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NOVENA
DI RINGRAZIAMENTO
ALLA
MADONNA DI POMPEI
(Inizio:
il 11 Aprile, dopo 3 Novene
alla Madonna di Pompei)
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INDICE
di tutte le NOVENE
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PRIMO
GIORNO
.
(6
Novene alla Madonna di Pompei)
(clicca
per la spiegazione)
Si
ponga per ogni giorno della novena la prodigiosa immagine della
Vergine del Rosario di Pompei in luogo distinto e, potendolo, si
accendano due candele, simbolo della fede che arde nel cuore del
credente. Quindi si prenda fra le mani la corona del Rosario.
V.
O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
I
– Eccomi sulle tue ginocchia, o Madre Immacolata di Gesù, che godi
di essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei. Con la
gioia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io
ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana
del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la
Madre che assai mi ama. Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie
afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la
pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre,
dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato.
Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il
mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi
soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii Tu sempre
benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini
e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il primo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
II
– Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi
benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti.
Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le
lacrime mie? Per me ti ringrazino gli Angeli del paradiso e i cori
degli Apostoli, dei Martiri, delle Vergini, dei Confessori. Per me ti
ringrazino tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in
cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con
me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse
l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina,
ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta la consacro a
te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di
Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato.
Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la
misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona
con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si
rivolgano con fiducia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il secondo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
III
– Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con
quali titoli t’invocherò, che i santi Dottori ti chiamarono Signora
del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria
dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso
dell’Altissimo? Tu sei la Tesoriera delle grazie, la Onnipotenza
supplichevole, anzi la stessa Misericordia di Dio che discende sugli
infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata
Regina del Rosario nella Valle di Pompei. E così chiamandoti, sento
la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata
nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di
Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del
Libano, che, col tuo profumo di soavità celestiale, attiri nella tua
Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna
freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti
le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa
d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti
l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome
tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il Nome della Vergine di
Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il terzo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
IV
– Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te,
nuova Stella di speranza apparsa ai giorni nostri sulla Valle delle
rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del
Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì
caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare
immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del
tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu
al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle
di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le
anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle
rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu
mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla
terra dominata dal tuo nemico piantasti la Città del rifugio, dove
accogli i popoli per salvarli. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo,
qui t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come
trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra
i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo
della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o
Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle
della desolazione e dello sterminio.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quarto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V
– Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e la sera
tramandi al giorno seguente il coro delle nostre benedizioni. Tutte le
genti ti chiamino beata, e beata ripetano tutti i lidi della terra e i
cori celesti. Tre volte beata anche io ti chiamerò con gli Angeli,
con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche
Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni supreme.
Beatissima ti predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i
Serafini. O sovrana mia salvatrice, Piega i tuoi occhi misericordiosi
su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto
non mi negare la più grande delle grazie: cioè che la mia fragilità
da te non mi distacchi mai. In quella fede e in quell’amore dove
arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino
all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo
Santuario di Pompei e all’incremento delle sue opere di carità,
fa’ che siamo tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario
della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui
si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù,
il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia
predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di
pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in
morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire
sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le
porte del Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quinto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V.
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
R. Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
– Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato
di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei
cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per
intercessione della Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci
gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili
grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario
di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di
Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.
(la
presente preghiera si ripete per nove giorni)
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SECONDO
GIORNO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
I
– Eccomi sulle tue ginocchia, o Madre Immacolata di Gesù, che godi
di essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei. Con la
gioia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io
ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana
del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la
Madre che assai mi ama. Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie
afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la
pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre,
dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato.
Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il
mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi
soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii Tu sempre
benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini
e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il primo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
II
– Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi
benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti.
Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le
lacrime mie? Per me ti ringrazino gli Angeli del paradiso e i cori
degli Apostoli, dei Martiri, delle Vergini, dei Confessori. Per me ti
ringrazino tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in
cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con
me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse
l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina,
ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta la consacro a
te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di
Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato.
Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la
misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona
con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si
rivolgano con fiducia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il secondo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
III
– Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con
quali titoli t’invocherò, che i santi Dottori ti chiamarono Signora
del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria
dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso
dell’Altissimo? Tu sei la Tesoriera delle grazie, la Onnipotenza
supplichevole, anzi la stessa Misericordia di Dio che discende sugli
infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata
Regina del Rosario nella Valle di Pompei. E così chiamandoti, sento
la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata
nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di
Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del
Libano, che, col tuo profumo di soavità celestiale, attiri nella tua
Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna
freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti
le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa
d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti
l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome
tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il Nome della Vergine di
Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il terzo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
IV
– Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te,
nuova Stella di speranza apparsa ai giorni nostri sulla Valle delle
rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del
Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì
caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare
immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del
tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu
al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle
di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le
anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle
rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu
mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla
terra dominata dal tuo nemico piantasti la Città del rifugio, dove
accogli i popoli per salvarli. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo,
qui t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come
trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra
i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo
della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o
Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle
della desolazione e dello sterminio.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quarto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V
– Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e la sera
tramandi al giorno seguente il coro delle nostre benedizioni. Tutte le
genti ti chiamino beata, e beata ripetano tutti i lidi della terra e i
cori celesti. Tre volte beata anche io ti chiamerò con gli Angeli,
con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche
Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni supreme.
Beatissima ti predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i
Serafini. O sovrana mia salvatrice, Piega i tuoi occhi misericordiosi
su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto
non mi negare la più grande delle grazie: cioè che la mia fragilità
da te non mi distacchi mai. In quella fede e in quell’amore dove
arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino
all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo
Santuario di Pompei e all’incremento delle sue opere di carità,
fa’ che siamo tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario
della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui
si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù,
il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia
predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di
pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in
morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire
sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le
porte del Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quinto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V.
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
R. Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
– Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato
di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei
cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per
intercessione della Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci
gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili
grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario
di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di
Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.
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TERZO
GIORNO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
I
– Eccomi sulle tue ginocchia, o Madre Immacolata di Gesù, che godi
di essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei. Con la
gioia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io
ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana
del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la
Madre che assai mi ama. Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie
afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la
pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre,
dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato.
Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il
mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi
soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii Tu sempre
benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini
e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il primo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
II
– Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi
benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti.
Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le
lacrime mie? Per me ti ringrazino gli Angeli del paradiso e i cori
degli Apostoli, dei Martiri, delle Vergini, dei Confessori. Per me ti
ringrazino tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in
cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con
me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse
l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina,
ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta la consacro a
te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di
Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato.
Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la
misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona
con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si
rivolgano con fiducia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il secondo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
III
– Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con
quali titoli t’invocherò, che i santi Dottori ti chiamarono Signora
del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria
dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso
dell’Altissimo? Tu sei la Tesoriera delle grazie, la Onnipotenza
supplichevole, anzi la stessa Misericordia di Dio che discende sugli
infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata
Regina del Rosario nella Valle di Pompei. E così chiamandoti, sento
la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata
nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di
Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del
Libano, che, col tuo profumo di soavità celestiale, attiri nella tua
Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna
freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti
le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa
d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti
l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome
tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il Nome della Vergine di
Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il terzo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
IV
– Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te,
nuova Stella di speranza apparsa ai giorni nostri sulla Valle delle
rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del
Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì
caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare
immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del
tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu
al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle
di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le
anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle
rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu
mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla
terra dominata dal tuo nemico piantasti la Città del rifugio, dove
accogli i popoli per salvarli. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo,
qui t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come
trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra
i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo
della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o
Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle
della desolazione e dello sterminio.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quarto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V
– Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e la sera
tramandi al giorno seguente il coro delle nostre benedizioni. Tutte le
genti ti chiamino beata, e beata ripetano tutti i lidi della terra e i
cori celesti. Tre volte beata anche io ti chiamerò con gli Angeli,
con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche
Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni supreme.
Beatissima ti predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i
Serafini. O sovrana mia salvatrice, Piega i tuoi occhi misericordiosi
su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto
non mi negare la più grande delle grazie: cioè che la mia fragilità
da te non mi distacchi mai. In quella fede e in quell’amore dove
arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino
all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo
Santuario di Pompei e all’incremento delle sue opere di carità,
fa’ che siamo tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario
della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui
si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù,
il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia
predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di
pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in
morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire
sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le
porte del Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quinto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V.
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
R. Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
– Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato
di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei
cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per
intercessione della Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci
gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili
grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario
di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di
Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.
