Le
tre parole per l'armonia della famiglia
(di
Papa Francesco)
Permesso,
grazie, scusa.
Formare
una famiglia «è difficile», e anche per questo «ci vuole la grazia
del sacramento».
Lo
ha ricordato il Papa durante il pellegrinaggio delle famiglie a piazza
San Pietro.
E
spiegando il senso della fatica della vita quotidiana delle famiglie, ha
rilanciato le tre parole «permesso, scusa, grazie»: piccolo segreto di
armonia tra coniugi e generazioni nelle famiglie.
«I
sacramenti non servono a decorare la
vita; il sacramento del matrimonio non è una bella cerimonia, la grazia
del matrimonio non è la bella festa.
I
cristiani si sposano nel sacramento perché sono
consapevoli di averne bisogno.
Ne
hanno bisogno per essere uniti tra loro e per compiere la missione di
genitori “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”,
così dicono gli sposi nel sacramento.
E
nel loro matrimonio pregano insieme e
con la comunità.
Perché?
Solo perché si usa fare così? No.
Lo
fanno perché ne hanno bisogno, per il lungo viaggio che devono fare
insieme, un lungo viaggio che non è a pezzi, dura tutta la vita, e
hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia,
per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni
giorno.
E
questo è importante nelle famiglie, saper perdonarsi, perché tutti noi
abbiamo difetti e talvolta facciamo cose che non sono buone e fanno male
agli altri: avere il coraggio di chiedere scusa, quando in famiglia
sbagliamo.
Alcune
settimane fa in questa piazza ho detto che per portare avanti una
famiglia è necessario usare tre parole, voglio ripeterlo: permesso,
grazie, e scusa.
Tre
parole chiave: chiediamo “permesso” per non essere invadenti;
diciamo
“grazie” per l’amore, quante volte al giorno dici grazie a tua
moglie e tu a tuo marito, quanti giorni passano senza dire grazie;
e
l’ultima, “scusa”: tutti sbagliamo e a volte qualcuno si offende
nella famiglia e nel matrimonio, e alcune volte volano i piatti, si
dicono parole forti, ma il mio consiglio è non finire la giornata senza
fare la pace, la pace si rifà ogni giorno in famiglia, e chiedendo
scusa si ricomincia di nuovo.
Permesso,
grazie, scusa»
Vivere
insieme è un’arte, un cammino paziente, bello e affascinante. Non
finisce quando vi siete conquistati l’un l’altro… Anzi, è
proprio allora che inizia! Questo cammino di ogni giorno ha delle
regole che si possono riassumere in queste tre parole che tu hai
detto, parole che ho ripetuto tante volte alle famiglie: permesso -
ossia ‘posso’, tu hai detto – grazie, e scusa.
“Posso-Permesso?”.
E’ la richiesta gentile di poter entrare nella vita di qualcun
altro con rispetto e attenzione. Bisogna imparare a chiedere: posso
fare questo? Ti piace che facciamo così? Che prendiamo questa
iniziativa, che educhiamo così i figli? Vuoi che questa sera
usciamo?... Insomma, chiedere permesso significa saper entrare con
cortesia nella vita degli altri. Ma sentite bene questo: saper entrare
con cortesia nella vita degli altri. E non è facile, non è facile. A
volte invece si usano maniere un po’ pesanti, come certi scarponi da
montagna! L’amore vero non si impone con durezza e aggressività.
Nei Fioretti di san Francesco si trova questa espressione: «Sappi che
la cortesia è una delle proprietà di Dio … e la cortesia è
sorella della carità, la quale spegne l’odio e conserva l’amore»
(Cap. 37). Sì, la cortesia conserva l’amore. E oggi nelle nostre
famiglie, nel nostro mondo, spesso violento e arrogante, c’è
bisogno di molta più cortesia. E questo può incominciare a casa.
“Grazie”.
Sembra facile pronunciare questa parola, ma sappiamo che non è
così… Però è importante! La insegniamo ai bambini, ma poi la
dimentichiamo! La gratitudine è un sentimento importante!
