MEDITAZIONE
L'AMORE DI DIO NELLA GIUSTIZIA
INTRODUZIONE - Molti uomini, anche tra i cristiani, anche tra quelli che si professano atei o indifferenti, ancor oggi paventano Dio come giudice severo e inesorabile e, per così dire, «automatico»: pronto a colpire, prima o poi, l'uomo che ha commesso certi sbagli. Non sono pochi quelli che oggi pensano, con scetticismo o con angoscia, che il male fatto rimane e che il perdono, ricevuto nel confessionale o nella coscienza, non cambia nulla, è un semplice conforto, e sfogo da alienato. Simili concezioni sono ingiuriose per Dio e non fanno onore alla intelligenza dell'uomo. Proprio quando nelle pagine dell'Antico Testamento Dio, per bocca dei profeti, minaccia o infligge terribili castighi, proclama anche alto e rassicurante: «Io sono Dio e non uomo!... lo sono il Santo e non amo distruggere!»
(Os. 11, 9). E quando anche nel Nuovo Testamento, due apostoli, crederanno di interpretare una reazione di Gesù invocando fuoco dal cielo su un villaggio che l'aveva rifiutato, Gesù risponde deciso e ammonitore: «Non sapete di che spirito siete. Il Figlio dell'uomo è venuto non per perdere le anime, ma per salvarle». La giustizia di Dio quando giudica assolve, quando castiga purifica e guarisce, quando corregge salva, perché la giustizia in Dio è amore.
MEDITAZIONE BIBLICA - La parola del Signore fu rivolta a Giona una seconda volta, dicendo: «Alzati e va' a Niníve, la grande città, e annunzia loro quanto io ti dirò». Giona si alzò e se ne andò a
Ninive... e predicava, dicendo: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno e vestirono il cilizio dal più grande fino al più piccolo di loro. (...) Poi fu proclamato in Ninive un decreto: «... ognuno si converta dalla sua malvagia condotta e dalla iniquità che è nelle sue mani. Chi sa? forse Dio potrebbe cambiarsi e ripentirsí, distogliere l'ardore della sua ira e non farci perire». E Iddio vide le loro opere... si pentì del male che aveva detto di fare e non lo fece. Ma ciò fu per Giona di grande tristezza e ne rimase indignato... Giona uscì dalla città... si fece un riparo di frasche e ci si mise sotto all'ombra, in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. E il Signore Iddio fece spuntare una pianta di ricino... per far ombra sulla testa di Giona. E Giona provò una grande gioia per quel ricino. Ma il giorno dopo... Dio fece venire un verme a rodere il ricino e questo seccò. E quando il sole si fu levato... il sole colpì la testa di Giona che si sentì venir meno e chiese di morire. E Iddio chiese a Giona: «Ti sembra bene essere così sdegnato per una pianta di ricino? (...) Tu senti compassione per quella pianta di ricino per cui non ti sei per niente affaticato... ed io non dovrei aver pietà di Ninive nella quale più di centoventimila creature umane non sanno distinguere tra la mano destra e la sinistra?»
(Gion. 3, 3-10 / 4, 1-11)
CONCLUSIONE - Chi di noi non si sorprende talvolta con i sentimenti di Giona? Spesso ci vogliamo attenere a una decisione dura anche quando qualcosa è cambiato a favore del nostro fratello. Il nostro senso di giustizia è spesso una sottile vendetta, una «legittima» barbarie «civile» e il nostro giudizio che vuol essere netto, è un freddo fil di spada.
Siamo imitatori di Dio: la giustizia deve essere una forma di amore, per capire, per aiutare, per correggere, per salvare, non per condannare, per far scontare, per allontanare.
PREGHIERA COMUNITARIA
INVITO - Rivolgiamo con fiducia la nostra preghiera a Dio, nostro Padre, che in ogni tempo ha mandato i suoi profeti a richiamare gli uomini alla conversione e all'amore. Preghiamo insieme e diciamo: Per il Cuore di Cristo tuo Figlio, ascoltaci, o Signore.
INTENZIONI - Perché sorgano anche oggi nella Chiesa e nel mondo, profeti generosi che sappiano richiamare alla conversione e all'amore e suscitino operosa la Speranza cristiana, preghiamo: Perché la Chiesa sia liberata dai falsi profeti, che con zelo appa-rente e dottrine di superbia turbano il popolo di Dio e scandalizzano il mondo, preghiamo: Perché ognuno di noi sia docile alla voce di quel profeta interiore che ci è dato nella nostra coscienza, preghiamo: Perché nella Chiesa e nel mondo cresca il rispetto e l'obbedienza per i «profeti ordinari» costituiti in autorità da Dio nella S. Gerarchia, nella Società e nella Famiglia, preghiamo. (Altre intenzioni personali…)
PREGHIERA DI CONCLUSIONE - Signore, Dio nostro, mentre ti chiediamo perdono per aver tante volte chiuse le orecchie e il cuore alla tua voce che si manifestava nella nostra coscienza o per mezzo dei tuoi «profeti», ti preghiamo di formarci un cuore nuovo più docile, più umile, più pronto e generoso, come il Cuore di Gesù, tuo Figlio. Amen.
FIORETTO - Sollevando oggi i vostri pensieri a Dio, ditegli più volte con effusione di spirito: o Padre, fatemi comprendere che cosa volete che io faccia, per onorarvi e servirvi di vero cuore.