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NOVENA
A
SAN BENEDETTO DA NORCIA
(Inizio:
02 Luglio - Festa: 11 Luglio)
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12 Marzo - Festa: 21 Marzo)
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INDICE
di tutte le NOVENE
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PRIMO
GIORNO
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Febbr
Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
San Benedetto e Dio Padre
Lettura biblica Os 11, 1-9
«Quando Israele era giovinetto, io l’ho amato,
e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
Ma più lo chiamavo, più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal,
agli idoli bruciavano incensi,
Ad Èfraim io insegnavo a camminare
tenendolo per mano,
ma essi con compresero che avevo cura di loro.
Io li traevo con legami di bontà,
con vincoli d’amore;
ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia;
mi chinavo su di lui per dargli da mangiare.
Ritornerà al paese d’Egitto, Assur sarà il suo re,
perché non hanno voluto convertirsi.
La spada farà strage nelle loro città,
sterminerà i loro figli,
demolirà le loro fortezze.
Il mio popolo è duro a convertirsi:
chiamato a guardare in alto
nessuno sa sollevare lo sguardo.
Come potrei abbandonarti, Èfraìm,
come consegnarti ad altri, Israele?
[Come potrei trattarti al pari di Admà,
ridurti allo stato di Zeboìm?]
Il mio cuore sì commuove dentro di me
il mio intimo freme di compassione.
Non darò sfogo all’ardore della mia ira,
non tornerò a distruggere Èfraim,
perché sono Dio e non uomo;
sono il Santo in mezzo a te
e non verrò nella mia ira».
Dalla Regola di San Benedetto
«E nel "Padre nostro" domandiamo che si faccia in noi la sua volontà» (7, 20).
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«Terzo gradino di umiltà: Per amor di Dio sottomettersi totalmente al superiore, imitando il Cristo di cui l’Apostolo dice: ”Si fece obbediente fino alla morte"» (Fil 2, 8) (7, 34).
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«Le Lodi e il Vespro non si concludano mai senza che il superiore reciti il "Padre nostro" per intero e a voce alta, per le spinose discordie che nascono spesso in seno alle comunità.
Così i fratelli, impegnati dalla promessa che fanno con le parole "Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo", si purifichino da simili colpe.
- Negli altri Uffici, invece, di questa preghiera si reciti ad alta voce soltanto l’ultima parte, in modo che tutti rispondano: ”Ma liberaci dal male" (13, 12-14),
Preghiera
Glorioso san Benedetto, a te che avesti un sentimento tanto profondo della grandezza di Dio
e della sua paternità, chiediamo che tu ci ottenga dal Padre buono il dono di vivere in profondità la nostra figliolanza.
Che noi, come hai insegnato ai tuoi monaci, si abbia come obiettivo della nostra vita di compiere la volontà del Padre, il progetto del Padre.
Non sappiamo cosa potrà richiederci questo progetto; talvolta, in qualche momento
potrebbe esigere una rinuncia
così grande che, come Gesù nell’orto del Getsemani, vogliamo pregare:
«Abbà, Padre, tutto ti è possibile: allontana da me questo calice» (Mc 14, 36).
Glorioso san Benedetto, ti chiediamo che, quando questo succedesse, tu
ci ottenga dal Signore la grazia di aggiungere sempre come Gesù: «Però che si compia non la mia volontà, ma la tua» (Mc 14, 36).
Che l’affermazione dell’apostolo Paolo: «Del resto noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno» (Rm 8, 28) ci trasformi in uomini di Dio come te, cioè figli fiduciosi in Dio Padre. Amen.
Proposito del giorno
VIVERE LA FIGLIOLANZA CON IL RINNOVO DELLE PROMESSE BATTESIMALI.
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SECONDO
GIORNO
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Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
San Benedetto e Dio Figlio
Lettura biblica Rm 6, 3-11
«Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre,
così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con Ia sua risurrezione.
Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato, Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Cosi anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù».
