PREGHIERA
“Signore Gesù, grazie perché ti sei fatto riconoscere nello spezzare il pane. Mentre stiamo correndo verso Gerusalemme e il fiato quasi ci manca per l’ansia di arrivare presto, il cuore ci batte forte per un motivo ben più profondo.
Dovremmo essere tristi, perché non sei più con noi. Eppure ci sentiamo felici. La nostra gioia e il nostro ritorno frettoloso a Gerusalemme, lasciando il pasto a metà sulla tavola, esprimono la certezza che tu ormai sei con noi.
Ci hai incrociati poche ore fa su questa stessa strada, stanchi e delusi. Non ci hai abbandonati a noi stessi e alla nostra disperazione. Ci hai smosso l’animo con i tuoi rimproveri. Ma soprattutto sei entrato dentro di noi. Ci hai svelato il segreto di Dio su di te, nascosto nelle pagine della Scrittura. Hai camminato con noi, come un amico paziente. Hai suggellato l’amicizia spezzando con noi il pane, hai acceso il nostro cuore perché riconoscessimo in te il Messia, il Salvatore di tutti.
Quando, sul far della sera, tu accennasti a proseguire il tuo cammino oltre Emmaus, noi ti pregammo di restare.
Ti rivolgeremo questa preghiera, spontanea e appassionata, infinite altre volte nella sera del nostro smarrimento, del nostro dolore, del nostro immenso desiderio di te. Ma ora comprendiamo che essa non raggiunge la verità ultima del nostro rapporto con te. Per questo non sappiamo diventare la tua presenza accanto ai fratelli.
Per questo, o Signore Gesù, ora ti chiediamo di aiutarci a restare sempre con te, ad aderire alla tua persona con tutto l’ardore del nostro cuore, ad assumerci con gioia la missione che tu ci affidi: continuare la tua presenza, essere vangelo della tua risurrezione.
Signore, Gerusalemme è ormai vicina. Abbiamo capito che essa non è più la città delle speranze fallite, della tomba desolante. Essa è la città della Cena, della Croce, della Pasqua, della suprema fedeltà dell’amore di Dio per l’uomo, della nuova fraternità. Da essa muoveremo lungo le strade di tutto il mondo per essere autentici “Testimoni del Risorto”. Amen”.
(Carlo Maria card. Martini, Partenza da Emmaus, Centro Ambrosiano di Documentazione e Studi Religiosi, Milano 1983, pagg. 8-9).
PREGHIERA
Cleofa,
quel giorno di duemila anni fa eri in cammino verso Emmaus con il
discepolo tuo amico, col cuore affranto dal dolore e con l’anima spenta
dalla delusione.
Oggi
tanti uomini e donne, ragazzi e ragazze sono tentati di lasciarsi
vivere, più che di vivere, per i tanti problemi che incontrano
nell’esistenza.
Noi
sappiamo che Gesù cammina con noi per i sentieri della vita, ma
non è facile riconoscerlo, specialmente nelle difficoltà ci
sembra di essere soli.
Abbiamo
bisogno di Lui, delle sue parole capaci di ridonarci speranza ogni
volta che le tenebre del dolore, della noia e della solitudine ci
opprimono. Anche noi tutti, dal più piccolo al più grande,
abbiamo bisogno che Gesù entri nella nostra vita per restare
sempre con noi.
Eri
triste, Cleofa, ma durante il tuo viaggio di andata verso Emmaus in
te e nel tuo amico è rinata infine la speranza: accanto al sole che tramontava un altro Sole
stava sorgendo nei vostri cuori e pian piano
li riscaldava. Dopo aver camminato a lungo con Lui senza renderti conto di chi
fosse, lo hai riconosciuto in quei gesti semplici:
Gesù
che prende il pane, lo benedice, lo spezza e ve lo porge.
E’
il gesto compiuto nell’Ultima Cena, sono i gesti
dell’Eucaristia.
Aiutaci,
Cleofa, a capire dove oggi è possibile incontrare Gesù in
modo unico: nella celebrazione della Messa, che tutti i cristiani
di ogni tempo e di ogni luogo hanno fatto e fanno, accogliendo
l’invito di Gesù: “Fate questo in memoria di me”.
Oggi Gesù non calpesta più le strade del
mondo come faceva un tempo per le vie polverose della Palestina.
Egli vive ora presso il Padre, nella pienezza della sua divinità,
ma nello stesso tempo cammina, parla, agisce, soffre e gioisce
attraverso la comunità dei suoi amici, la Chiesa. Egli è
presente infine, in modo del tutto speciale, nel pane e nel vino
consacrati.