Indice
dei Rosari Meditati
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online il Rosario Meditato
1° Mistero gaudioso: Annuncio dell’Angelo
a Maria
L’Angelo disse a
Maria: “Lo Spirito Santo
scenderà su di te. Il tuo bambino sarà santo,
chiamato Figlio di Dio”. Maria disse: “Eccomi,
sono la serva del Signore, avvenga di me
quello che hai detto” (Lc 1,35.38).
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
Nell’Annunciazione, il saluto di Gabriele alla
Vergine di Nazareth si riallaccia all’invito alla
gioia messianica: “Rallegrati, Maria”. A questo
annuncio approda tutta la storia della
salvezza; anzi, in certo modo, la storia stessa
del mondo. Se infatti il disegno del Padre è di
ricapitolare in Cristo tutte le cose (cfr. Ef
1,10), è l’intero universo che in qualche modo
è raggiunto dal divino favore con cui il Padre
si china su Maria per renderla Madre del suo
Figlio. A sua volta, tutta l’umanità è come
racchiusa nel “fiat” con cui Ella prontamente
corrisponde alla volontà di Dio. Gli occhi del
cuore di Maria si concentrano in qualche
modo su Gesù già nell’Annunciazione, quando
lo concepisce per opera dello Spirito Santo;
nei mesi successivi comincia a sentirne la presenza e a presagirne i lineamenti. Di
fronte a ogni mistero del Figlio, Ella ci invita, come nella sua Annunciazione, a porre
con umiltà gli interrogativi che aprono alla luce, per concludere sempre con
l’obbedienza della fede: “Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai
detto” (Lc 1,38).
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
2° Mistero gaudioso: Maria visita Elisabetta
Al saluto di
Maria, Elisabetta esclamò: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il Frutto
del tuo grembo!” Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito
esulta in Dio, mio Salvatore” (Lc 1,40.42.46)
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
All’insegna dell’esultanza è poi la scena dell’incontro con Elisabetta, dove la voce
stessa di Maria e la presenza di Cristo nel suo grembo fanno “sussultare di gioia”
Giovanni (cfr. Lc 1, 44). La prima parte dell’Ave Maria, infatti, desunta dalle parole
rivolte a Maria dall’Angelo Gabriele e da Sant’Elisabetta, è contemplazione adorante
del mistero che si compie nella Vergine di Nazareth. Esse esprimono, per così dire,
l’ammirazione del cielo e della terra e fanno, in certo senso, trapelare l’incanto di Dio
stesso nel contemplare il suo capolavoro – l'Incarnazione del Figlio nel grembo
verginale di Maria – nella linea di quel gioioso sguardo della Genesi (cfr. Gn 1,31). Il
ripetersi, nel Rosario, dell’Ave Maria, ci pone sull’onda dell’incanto di Dio: è giubilo,
stupore, riconoscimento del più grande miracolo della storia. È il compimento della
profezia di Maria: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata»
(Lc 1, 48).
Facendo nostre nell’Ave Maria le parole dell’Angelo Gabriele e di Santa Elisabetta, ci
sentiamo spinti a cercare sempre nuovamente in Maria, tra le sue braccia e nel suo
Cuore, quel “frutto benedetto del suo grembo” (cfr. Lc 1,42).
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
3° Mistero gaudioso: Nascita di Gesù a Betlemme
Maria diede alla luce il suo Figlio, e lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia,
perché non c’era posto per loro nell’albergo (Lc 2,7).
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
Soffusa di letizia è la scena di Betlemme, in cui la nascita del Bimbo divino, il
Salvatore del mondo, è cantata dagli Angeli e annunciata ai pastori proprio come «una
grande gioia» (Lc 2,10). Il cristianesimo, dopo duemila anni, non ha perso nulla della
freschezza delle origini, e si sente spinto dallo Spirito di Dio a “prendere il largo”
(“duc
in altum!”) per ridire, anzi “gridare” Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come
“la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Seguendo il cammino di Cristo, nel quale il
cammino dell’uomo è «ricapitolato» (Sant’Ireneo), svelato e redento, il credente si
pone davanti all’immagine dell’uomo vero. Contemplando la sua nascita impara la
sacralità della vita, la misura del vero e proprio umanesimo. Come si potrebbe fissare,
nei misteri gaudiosi, il mistero del Bimbo nato a Betlemme senza provare il desiderio
di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei
bambini in tutte le parti del mondo?