Dal secondo libro dei Dialoghi cap. 37
«Nell’anno stesso in cui doveva morire, annunziò il giorno del suo beatissimo transito ai suoi discepoli, alcuni dei quali vivevano con lui ed altri che stavano lontani. Ai presenti ordinò di custodire in silenzio questa notizia, ai lontani indicò esattamente
quale segno li avrebbe avvisati che la sua anima si staccava dal corpo. Sei giorni prima della morte, si fece aprire la tomba. Assalito poi dalla febbre, cominciò ad essere prostrato da ardentissimo calore. Poiché di giorno in giorno lo sfinimento diventava sempre più grave, il sesto giorno si fece trasportare dai discepoli nell’oratorio, ove si fortificò per il grande passaggio ricevendo il Corpo e il Sangue del Signore. Sostenendo le sue membra, prive di forze, tra le braccia dei discepoli, in piedi,
coln e mani levate al cielo, tra le parole della preghiera, esalò l’ultimo respiro».
Dalla Regola di San Benedetto
«Di conseguenza, non lasceremo mai il suo insegnamento e persevereremo in monastero, nella sua scuola, fino alla morte; e cosi parteciperemo, mediante la pazienza, alla passione di Cristo per meritare di condividere anche il suo regno. Amen» (Prologo, 50).
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«Perché, o schiavi o liberi, tutti siamo una cosa sola in Cristo e tutti portiamo le stesse armi sotto l’unico Signore» (2, 20).
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«Nulla anteporre all’amore di Cristo» (4, 21). -
«Infrangere contro Cristo i pensieri cattivi appena si presentano e manifestarli al padre spirituale» (4, 50).
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«Per amore di Cristo, pregare per i nemici» (4, 72). -
«Secondo gradino di umiltà: Non amare la volontà propria né compiacersi di realizzare i propri desideri, ma mettere in pratica questa parola del Signore: ”Io sono disceso dal cielo non per fare la volontà mia, ma la volontà di colui che mi ha mandato"» (Gv 6, 38) (7, 31-32).
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«Tutti gli ospiti che giungono al monastero siano accolti come Cristo in persona. Egli ci dirà, infatti: ”Ho domandato ospitalità e voi mi avete accolto" (Mt25, 35). A tutti si renda l’onore dovuto, specialmente ai nostri fratelli nella fede e ai pellegrini. [...] Si mostri grande umiltà, in questo saluto, per tutti gli ospiti sia in arrivo che in partenza: con il capo chino e prostrati a terra si adori Cristo, perché è lui che si accoglie in essi. [...] Soprattutto ci si preoccupi di ricevere bene i poveri e i pellegrini, perché è proprio in loro che si accoglie di più il Cristo; infatti, il timore stesso che si ha dei ricchi, induce da se stesso ad onorarli» (53, 1-2; 6-7; 15).
Preghiera
Glorioso san Benedetto, che avesti come centro della tua vita Gesù Cristo, al cui amore non hai permesso che nulla fosse anteposto, ti chiediamo che anche per noi il centro della nostra vita sia il mistero pasquale.
La tua vita fu partecipazione alle sofferenze di Cristo e attesa gioiosa della santa pasqua definitiva, che hai celebrato morendo con il Corpo e il Sangue di Gesù. Ti chiediamo che ci ottenga dal Padre la grazia di accettare il dolore, la sofferenza e la morte che lui ci presenta e che sappiamo unirli ai patimenti redentivi di Gesù: che sappiamo completare nel nostro corpo quello che manca alla passione di Cristo. Che ogni celebrazione eucaristica sia per noi l’anticipo della gloria futura. Amen.
Proposito del giorno
RINNOVARE LA COSCIENZA CHE SIAMO MEMBRA DI CRISTO, SE È POSSIBILE CON LA PARTECIPAZIONE ALL'EUCARISTIA.
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TERZO
GIORNO
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Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
San Benedetto e Dio Spirito Santo
Lettura biblica Gal 4, 6-7
«E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio».
Dalla Regola di San Benedetto
«Quando avrà salito tutti questi gradini di umiltà, il monaco giungerà presto a quell’amore di Dio che, quando è "perfetto, scaccia via il timore” (1 Gv 4, 18). Con questo amore, quello che prima osservava con paura, incomincerà a compierlo con naturalezza, quasi per forza di abitudine, non più per paura dell’inferno, ma per amore di Cristo e per il gusto del bene.
Per grazia dello Spirito Santo il Signore si degnerà di manifestare tutto ciò nel suo operaio, ormai purificato dai vizi e dai peccati» (7, 67-70). «Perciò, in questi giorni, aggiungiamo qualcosa al consueto debito del nostro servizio: preghiere personali, privazioni nel mangiare e nel bere: ciascuno spontaneamente, nella gioia dello Spirito, offra a Dio qualcosa di più della misura stabilita, togliendo al proprio corpo un po' di cibo, di vino, di sonno, di conversazione e di passatempo. E poi attenda la santa Pasqua nella gioia di una brama spirituale» (49, 5-7).