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indice |
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QUARTO
GIORNO
V.
O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
I
– Eccomi sulle tue ginocchia, o Madre Immacolata di Gesù, che godi
di essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei. Con la
gioia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io
ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana
del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la
Madre che assai mi ama. Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie
afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la
pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre,
dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato.
Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il
mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi
soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii Tu sempre
benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini
e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il primo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
II
– Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi
benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti.
Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le
lacrime mie? Per me ti ringrazino gli Angeli del paradiso e i cori
degli Apostoli, dei Martiri, delle Vergini, dei Confessori. Per me ti
ringrazino tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in
cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con
me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse
l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina,
ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta la consacro a
te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di
Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato.
Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la
misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona
con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si
rivolgano con fiducia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il secondo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
III
– Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con
quali titoli t’invocherò, che i santi Dottori ti chiamarono Signora
del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria
dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso
dell’Altissimo? Tu sei la Tesoriera delle grazie, la Onnipotenza
supplichevole, anzi la stessa Misericordia di Dio che discende sugli
infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata
Regina del Rosario nella Valle di Pompei. E così chiamandoti, sento
la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata
nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di
Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del
Libano, che, col tuo profumo di soavità celestiale, attiri nella tua
Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna
freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti
le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa
d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti
l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome
tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il Nome della Vergine di
Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il terzo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
IV
– Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te,
nuova Stella di speranza apparsa ai giorni nostri sulla Valle delle
rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del
Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì
caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare
immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del
tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu
al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle
di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le
anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle
rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu
mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla
terra dominata dal tuo nemico piantasti la Città del rifugio, dove
accogli i popoli per salvarli. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo,
qui t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come
trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra
i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo
della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o
Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle
della desolazione e dello sterminio.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quarto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V
– Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e la sera
tramandi al giorno seguente il coro delle nostre benedizioni. Tutte le
genti ti chiamino beata, e beata ripetano tutti i lidi della terra e i
cori celesti. Tre volte beata anche io ti chiamerò con gli Angeli,
con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche
Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni supreme.
Beatissima ti predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i
Serafini. O sovrana mia salvatrice, Piega i tuoi occhi misericordiosi
su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto
non mi negare la più grande delle grazie: cioè che la mia fragilità
da te non mi distacchi mai. In quella fede e in quell’amore dove
arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino
all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo
Santuario di Pompei e all’incremento delle sue opere di carità,
fa’ che siamo tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario
della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui
si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù,
il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia
predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di
pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in
morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire
sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le
porte del Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quinto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V.
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
R. Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
– Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato
di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei
cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per
intercessione della Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci
gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili
grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario
di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di
Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.
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QUINTO
GIORNO
.
V.
O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
I
– Eccomi sulle tue ginocchia, o Madre Immacolata di Gesù, che godi
di essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei. Con la
gioia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io
ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana
del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la
Madre che assai mi ama. Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie
afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la
pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre,
dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato.
Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il
mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi
soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii Tu sempre
benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini
e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il primo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
II
– Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi
benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti.
Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le
lacrime mie? Per me ti ringrazino gli Angeli del paradiso e i cori
degli Apostoli, dei Martiri, delle Vergini, dei Confessori. Per me ti
ringrazino tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in
cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con
me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse
l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina,
ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta la consacro a
te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di
Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato.
Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la
misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona
con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si
rivolgano con fiducia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il secondo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
III
– Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con
quali titoli t’invocherò, che i santi Dottori ti chiamarono Signora
del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria
dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso
dell’Altissimo? Tu sei la Tesoriera delle grazie, la Onnipotenza
supplichevole, anzi la stessa Misericordia di Dio che discende sugli
infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata
Regina del Rosario nella Valle di Pompei. E così chiamandoti, sento
la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata
nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di
Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del
Libano, che, col tuo profumo di soavità celestiale, attiri nella tua
Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna
freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti
le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa
d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti
l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome
tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il Nome della Vergine di
Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il terzo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
IV
– Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te,
nuova Stella di speranza apparsa ai giorni nostri sulla Valle delle
rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del
Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì
caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare
immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del
tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu
al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle
di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le
anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle
rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu
mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla
terra dominata dal tuo nemico piantasti la Città del rifugio, dove
accogli i popoli per salvarli. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo,
qui t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come
trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra
i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo
della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o
Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle
della desolazione e dello sterminio.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quarto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V
– Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e la sera
tramandi al giorno seguente il coro delle nostre benedizioni. Tutte le
genti ti chiamino beata, e beata ripetano tutti i lidi della terra e i
cori celesti. Tre volte beata anche io ti chiamerò con gli Angeli,
con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche
Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni supreme.