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
4° Mistero gaudioso: Gesù è presentato al tempio
Portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore. Simeone disse a
Maria:
“Egli è segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima – perché
siano svelati i pensieri di molti cuori” (Lc 2,22.34.35)
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
Questo mistero, pur conservando il sapore della gioia, anticipa i segni del dramma. La
presentazione al Tempio, infatti, mentre esprime la gioia della consacrazione e
immerge nell’estasi il vecchio Simeone, registra anche la profezia del “segno di
contraddizione” che il Bimbo sarà per Israele e della spada che trafiggerà l’anima della
Madre. È un annuncio che si compirà per Maria nella passione e morte del suo Figlio.
Accanto a Lui, colpito dalla lancia, c’è sul Calvario la Madre, la cui anima è trafitta da
una spada. E a una spada è paragonata la Parola di Dio (cfr. Eb 4,12). A causa della
Parola che crea e distrugge, che dà morte e vita; della Parola che Maria non sempre
comprende, ma che accoglie e medita e confronta nel suo Cuore immacolato; a causa
di Cristo-Verbo del Padre, contraddetto dagli uomini, la sua anima è trafitta dal dolore
come da una spada. La Parola fa della Vergine la generosa collaboratrice di Cristo
Salvatore. Ogni credente è chiamato a offrire la propria vita insieme con Cristo per la
redenzione del mondo. Tutti noi, come Maria, dobbiamo “completare” nella nostra
carne “quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa”
(Col 1,24)
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
5° Mistero gaudioso: Gesù ritrovato nel tempio
Il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i suoi genitori se ne accorgessero.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li
ascoltava e li interrogava (Lc.2,43.46).
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
Gioioso e insieme drammatico è pure l’episodio di Gesù dodicenne al Tempio. Egli qui
appare nella sua divina sapienza, mentre ascolta e interroga, e sostanzialmente nella
veste di colui che ‘insegna’. La rivelazione del suo mistero di Figlio tutto dedito alle
cose del Padre è annuncio di quella radicalità evangelica che pone in crisi anche i
legami più cari dell’uomo, di fronte alle esigenze assolute del Regno. Gli stessi
Giuseppe e Maria, trepidanti e angosciati, “non compresero le sue parole”
(Lc 2, 50).
Da allora lo sguardo di Maria, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più
da Lui. Ella vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola: “Serbava tutte
queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19; cfr. 2,51). I ricordi di Gesù, impressi
nel suo animo, l’hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere
col pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio. Sono stati questi ricordi a
costituire, in un certo senso, il “Rosario” che Ella stessa ha costantemente recitato nei
giorni della sua vita terrena. La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello
insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale. È nel suo grembo che si
è plasmato, prendendo da lei umana somiglianza che evoca un’intimità spirituale certo
ancora più grande. Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con
altrettanta assiduità di Maria.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
Salve, Regina . . .
Litanie alla Regina del Santo
Rosario
1° Mistero della luce: Gesù è battezzato nel Giordano
Gesù fu battezzato nel Giordano da Giovanni. Lo Spirito discese su di lui come una
colomba e si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono
compiaciuto” (Mc 1,9-11).