Preghiera
Glorioso san Benedetto, che per tutta la tua vita fosti guidato dallo Spirito Santo, ti chiediamo di intercedere per noi la grazia di rendere viva in noi la presenza dello Spirito Santo che ci venne dato come dono nella nostra cresima.
Abbiamo bisogno che, nei momenti di oscurità e di scoraggiamento, lo Spirito Santo confermi la nostra filiazione affinché possiamo accogliere con generosità e coraggio la volontà del Padre; ti chiediamo, glorioso san Benedetto, che con la tua intercessione si affini il nostro udito interiore affinché percepiamo la voce dello Spirito che grida: Abbà, Papà!
Implora per noi il dono della gioia, che è frutto dello Spirito Santo, Amen.
Proposito del giorno
METTERSI IN ASCOLTO DELLO SPIRITO SANTO E RINNOVARE IL SACRAMENTO DELLA CRESIMA ACCOGLIENDO DI NUOVO LE PROMESSE CHE ESSO COMPORTA.
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QUARTO
GIORNO
Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
San Benedetto e la Parola di Dio
Lettura biblica Is 55, 10-11
«Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore
e pane da mangiare,
così sarà della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Dalla Regola di San Benedetto
“Decidiamoci una buona volta! La Scrittura lo esige dicendoci: ”È ormai ora di svegliarci daI sonno” (Rm 13, 11). Apriamo gli occhi alla luce divina, ascoltiamo attentamente ciò che la voce del Signore ci grida continuamente: "Ascoltate oggi la sua voce: non indurite il cuore” (Sal 94, 8); e ancora: "Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese" (Ap 2, 7). E che cosa dice? “ Venite, figli, ascoltatemi; vi insegnerò il timore di Dio" (Sal 33, 12). ”Correte mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre della morte"» (Gv 12/ 35). (Dal Prologo 8-13).
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«Alla presenza dell’ospite si legga un passo della Sacra Scrittura, perché ne sia edificato e, subito dopo, gli si usi ogni fraterna premura» (53, 9).
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«È necessario, dunque, che egli [l’abate] sia istruito nella legge di Dio, perché sappia dove attingere il suo insegnamento» (64, 9).
Preghiera
Glorioso san Benedetto, che hai saputo assimilare la Parola di Dio e la consegnasti ai monaci nella tua Regola, ti chiediamo di aprirci gli orecchi affinché con stupore ascoltiamo ogni giorno la voce del Signore nella Sacra Scrittura e sappiamo discernere ciò che attraverso di lei oggi dice alle Chiese lo Spirito Santo.
Ti chiediamo che la lettura assidua della Parola, che hai raccomandato ai tuoi monaci, sia come rugiada che fecondi la terra del nostro cuore, affinché diamo i frutti abbondanti che il Signore della vigna aspetta.
Ti chiediamo, come hai fatto tu, di poter prendere come guida il Vangelo e, senza anteporre nulla a Cristo, meritiamo di vedere colui che ci chiamò nel suo regno. Amen
Proposito del giorno
IMPEGNARMI OGNI GIORNO NELLA LETTURA GIORNALIERA DELLA SACRA SCRITTURA ALMENO PER DIECI MINUTI E VEDERE NELL’ORARIO QUALE SARÀ IL MOMENTO PIU’ OPPORTUNO.
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QUINTO
GIORNO
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Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
San Benedetto e la Chiesa
Lettura biblica 1 Cor 12, 12, 13
«Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo,
così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: "Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: "Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo", non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe
l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: "Non ho bisogno di te"; né la testa ai piedi: ”Non ho bisogno di voi". Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre.
Quindi se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli?Tutti possiedono doni di far guarigioni?Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?
Aspirate ai carismi più grandi!»
Dalla Regola di San Benedetto
«Nella casa di Dio nessuno si turbi o si rattristi» (31, 19).
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«ln ogni luogo si serve a un solo Signore e si milita sotto un unico Re» (61,10).
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“Se per caso - speriamo non avvenga mai! - la comunità ha eletto concordemente una persona partecipe dei suoi vizi, e questo viene a conoscenza del vescovo, degli abati e dei cristiani dei paesi vicini, allora tutti impediscano che riesca il complotto dei malvagi, ma facciano in modo che alla casa di Dio sia preposto un amministratore degno.
