PREGHIERA
Pastore fedele,
mentre il popolo cristiano onora le tue virtù e le tue opere, si rallegra della
ricompensa con la quale il Signore coronò i tuoi meriti; siigli dunque
propizio, in questi giorni di salute. Sulla terra, la tua vigilanza non abbandonò
mai il gregge che ti fu affidato; orbene, consideraci tutti tue pecorelle e
difendici dai lupi rapaci che sempre ci minacciano. Ottienici con le tue
preghiere la pienezza delle grazie necessario a terminare la Quaresima;
infondici coraggio, ravviva il nostro ardore e preparaci alla celebrazione dei
grandi misteri. Ci siamo pentiti delle offese, abbiamo, sebbene debolmente,
espiato le nostre colpe; la nostra conversione ha fatto un passo avanti: ora la
dobbiamo perfezionare con la contemplazione dei patimenti e della morte del
Redentore.
Assistici, o Pontefice di Cristo; tu che conducesti una vita sì pura, prenditi
così cura dei peccatori ed esaudisci la preghiera della Chiesa. Dal possesso
delle gioie eterne ricordati sempre della tua patria terrena: benedici la
Spagna, ridalle il primitivo ardore della fede e rinnovane lo zelo per il
trionfo dei cristiani costumi. Tutta la Chiesa riconosce a quella nazione la
fedeltà nel custodire il deposito della dottrina di salvezza; preservala perciò
da ogni decadenza ed arresta i mali che l'affliggono, così che sia sempre
fedele e sempre degna del bel nome che col tuo aiuto conquistò.
PENSIERI
DI SANT'ISIDORO VESCOVO
La preghiera ci
purifica, la lettura ci istruisce. Usiamo dell'una e dell'altra, se è
possibile, perché tutte e due sono cose buone. Se ciò tuttavia non fosse
possibile, è meglio pregare che leggere. Chi vuol stare sempre con Dio, deve
pregare e leggere continuamente. Quando preghiamo, parliamo con Dio stesso;
quando invece leggiamo è Dio che parla a noi.
Ogni progresso
viene dalla lettura e dalla meditazione. Doppio è il vantaggio che riceviamo
dalla lettura della Sacra Scrittura. Essa illumina il nostro intelletto, e
conduce l'uomo all'amore di Dio, dopo di averlo strappato alle vanità del
mondo.
Doppio è anche il fine che dobbiamo prefiggerci nella lettura: innanzi tutto
cercar di capire il senso della Scrittura, in secondo luogo adoperarci per
proclamarla con la maggiore dignità ed efficacia possibile. Chi legge infatti
cerca prima di tutto di capire quello che legge. Il bravo lettore non si
preoccupa tanto di conoscere quello che legge, quanto piuttosto di metterlo in
pratica.
Nessuno può
penetrare il senso della Sacra Scrittura, se non la legge con assiduità,
secondo quanto sta scritto: Amala e ti porterà in alto; quando l'avrai
abbracciata, essa sarà la tua gloria (cfr. Pro 4, 8). Quanto più si è assidui
nel leggere la Scrittura, tanto più ricca è l'intelligenza che se ne ha, come
avviene per la terra che, quanto più si coltiva, tanto più produce.
Vi sono alcuni
che hanno una buona intelligenza, ma trascurano la lettura dei testi sacri,
sicché con la loro negligenza dimostrano di disprezzare quello che potrebbero
imparare con la lettura. Altri invece avrebbero desiderio di sapere, ma sono
impediti dalla loro impreparazione.
Come chi è
tardo di intelletto riesce col suo impegno a raccogliere il frutto della sua
diligenza nello studio, così chi trascura il dono dell'intelletto che Dio gli
ha dato, si rende reo di condanna, perché disprezza un dono ricevuto e lo
lascia infruttuoso.
Se la dottrina non è sostenuta dalla grazia non giunge sino al cuore anche se
entra nelle orecchie. Fa strepito al di fuori, ma nulla giova alla nostra anima.
(Da
"Libro delle sentenze")
PREGHIERA
DI SANT'ISIDORO DI SIVIGLIA
Siamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo;
sentiamo il peso delle nostre debolezze,
ma siamo tutti riuniti del tuo nome;
vieni a noi, assistici, vieni nei nostri cuori;
insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino da seguire,
compi tu stesso quanto da noi richiesto.
Sii tu solo a suggerire e a guidare le nostre decisioni,
perché tu solo, con Dio Padre e con il Figlio suo,
hai un nome santo e glorioso;
non permettere che sia lesa da noi la giustizia,
tu che ami l’ordine e la pace;
non ci faccia sviare l’ignoranza;
non ci renda parziali l’umana simpatia,
non ci influenzino cariche e persone;
tienici stretti a te e in nulla ci distogliamo dalla verità;
fa’ che riuniti nel tuo santo nome,
sappiamo contemperare bontà e fermezza insieme,
così da fare tutto in armonia con te,
nell’attesa che per il fedele compimento del dovere
ci siano dati in futuro i beni eterni. Amen.