Riflessione di san di Giovanni Paolo II
Nell’arco dei Misteri della vita pubblica contempliamo aspetti importanti della persona
di Cristo quale rivelatore definitivo di Dio. Ognuno di questi misteri è rivelazione del
Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù. È il mistero di luce il battesimo al
Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa “ peccato” per noi
(cfr. 2Cor 5,21), nell’acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama
Figlio diletto (cfr. Mt 3,17 e par.), mentre scende su di Lui per investirlo della
missione che lo attende. L’effusione dello Spirito nel battesimo inserisce il credente
come tralcio nella vite che è Cristo (cfr. 1Cor 12,12; Rm 12,5 ). A questa unità
iniziale, tuttavia, deve corrispondere un cammino di assimilazione crescente in Lui,
che orienti sempre di più il comportamento del discepolo secondo la “logica” di Cristo:
“abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5). Occorre,
secondo le parole dell’Apostolo, “rivestirsi di Cristo” (cfr. Rm 13,14; Gal 3,27).
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Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
2° Mistero della luce: Gesù e Maria alle nozze di Cana
La madre di Gesù gli disse: “non hanno più vino”. Gesù ( cambiando l’acqua in vino)
diede inizio ai suoi miracoli e i suoi discepoli credettero in Lui (Gv 2,3.11).
Riflessione di san di Giovanni Paolo II
Mistero di luce è l’inizio dei segni a Cana
(cfr. Gv 2,1-12), quando Cristo, cambiando
l’acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all’intervento di
Maria, la
prima dei credenti. Qui lo sguardo di Maria è uno sguardo penetrante, capace di
leggere nell’intimo di Gesù, fino a percepirne i sentimenti nascosti e a indovinarne le
scelte. La rivelazione, che nel battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre,
sta a Cana sulla bocca di Maria, e diventa la grande ammonizione materna che ella
rivolge alla chiesa di tutti i tempi: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5).
La presenza di Gesù a Cana manifesta il progetto salvifico di Dio riguardo al
matrimonio. In prospettiva, la carenza di vino può essere interpretata come allusiva
alla mancanza di amore, che purtroppo non raramente minaccia l’unione sponsale.
Maria chiede a Gesù di intervenire in favore di tutti gli sposi, che solo un amore
fondato in Dio può liberare dai pericoli dell’infedeltà, dell’incomprensione e delle
divisioni. La grazia del Sacramento offre agli sposi questa forza superiore d’amore,
che può corroborare l’impegno della fedeltà anche nelle circostanze più difficili.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
3° Mistero della luce: Gesù annuncia il regno di Dio e la nostra conversione
“Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea annunciando il regno di Dio,
e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel
Vangelo (Mc.1,14-20). In questo passo troviamo le prime parole dette da Gesù
all’inizio della sua predicazione “il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete”.
Riflessione di san di Giovanni Paolo II
Tutto il mistero di Cristo è luce. Egli è la luce del mondo”
(Gv 8,12). Ma questa
dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando egli
annuncia il Vangelo del Regno. Cristo è Colui che, dichiarato Figlio diletto del Padre
nel Battesimo al Giordano, annuncia la venuta del Regno, la testimonia con le opere,
ne proclama le esigenze. È negli anni della vita pubblica che il mistero di Cristo si
mostra a titolo speciale quale mistero di luce: “Finché sono nel mondo, sono la luce
del mondo” (Gv 9,5). Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia
l’avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr. Mc 1,15), rimettendo i peccati
di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr. Mc 2,2-13; Lc 7,47-48), inizio del
ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo,
attraverso il sacramento della riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr. Gv 20,22-
23). La Chiesa sottolinea la partecipazione di Maria alla vita pubblica di Gesù: Durante
la predicazione di lui raccolte le parole, con le quali il figlio, esaltando il Regno al di
sopra dei rapporti e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che
ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cfr. Mc 3,35 paralleli; Lc 11, 27-28) come
Ella fedelmente faceva”.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
4° Mistero della luce: Gesù è trasfigurato sul monte Tabor
Mentre pregava, il suo volto si fece splendente come il sole e le sue vesti divennero
bianche come la luce e una voce disse: “Questi è il mio Figlio, l’Eletto; ascoltatelo!”
(Lc 9,29.35).