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Sappiano che, agendo con retta intenzione e zelo per la casa dì Dio, ne riceveranno il premio; in caso contrario, non intervenendo, si rendono colpevoli.
Preghiera
Glorioso san Benedetto, che hai arricchito la Chiesa con una moltitudine di monaci che hanno seguito e seguono i tuoi insegnamenti, ti chiediamo di intercedere presso Dio affinché il suo popolo santo continui ad essere terreno fertile per l’incremento della vita monastica e consacrata.
Ti chiediamo che, seguendo il tuo esempio, sappiamo sempre pensare e sentire in comunione con la Chiesa. Che la nostra costante preoccupazione sia l’unità di tutto il corpo ecclesiale affinché si concretizzi ogni giorno in maggiore pienezza la richiesta di Cristo al Padre: ”Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai inviato". Amen».
Proposito del giorno
FARE UN GESTO DI UNITÀ, CHE PUO' ESSERE LA RICONCILIAZIONE CON IL FRATELLO CHE CI HA OFFESO O ABBIAMO OFFESO, O L'AIUTO AD UN FRATELLO IN DIFFICOLTA’.
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SESTO
GIORNO
Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
San Benedetto e la Madonna
Lettura biblica Lc 1, 46-55
«Allora Maria disse:
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre.
Dalla Regola di San Benedetto
«Glorifica il Signore che opera in lui» (Prologo 30).
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«Attribuire a Dio e non a se stesso il bene che si crede di avere» (4, 42).
Preghiera
Glorioso san Benedetto, Ia storia ci lasciò sprovvisti di notizie sulla tua devozione alla Vergine Maria; ma lasciò conferma che tu nutristi le sue stesse attitudini: di profonda contemplazione, di lode e azione di grazia per le meraviglie che Dio opera, di attenzione al bisognoso, di guida alla preghiera comunitaria, di attenta attesa della luce irrompente dello Spirito Santo.
Ti chiediamo che la tua intercessione ci ottenga dal Signore la grazia di imitare sempre la Vergine Maria, modello della Chiesa. Che come lei sappiamo conservare nel nostro cuore Ia Parola di Dio, che come lei sappiamo metterla in atto.Che di fronte ad ogni progetto di Dio esca dal nostro cuore e dalle nostre
labbra un sì fermo e coerente come quello della \/ergine Maria. Amen.
Proposito del giorno
FARE UN ESAME DI COSCIENZA SULLA NOSTRA ATTITUDINE DI FRONTE ALLA PAROLA DI DIO E DI FRONTE ALLE SUE PROPOSTE.
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SETTIMO
GIORNO
Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
San Benedetto e il demonio
Lettura biblica Ef 6, 10-17
«Per il resto attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo.
La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio».
Dal Secondo libro dei Dialoghi cap. 11
«Un’altra volta i monaci stavano sopraelevando una parete perché l’edificio lo esigeva, l’uomo di Dio se ne stava chiuso nella sua stanzetta, intento a|l’orazione. Gli si fece innanzi, beffardo, l”antico nemico e lo avvisò che stava per andare a fare una visitina ai monaci al lavoro.
Con la massima celerità l’uomo di Dio mandò di corsa uno dei suoi ad avvisare i monaci: “Fate attenzione, fratelli: sta arrivando proprio adesso il maligno”.
ll messo non aveva neanche finito di parlare che il maligno spirito, rovesciando la parete in costruzione, aveva seppellito e schiacciato sotto le macerie un piccolo monaco, figlio di un impiegato di curia. Pieni tutti di grave costernazione e tristezza, non per la parete crollata ma per il
monachello schiacciato, si affrettarono a dare con lacrime di profondo dolore la notizia al venerando padre Benedetto.
"Andatelo a prendere e portatemelo qui!" ordinò il Padre. Ma non fu possibile trasportarlo se non sopra una coperta, perché i sassi della parete precipitata non solo gli avevano pestato la carne, ma anche schiacciate le ossa. L’uomo di Dio lo fece deporre nella sua stanzetta sopra la stuoia dov’egli soleva pregare; poi licenziati i fratelli chiuse la porta e si buttò in ginocchio a pregare con una insistenza come mai aveva fatto finora. Ed ecco il miracolo! Entro la stessa ora egli rimandò al lavoro il fanciullo sano e robusto come prima, perché insieme agli altri monaci terminasse la costruzione della parete. Con la morte di questo fanciullo l’antico nemico si era illuso di prendersi beffa di Benedetto».