Un’anziana, una volta, mi diceva a Buenos Aires: “la gratitudine
è un fiore che cresce in terra nobile”. E’ necessaria la nobiltà
dell’anima perché cresca questo fiore. Ricordate il Vangelo di
Luca? Gesù guarisce dieci malati di lebbra e poi solo uno torna
indietro a dire grazie a Gesù. E il Signore dice: e gli altri nove
dove sono? Questo vale anche per noi: sappiamo ringraziare? Nella
vostra relazione, e domani nella vita matrimoniale, è importante
tenere viva la coscienza che l’altra persona è un dono di Dio, e ai
doni di Dio si dice grazie! E in questo atteggiamento interiore dirsi
grazie a vicenda, per ogni cosa. Non è una parola gentile da usare
con gli estranei, per essere educati. Bisogna sapersi dire grazie, per
andare avanti bene insieme nella vita matrimoniale.
La
terza: “Scusa”. Nella vita facciamo tanti errori,
tanti sbagli. Li facciamo tutti. Ma forse qui c’è qualcuno che non
mai ha fatto uno sbaglio? Alzi la mano se c’è qualcuno, lì: una
persona che mai ha fatto uno sbaglio? Tutti ne facciamo! Tutti! Forse
non c’è giorno in cui non facciamo qualche sbaglio. La Bibbia dice
che il più giusto pecca sette volte al giorno. E così noi facciamo
sbagli… Ecco allora la necessità di usare questa semplice parola:
“scusa”. In genere ciascuno di noi è pronto ad accusare l’altro
e a giustificare se stesso. Questo è incominciato dal nostro padre
Adamo, quando Dio gli chiede: “Adamo, tu hai mangiato di quel
frutto?”. “Io? No! E’ quella che me lo ha dato!”. Accusare
l’altro per non dire “scusa”, “perdono”. E’ una storia
vecchia! E’ un istinto che sta all’origine di tanti disastri.
Impariamo a riconoscere i nostri errori e a chiedere scusa. “Scusa
se oggi ho alzato la voce”; “scusa se sono passato senza
salutare”; “scusa se ho fatto tardi”, “se questa settimana
sono stato così silenzioso”, “se ho parlato troppo senza
ascoltare mai”; “scusa mi sono dimenticato”; “scusa ero
arrabbiato e me la sono presa con te”… Tanti “scusa” al giorno
noi possiamo dire. Anche così cresce una famiglia cristiana. Sappiamo
tutti che non esiste la famiglia perfetta, e neppure il marito
perfetto, o la moglie perfetta. Non parliamo della suocera
perfetta…. Esistiamo noi, peccatori. Gesù, che ci conosce bene, ci
insegna un segreto: non finire mai una giornata senza chiedersi
perdono, senza che la pace torni nella nostra casa, nella nostra
famiglia. E’ abituale litigare tra gli sposi, ma sempre c’è
qualcosa, avevamo litigato… Forse vi siete arrabbiati, forse è
volato un piatto, ma per favore ricordate questo: mai finire la
giornata senza fare la pace! Mai, mai, mai! Questo è un segreto, un
segreto per conservare l’amore e per fare la pace. Non è necessario
fare un bel discorso… Talvolta un gesto così e… è fatta la pace.
Mai finire… perché se tu finisci la giornata senza fare la pace,
quello che hai dentro, il giorno dopo è freddo e duro ed è più
difficile fare la pace. Ricordate bene: mai finire la giornata senza
fare la pace! Se impariamo a chiederci scusa e a perdonarci a vicenda,
il matrimonio durerà, andrà avanti. Quando vengono nelle udienze o a
Messa qui a Santa Marta gli anziani sposi, che fanno il 50.mo, io
faccio la domanda: “Chi ha sopportato chi?” E’ bello questo!
Tutti si guardano, mi guardano, e mi dicono: “Tutt’e due!”. E
questo è bello! Questa è una bella testimonianza!
(Papa Francesco risponde ai fidanzati 14-02-2014)
il
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