Riflessione di san di Giovanni Paolo II
Mistero di luce per eccellenza è la trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul
monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo
accredita agli apostoli estasiati perché lo ascoltino (cfr. Lc 9,35 e par.) e si dispongano
a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia
della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo. “E apparve trasfigurato
davanti a loro; il suo volto brillò come il sole” (Mt 17,2). La scena evangelica della
trasfigurazione di Cristo, nella quale i tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni
appaiono come rapiti dalla bellezza del Redentore, può essere assunta a icona della
contemplazione cristiana. Fissare gli occhi - cioè - sul volto di Cristo, riconoscerne il
mistero nel cammino ordinario e doloroso della sua umanità, fino a coglierne il fulgore
divino definitivamente manifestato nel Risorto glorificato alla destra del Padre, è il
compito di ogni vero discepolo di Cristo; è quindi anche compito nostro.
Contemplando questo volto ci apriamo ad accogliere il mistero della vita trinitaria,
realizzando così anche per noi la parola di San Paolo: “Riflettendo come in uno
specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di
gloria in gloria, secondo l’azione dello spirito del Signore ” (2Cor 3,18).
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
5° Mistero della luce: Gesù istituisce l’Eucaristia e il Sacerdozio
Mentre mangiavano Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo
diede ai suoi discepoli dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e
rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti e disse: “Questo è il mio sangue, il sangue
dell’alleanza, versato per la moltitudine” (Mc 14,22-24).
Riflessione di san di Giovanni Paolo II
Mistero di luce è l’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio, nella quale Cristo si fa
nutrimento con il suo corpo e il suo sangue sotto i segni del Pane e del Vino,
testimoniando “sino alla fine” il suo amore per l’umanità (Gv 13,1), per la cui salvezza
si offrirà in sacrificio. I vangeli nulla dicono di un’eventuale presenza di Maria nel
Cenacolo al momento dell’istituzione dell’Eucaristia. Ma la funzione che svolge, Ella -
Madre dei Sacerdoti e della stessa Eucaristia - accompagna, in qualche modo, tutto il
cammino di Cristo e della Chiesa. Quel Corpo e quel Sangue Divino, che ci rinsalda
nell’unità dello Spirito Santo per formare la Chiesa, conserva la sua originaria matrice
da Maria. Li ha preparati lei quella carne e quel sangue, prima di offrirli al Verbo come
dono della famiglia umana, perché Egli se ne rivestisse diventando nostro Redentore,
sommo Sacerdote e Vittima di espiazione. Se il corpo che noi mangiamo e sangue che
noi beviamo è il dono inestimabile del Signore risorto a noi viatori, Esso porta ancora
in sé, come pane fragrante, il sapore e il profumo della Vergine Madre. Quel corpo ha
veramente patito ed è stato immolato sulla croce per l’uomo, anche per mezzo di
Maria.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
Salve, Regina . . .
Litanie alla Regina del Santo
Rosario
1° Mistero doloroso: Gesù agonizza nel Getsemani
Gesù nel
Getsemani, triste e pieno di angoscia, si gettò con la faccia in terra e si mise
a pregare: “Padre, se è possibile, allontana da me questo calice! Però sia fatta non la
mia, ma la tua volontà” (Mt 26,36.39).
Riflessione di san Giovanni Paolo II
Il percorso meditativo sulla passione si apre col
Getsemani, lì dove Cristo vive un
momento particolarmente angoscioso di fronte alla volontà del Padre, alla quale la
debolezza della carne sarebbe tentata di ribellarsi. Lì Cristo si pone nel luogo di tutte
le tentazioni dell’umanità, e di fronte tutti i peccati dell’umanità, per dire al Padre:
“Non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42 e par.).