Dalla Regola di San Benedetto
«[Abita la casa di Dio] chi, respingendo dagli sguardi del proprio cuore il diavolo insieme alla sua tentazione, lo annienta e ne frustra in sul nascere i progetti infrangendoli contro Cristo» (Prologo 28).
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«Quest’ultimo [l’abbraccio di pace], però, si dia solamente dopo aver pregato insieme, per evitare inganni del demonio» (53, 5).
Preghiera
Glorioso san Benedetto, che hai saputo vincere le tentazioni del diavolo, che voleva allontanarti dalla chiamata di Dio e che hai saputo affrontare il demonio che voleva distruggere l’opera che il Padre ti aveva affidato, ti chiediamo che ci aiuti a vincere ogni tentazione del maligno e a camminare nella fedeltà al Vangelo.
Ti chiediamo anche di intercedere per quelli che vogliono farci del male affinché il Signore cambi il loro cuore e, convertiti a lui, possano costruire con noi il regno. Amen.
Proposito del giorno
RINNOVARE LA MIA FEDE PER CUI DIO E’ PIU POTENTE DI TUTTI E CHE IL PADRE TUTTO DISPONE PER IL BENE DI QUELLI CHE LO AMANO.
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OTTAVO
GIORNO
Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
San Benedetto e i poveri
Lettura biblica 1 Cor 1, 26-31
«Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore».
Dal Secondo libro dei Dialoghi cap. 1
«Qualche giorno dopo, la nutrice aveva bisogno di mondare un po' di grano e chiese alle vicine che volessero prestarle un vaglio di coccio. Avendolo sbadatamente lasciato sul tavolo, per caso cadde e si ruppe in due pezzi. Ed ora? L’utensile non era suo, ma ricevuto in prestito: cominciò disperatamente, a piangere.
Il giovanetto, religioso e pio com’era, alla vista di quelle lacrime, ebbe compassione di tanto dolore: presi i due pezzi del vaglio rotto se ne andò a pregare e pianse.
Quando si rialzò dalla preghiera, trovò al suo fianco lo staccio completamente risanato, senza un minimo segno d’incrinatura: "Non c’è più bisogno di lacrime - disse consolando dolcemente la nutrice - il vaglio rotto eccolo qui, è sano!"».
Dalla Regola di San Benedetto
«Abbia speciale cura dei malati, dei fanciulli, degli ospiti e dei poveri, sapendo che di essi darà conto nel giorno del giudizio» (31, 9).
- «Ai deboli si procurino degli aiutanti, perché non esercitino il loro servizio con tristezza» (35, 3).
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«La cura dei fratelli malati sia posta al di sopra di ogni altra preoccupazione. Ad essi si deve servire come a Cristo in persona; infatti egli stesso ha detto: "Ero malato e mi avete visitato" (Mt 25, 36) e: "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatta a me" (Mt 25, 40). [...] Pertanto, l’abate abbia molto a cuore che i malati non siano trascurati ».
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«Benché la stessa natura umana ci spinga a mostrare benevolenza verso gli anziani e i fanciulli, tuttavia è bene che vi provveda anche l’autorità della Regola. Si abbia quindi, riguardo della loro debolezza e non si impongano ad essi le restrizioni alimentari previste dalla Regola. Piuttosto li si tratti con affettuosa condiscendenza e si permetta loro di prendere cibo prima dell’ora fissata per il resto della comunità» (37).
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«Ai fratelli malati o di costituzione gracile, si dia un lavoro o un’arte, che permetta loro di evitare l’ozio senza essere schiacciati dal peso della fatica e senza cadere nello scoraggiamento. L’abate tenga presente la debolezza delle loro forze» (48, 24, 25).
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«Soprattutto ci si preoccupi di ricevere bene i poveri e i pellegrini, perché è proprio in loro che si accoglie di più il
Cristo» (53,15).
Preghiera
Glorioso san Benedetto, che fosti
così attento e delicato con i poveri, i deboli e i bisognosi, ti preghiamo di ottenerci dal Signore un cuore compassionevole verso
l’umana miseria.
Chiediamo un cuore che sappia scoprire i bisogni, la miseria e il dolore del fratello.
Chiediamo un cuore aperto e compassionevole verso qualunque uomo bisognoso.