Beatissima ti predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i
Serafini. O sovrana mia salvatrice, Piega i tuoi occhi misericordiosi
su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto
non mi negare la più grande delle grazie: cioè che la mia fragilità
da te non mi distacchi mai. In quella fede e in quell’amore dove
arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino
all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo
Santuario di Pompei e all’incremento delle sue opere di carità,
fa’ che siamo tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario
della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui
si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù,
il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia
predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di
pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in
morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire
sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le
porte del Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quinto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V.
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
R. Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
– Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato
di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei
cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per
intercessione della Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci
gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili
grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario
di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di
Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.
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SESTO
GIORNO
V.
O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
I
– Eccomi sulle tue ginocchia, o Madre Immacolata di Gesù, che godi
di essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei. Con la
gioia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io
ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana
del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la
Madre che assai mi ama. Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie
afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la
pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre,
dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato.
Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il
mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi
soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii Tu sempre
benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini
e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il primo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
II
– Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi
benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti.
Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le
lacrime mie? Per me ti ringrazino gli Angeli del paradiso e i cori
degli Apostoli, dei Martiri, delle Vergini, dei Confessori. Per me ti
ringrazino tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in
cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con
me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse
l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina,
ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta la consacro a
te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di
Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato.
Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la
misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona
con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si
rivolgano con fiducia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il secondo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
III
– Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con
quali titoli t’invocherò, che i santi Dottori ti chiamarono Signora
del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria
dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso
dell’Altissimo? Tu sei la Tesoriera delle grazie, la Onnipotenza
supplichevole, anzi la stessa Misericordia di Dio che discende sugli
infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata
Regina del Rosario nella Valle di Pompei. E così chiamandoti, sento
la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata
nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di
Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del
Libano, che, col tuo profumo di soavità celestiale, attiri nella tua
Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna
freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti
le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa
d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti
l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome
tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il Nome della Vergine di
Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il terzo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
IV
– Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te,
nuova Stella di speranza apparsa ai giorni nostri sulla Valle delle
rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del
Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì
caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare
immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del
tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu
al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle
di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le
anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle
rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu
mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla
terra dominata dal tuo nemico piantasti la Città del rifugio, dove
accogli i popoli per salvarli. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo,
qui t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come
trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra
i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo
della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o
Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle
della desolazione e dello sterminio.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quarto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V
– Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e la sera
tramandi al giorno seguente il coro delle nostre benedizioni. Tutte le
genti ti chiamino beata, e beata ripetano tutti i lidi della terra e i
cori celesti. Tre volte beata anche io ti chiamerò con gli Angeli,
con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche
Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni supreme.
Beatissima ti predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i
Serafini. O sovrana mia salvatrice, Piega i tuoi occhi misericordiosi
su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto
non mi negare la più grande delle grazie: cioè che la mia fragilità
da te non mi distacchi mai. In quella fede e in quell’amore dove
arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino
all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo
Santuario di Pompei e all’incremento delle sue opere di carità,
fa’ che siamo tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario
della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui
si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù,
il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia
predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di
pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in
morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire
sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le
porte del Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quinto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V.
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
R. Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
– Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato
di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei
cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per
intercessione della Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci
gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili
grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario
di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di
Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.
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indice |
indice |
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SETTIMO
GIORNO
V.
O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
I
– Eccomi sulle tue ginocchia, o Madre Immacolata di Gesù, che godi
di essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei. Con la
gioia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io
ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana
del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la
Madre che assai mi ama. Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie
afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la
pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre,
dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato.
Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il
mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi
soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii Tu sempre
benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini
e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il primo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
II
– Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi
benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti.
Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le
lacrime mie? Per me ti ringrazino gli Angeli del paradiso e i cori
degli Apostoli, dei Martiri, delle Vergini, dei Confessori. Per me ti
ringrazino tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in
cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con
me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse
l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina,
ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta la consacro a
te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di
Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato.
Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la
misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona
con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si
rivolgano con fiducia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il secondo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
III
– Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con
quali titoli t’invocherò, che i santi Dottori ti chiamarono Signora
del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria
dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso
dell’Altissimo? Tu sei la Tesoriera delle grazie, la Onnipotenza
supplichevole, anzi la stessa Misericordia di Dio che discende sugli
infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata
Regina del Rosario nella Valle di Pompei. E così chiamandoti, sento
la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata
nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di
Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del
Libano, che, col tuo profumo di soavità celestiale, attiri nella tua
Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna
freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti
le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa
d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti
l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome
tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il Nome della Vergine di
Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il terzo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
IV
– Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te,
nuova Stella di speranza apparsa ai giorni nostri sulla Valle delle
rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del
Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì
caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare
immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del
tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu
al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle
di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le
anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle
rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu
mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla
terra dominata dal tuo nemico piantasti la Città del rifugio, dove
accogli i popoli per salvarli. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo,
qui t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come
trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra
i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo
della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o
Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle
della desolazione e dello sterminio.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quarto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V
– Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e la sera
tramandi al giorno seguente il coro delle nostre benedizioni. Tutte le
genti ti chiamino beata, e beata ripetano tutti i lidi della terra e i
cori celesti. Tre volte beata anche io ti chiamerò con gli Angeli,
con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche
Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni supreme.
Beatissima ti predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i
Serafini. O sovrana mia salvatrice, Piega i tuoi occhi misericordiosi
su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto
non mi negare la più grande delle grazie: cioè che la mia fragilità
da te non mi distacchi mai. In quella fede e in quell’amore dove
arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino
all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo
Santuario di Pompei e all’incremento delle sue opere di carità,
fa’ che siamo tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario
della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui
si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù,
il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia
predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di
pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in
morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire
sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le
porte del Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quinto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V.
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
R. Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
– Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato
di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei
cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per
intercessione della Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci
gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili
grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario
di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di
Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.
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OTTAVO
GIORNO
V.
O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
I
– Eccomi sulle tue ginocchia, o Madre Immacolata di Gesù, che godi
di essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei. Con la
gioia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io
ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana
del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la
Madre che assai mi ama. Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie
afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la
pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre,
dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato.
Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il
mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi
soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii Tu sempre
benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini
e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il primo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
II
– Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi
benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti.
Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le
lacrime mie? Per me ti ringrazino gli Angeli del paradiso e i cori
degli Apostoli, dei Martiri, delle Vergini, dei Confessori. Per me ti
ringrazino tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in
cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con
me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse
l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina,
ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta la consacro a
te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di
Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato.
Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la
misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona
con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si
rivolgano con fiducia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il secondo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
III
– Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con
quali titoli t’invocherò, che i santi Dottori ti chiamarono Signora
del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria
dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso
dell’Altissimo? Tu sei la Tesoriera delle grazie, la Onnipotenza
supplichevole, anzi la stessa Misericordia di Dio che discende sugli
infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata
Regina del Rosario nella Valle di Pompei. E così chiamandoti, sento
la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata
nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di
Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del
Libano, che, col tuo profumo di soavità celestiale, attiri nella tua
Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna
freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti
le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa
d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti
l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome
tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il Nome della Vergine di
Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il terzo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
IV
– Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te,
nuova Stella di speranza apparsa ai giorni nostri sulla Valle delle
rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del
Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì
caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare
immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del
tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu
al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle
di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le
anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle
rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu
mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla
terra dominata dal tuo nemico piantasti la Città del rifugio, dove
accogli i popoli per salvarli. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo,
qui t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come
trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra
i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo
della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o
Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle
della desolazione e dello sterminio.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quarto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V
– Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e la sera
tramandi al giorno seguente il coro delle nostre benedizioni. Tutte le
genti ti chiamino beata, e beata ripetano tutti i lidi della terra e i
cori celesti. Tre volte beata anche io ti chiamerò con gli Angeli,
con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche
Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni supreme.