Questo suo “sì” ribalta il “no” dei progenitori nell’Eden ed unisce il suo "sì" anche al
fiat della Madre. E quanto questa adesione alla volontà del Padre debba costargli
emerge dai misteri seguenti. Nello scenario del Getsemani e del Golgotha, la coscienza
umana di Gesù è sottoposta alla prova più dura. Ma nemmeno il dramma della
passione e morte riuscirà ad intaccare la sua serena certezza di essere il Figlio del
Padre celeste e della missione che deve compiere. Diventa naturale portare a questo
incontro con la santa umanità del Redentore i tanti problemi, assilli, fatiche e progetti
che segnano la nostra vita. “Getta sul Signore il tuo affanno, ed egli ti darà sostegno”
(Sal 55,23). Meditare col Rosario di Maria, significa consegnare i nostri affanni ai cuori
misericordiosi di Cristo per mezzo del Cuore Immacolato della Madre.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
2° Mistero doloroso: Gesù è flagellato.
La folla gridava: “Crocifiggilo! crocifiggilo!” Allora Pilato lasciò libero Barabba e fece
frustare a sangue Gesù. (Mc 15,14-15).
Riflessione di san Giovanni Paolo II
“Il tuo volto, Signore, io cerco ”
(Sal 27,8). L’antico anelito del salmista non poteva
ricevere esaudimento più grande e sorprendente che nella contemplazione del volto di
Cristo. Questa ci conduce ad accostare l’aspetto più paradossale del suo mistero,
quale emerge dall’ora estrema. Mistero nel mistero, davanti al quale l’essere umano
non può che prostrarsi in adorazione. Come nel venerdì e nel sabato Santo, la chiesa
continua a restare in contemplazione di questo Volto insanguinato, nel quale è
nascosta la vita di Dio e offerta la salvezza del mondo. Per riportare all’uomo il volto
del padre, Gesù ha dovuto non soltanto assumere il volto dell’uomo, ma caricarsi
persino del “volto” del peccato. “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò
da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia
di Dio” (2Cor 5,21). Mentre si identifica, “abbandonato” dal Padre, Egli si “abbandona”
nella volontà del Padre. I suoi occhi restano fissi sul Padre. Proprio per la conoscenza
e l’esperienza che solo lui ha di Dio, egli vede limpidamente la gravità del peccato e
soffre per esso. Prima ancora, e ben più che nel corpo, la sua passione è sofferenza
atroce dell’anima, che condividerà solamente nel silenzio sofferto della Madre.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
3° Mistero del dolore: Gesù è coronato di spine
I soldati gettarono addosso a Gesù una veste rossa, intrecciarono una corona di spine
e gliela conficcarono sul capo (Mt 15,17)
Riflessione di san Giovanni Paolo II
E quanto l’adesione di Gesù alla volontà del Padre debba costargli emerge dai misteri,
la flagellazione, la coronazione di spine, la salita al Calvario e la morte in croce, nei
quali egli è gettato nella più grande abiezione: Ecce homo! In questa abiezione è
rivelato l’amore di Dio, ma il senso stesso dell’uomo. Ecce homo! E chi vuol conoscere
l’uomo, deve saperne riconoscere il senso, la radice e il compimento in Cristo, Dio che
si abbassa per amore “all’amore, e alla morte di Croce” (Fil 2,8). In Cristo
contempliamo tutti i dolori dell’uomo: in Lui angosciato, tradito, abbandonato,
catturato, imprigionato; in Lui, ingiustamente processato e sottoposto ai flagelli. In
Lui, frainteso e deriso nella sua missione; in Lui, condannato con la complicità del
potere politico. E, in Lui, condotto pubblicamente al supplizio ed esposto alla morte
più infamante; in Lui, “uomo del dolore” predetto da Isaia, è assommato e santificato
ogni dolore umano. Servo del Padre primogenito tra molti fratelli, capo dell’umanità,
egli trasforma il patire dell’uomo in relazione a Dio gradita, in sacrificio che redime. È
l’agnello che toglie il peccato del mondo, il testimone fedele, che ricapitola in sé e
rende meritorio ogni martirio. In tutto ciò la Madre non avanza alcuna contestazione,
Ella continua a conservare nel suo Cuore tutto ciò che vede e sente e la spada
comincerà a trapassarle lentamente l'anima.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
4° Mistero del dolore: Gesù porta la croce
Le guardie costrinsero Gesù ad andare fuori dalla città e a portare la croce sulle spalle.