Chiediamo che quando non sappiamo o non possiamo risolvere il problema del fratello, esca dalla nostra bocca una parola di sollievo e di speranza.
Chiediamo che quando non sappiamo neppure cosa dire, esca dal nostro cuore una preghiera fervente che chieda al Padre delle misericordie, e al Dio di ogni consolazione, la soluzione che la nostra incapacità non trova.
Chiediamo il cuore compassionevole di Gesù.
Proposito del giorno
SCOPRIRE IL BISOGNO DI QUALCHE FRATELLO E ACCORRERE IN SUO AIUTO.
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NONO
GIORNO
Nel nome
del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore vieni presto in mio aiuto.
San Benedetto e il peccatore
Lettura biblica 2 Cor 5, 16-21
«Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.
È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.
Dalla Regola di San Benedetto
«[L’abate] non chiuda gli occhi sulle mancanze, ma le stronchi energicamente fin dalle radici appena cominciano a spuntare. [...] Usi con l’uno l’incoraggiamento, con l’altro il rimprovero o la persuasione, secondo le disposizioni e l’intelligenza di ciascuno. Si conformi e si adatti a tutti in modo tale da non subire perdite nel gregge affidatogli, ma anzi da rallegrarsi per il suo incremento. [...] E mentre con le sue istruzioni correggerà gli altri, egli stesso si libererà dai suoi difetti» (2, 26.32.40).
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«L’abate si prenda ogni cura dei fratelli colpevoli, perché ”non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati" (Mt 9, 12).
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Quindi egli usi tutti i rimedi, come fa il medico più esperto, Perciò invii dei fratelli anziani e prudenti, che quasi di nascosto consolino il fratello vacillante e gli suggeriscano una umile riparazione della colpa, e lo incoraggino ”perché non soccomba in un eccesso di tristezza" (2 Cor 2, 7); ma, come dice
l’Apostolo, ”si raddoppi nei suoi riguardi la carità" (2 Cor 2, 8). Tutti, poi, preghino per lui.
L’abate, quindi, dia prova di una estrema sollecitudine verso i fratelli colpevoli, preoccupandosi con ogni mezzo e saggia accortezza, di non perdere alcuna delle pecore affidategli. Sappia di aver assunto la cura di anime deboli e non la tirannia su quelle sane.
Tema la minaccia del Profeta, per mezzo del quale il Signore dice: ”Prendevate ciò che vedevate grasso e gettavate via ciò che era debole" (Ez 34, 3).
Imiti piuttosto la tenerezza del buon Pastore, il quale lasciò sui monti le novantanove pecore per cercare quell’una che si era smarrita; e per la debolezza di questa provò tanta compassione da degnarsi di porsela sulle sacre spalle e riportarla cosi all’ovile (27).
Preghiera
Glorioso san Benedetto, che fosti totalmente cosciente che il peccato tocca e macchia tutti i membri del popolo di Dio, ti chiediamo
che tu ci ottenga la sincerità per scoprire e riconoscere il nostro peccato, l’umiltà per confessarlo, il coraggio per correggerlo e la confidenza nell’amore del Padre con la coscienza di essere stati perdonati.
A te, che fosti così comprensivo con il fratello nella sua debolezza, ti chiediamo che, per la tua intercessione,
noi abbiamo viscere di misericordia con il peccatore che vuole convertirsi.
Che sappiamo aver la mano tesa per sollevare il caduto, il cuore aperto per ricevere come fratello colui che talvolta e in qualche momento fu nostro nemico.
Che sappiamo che ogni uomo è stato redento con il prezzo del Sangue di Cristo; che colui che noi consideriamo peccatore, lo riconosciamo come pecora amata e cercata dal buon Pastore.
Che ci rincresca profondamente il nostro peccato e il peccato dei nostri fratelli, affinché questo dolore ci conduca tutti a immergerci di nuovo nelle acque purificatrici del battesimo, che continuamente scorrono nel sacramento della riconciliazione. Amen.
Proposito del giorno
FARE UN SERIO ESAME DI COSCIENZA SULLA MIA CAPACITÀ DI RICONOSCERE I MIEI PECCATI E LA MIA DISPONIBILITÀ PER PERDONARE IL FRATELLO PECCATORE.
Estratta da “San Benedetto Spiritualità e Devozioni e Santa Scolastica” a cura di Sergio Pagliaroli – Edizioni Villadiseriane
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