Beatissima ti predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i
Serafini. O sovrana mia salvatrice, Piega i tuoi occhi misericordiosi
su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto
non mi negare la più grande delle grazie: cioè che la mia fragilità
da te non mi distacchi mai. In quella fede e in quell’amore dove
arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino
all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo
Santuario di Pompei e all’incremento delle sue opere di carità,
fa’ che siamo tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario
della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui
si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù,
il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia
predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di
pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in
morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire
sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le
porte del Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quinto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V.
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
R. Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
– Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato
di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei
cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per
intercessione della Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci
gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili
grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario
di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di
Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.
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NONO
GIORNO
V.
O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
I
– Eccomi sulle tue ginocchia, o Madre Immacolata di Gesù, che godi
di essere invocata Regina del Rosario nella Valle di Pompei. Con la
gioia nel cuore, con l’animo compreso dalla più viva gratitudine io
ritorno a te, mia generosa Benefattrice, mia dolce Signora, Sovrana
del mio cuore, a te, che ti sei mostrata veramente la Madre mia, la
Madre che assai mi ama. Nei miei gemiti Tu mi hai ascoltato, nelle mie
afflizioni mi hai consolato, nelle mie angustie mi hai ridonato la
pace. Dolori e pene di morte assediarono il mio cuore, e Tu, o Madre,
dal tuo trono di Pompei, con uno sguardo pietoso mi hai rasserenato.
Chi mai si volse a te con fiducia e non venne esaudito? Se tutto il
mondo conoscesse quanto sei buona, quanto compassionevole con chi
soffre, tutte le creature farebbero a te ricorso. Sii Tu sempre
benedetta, o Vergine Sovrana di Pompei, da me e da tutti, dagli uomini
e dagli Angeli, dalla terra e dal Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il primo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
II
– Grazie io rendo a Dio e grazie a te, Madre divina, dei nuovi
benefici che per la pietà e misericordia tua mi sono stati elargiti.
Che sarebbe stato di me, se Tu avessi respinto i miei sospiri, le
lacrime mie? Per me ti ringrazino gli Angeli del paradiso e i cori
degli Apostoli, dei Martiri, delle Vergini, dei Confessori. Per me ti
ringrazino tante anime di peccatori da te salvate, che ora godono in
cielo la visione della tua immortale bellezza. Vorrei che insieme con
me tutte le creature ti amassero, e che il mondo tutto ripetesse
l’eco dei miei ringraziamenti. Che potrò io rendere a te, o Regina,
ricca di pietà e di magnificenza? La vita che mi resta la consacro a
te, ed a propagare ovunque il tuo culto, o Vergine del Rosario di
Pompei, alla cui invocazione la grazia del Signore mi ha visitato.
Promuoverò la devozione del tuo Rosario; narrerò a tutti la
misericordia che m’impetrasti; predicherò sempre quanto fosti buona
con me, affinché anche gl’indegni come me, e i peccatori a te si
rivolgano con fiducia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il secondo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
III
– Con quali nomi ti chiamerò io, o candida colomba di pace? Con
quali titoli t’invocherò, che i santi Dottori ti chiamarono Signora
del creato, Porta della vita, Tempio di Dio, Reggia di luce, Gloria
dei cieli, Santa tra i Santi, Miracolo dei miracoli, Paradiso
dell’Altissimo? Tu sei la Tesoriera delle grazie, la Onnipotenza
supplichevole, anzi la stessa Misericordia di Dio che discende sugli
infelici. Ma so pure che è dolce al tuo cuore l’essere invocata
Regina del Rosario nella Valle di Pompei. E così chiamandoti, sento
la dolcezza del tuo mistico Nome, o Rosa del Paradiso, trapiantata
nella Valle del pianto per addolcire gli affanni di noi esuli figli di
Eva; Rosa rubiconda di carità, più fragrante di tutti gli aromi del