Seguivano Gesù una gran folla di popolo e un gruppo di donne, che facevano lamenti
su di lui (Gv 19,17; Lc 23,27).
Riflessione di san Giovanni Paolo II
“Il mio regno non è di questo mondo… Per questo io sono nato e per questo sono
venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità” (Gv 18,36-37). Questa
testimonianza è rimasta agli angoli delle vie di Gerusalemme, alle svolte della Via
Crucis là dove camminava, dove è caduto tre volte, dove ha accettato l’aiuto di
Simone di Cirene e il velo della Veronica, là dove ha parlato ad alcune donne che
facevano lamenti su di lui. Sulla via della Croce, Maria si manifesta come madre del
Redentore del mondo: “Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è
un dolore simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta” (Lam 1,12). È la Madre
addolorata che parla, la Serva obbediente fino alla fine, la Madre del Redentore del
mondo. Guardando la croce, dobbiamo sentire ed esprimere una solidarietà
particolarmente profonda con tutti i nostri fratelli nella fede, che anche nella nostra
epoca sono oggetto di persecuzioni e di discriminazioni in diversi luoghi della terra. E
come contemplare il Cristo carico della Croce e Crocifisso, senza sentire il bisogno di
farsi i suoi “Cirenei” in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla
disperazione?
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
5° Mistero del dolore: Gesù muore in Croce
Gesù vedendo sua madre e, accanto a lei, il discepolo che amava, disse alla madre:
“Donna, ecco tuo figlio”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre”. E da quell’ora il
discepolo l’accolse tra i suoi beni (Gv 19,27). Poi disse: “Tutto è compiuto!”
(Gv
19,30) e, chinato il capo, spirò (Lc 23,46).
Riflessione di san Giovanni Paolo II
Lo sguardo di
Maria, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più da Gesù.
Sarà uno sguardo addolorato, soprattutto sotto la croce, dove sarà ancora, in certo
senso, lo sguardo della partoriente, giacché Maria non si limiterà a condividere la
passione e la morte dell’Unigenito, ma accoglierà il nuovo figlio a lei consegnato nel
discepolo prediletto. Il credente rivive la morte di Gesù ponendosi sotto quella Croce
con Maria, per penetrare con Lei nell’abisso dell’amore di Dio per l’uomo e sentirle
tutta la forza rigeneratrice. Per questo processo di conformazione a Cristo nel Rosario,
noi ci affidiamo in particolare all’azione materna della Vergine Santa. Colei che di
Cristo è la genitrice, mentre è essa stessa appartenente alla Chiesa quale “membro
eccelso e del tutto eccezionale”, è al tempo stesso ” Madre della Chiesa “. Come tale,
continuamente genera figli al Corpo mistico del Figlio. Lo fa mediante l’intercessione,
implorando per essi la fusione inesauribile dello Spirito Santo. È l’icona perfetta della
maternità della Chiesa verso la quale ogni battezzato deve corrispondere.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
Salve, Regina . . .
Litanie alla Regina del Santo
Rosario
1° Mistero glorioso: Gesù risorge dal sepolcro
Le donne andarono al sepolcro di Gesù. All’improvviso Gesù venne loro incontro:
“Rallegratevi! Dite ai discepoli di andare in Galilea; là mi vedranno”. Esse si
avvicinarono e lo adorarono (Lc 24,1; Mt 28,9-10).
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
La contemplazione del volto di Cristo non può fermarsi all’immagine di lui Crocifisso.
