(Si
usa una normale corona del Rosario)
Segno
di Croce:
Nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O
Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.
1°
mistero della misericordia
Gesù
chiama Matteo il pubblicano
Lc 5,27-32
Dopo
ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle
imposte, e gli disse: «Seguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo
seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era
una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. I
farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché
mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». Gesù rispose: «Non
sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto
a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».
Commento:
Gesù chiama Matteo il pubblicano e si siede a tavola con gente
emarginata dalla società. Con questo gesto Gesù riammette questi uomini
alla sua amicizia grazie al perdono che offre loro. Gesù offre e
manifesta in modo sublime la Misericordia di Dio e il suo perdono. Quella
Misericordia che vuole restituire ogni uomo e ogni donna nella sua dignità,
abbattendo i muri di separazione che rendono gli uomini e le donne
estranei e nemici tra di loro. Gesù apre gli uomini e le donne di ogni
tempo all'incontro tra di loro vincendo la tentazione di separare,
dividere ed emarginare. Solo il perdono di Gesù, vince in noi la
separazione con i fratelli causata dal peccato e ci riconduce nella
comunità dei figli di Dio.
2°
mistero della misericordia:
Gesù perdona la donna peccatrice
Lc 7,36-49
Uno
dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del
fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella
città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto
di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di
lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi
capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il
fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta,
saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una
peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed
egli: «Maestro, dì pure». «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli
doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da
restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà
di più?. Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più».
Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna,
disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non
m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le
lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio,
lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu
non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di
profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti
peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama
poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i
commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona
anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata;
va in pace!».
Commento:
Gesù viene invitato ad un banchetto dove emergono due figure. Il
fariseo uomo sicuro e orgoglioso della sua fede e del suo credo religioso.
Gesù rivela a quest'uomo un tratto di Dio che il fariseo forse non
conosce, abituato e preoccupato piuttosto dell'osservanza esteriore della
legge. Gesù rivela la Misericordia del Padre che vuole salvare ogni
figlio e ogni figlia che abbandonano la via del peccato e cercano di
ritrovare la propria dignità nell'abbraccio misericordioso di Gesù. La
seconda figura che incontriamo é la donna, che conosce il proprio
peccato. Nelle parole ascoltate da Gesù nella sua città la donna
comprende e riconosce la voce del buon pastore che accoglie e perdona,
senza condannare od emarginare. Il cuore di questa donna intuisce che
sarebbe stata amata veramente dal maestro e restituita alla sua dignità
di donna e di figlia di Dio.
3°
mistero della misericordia
Gesù
racconta la parabola del buon Samaritano
Lc 10,29-37
Ma
quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei
briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono,
lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella
medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un
levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un
Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe
compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e
vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si
prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede
all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più,
te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il
prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi
ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fa lo
stesso».
Commento:
Gesù con il racconto della parabola del buon samaritano ci ricorda
come l'amore per il prossimo non si pone delle domande, ma costata
semplicemente che c'è un bisogno ed è questo che deve spingere ad agire
a prescindere dalla cultura, dall'appartenenza religiosa sociale od altro
che necessita chi deve ricevere assistenza. Gesù con questa parabola ci
mette in guardia da quella religiosità legale e senza cuore che può
condurre anche coloro che dovrebbero essere di esempio per gli altri a
comportarsi in modo disumano. La Misericordia di Dio e la carità verso il
prossimo sono gli unici atteggiamenti religiosi autentici. Al di fuori
della carità non può che esserci ipocrisia, indifferenza ed egoismo.
4°
mistero della misericordia
Gesù racconta la parabola della pecora perduta
Lc 15,04-07
«Chi
di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel
deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala,
se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i
vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che
era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore
convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di
conversione».
Commento:
Dio si preoccupa di tutti coloro che sono nel pericolo. Ciò che
rallegra il cuore di Dio è ritrovare ciò che è perduto. Il tema di
questo racconto è la gioia di Dio che Gesù ci rivela. Dio vuole che
tutti gli uomini accolgano la sua Misericordia che si è manifestata nel
mandare suo Figlio a cercare ciò che era perduto. Gesù ha dato la vita
per tutti e non vuole che le anime si perdano eternamente nel peccato.
L'atteggiamento della Chiesa sull'esempio del maestro è quello di andare
a cercare coloro che si sono allontanati e rischiano di perdersi. La
Chiesa cerca, accoglie e riconcilia in Cristo, con il Padre della
Misericordia.
5°
mistero della misericordia
Gesù racconta la parabola del Padre misericordioso
Lc 15.11-31
Disse
ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre,
dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le
sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue
cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo
da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande
carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise
a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei
campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che
mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e
disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io
qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho
peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser
chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si
incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e
commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio
gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più
degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto,
portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al
dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo,
mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far
festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu
vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò
che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e
il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano
e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a
pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e
non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un
capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che
ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai
ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre
con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e
rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato».
Commento:
Nella parabola del figliol prodigo, impariamo a contemplare e a
conoscere il cuore del padre che Gesù ci rivela. Il Padre della parabola
apre le braccia e riaccoglie il figlio che si era perso ma che ora è
stato ritrovato. Ogni uomo e ogni donna è un bene da accogliere e da
restituire e ricostituire nella propria dignità. La tentazione è quella
di trovarsi nella condizione del figlio maggiore, incapace di gioire per
il ritorno a casa del figlio minore. La Misericordia di Dio Padre ci
ricorda che come figli di Dio dobbiamo imparare ad avere e coltivare i
suoi stessi sentimenti.