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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

13° Dicembre

Il cuore di s. Giuseppe acceso di amore verso Gesù per la somiglianza che vi era fra loro.

 

La somiglianza che passa fra due persone, è, non può negarsi, una delle più feconde sorgenti di amore. Se l'amore quando è vero fa divenire somiglianti nello spirito e nel cuore due persone amanti, che dovrà dirsi quando esiste già vera somiglianza di corpo, di spirito, di cuore in due persone che si amano? Una tale somiglianza vi era tra Gesù e Giuseppe, e fu questa la ragione dell'amore più tenero e più forte di quello con cui altro padre ed altro figlio sisiano giammai amati sulla terra. Essi facevano professione del medesimo genere di vita; passavano il tempo nelle medesime occupazioni; faticavano entrambi nella medesima bottega di Nazaret; viaggiavano e si recavano insieme ogni anno al tempio di Gerusalemme per rendere omaggio all'Altissimo. Oltre la somiglianza che v'era fra loro in queste esteriori azioni, avevano, secondo il parere del Gersone, i medesimi tratti di volto per mantenere quella opinione popolare che Gesù era Figlio naturale di Giuseppe. Questa uniformità esterna era un effetto della interna somiglianza delle loro complessioni, la quale era causa della più dolce e più gagliarda simpatia che ci sia mai stata tra due uomini. (..) Oltre a ciò aveva s. Giuseppe continuamente rivolti i suoi sguardi sopra Gesù per esprimere nella sua persona, per quanto poteva, tutti i suoi tratti, per conformare i suoi sensi, le sue potenze e tutte le sue operazioni ai sensi, alle potenze e alle operazioni di questo divino modello, per modo che i suoi occhi erano puri, semplici e modesti come quelli di Gesù, le sue orecchie erano chiuse a tutti i discorsi vani, lusinghieri o poco caritatevoli; la sua bocca non si apriva come la sua che per edificare il prossimo, consolar gli infelici, istruire quelli che ne avevano bisogno; le sue mani non si esercitavano a suo esempio che a far del bene a tutti praticando le opere di giustizia e di misericordia; tutti i suoi sensi e tutti i movimenti del suo corpo erano regolati con la modestia, e perfettamente soggetti allo spirito come quelli di Gesù. Qual meraviglia poi che Gesù fosse così portato ad amare Giuseppe, e questi ad amar Gesù Cristo essendo fra essi tanta somiglianza? L'amore di Gesù verso di noi lo indusse a rendersi simile a noi, uomo, mortale, povero, sofferente e circondato delle nostre infermità, e l'amore che noi dobbiamo avere per lui deve indurci a divenire a lui somiglianti: umili, mansueti, modesti, pazienti, obbedienti e pieni di carità per tutti. Gran verità, ma poco conosciuta e meno gustata anche dalle anime pie e devote! E come possiamo noi assicurarci di amar Gesù Cristo se non abbiamo nel cuore, come s. Giuseppe, un desiderio ardente di trasformarci in lui, di essere animati dal suo spirito, di seguire le sue massime, di non stimar se non ciò ch'egli stima, di disprezzare ciò ch'egli disprezza, e di amare ciò ch'egli ama; la croce, le umiliazioni, il patire; in una parola di conformarci perfettamente a lui in tutte le cose, cessando di essere ciò che siamo, per cominciare ad essere ciò ch'egli è? Gran punto e degno di tutta la nostra considerazione!

 

Giaculatoria,
O Giuseppe santo, perfettissimo cultore della purezza e della verginità, pregate per noi.

 

Affetti.
O Giuseppe purissimo, che spiegaste ed innalzaste il primo, insieme con la vostra santissima sposa Maria, la bandiera della verginità coniugale in un tempo ed in un luogo ove la sterilità era ritenuta vile e riguardata quale un obbrobrio; o Giuseppe castissimo, il giglio posto a confronto con la verginale vostra illibatezza perde il suo candore, la neve la sua bianchezza, ed i più luminosi raggi del sole divengono languidi e smorti. Tale doveva essere la vostra purezza perchè destinato ad aver continuo commercio con gli angeli, a maneggiare il corpo verginale di Gesù Re dei vergini, ed a vivere in compagnia non solo come Giovanni, ma esser sposo della più bella principessa del mondo, Regina anch'essa delle vergini e della verginità! Sarà ben altra la ricompensa vostra nel cielo, e immensamente più distinta da quella degli altri vergini che seguiranno l'agnello ovunque andrà, considerando che sulla terra voi foste seguito dal medesimo agnello di Dio e da Maria immacolata pecorella di lui madre! Noi non possiamo averne giusta idea. Deh! otteneteci, o purissimo santo Patriarca, di vivere castamente per essere un giorno ammessi a vedere ed ammirare quanto è bella, preziosa e ricca l'aureola della verginità che pose Iddio intorno alla vostra fronte, e che risplenderà per tutti i secoli dei secoli.

 

ORAZIONE

A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)

 

FIORETTO: - Ripeti lungo il giorno: Signore, io spero in te. Gesù mio, misericordia!

 

 

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