Egli è ora, anche, il Risorto! Da sempre il Rosario esprime questa consapevolezza della
fede, invitando il credente ad andare oltre il buio della passione, per fissare lo sguardo
sulla gloria di Cristo. Contemplando il Risorto infatti, il cristiano riscopre le ragioni
della propria fede (cfr.1Cor 15,14), e rivive la gioia non soltanto di coloro ai quali
Cristo si manifestò – gli apostoli, la Maddalena, i discepoli di Emmaus -, ma anche la
gioia di Maria, che dovette fare un’esperienza non meno intensa dell’esistenza del
Figlio glorificato. Lo sguardo di Maria, nel mattino di Pasqua, è uno sguardo radioso
per la gioia della Risurrezione. Fissare gli occhi sul volto di Cristo, fino a coglierne il
fulgore divino definitivamente manifestato nel Risorto glorificato alla destra del Padre,
è il compito di ogni discepolo di Cristo; è quindi anche nostro.
In forza del suo carattere meditativo, con il tranquillo succedersi delle Ave
Maria, il
Rosario esercita sull’orante un’azione pacificante, che lo dispone a ricevere e
sperimentare nella profondità del suo essere e a diffondere intorno a sé quel divenire
autentico, vero, che è dono speciale del Risorto (cfr. Gv 14,27; 20,21) per chiunque
crede e spera in Lui.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
2° Mistero glorioso: Gesù ascende al cielo
Gesù
Condusse gli undici verso
Betania. Li benedisse e si elevò verso il cielo. Essi lo
adorarono e poi tornarono a Gerusalemme pieni di gioia (Lc 24,50-52).
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
Con il Rosario siamo invitati ad andare oltre tutto ciò che sul momento non
comprendiamo, per fissare lo sguardo sulla Gloria di Cristo nella Risurrezione e
nell’Ascensione. A questa gloria che, con l’Ascensione, pone il Cristo alla destra del
Padre, Maria stessa sarà sollevata con l’Assunzione, giungendo, per specialissimo
privilegio, ad anticipare il destino riservato a tutti i giusti con la Risurrezione della
carne. E possiamo immaginare che ella abbia svolto la sua funzione materna per i
discepoli dopo l’Ascensione di Gesù, quando rimase con loro ad attendere lo Spirito
Santo e li confortò nella prima missione. Il passare con Maria attraverso le scene del
Rosario è come mettersi alla sua “scuola” per leggere Cristo, penetrarne nei segreti
del Suo più divino pensiero, per capirne il messaggio d'ogni gesto compiuto, d'ogni
parola detta. In Lui che ascende ora ai cieli è esaltata la stessa natura umana e viene
data ai discepoli la consegna di evangelizzare il mondo nella "Via, Verità e Vita" che è
Gesù stesso. Inoltre, salendo al cielo, Cristo non si è eclissato dalla terra: Egli si è
celato nella Santissima Eucaristia dove ci attende, come si è celato anche nel volto di
ogni uomo, specialmente dei più infelici poveri, i malati, gli emarginati, i perseguitati a
causa delle ingiustizie.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
3° Mistero glorioso: La Pentecoste
Il giorno di Pentecoste i credenti erano tutti riuniti. All’improvviso si sentì un rumore,
come un forte vento, e videro delle lingue di fuoco che si posarono su ciascuno di loro.
E tutti furono ricolmi di Spirito Santo (At 2,1-4)
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
Al centro del percorso di gloria del Figlio e della Madre, il Rosario pone, nel terzo
mistero Glorioso, la Pentecoste, che mostra il vero volto della Chiesa quale famiglia
riunita con Maria, ravvivata dalle fusione potente dello Spirito Santo, pronta per la
missione evangelizzatrice. La contemplazione di questo, come degli altri misteri
gloriosi, deve portare i credenti a prendere coscienza sempre più viva della loro
esistenza nuova in Cristo, all’interno della realtà della Chiesa, un’esistenza di cui la
scena della Pentecoste costituisce la grande “icona” alla quale ogni comunità deve
riflettersi. I misteri gloriosi alimentano così nei credenti la speranza della meta
escatologica verso cui sono incamminati come membri del popolo di Dio pellegrinante
nella storia. Ciò non può non spingerli a una coraggiosa testimonianza di quel “lieto
annunzio ” che dà senso a tutta la loro esistenza, anche a costo della propria vita.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
4° Mistero glorioso: Maria è Assunta in Cielo
Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i
suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle (Ap 12,1).
