strettamente uniti a Gesù Cristo, e senza di me voi non potete far nulla, (Giovan., XV, 5) dice il Salvatore, neppure fare un buon pensiero, neppure pronunziare soprannaturalmente il nome di Gesù, (1. Cor. XII, 3), aggiunge S. Paolo. Nostro Signore ci avverte d'una comparazione famigliare e viva per farci meglio intendere questa verità: «Io sono la vigna, diceva egli ai suoi apostoli, e voi siete i tralci; come il tralcio non può dar frutto, se non è attaccato alla vigna, così voi non frutterete, cioè a dire non farete azione degna del cielo, se non restate attaccati ed uniti a me (Giovann. XV.,5). Così Gesù Cristo deve ogni istante comunicarci il divino succo della grazia; è come l'aria respirabile dall' anima, dice un Padre della Chiesa, togliendo un'altra comparazione. Vivremmo noi forse della vita naturale senza quelle aspirazioni che si succedono a brevi intervalli, che ci sollevano i polmoni, e ci fan battere il cuore? Tale è pure delle aspirazioni dell'anima nostra verso Gesù Cristo. O Gesù! voi siete dunque la vita mia! il cuore del mio cuore, l'anima della mia anima; il vostro spirito deve ogni momento vivificare il mio spirito, e io dovrei poter dire come S. Paolo: “ Vivo, ma non sono più io che vivo, è Gesù Cristo che vive in me." (Gal. II, 20).

 

II. Ogni vero cristiano prova questi misteriosi effetti della vita soprannaturale, anche senza accorgersene, e senza saper di che nome chiamarli; basta a tale scopo che egli sia in stato di grazia, e che invochi sovente Nostro Signore, offrendo per lui a Dio suo Padre, le sue principali azioni. Più che pensa a Gesù Cristo, più spesso che l'invoca e si attira la sua grazia, informandosi ai suoi esempi e alle sue parole, e più sovrabbonda in esso e si perfeziona la vita soprannaturale. Quanto saremmo noi sciagurati in non impiegare un sì facile e semplice mezzo a divenir migliori, a procacciarci meriti ad aumentare le nostre ricompense, a possedere la vera libertà. Si parla molto ai nostri giorni di libertà; ebbene la libertà più vera, più essenziale, più necessaria di tutta è quella che Gesù Cristo ci procura unendosi a noi ed aiutandoci a vivere cristianamente; perchè questa unione ci libera dal peccato dal mondo, dal demonio, dalla carne, ci rende padroni di noi stessi, dei nostri atti, del nostro carattere, dei nostri difetti, ci fa superiori a tutto ciò che potrebbe abbassare o degradare la nostra dignità di cristiano.

 

III. S. Giuseppe ha conosciuto e praticato questo indispensabile procedimento della vita cristiana; esso non era sconosciuto agli antichi giusti, poiché le virtù loro traevano il loro principio e il loro alimento dalla fede ai meriti del Redentore, e per conseguente della loro unione con lui. Ma quale sviluppo ha preso questa misteriosa unione dopo l'apparizione del Redentore e la compiuta evidente realizzazione delle profezie che ne formavano una storia anticipata per i giusti che non lo dovevano vedere s. Giuseppe è stato il primo con la Santissima Vergine a contemplare per molt'anni dappresso il modello d'ogni giustizia. Lo vide, lo benedisse; l'adoro come suo Dio, l'amò come figlio. Noi possiamo dire che Giuseppe fu uno dei rami più vigorosi di quel misterioso ceppo, al cui sviluppo egli sembrava vegliare. Conosciamo noi la vita d'unione con Gesù Cristo? la pratichiamo? Orsù intendiamo e ripetiamo di nuovo questa parola che ha come importanza di dogma: "Niente senza Gesù" tutto al contrario per Gesù, con Gesù, in Gesù, per ipsum, cum ipso, in ipso; (Preghiera della Messa in fine del Canone), per lui mediatore della grazia, con lui nostro modello, e nostra forza, in lui solo oggetto delle compiacenze di suo padre.

 

PREGHIERA.
O s. Giuseppe! io non oso ripetere il detto dell'Apostolo “Vivo, ma non sono io che vivo, è Gesù Cristo che vive in me". No, in verità, non l'oso. Questo detto che è distintivo di quelli che amano e praticano l'union con Gesù, lo trovo nel vostro cuore, e forse avrei potuto udirvelo suonare sul labbro. Ma io ohimè, io vivo sempre di me stesso, del mio pensar proprio, del mio difetto predominante, dell'amor dei miei comodi, e del mio naturale tanto eccitabile. O s. Giuseppe aiutatemi a vivere di Gesù, con Gesù, per Gesù.

 

RISOLUZIONI.
1. Rinnovare durante la giornata le precedenti riflessioni.
2. Ripetere di quando in quando l'invocazione: S. Giuseppe arricchito di ineffabili benedizioni, pregate per noi.

 

SACRIFICI DA COMPIERE.
Spirito: Sottomettere allo spirito di Gesù i pensieri che ci vengono e le parole che ne sono l'espressione.
Volontà: Rinunziare alla nostra volontà spesso, per confermarci a quella di Gesù.
Sensi: Levarsi il mattino al primo segno, e all'ora esatta voluta dal nostro Regolamento.
Recitare un Pater, Ave e Gloria, e tre volte: s. Giuseppe pregate per noi.

 

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