Libano, che, col tuo profumo di soavità celestiale, attiri nella tua
Valle il cuore dei peccatori al Cuore di Dio. Tu sei la Rosa di eterna
freschezza, che, innaffiata dai rivoli delle acque celesti, gettasti
le tue radici sulla terra inaridita da una pioggia di fuoco; Rosa
d’intemerata bellezza, che nel luogo della desolazione piantasti
l’Orto delle delizie del Signore. Esaltato sia Dio, che rese il Nome
tuo così ammirabile. Benedite, o popoli, il Nome della Vergine di
Pompei, poiché tutta la terra è piena della sua misericordia.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il terzo mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
IV
– Tra le tempeste che mi avevano sommerso levai gli occhi miei a te,
nuova Stella di speranza apparsa ai giorni nostri sulla Valle delle
rovine. Dal profondo delle amarezze alzai la mia voce a te, Regina del
Rosario di Pompei, e sperimentai la potenza di questo titolo a te sì
caro. Salve, io griderò sempre, salve, o Madre di pietà, mare
immenso di grazie, oceano di bontà e di compassione! Le glorie del
tuo Rosario, le vittorie della tua Corona, chi canterà degnamente? Tu
al mondo, che si svincola dalle braccia di Gesù, per darsi a quelle
di Satana, appresti salute in quella Valle dove Satana divorava le
anime. Tu calcasti, trionfatrice, i ruderi dei templi pagani, e sulle
rovine della idolatria ponesti lo sgabello della tua dominazione. Tu
mutasti una plaga di morte in Valle di risurrezione e di vita, e sulla
terra dominata dal tuo nemico piantasti la Città del rifugio, dove
accogli i popoli per salvarli. Ecco i figli tuoi, sparsi nel mondo,
qui t’innalzarono un trono, a testimonianza dei tuoi prodigi, come
trofeo delle tue misericordie. Tu da quel Trono chiamasti anche me tra
i figli della tua predilezione: su di me peccatore si posò lo sguardo
della tua misericordia. Siano benedette in eterno le opere tue, o
Signora; e benedetti siano i prodigi tutti da te operati nella Valle
della desolazione e dello sterminio.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quarto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V
– Risuoni su ogni lingua la gloria tua, o Signora, e la sera
tramandi al giorno seguente il coro delle nostre benedizioni. Tutte le
genti ti chiamino beata, e beata ripetano tutti i lidi della terra e i
cori celesti. Tre volte beata anche io ti chiamerò con gli Angeli,
con gli Arcangeli, con i Principati; tre volte beata con le angeliche
Potestà, con le Virtù dei cieli, con le Dominazioni supreme.
Beatissima ti predicherò con i Troni, con i Cherubini e con i
Serafini. O sovrana mia salvatrice, Piega i tuoi occhi misericordiosi
su questa famiglia, su questa nazione, su tutta la Chiesa. Soprattutto
non mi negare la più grande delle grazie: cioè che la mia fragilità
da te non mi distacchi mai. In quella fede e in quell’amore dove
arde in questo istante l’anima mia, fa’ che io perseveri sino
all’ultimo respiro. E, quanti concorriamo al decoro del tuo
Santuario di Pompei e all’incremento delle sue opere di carità,
fa’ che siamo tutti nel numero degli eletti. O corona del Rosario
della Madre mia, ti stringo al petto e ti bacio con venerazione. (Qui
si bacia la propria corona). Tu sei la via per raggiungere ogni virtù,
il tesoro dei meriti per il paradiso, il pegno della mia
predestinazione, la catena forte che stringe il nemico, sorgente di
pace a chi ti onora in vita, auspicio di vittoria a chi ti bacia in
morte. In quell’ora estrema io ti aspetto, o Madre. Il tuo apparire
sarà il segnale della mia salvezza; il tuo Rosario mi aprirà le
porte del Cielo. Amen.
Gloria
al Padre al Figlio e allo Spirito Santo
come
era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Salve
Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra,
salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e
piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo
esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o
dolce Vergine Maria.
(Annunciare
il quinto mistero del giorno del rosario,
recitare
quindi 1 Padre nostro, 10 Ave e 1 gloria)
V.
Regina del Santo Rosario, prega per noi.
R. Affinché diventiamo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo
– Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci hai insegnato
di ricorrere a te con fiducia e chiamarti: Padre nostro che sei nei
cieli; Signore buono, che sei sempre misericordioso e perdoni, per
intercessione della Immacolata Vergine Maria, esaudisci noi, che ci
gloriamo del titolo di figli del Rosario; gradisci le nostre umili
grazie per i doni ricevuti; e il Trono che le innalzasti nel Santuario
di Pompei rendi ogni giorno più glorioso e perenne, per i meriti di
Gesù Cristo Nostro Signore. Amen.
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