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
Guardando al mistero dell’Assunzione della Vergine è possibile comprendere il piano
della Provvidenza divina relativa all’umanità: dopo Cristo, Verbo incarnato, Maria è la
creatura umana che realizza per prima l’ideale escatologico, anticipando la pienezza
della felicità, promessa agli eletti mediante la risurrezione dei corpi. Nell’Assunzione
della Vergine possiamo vedere anche la volontà di promuovere la donna. Infatti, nella
gloria celeste, accanto a Cristo Risorto, c’è una donna risuscitata, Maria: il nuovo
Adamo e la nuova Eva, primizie della risurrezione generale dei corpi dell’intera
umanità. Di fronte alle profanazioni e all’avvenimento cui la moderna società
sottopone non di rado, in particolare, il corpo femminile, il mistero dell’assunzione
proclama il destino soprannaturale e la dignità di ogni corpo umano, chiamato dal
Signore a diventare tempio dello Spirito Santo, strumento di santità che deve
partecipare alla sua gloria. Nella gloria della Vergine assunta e prima redenta noi
contempliamo, tra l’altro, la vera a sublimazione dei vincoli più veri del sangue e degli
affetti familiari. Cristo Gesù infatti ha glorificato Maria non solo perché immacolata e
arca della divina Presenza, ma anche per onorare, come Figlio, la Madre: non si
spezzano in cielo i vincoli santi della terra. Anzi, nella sollecitudine della Vergine
Madre, assunta per diventare nostra avvocata e protettrice, tipo della Chiesa
vittoriosa, noi scorgiamo lo stesso modello ispiratore dell’amore premuroso dei nostri
cari Defunti verso di noi, non spezzato dalla morte, ma potenziato alla luce di Dio.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
5° Mistero glorioso: Maria è incoronata Regina
E quando comparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non
appassisce (1Pt 5,4). Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita (Ap 2,10).
Riflessione di san Giovanni Paolo
II:
Coronata infine di gloria – come appare nell’ultimo mistero glorioso -, Maria rifulge
quale Regina degli Angeli e dei Santi, anticipazione e vertice della condizione
escatologica della Chiesa. Come si potrebbe, infine, fissare gli occhi sulla gloria di
Cristo risorto e su Maria incoronata Regina, senza provare il desiderio di vedere
questo mondo più bello, più giusto, più vicino al disegno di Dio, convertendosi ad
esso? Il Rosario ci trasporta misticamente nel Cuore di Maria impegnata a educarci e
plasmarci fino a che Cristo non “sia formato” in noi pienamente (cfr. Gal 4,19).
Quest’azione di Maria, totalmente fondata su quella di Cristo e ad essa radicalmente
subordinata, è il luminoso principio espresso da tutta la Chiesa, che ho sperimentato
tanto fortemente nella mia vita , facendone la base del mio motto episcopale: Totus
tuus. Un motto, come è noto, ispirato alla dottrina di San Luigi Maria Grignion de
Gontfort, che così spiegava il ruolo di Maria nel processo di conformazione a Cristo di
ciascuno di noi: “Tutta la nostra perfezione consiste nell’essere conformi, uniti e
consacrati a Gesù Cristo… Ora, essendo Maria la creatura più conforme a Cristo, ne
segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un anima a
nostro Signore è la devozione a Maria, sua santa Madre, e che più un’anima sarà
consacrata a lei, più sarà consacrata a Gesù Cristo” (Trattato della vera devozione a
Maria, 120). I cristiani guardano dunque con fiducia a Maria Regina e questo esalta il
loro abbandono filiale in Colei che è Madre nell’ordine della grazia.
1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre
Gesù, perdona le nostre colpe . . .
San Giovanni Paolo II, prega per noi.
Salve, Regina . . .
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