MEDITAZIONE
La misericordia di Dio nel sacramento della riconciliazione e penitenza.
«Se qualcuno cade in peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo giusto. Anzi, egli stesso è il propiziatore per i nostri peccati e non per i nostri soltanto, ma anche per quelli di tutto il mondo» (1 Gv 2,1-2).
A Gesù si avvicinavano «tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo e i farisei e gli scribi ne mormoravano fra loro dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con essi ». Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella smarrita finché non la ritrovi? E ritrovatala se la mette pieno di gioia sulle spalle e, tornato a casa, convoca gli amici e i vicini e dice loro: «Rallegratevi con me perché ho ritrovato la mia pecora che avevo smarrita». Così, vi dico, ci sarà più gioia nel cielo per un peccatore che si pente che per novantanove giusti, i quali non hanno bisogno di penitenza»
(Lc 15,1-7). Gesù durante la sua attività pubblica invitava alla conversione, cioè a cambiare vita. Molti tra coloro che Lo avevano incontrato erano marchiati dall'opinione pubblica a causa della loro vita di peccatori, e alcuni, in quanto pubblici peccatori, rischiavano la morte. Gesù non ha condannato alcuno, ma richiamava alla penitenza: «Donna, nessuno ti ha condannata? Nessuno, Signore. Neppure io ti condanno: va' e d'ora innanzi non peccare più»
(Gv 8,1). Così ha fatto con l'adultera, con Pietro, con il ladrone sulla croce e con coloro che Lo hanno crocifisso: «Padre, perdonali! Perdona loro perché non sanno ciò che fanno». Non c'è pagina nei Vangeli, in cui non ci siano tracce dell'azione misericordiosa del Salvatore. Terminando la sua missione salvifica nel mondo, Gesù si è preoccupato anche di coloro che sarebbero vissuti dopo di Lui su tutta la terra. La sera, il giorno della risurrezione è apparso agli Apostoli nel Cenacolo e li ha investiti con il potere di riconciliare gli uomini con Dio: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi» (G1, 20,23). I successori degli Apostoli, i vescovi e i sacerdoti, e attraverso di loro lo stesso Cristo, ridonano la grazia a coloro che in seguito a peccati gravi hanno spezzato il legame con Dio e si sono condannati alla dannazione. Il sacramento della riconciliazione e della penitenza è per loro la proverbiale «ancora di salvezza» sul mare tempestoso della vita. Dio misericordioso rivela qui l'amore più grande: lascia novantanove giusti e segue quell'unico peccatore per porgergli la mano e tirarlo fuori dalla palude dei peccati. Il sacramento della riconciliazione non solo ristabilisce il legame perduto dell'uomo con Dio, ma lo rafforza attraverso la pratica della cosiddetta «confessione per devozione», cioè l'accusarsi di peccati veniali e di imperfezioni. «Per mezzo di tale confessione — dice Pio XII —l'uomo si conosce meglio, rafforza in se l'umiltà cristiana, arriva alle cause delle proprie imperfezioni morali, combatte la pigrizia e la tiepidezza spirituale, purifica la coscienza, rafforza la volontà, riceve più facilmente la direzione spirituale e moltiplica in sé la grazia sacramentale.» Il confessionale è il tribunale della misericordia Divina in cui non si condanna il colpevole, ma lo si dichiara innocente. Qui si può vedere che «Dio è amore», ed essendo «ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti come eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere con Cristo»
(Ef 2,4-5). Qui il peccatore, pentito confessando le sue colpe, rinnova la partecipazione al mistero pasquale di Cristo: muore per il peccato e risorge alla vita per Dio e per gli uomini. Il legame con Cristo instaurato nel sacramento del battesimo, e perduto con il peccato, diventa allora di nuovo fonte della vita di Dio. Per molte persone la confessione è un fatto spiacevole, ma assai efficace. Gesù attraverso i sacerdoti-confessori continua a stare accanto ai peccatori, si siede con loro alla stessa tavola, dice che l'ammalato ha bisogno del medico, porta la testimonianza dell'amore di Dio e l'occasione per cambiare vita. Per questo scopo Gesù misericordioso ha istituito il sacramento della riconciliazione e della penitenza.
Di' alle anime — ha detto Gesù a suor Faustina — dove debbono cercare le consolazioni cioè nel tribunale della misericordia, lì avvengono i più grandi miracoli che si ripetono continuamente. Per ottenere questo miracolo non occorre fare pellegrinaggi in terre lontane né celebrare solenni riti esteriori, ma basta mettersi con fede ai piedi di un Mio rappresentante e confessargli la propria miseria ed il miracolo della divina misericordia si manifesterà in tutta la pienezza. Anche se un'anima fosse in decomposizione come un cadavere ed umanamente non ci fosse alcuna possibilità di risurrezione e tutto fosse perduto, non sarebbe così per Dio: un miracolo della Divina Misericordia risusciterà quest'anima in tutta la sua pienezza. Infelici coloro che non approfittano di questo miracolo della Divina Misericordia! Lo invocherete invano, quando sarà troppo tardi! (Suor Faustina - Q. V, p. 476).
Suor Faustina ha affermato che dalla santa confessione dovremmo ricavare due benefici. Alla confessione andiamo: primo, per essere guariti; secondo per essere educati. La nostra anima ha bisogno di essere educata continuamente, come un bambino (...). Un'anima con le proprie forze non arriva lontano, si affatica molto, non fa nulla per la gloria di Dio; sbaglia continuamente, poiché la nostra mente è ottenebrata e non riesce a distinguere i fatti suoi (...). L'anima che desidera veramente progredire sulla via della perfezione, deve attenersi scrupolosamente ai consigli che le vengono dati dal direttore spirituale (Suor Faustina - Q. I, p. 160).
PREGHIERA:
Ricorro alla Tua misericordia, o Dio benigno, a Te che sei il solo buono. Benchè la mia miseria sia grande e le mie colpe numerose, confido nella Tua misericordia perchè sei il Dio della misericordia e da secoli non si è mai udito, né la terra né il cielo ricordano, che un'anima fiduciosa nella Tua misericordia, sia rimasta delusa. O Dio di pietà, Tu solo puoi perdonarmi e non mi respingerai mai quando ricorrerò pentita al Tuo Cuore misericordioso, dal quale nessuno ha mai ricevuto un rifiuto, fosse pure stato il più grande peccatore. (Suor Faustina - Q. VI, p.568)
FIORETTO -
Evita le preoccupazioni inutili: Riempiti di fiducia in Dio.